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Autore: Liberty89    17/08/2012    3 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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Buona sera a tutti!!!! :D Finalmente sono tornata ù.ù speravo di fare in tempo per il compleanno dello Sclero, ma ahimé ho tardato di un mese e dieci giorni... mi perdonate vero? *occhioni da cucciolo bisognoso di coccole* Ovvio che mi perdonate ù.ù *arriva il Banditore con il copione* Alla buon'ora! Stavo per annunciare il capitolo senza averlo in mano! *l'omino si inchina* Sì, sì, perdonato... Ora fa il tuo lavoro... *l'omino annuisce e comincia a suonare la sua trombettina, ovviamente una musichetta a caso* Ooook.... Detto questo, vi lascio al capitolo (decisamente più lungo degli altri), spero che vi piaccia =3 Buona lettura!!!!


Capitolo 77: Legame x Ricordi x Ragni


Il mattino si mostrò stranamente in fretta dopo quella notte tormentata. Come un pulcino dal forte e irrefrenabile desiderio di uscire dall’uovo e vedere il mondo che lo circonda, così i raggi del sole camminarono lesti tra gli alberi della foresta, posandosi ovunque riuscissero a giungere. A braccetto con la luce chiara dell’alba, giunse una brezza leggera e tiepida che smuoveva le pigre foglie, simile alle delicate dita di un pianista che si muovono rapide sui tasti bianchi e neri.
Questa vivace e serena coppia di elementi destò il custode dai capelli argentei, che si girò di schiena per sbadigliare e voltarsi poi alla sua destra, dove la sera prima s’era addormentata la sua compagna. Vedere il sacco a pelo vuoto, però, lo svegliò immediatamente e sgranò gli occhi acquamarina, mentre balzava a sedere guardandosi attorno con frenesia alla ricerca della ragazza. La trovò quasi subito, seduta al fianco di Inuyasha, con lo sguardo fisso sul falò, persa in chissà quali pensieri. Studiò il suo viso, scorgendolo stanco e pallido più di quanto ricordasse, tuttavia, nell’ombra dei suoi occhi lesse una nota d’ansia e d’inquietudine, che lo spinsero ad alzarsi velocemente per raggiungerla. Si chinò accanto a lei, donandole un sorriso e un sereno buongiorno, in risposta però, ricevette un’espressione evidentemente tirata e si preoccupò.
-Come ti senti?- le domandò, passandole le dita sulla guancia dal basso in su, fino a posarvi l’intero palmo e lasciando che lei si appoggiasse a sua volta.
-Ho riposato male, nulla di grave…- rispose, non badando all’occhiata del mezzodemone accanto a sé.
Riku annuì, accettando le parole della ragazza e celando l’espressione colma di dubbi, altrimenti rivelatrice del suo reale giudizio, ossia che non credeva assolutamente a quanto aveva sentito. Comprese che la custode nascondeva qualcosa e sperò che prima o poi gliene parlasse, ignorando cocciutamente l’idea che si stesse allontanando da lui.
-Hai fatto colazione almeno? Ci aspetta una lunga camminata oggi.-
-Sì…- riferì con una leggera titubanza. -Stai tranquillo e mangia anche tu, non puoi dirmi di fare una cosa e poi non farla tu per primo.- aggiunse, con un piccolo sorriso.
-Hai ragione.- disse il ragazzo, sorridendo in risposta e dandole un bacio sulla guancia.
Mentre si alzava per andare alla ricerca di qualcosa da mettere nello stomaco, il custode dell’Alba pregò Kingdom Hearts, perché la sua compagna si facesse avanti durante il viaggio e gli rivelasse quale fosse la fonte dei suoi fitti pensieri.
Al contrario, Jessie sentì il senso di colpa farsi ancora più grande e istintivamente serrò con forza le labbra, come per impedirsi di parlare.
Dopo che il mezzodemone l’aveva recuperata poco lontano dal campo, non era nemmeno tornata a sdraiarsi per paura che quello strano malessere ricomparisse per tormentarla e costringerla ad allontanarsi di nuovo. Era quindi rimasta al fianco di Inuyasha, senza mostrare ulteriori segni di stanchezza o sonnolenza, facendosi reciproca compagnia in quella notte silenziosa e chiedendo a lui e al monaco di non rivelare nulla di quanto accaduto. Inoltre, aveva mentito di nuovo sulla colazione, perché la sola idea di mangiare, in quel momento la disgustava soltanto.
Percepiva chiaramente lo sguardo del ragazzo che le stava accanto, perciò si voltò e ricambiò, pregandolo tramite le sue iridi color nocciola di non intervenire in quella conversazione già conclusa.
Circa un’ora più tardi, erano ormai tutti svegli e pronti a partire, quindi raccolsero i sacchi a pelo e si avviarono lungo il sentiero che li avrebbe condotti fuori da quella piccola macchia di alberi e poi in un’ampia pianura verdeggiante, in cui a detta di Sango, sorgeva un villaggio di poche case.
Accanto a Riku, la custode del Tramonto metteva un passo avanti all’altro, assorta nei propri pensieri, cogliendo distrattamente i discorsi delle tre ragazze che aveva davanti e che avevano fatto amicizia con una facilità estrema. Per l’ennesima volta da troppe ore, stava cercando di capire il perché di quel malore, da dove provenisse, da cos’era stato provocato, ma soprattutto, voleva far luce sulla strana e intensa sensazione di disagio che era comparsa dopo di esso. Era simile a ciò che aveva percepito quando si era avvicinata alla Prima Pietra della Luce, ma al tempo stesso era diversa.
-Siamo arrivati alla fine della foresta!- esclamò Shippo, correndo avanti e sporgendosi oltre gli ultimi alberi, per osservare con i suoi giovani occhi la grande pianura erbosa attraversata da uno stretto sentiero di terra spoglia, e sovrastata dall’imponente e minacciosa figura del monte Hakurei, sempre avvolto da uno scialle di tenue nebbia rosa.
Pochi passi e l’intero gruppo raggiunse il demone volpe, posando ogni sguardo sull’altura.
-Stiamo andando là?- domandò il Tiratore Libero, ottenendo un assenso dal sovrano del Castello Disney. -Seguendo quale pista? A parte l’Oscurità che ne esce, mi pare ovvio.-
-Nessuna in particolare.- intervenne Sora. -Però, se raggiungiamo la montagna, è possibile che ci imbattiamo in Marluxia o nell’Emissario, oppure in qualsiasi altra cosa che è nostro compito distruggere.-
-Sempre molto precise le missioni dei custodi.- commentò il numero II. -Voi invece?- chiese, voltandosi verso il gruppo di Inuyasha.
-Noi siamo diretti alla montagna sacra perché secondo le informazioni che abbiamo raccolto, sembra che il nostro nemico si sia nascosto là, nonostante la sua natura maligna.- spiegò il monaco con serietà, mettendosi tra Sango e Kairi, che all’improvviso s’irrigidirono.
Tuttavia, mentre la prima chiudeva gli occhi, digrignando i denti per la rabbia, la principessa della Luce arrossì di colpo e cacciò un grido, per poi allontanarsi di scatto dall’uomo.
