E
finalmente eccomi qui con il quarto capitolo!
Chiedo scusa per il ritardo, ma sono entrato in quella misteriosa e
oscura fase che i scrittori chiamano "Mancanza d'ispirazione" XD
Periciò, prima che io parta, vi lascio il nuovo capitolo,
sperando di riuscire a scrivere il prossimo in tempi più
brevi XD
Ma prima, le recensioni!
@ MissKuruta: Eh
già, anche Heiji è entrato in scena. E non
sarà l'unico... Comunque per James, come ho scritto nella
descrizione della storia, viene da un universo parallelo, che potrebbe
essere il nostro come qualsiasi altro dove esiste il manga di Conan,
perciò al momento gioca in vantaggio XD. L'episodio
è proprio quello dove appare per la prima volta Heiji, e
quindi non sa ancora nulla su Conan.
@ shinichi e ran amore:
Beh, volevo sconvolgere un tantino gli eventi XD. Comunque no, James
non ha davvero nulla a che fare con Ran e Shinichi XD
Ma chissà, forse presto qualcuno scoprirà la
verità sul suo conto...
@ yako_chan:
Mi fa piacere sapere che la storia ti sta piacendo. Per Shino, mi sono
ricordato che diceva a Conan che aveva controllato casa sua, ma dato
che adesso la casa è occupata, quell'evento è
stato interrotto da James XD. Per quanto riguarda il disprezzo di James
verso l'amore... chissà. Forse in futuro si
scoprirà qualcosa in più... XD. Per Ran invece,
trovo ridicolo che dopo 800 e passa capitoli non abbia ancora capito
chi è Conan, perciò qui l'ho resa un po'
più sveglia XD. E infine... credo che Goro nonostante tutto
abbia una discreta scorta di soldi... almeno, spero per lui XD
@ cece95:
Beh, di certo la storia prenderà una piega diversa, adesso
che Ran sa tutto. Per quanto riguarda James., non sbaglio a dire che
è Dark, perché la base è la stessa.
Semplicemente, non è un custode XD
@ kureiji13:
tranquillo , la storia andrà avanti. Un po' a rilento,
perché comunque la mia priorità è
"Equilibrio", però anche questa andrà avanti
(anche se molto probabilmente non sarà lunga come l'altra
fiction XD)
E ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo
04: Misteri e verità. L’apparizione del mago!
“Sarai
anche un liceale
tornato nel suo corpo da bambino, ma se credi di essere la cosa
più strana del
pianeta… Beh, ti sbagli di grosso, Kudo Shinichi!”
Ran
continuava a guardare, senza però vederlo, il libro di
fronte a lei.
Non
bastò nemmeno la campanella per destarla da quello stato, e
fu solo grazie a
Sonoko se tornò in sé.
“Insomma,
si può sapere che cos’hai?” le chiese
l’amica. “Ormai sono giorni che sei come
uno zombie!”
Ran
la guardò per qualche secondo, per poi distogliere lo
sguardo.
“Non
è nulla… Sono solo un po’
stanca…”
“Lasciami
indovinare: ancora preoccupata per Kudo, vero?”
Ma
Sonoko si accorse subito di come Ran aveva chiuso le mani a pugno
sentendo quel
nome.
“S-Scusa,
non volevo…” si affrettò ad aggiungere,
guardando l’amica alzarsi di colpo, per
poi prendere lo zaino e dirigersi verso l’uscita.
“Scusami
Sonoko, ma non sono dell’umore giusto per uscire.”
Disse velocemente, sparendo
oltre la porta, non prima di aver lanciato un’occhiataccia a
James, il quale
non ci fece caso.
“Ma
che diamine le hai fatto?” li chiese Sonoko. “Sono
giorni che continua a
guadarti male. È un trattamento che non aveva mai riservato
a nessuno.”
“Non
ne ho idea.” Rispose lui tranquillo.
“Su,
un detective come te che non riesce a risolvere un caso come
questo?” lo provocò
la ragazza.
“I
detective non sono esseri onnipotenti. Sono pur sempre un normale
essere umano…
forse.” Disse James, ridacchiando.
“Umano
o alieno che tu sia, ci rimarrai secco prima o poi se continui a
provocare
Ran.”
“Chissà…
Sono uno che lascia le cose in mano al destino. Andrà come
deve andare.”
Rispose, andandosene.
Non
appena fu da sola, aprì un cassetto, tirando fuori un album
di foto.
Senza
esitare prese il suo cellulare, cominciando a far scorrere le foto che
aveva
scattato.
Si
fermò solo quando giunse a una foto di Conan, che
confrontò subito con una che
ritraeva lei e Shinichi da bambini.
“Che
stupida…” disse, mentre una lacrima silenziosa
scendeva lungo la sua guancia.
“Ho avuto la risposta per tanto tempo sotto gli occhi, e non
l’ho voluta vedere…”
“Oi
Ran, tutto a posto?” chiese Goro da dietro la porta.
“Sì…
tutto bene…” rispose la ragazza, per poi
cominciare a scrivere un messaggio sul
cellulare.
“Mi
chiedo se sto facendo bene…” mormorò,
poco prima che la sua mano tremasse,
mentre il testo veniva sostituito dall’avviso di una nuova
e-mail.
Dopo
aver letto, un ghigno apparve sul suo volto.
“Ma
certo, vieni pure, Angel! Ora che hai risolto il mistero, posso passare
alla
fase due!” esclamò divertito, cominciando a
compore la risposta.
Dopodiché
si mise in tasca il cellulare, per poi uscire velocemente di casa.
Come
previsto, James era già lì, a guardare il
panorama della città.
“E
così…” cominciò lui, senza
nemmeno girarsi. “Hai fatto come ti ho detto e hai
indagato.”
“A
dir la verità ho sentito tutto per sbaglio da te, dopo il
caso del diplomatico.
Ero venuta da voi per vedere come stava Conan, ma quel che ho sentito
mi ha
sconvolto.”
Il
ragazzo sorrise.
“E
quindi?”
“Ho
fatto delle ricerche. Ho cercato tutti gli Edogawa grazie a un registro
in
biblioteca, e poi tramite internet. Non ho trovato nulla, né
su Conan né su di
te. E infine, oggi ho confrontato una foto di Conan con una di Shinichi
di quando
eravamo bambini.”
“Incredibile
come un paio di occhiali possano depistare, vero? Ora che ci penso,
anche
Superman si nascondeva allo stesso modo.”
“Ma
com’è possibile? E perché non mi ha
detto nulla?!” esclamò Ran.
James
sospirò, per poi girarsi.
“APTX4869.”
Disse serio. “Questo nome è la causa di
tutto.”
“Come
scusa?”
“Sta
per APOPTOXIN4869. Ed è il veleno che Shinichi è
stato costretto ad assumere.”
“Veleno?!”
ripeté spaventata Ran.
“Proprio
così. Ti ricordi la sera in cui è scomparso? Quei
due uomini vestiti di nero?”
Ran
annuì.
“Se
Shinichi venisse a sapere che ti sto rivelando tutto quando,
probabilmente non
mi perdonerebbe mai, perciò prima di continuare devo
chiederti di non farne
parola con nessuno oltre a me. Per il momento, almeno.”
La
ragazza lo guardò sorpresa.