-Kairi che succede?!- esclamò il Maestro del keyblade, affiancandola e notando il suo rossore.
-Lui… mi ha…- balbettò, incapace di continuare la frase a causa della sorpresa.
-Che ti ha fatto?- chiese ancora il castano, non capendo a cosa alludesse la compagna.
-Siamo alle solite…- disse Shippo con un sospiro.
-Miroku…- intervenne Sango, sollevando il suo enorme boomerang, mentre veniva circondata da un’aura minacciosa. -…posso chiederti cos’avevi in mente, quando hai deciso di palparci il sedere?- domandò, lasciando interdetti i guerrieri della Luce.
Serio e composto, il monaco si portò una mano sotto il mento. -Bè Sango, mi pare ovvio, come sempre sono alla ricerca di donne che possano darmi degli eredi. A proposito…- s’interruppe, voltandosi verso la principessa della Luce, prendendole le mani tra le proprie. -Signorina Kairi, vorreste fare un figlio con me?- se ne uscì con una naturalezza inaudita, come se quella che aveva fatto fosse una richiesta comune.
Se possibile, la custode del Flower Key arrossì ancora di più, lasciando che il suo viso sfidasse la chioma che lo circondava, mentre accanto a lei, Sora la imitava, restando con la bocca spalancata in una muta espressione d’incredulità, come quasi tutti i suoi compagni.
La possente arma di Sango cadde pesantemente sulla testa del monaco, facendolo cadere a terra. -Razza di maniaco!- urlò la ragazza prima di voltarsi dall’altra parte e riprendere il cammino seguita da Kirara.
-Perdonalo.- intervenne Kagome, posando una mano sulla spalla della rossa. -Lui fa così con tutte le ragazze che gli capitano a tiro, non darci troppo peso.- spiegò con un timido sorriso di scuse, ottenendo un lieve cenno d’assenso dall’altra ancora in stato di “shock”.
-A proposito, Miroku perché non l’hai chiesto anche a Jessie?- fece il demone volpe, saltando sulla spalla della mora.
-Mi pare evidente, Shippo.- rispose l’uomo, rialzandosi con l’ausilio del suo bastone. -Per mancanza d’occasione, ma rimediamo subito…- proseguì voltandosi verso la castana. -Signorina Jessie vorreste-
-Azzardati a finire la frase e giuro che ti do fuoco.- algida e terribile, la keyblader del Tramonto aveva zittito il monaco, fulminandolo con i suoi occhi furenti.
A dar man forte alle sue parole, si fecero avanti dei brevi spruzzi di fiamme dalle sue mani, serrate lungo i fianchi. -Se abbiamo finito di perdere tempo, direi di proseguire.- aggiunse, incamminandosi con passo deciso fuori dalla foresta e coprendosi la testa col cappuccio.
-Sai che ti dico, Miroku?- asserì Inuyasha. -Ti sei salvato per poco, secondo me, aveva tutta l’intenzione di bruciarti vivo.- confessò, guardando l’amico ancora immobile per la risposta ricevuta.
Ripresosi dallo sgomento momentaneo, Riku scagliò un’occhiata all’uomo. -Ti consiglio non fare più simili proposte.- dopodiché corse accanto alla compagna, cercando di guardarla in viso, con scarso successo.
-Jessie?-
-Dimmi.- sputò, rabbiosa, evitando di dargli anche solo un’occhiata.
L’argenteo inarcò un sopracciglio, stranito di fronte a quella manifestazione d’ira. -Sei arrabbiata per quello che ha detto il monaco?-
-No.-
-E perché allora?-
-Non lo so, forse più tardi passerà.- replicò secca e infastidita.
Il custode dell’Alba rimase ancor più turbato di fronte a quel comportamento e il desiderio di cercare di capire cosa l’avesse provocato era sì grande, ma era restio a porre ulteriori domande, quindi si limitò a camminare al fianco della castana, chiusa in un ferreo mutismo. Nel frattempo, il resto del gruppo aveva ripreso a muoversi, ed era ormai giunto alle spalle dei due keyblader. A quel punto, Riku si voltò per lanciare uno sguardo d’aiuto in direzione della principessa della Luce, che rispose immediatamente tramite le sue profonde iridi blu. Ripresasi bene dallo shock subito poco prima, Kairi allungò il passo per raggiungere l’amica e dare manforte all’argenteo, però qualcuno fu più veloce di lei. Con le mani nascoste nelle ampie maniche della sua veste, Inuyasha si fece avanti in silenzio, lasciando di stucco i suoi consueti compagni di viaggio e incuriosendo quelli nuovi.
Jessie percepì la presenza del mezzodemone accanto a sé e lo ringraziò mentalmente per averla difesa da un'altra serie di domande da parte degli amici. Nemmeno lei sapeva spiegarsi l’origine di quella rabbia e del nervoso, spuntati praticamente dal nulla in pochi minuti senza un particolare motivo. Esattamente come la nausea che, ancora una volta, le stava salendo dallo stomaco alla gola. Riuscì a trattenere un colpo di tosse tra le labbra serrate, lasciando che si sentisse appena e che passasse inosservato, ma fallì con le sensibili orecchie canine di Inuyasha, che le gettò una rapida occhiata per valutare le sue condizioni. Nell’osservarla si chiese nuovamente il perché di tutta quella premura nei riguardi di un’umana dalla dubbia provenienza che possedeva un odore strano, non apparendogli però tanto sgradevole come in principio, e che proprio come lui, celava un lato oscuro, su cui non aveva controllo.
Un nuovo colpo di tosse, questa volta forte e chiaro, subito seguito da altri due della stessa intensità, lo risvegliò dai suoi pensieri e attirò l’attenzione di tutti gli astanti. Riku si chinò immediatamente sulla compagna, che nel frattempo si era fermata e si era portata la mano destra alla bocca.
-Che succede?- domandò Sora, affiancando l’amico.
-Non lo so…- rispose con ansia evidente. -Jessie, cosa-
-Vuoi andare vicino agli alberi?- chiese invece il mezzodemone, sovrapponendo la sua voce a quella del custode e mostrando calma e sicurezza.
La mancina che si strinse alla sua veste bastò come affermazione, quindi prese la keyblader tra le braccia e fece dietrofront per dirigersi verso la piccola macchia di alberi. -Kagome! Prepara dell’acqua fresca!- urlò alla mora, compiendo il primo e lungo salto.
Mosso da una sensazione spinosa, che da tempo non avvertiva, il custode dell’Alba corse dietro ad Inuyasha, che con due balzi aveva già raggiunto il limitare della foresta appena superata. Tornata con i piedi per terra, la custode del Tramonto cadde immediatamente in ginocchio e dopo un ultimo colpo di tosse, prese a rigettare quel poco che le era rimasto nello stomaco.
Appena le fu accanto, Riku le posò una mano sulla fronte, mentre con l’altra tratteneva i lunghi capelli castani. Dopodiché si voltò in direzione del mezzodemone, che se ne stava a pochi passi da loro, in silenzio e con lo sguardo perso sull’orizzonte. Lo guardò in cagnesco, roso da una gelosia che sapeva non aveva ragione di esistere, a cui però non era proprio in grado di mettere un freno, finché non riuscì a rivolgergli la parola.
-Spiegami cosa sta succedendo.-

-Probabilmente la signorina Jessie non vorrebbe che ve lo dicessi, ma ritengo che sia giusto informarvi.- esordì serio Miroku, dopo che Pippo aveva domandato cosa fosse preso alla custode. -Anche questa notte si è sentita male. Si è allontanata dal campo in silenzio, solo Inuyasha se n’è accorto e l’ha seguita.- spiegò. -Quando l’ha riportata indietro ha detto che neanche lei sa a cosa sia dovuto questo malore, lo credeva passeggero, ma evidentemente non è così…-
Kairi abbassò lo sguardo sulle proprie mani, sentendosi impotente. -Ancora una volta ha voluto tenersi tutto dentro…-
-Già, sembra che nemmeno Riku sapesse qualcosa di questo malore… però, è strano il legame che ha creato con Inuyasha…- intervenne Sora. -All’inizio non poteva vederla, invece ora la aiuta…-
-Credo che in realtà si somiglino molto più di quanto possiamo immaginare.- disse Kagome, stringendo una bottiglia d’acqua tra le mani. -Tempo fa, Inuyasha ha dovuto affrontare la parte demoniaca di se stesso, che era fuori controllo. Credo che abbia visto Jessie nelle sue stesse condizioni e questo l’ha spinto ad aiutarla.- asserì, guardando la figura del ragazzo da lontano. -È davvero cambiato.-
-E sta tornando indietro.- fece ad un tratto Luxord. -Da solo.-

Cessato il malore della compagna, il custode dell’Alba aveva raccolto un po’ d’acqua tra i palmi chiusi a coppa, dandogliela da bere e per sciacquarsi il viso, ora spaventosamente pallido. Si girò nuovamente verso Inuyasha, che ricambiò appena lo sguardo.
-Se devi dirmi qualcosa fallo.-
-Puoi lasciarci soli? Vi raggiungiamo tra un momento.- chiese il keyblader, aiutando la ragazza a sedersi con la schiena contro un albero vicino.
-Va bene, però mettiti in testa una cosa: a me lei non interessa.- disse tranquillo, prima di incamminarsi per raggiungere nuovamente il gruppo. -Vi aspettiamo.-
Lo osservò allontanarsi, poi riportò le iridi color acquamarina sul volto della castana, quasi priva di energie e senza fiato. Cacciò un lungo sospiro, chiudendo un momento gli occhi prima di tornare a fissarla.
-Perché non mi hai detto che stavi male?- domandò.
-Non volevo farti preoccupare…- buttò lei, voltandosi dall’altra parte, non riuscendo a reggere il confronto con il suo sguardo.
-E non hai mangiato stamattina, vero?- indagò, anche se conosceva già la risposta.
-Non mi andava.- replicò.
-E non sai perché hai iniziato a star male?-
-Se lo sapessi avrei cercato di porvi rimedio, ti pare?-
Riku sospirò ancora. -E se incontrassimo Marluxia o un gruppo di avversari? Come pensi di riuscire a combattere in queste condizioni?-
-Combatterei lo stesso, non sarà della stupida nausea a mettermi fuori gioco.- rispose, piccata, mentre cercava di alzarsi lentamente, appoggiandosi all’albero.
-Non mi sembra tanto stupida, visto come ti ha ridotta.- fece, squadrandole il viso.
-Quando ero a casa sono stata peggio e sono uscita comunque per eliminare Heartless e Nessuno, quindi non ci sono problemi.- disse, ormai in piedi, lottando contro un capogiro violento che minacciava di farla ricadere per terra.
-Ma qui non si tratta di nemici di basso livello!- esclamò Riku, alterandosi. -Parliamo di Marluxia o della cosa che ha persino ucciso Xaldin!-
-E quindi cosa dovrei fare? Nascondermi da qualche parte e stare a guardare?! Mi spiace ma hai sbagliato a capire!- ribatté Jessie, alzando la voce e pentendosi l’istante dopo di averlo fatto a causa di una forte fitta alla testa. -Maledizione… mancava solo questa…-
-Non dico che devi nasconderti, ma non sei in condizioni di affrontare uno scontro!-
-Non mi interessa, io combatto e basta! Fine della storia!-
-Sei peggio di un mulo!- esplose il ragazzo, tirando un pugno al tronco dell’albero a poca distanza dal capo della compagna, che sussultò appena. -Non capisci che voglio solo proteggerti?!-
-Lo capisco benissimo, ma non è necessario mettermi da parte!- replicò ancora. -So badare a me stessa! L’ho sempre fatto e continuerò a farlo! Non voglio diventare un peso!-
-Se continui a intestardirti così lo sarai!- buttò l’argenteo, prima di imporsi la calma, poiché urlando era certo che non sarebbe arrivato da nessuna parte.
Posò le mani sulle spalle della ragazza, che respirò a fondo mentre si appoggiava al tronco dell’albero. -Io non ti vedrò mai come un peso, ok? Ti proteggerò e sarò al tuo fianco per sostenerti, però se tu ti allontani da me, non posso aiutarti…-
La castana tacque, cogliendo sincerità e premura negli occhi e nella voce del suo compagno, sentendosi un’ingrata e una sciocca. Abituata a fare affidamento solo su se stessa e sulle sue forze, non concepiva l’idea di potersi appoggiare totalmente a qualcuno in quel momento di fragilità e debolezza.
-Scusa…- mormorò. -…è che sono solita arrangiarmi in qualche modo, dato che sono sempre stata sola. Questa nausea poi mi rende nervosa, non volevo arrabbiarmi con te prima…-
Riku però, era rimasto perplesso e inquieto di fronte a determinate parole. -…che significa che sei sempre stata sola?-
Jessie sgranò gli occhi, impietrita, perché solo in quel momento si rese conto di ciò che aveva detto. Sospirò e abbassò lo sguardo, consapevole che ormai non poteva tirarsi indietro e che il custode dell’Alba non l’avrebbe lasciata andare se non avesse ottenuto le sue risposte.
-Non c’è nessun significato nascosto, quelle parole significano solamente ciò che dicono.- disse, puntando le sue iridi in quelle acquamarina dell’altro. -Tu sei stato fortunato, Kairi e Sora sono sempre stati al tuo fianco, per aiutarti e starti vicino quando ne hai avuto bisogno. Io, invece, sono cresciuta in solitudine con le prese in giro e le offese dei miei compagni, che non mi hanno mai accettata né voluta…- confessò, stringendo la stoffa del cappotto nei pugni. -…non ero diversa da loro, venivo solo da un’altra città, eppure… ero come loro, ero normale, eppure non mi hanno voluta…- proseguì, ignorando le lacrime che avevano preso a scorrerle sulle guance. -…può sembrare una sciocchezza, perché ci sono sicuramente situazioni peggiori, ma ti assicuro che andare a scuola ogni giorno sapendo cosa mi aspettava, era diventato un incubo…- deglutì, cercando di controllare la sua mente, impedendole di continuare il percorso dei suoi pensieri. -…da quando l’Emissario s’è messo a giocare con i miei ricordi, rivedo quelle scene una dopo l’altra…-
-E Andrea?- domandò il ragazzo, sapendo della stretta amicizia che le univa.
-Andrea è entrata nella mia vita quando ormai ero arrivata al fondo ed ero troppo stanca per provare a risalire di nuovo… lei però, è riuscita farmi emergere, ma ci sono voluti anni…- spiegò, tremando appena. -Ora, però, l’Emissario non fa altro che bombardarmi con quei ricordi… dopo tutta la fatica che ho fatto per superarli… è stato tutto inutile…- terminò, incapace di porre un freno alle lacrime e al tremore.
Sgranò gli occhi, quando si vide stringere in un abbraccio istintivo e in cui si sentì piccola e ancora più fragile di quanto fosse già.
-Mi dispiace…- mormorò contro il petto del compagno.
-Che cosa?- domandò lui in risposta, accarezzandole la schiena.
-Essere diventata un peso… prima con il malore e adesso con quello che ti ho detto…- rispose con tono colpevole. -Mi dispiace…-
-Non dire sciocchezze.- ribatté il keyblader dell’Alba. -È terribile che tu abbia passato un’infanzia del genere… però, è passato, devi pensare al presente con tutte le tue forze e mettere da parte questi ricordi. Non ti chiedo di dimenticare tutto dall’oggi al domani, è impossibile, ma devi cercare di resistere. E quando sentirai di non farcela, io sarò pronto ad aiutarti, te l’ho già detto.- disse, sciogliendo la stretta per poterla guardare in volto e donarle un sorriso d’incoraggiamento.
Lei sorrise di rimando, passandosi una mano sul viso per asciugarlo dalle lacrime, che continuavano a scendere. -Grazie…- cercò di dire, prima di essere interrotta da un bacio improvviso e delicato dell’argenteo.

I grandi e distesi raggi del sole al crepuscolo accarezzavano la pianura con dolcezza, dando un ultimo saluto e augurando una notte serena, mentre si ritiravano lentamente oltre l’orizzonte. I due gruppi di viaggiatori erano ancora in marcia, decisi a raggiungere il piccolo paese prima del sopraggiungere del buio. Proseguivano a ritmo sostenuto, avvolti da un quieto e leggero silenzio, in cui risuonava solamente il fruscio delle code di Kirara, che sotto gli occhi stupiti dei guerrieri della Luce si era ingrandita, probabilmente superando le dimensioni di un leone, offrendosi di trasportare la custode del Tramonto, sfiancata dal suo malessere.
Distogliendo lo sguardo dal sentiero che si stagliava di fronte a lui, su cui torreggiava la grandiosa figura del monte Hakurei, Riku lo posò sul corpo di Jessie, che riposava tranquilla sulla schiena del demone gatto. L’argenteo poteva solo immaginare cosa avesse realmente passato la sua compagna, vittima di una solitudine imposta che poi era diventata parte integrante del suo essere, finché non era stata ricondotta fuori da quel pozzo freddo e nero. Tuttavia, non poté che invidiare la sua forza di volontà, capendo che doveva esserne servita molta per potersi rialzare e tornare a vivere davvero. Distese le labbra in un lieve sorriso, mentre le sfiorava la guancia con le dita per poi sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio, facendo il più delicatamente possibile per evitare di disturbare il suo riposo.
Pochi passi più indietro, Inuyasha osservava la coppia con iridi pensierose. Grazie al suo udito era riuscito ad ascoltare ogni parola che i due keyblader si erano scambiati ed era rimasto colpito dal racconto della ragazza. Come mezzodemone, lui non era mai stato accettato né dagli umani né dai demoni, mentre la castana nonostante fosse una normale bambina umana, aveva subito il suo stesso destino e mai come in quel momento, si sentì in grado di capire pienamente i sentimenti di qualcun altro. Si girò a guardare Kagome, sperando che non le fosse capitato di vivere una situazione come quella.
-Tra poco avremo visite.- esordì Xigbar, fermandosi al fianco di re Topolino e attirando tutti gli sguardi su di sé.
-Come fai a saperlo?- domandò Sango, impugnando il suo boomerang.
-Una grande fonte di Oscurità si sta avvicinando…- intervenne la custode del Tramonto, scendendo dalla schiena di Kirara e prendendo a guardarsi attorno.
Per confermare le parole dei due compagni, quindici pozze scure da un metro di diametro si aprirono intorno a loro costruendo una circonferenza e come delle bocche fameliche insoddisfatte del loro pasto, rigettarono altrettante creature dall’aspetto sinistro. Una squadra di Heartless con sembianze da ragno e l’inconfondibile stemma rosso e nero, che spiccava sulla fronte grigia ricoperta da un sottile strato di peluria come il resto del corpo. Le otto zampe fremevano picchiettando sul terreno erboso della pianura, scavando dei piccoli solchi, mentre le fauci si aprivano e chiudevano a scatti, e le quattro paia d’occhi gialli, disposte una sull’altra, fissavano con bramosia i possessori di quei cuori tanto luminosi.
-Che odore disgustoso… peggio dei cadaveri.- sputò Inuyasha, coprendosi per un attimo il naso con la manica sinistra, mentre con la dritta impugnava Tessaiga.
-A giudicare dall’aspetto, devono essere opera di Naraku.- valutò Miroku, affiancando il mezzodemone.
-Non farti ingannare.- intervenne Sora, pronto in posizione di guardia con il keyblade tra le mani. -Questi sono Heartless, non demoni.-
-Cosa ti fa pensare che siano opera di questo Naraku?- chiese Luxord, richiamando quattro carte per ogni mano.
-Il ragno è la sua firma.- spiegò il monaco.
-Non mi stupirei se Marluxia avesse tentato un nuovo esperimento.- disse Riku, mentre alle sue spalle Omi prendeva forma dalle incalcolabili gocce d’acqua che fuoriuscivano dal suo orecchino. -Jessie…- chiamò, ottenendo un breve cenno dalla castana, che non osava staccare lo sguardo dai nemici che aveva di fronte. -Fai attenzione.-
-Farò del mio meglio.- rispose lei, evocando una sfera di fuoco davanti a sé, che rapidamente si allungò, prendendo le fattezze di un serpente sibilante, che scattò immediatamente sull’obiettivo prescelto, seguito dalla sua evocatrice.
Rapido e sfuggente, il ragno si fece indietro, evitando l’attacco della Via del Tramonto e sputando un getto violaceo dalla bocca, che colpì il rettile di fiamme, causandone l’esplosione. Le gocce che non toccarono il serpente caddero al suolo, che cominciò a bollire e corrodersi, come se fosse entrato in contatto con dell’acido.
Le iridi color nocciola della keyblader si ridussero a due fessure nascoste nel buio del cappuccio.
-Ragazzi, state lontani dalla roba che sputano questi cosi!- urlò ai compagni, mentre richiamava l’Artiglio della Notte nella mancina e tornava all’attacco.
-Ce ne siamo accorti!- replicò Paperino, guardando con occhi critici la chiazza piena di bolle che c’era accanto alla sua zampa, per poi scagliare un Thundaga sul ragno che aveva davanti.
Il fulmine si abbatté con violenza e rapidità sull’avversario del mago, riuscendo a colpirlo in pieno e sbalzandolo indietro di un paio di metri, dove cadde a pancia in su e rimase immobile con le zampe chiuse verso il centro del corpo.
-Ah! Questo ti ha fatto male… vero…?- l’enfasi che era sgorgata all’inizio della frase s’era velocemente spenta, come la sua voce che s’era ridotta a un sussurro disperato, mentre i suoi occhi neri guardavano allibiti l’avversario che dopo aver mosso nuovamente le zampe aveva preso ad agitarsi da un lato all’altro per rigirarsi e tornare a combattere. -Oh, oh…-
Poco lontano, Inuyasha strinse le mani intorno all’elsa di Tessaiga e lanciando un grido di battaglia balzò sull’avversario per tagliarlo a metà con un fendente, ma l’unica cosa che ottenne fu un paio di zampe scheletriche seguite da una scia di sangue verdognolo, mentre il loro proprietario fuggiva indietro soffiando e ringhiando.
-Dannate bestiacce, se usassi la Cicatrice del Vento vi avrei già spazzate via tutte!- urlò furioso il mezzodemone, rimettendosi in posizione di guardia.
-Non puoi farlo Inuyasha!- replicò Kagome al suo fianco. -Siamo circondati e con la Cicatrice del Vento rischieresti di colpire anche noi!-
-Credi che non lo sappia?!-
La mora lo ignorò e incoccò una freccia per scagliarla contro la creatura che stava fronteggiando. Appena partito, il dardo fu avvolto da una luce rosa, che costrinse il bersaglio a indietreggiare, insieme ai due ragni che gli stavano ai lati, chiaramente infastiditi dall’energia sprigionata dalla freccia.
-Sembra che la freccia sacra della Divina Kagome sia dannosa per loro!- intervenne Miroku, respingendo un ragno con il suo bastone, in cui iniziò a far fluire parte della sua aura benefica.
-Freccia sacra?- domandò la principessa del cuore, accanto alla ragazza.
-Sì, io sono una… sacerdotessa, diciamo, e posso fare in modo che le mie frecce siano avvolte dal potere sacro.-
-Allora direi di provarci anche noi!- esclamò la rossa. -Sora, Maestà!-
-Hai ragione Kairi!- rispose il castano, puntando il keyblade sugli Heartless che aveva davanti, imitato dal sovrano del Castello Disney.
-Sancta!- pronunciarono insieme i due custodi, liberando due raggi di luce bianca che prima di andare a colpire i bersagli prestabiliti si divisero in dieci fasci ciascuno, diventando a loro volta delle sfere, che come proiettili infallibili andarono a segno, causando un’unica grande esplosione, che investì la coppia di ragni vicini.
-Lux Sacra!- al comando, il Flower Key diede vita ad una grande sfera luminosa dai riflessi argentei, che in pochi secondi si divise in dieci globi più piccoli, affiancati da delle lame argentate, taglienti come rasoi.
I quattro ragni finiti nel mirino della magia, si allontanarono in fretta, muovendosi all’indietro come gamberi, ma non furono in grado di sfuggire alla forza devastante di quella luce pura, che li investì in pochi attimi, aprendo un piccolo cratere al momento dell’impatto. Diradatesi le nuvole di polvere sollevate dagli attacchi, da cui fuggirono i cuori che erano stati corrotti dall’Oscurità, si poté vedere che degli avversari erano rimasti pochi e fumanti pezzi, che dopo qualche secondo si ridussero in polvere.
Incoraggiata dal successo dei nuovi compagni di viaggio, Sango puntò lo sguardo determinato sul ragno che Inuyasha aveva colpito poco prima, privandolo di un paio di zampe, e che si era portato in seconda linea.
-Hiraikotsu!- urlò, lanciando il suo enorme boomerang che travolse il nemico azzoppato squarciandolo e dividendolo in due sbeccate metà.
-Se sei riuscita a farlo fuori significa che questi non sono normali Heartless… Marluxia deve aver trasformato i demoni in Heartless o qualcosa del genere…- osservò Kairi, sollevando il keyblade e affiancando Miroku seguita da Sango.
-È davvero così potente?- chiese il monaco.
-Purtroppo sì.- intervenne re Topolino, avvicinandosi a Shippo e Kirara che si erano ritrovati contro due ragni. -A questo punto però, mi domando se non si sia unito al famoso Naraku…-
All’improvviso, un urlo di dolore attirò l’attenzione dei ogni guerriero che si girò nella direzione da cui si era levato.
-Sora!- gridarono la principessa e il sovrano, inorriditi nel vedere il loro amico a terra sdraiato su un fianco, che gemeva e gridava a causa di una ferita di cui non riuscirono a scorgere l’origine.
Fu il custode dell’Alba a soccorrerlo per primo e sbiancò quando vide il braccio sinistro del castano coperto dalla sostanza violacea prodotta da quei ragni. Senza perdere altro tempo, lo sollevò portandoselo al petto e facendo attenzione a non entrare in contatto con l’acido, dopodiché chiamò Omi, che rapidamente si affiancò a loro in attesa di un ordine preciso da seguire.
-Ti copro io, fai quello che devi.- disse lo Sfidante del Destino, evocando un cerchio di carte intorno ai due ragazzi e alla fenice. -E non preoccuparti per Jessie, c’è Xigbar con lei.-
Riku annuì, tornando a concentrarsi sul Maestro del keyblade, che ad occhi serrati e denti stretti, cercava di trattenersi dall’urlare ancora. -Sora, adesso devi fidarti di me.- esordì, guadagnandosi un cenno rapido e quasi invisibile.
Rialzato lo sguardo sul volatile dal corpo liquido, il keyblader diede il suo comando e Omi obbedì in silenzio si posizionò dietro di lui per avvolgere entrambi con le sue ali, chiudendoli in una culla d’acqua pura e limpida. Stringendo la mano sana dell’amico, Riku si augurò che la sua idea bastasse per cancellare le tracce di quella sostanza acida.

-Ragazzina, che ne dici di liberarci una volta per tutte di queste schifezze?- fece il Tiratore Libero, battendosi la spalla con una delle due pistole di cui era armato.
-Dico che hai ragione, perché ne ho piene le scatole.- rispose algida la castana, gettando un’occhiata al muro di carte creato da Luxord.
-Stai tranquilla, l’ossigenato sa il fatto suo.- assicurò, intercettando il suo sguardo.
-Benissimo allora.- concluse, prima di dar vita a un cilindro di fuoco, che per una manciata di istanti la nascose tra le proprie lingue, per poi dividerlo in cinque larghi fasci, che nuovamente assunsero le sembianze di serpenti.
-Con te non ci si annoia di certo!- rise Xigbar. -Questo te lo lascio, io vado ad aiutare i due cagnoloni!-
-Nessun problema.- dichiarò lei, ordinando alle fiamme di lanciarsi contro il ragno che stava fronteggiando.
A fauci spalancate, i rettili di fuoco accerchiarono il nemico, che prese a indietreggiare per scampare da quella manovra. La sua fuga, però, risultò inutile, perché ben presto cinque delle sue zampe furono catturate dalle roventi bocche fornite di zanne e lingua biforcuta. Si accasciò a terra e osservò con le sue iridi brillanti come stelle, come gli avversari si fecero rapidamente indietro lasciando il passo alla loro evocatrice, che si dirigeva a gran velocità nella sua direzione. Il ragno sputò ancora il suo acido per fermare la sua avanzata, ma un serpente lo intercettò, causando un’esplosione e celando la sua padrona nella nube di polvere grigia. L’ultima cosa che l’Heartless vide furono i candidi artigli della chiave oscura, puntati verso il centro del suo grottesco muso.
Le fiamme nere si levarono alte, consumando fino all’ultima briciola il nemico della custode del Tramonto, che poco dopo si ritrovò in ginocchio ansante e preda di un nuovo attacco di nausea.

Quando finalmente, l’ultimo ragno cadde sotto il letale filo di Tessaiga, un silenzio innaturale scese sull’innocente zolla di terreno che aveva fatto da campo di battaglia, finché i rapidi passi di re Topolino e di Kairi non lo spezzarono di nuovo. Il primo corse dalla keyblader ancora a terra, mentre la principessa si diresse a grandi passi dai due amici, ora non più protetti dalla barriera, né da Omi che emise il suo richiamo e poi si tramutò in un fiume di gocce cristalline, per fare ritorno nel frammento di zaffiro che la ospitava.
Il custode dell’Alba fissava l’amico privo di sensi che teneva tra le braccia con un misto di paura e aspettativa. La sostanza acida era stata debellata e ciò che restava della pelle, nella zona colpita, appariva slabbrato e completamente nero, bruciato, ma per fortuna, il respiro del Maestro del keyblade era regolare e il suo viso nell’incoscienza era sereno.
-Riku!-
La voce preoccupata dell’amica attirò i suoi sensi, ma quando rialzò gli occhi la vide già al suo fianco per essere informata delle condizioni del castano.
-Come sta?-
-Bene…- sospirò l’argenteo. -…purtroppo non ho potuto fare più di così perché per eliminare l’acido ho impiegato più energia del previsto, infatti Omi non potrò più chiamarla, almeno per oggi. Comunque, credo che si sveglierà tra poco.- spiegò, adagiando l’amico a terra.
-Grazie Riku.- rispose lei, sollevata. -Vai da Jessie ora, ha bisogno di te.-
Senza farselo ripetere una seconda volta, il ragazzo si alzò e corse dalla compagna.

Mezza accasciata a terra, la custode si sorprese di non aver ancora rigettato la poca acqua che aveva bevuto e quei bocconi di pane che le avevano fatto mangiare a forza, visto il peso che avvertiva alla bocca dello stomaco. Accanto a lei, il sovrano dalle orecchie tonde provò a massaggiarle la schiena  con movimenti lenti e circolari, per aiutarla a concentrarsi sul suo respiro che, da affannoso e irregolare, tornò al suo consueto ritmo, dandole un minimo di sollievo.
-Meglio?- le chiese il compagno, dopo averla curata con una magia.
-Sì, grazie…- disse la ragazza, sollevando il viso. -Temo di aver esagerato con l’ultimo attacco…- rifletté a voce alta.
-Hai usato ancora il fuoco nero?- domandò Riku, chinandosi su di lei.
-Sì, ma non l’ho fatto di proposito.- spiegò, portandosi seduta. -Mi è salito di nuovo il nervoso di oggi, così dal nulla, e ho perso la testa… non so cosa…- si bloccò, fissando un punto preciso oltre le spalle del custode dell’Alba, imitata dagli altri compagni di viaggio.
Davanti a loro si era aperto un varco. Un varco buio e all’apparenza viscido, che preannunciava solo una cosa.
-Marluxia…- sputò il Tiratore Libero, puntando l’iride dorata sul Leggiadro Sicario, che stava uscendo dal passaggio oscuro seguito da una seconda persona avvolta dalla pelliccia di un babbuino bianco.
-Naraku.- ringhiò invece, Inuyasha, preparandosi ad attaccare.
La folle risata dell’ex numero XI sembrò congelare il tempo. -Piccola Jessie, finalmente ci rivediamo.-
In quel momento, l’ultimo raggio di sole scomparve oltre l’orizzonte e la luna piena si accomodò nel cielo, invadendo ogni spazio con la sua fredda presenza.





Anche per oggi abbiamo finito! Sembra che Xigbar abbia una possibilità di vendicare il suo amico Xaldin, ma ci riuscirà? Mi immagino tutte le domande che vi affollano il cervello su quanto sta accadendo a Jessie. Non temete, probabilmente fra... due o tre capitoli al massimo dovrei rivelarlo, quindi forse per gennaio saprete qualcosa xD Spero di riuscire a velocizzare gli aggiornamenti xD Anyway, i nostri eroi avevano appena fatto secchi questi strani Heartless a forma di ragno, ora si trovano davanti la coppia Marluxia-Naraku, ce la faranno a sconfiggerli? Lo saprete nel prossimo capitolo!
See ya!


L'angolino dedicato a voi ù.ù

lettore 01: La morte di Xaldin è stata un colpo per tutti, me compresa ç____ç In questo capitolo ho delineato bene o male la trama generale di Inuyasha e alla fine, non so se farò intervenire altri personaggi, eventualmente comunque, metterò un piccolo specchietto riassuntivo =3 Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! A presto!!!!

Lizzie Sora: Gemellina mia bellissima <3 Cosa starà mai succedendo a Jessie? Chi lo sa ù.ù *il Banditore la indica con una freccia lampeggiante* Grazie omino inutile, cosa farei senza di te... *l'omino sorride e annuisce* Sì, ok... dicevo ù.ù No, niente sfere del drago, mi spiace xD Xaldin è andato e andato resta xD chi altro lo seguirà? Boooo ù.ù Sono contenta che le mie descrizioni ti siano piaciute x3 Lentamente sto scoprendo tutte le carte della gatta, ma per ora, non posso rivelare quella più importante, eh no ù.ù Spero che questo capitolo ti soddisfi come il precedente! Alla prossima gemellina!!!! <3<3

little_drawing: Carissima, ben arrivata =3 Ti sei appena messa in pari e io già aggiorno, lo so sono un demonio xD Gli insulti di Xigbar erano tutti dettati dal profondo ammmoooooreeee che nutre per Xaldeeeen xD Scherzi a parte, Xigbar lo insulta perché gli vuole bene e non sa come fare per dare sfogo al suo dolore, quindi si arrabbia xD Ti è piaciuta Sophia? Buono a sapersi... *muahahmeggia perché sa* Il malore di Jessie è strano, già già ù.ù ti dico solo una cosa: nei capitoli indietro (quanto indietro non te lo dico, sì sono un demonio di nuovo xD) c'è scritto il perché del suo malessere ù.ù Se scopri qualcosa, scrivimi in via privata, così se indovini sarà il nostro piccolo segreto ù.ù Per l'autografo del Banditore ci sto lavorando, purtroppo ho avuto problemi con fotoschioppo e sto diventando matta a installarlo di nuovo. Appena ce l'ho comunque lo avrai ù.ù A presto bella! Ciauuuuu!!!! =3




Come sempre da un pò di capitoli, non mi ricordo più chi era chi, chi seguiva, chi ricordava, chi preferiva, chi tutto e chi niente, quindi facciamo così ù.ù
Vi ringrazio tutti tutti :D Chi segue, chi ricorda, chi preferisce e anche chi legge soltanto! ù.ù E ricordatevi tutti che io vi adoVo!!! :D Alla prossima!!! See ya!!!
Ah, quasi dimenticavo... *schiocca le dita e il Banditore cade nella consueta botola gridando aiuto* Mi mancava questa cosa... *schiocca le dita e scompare in una nuvola di fumo like a ninja*
  
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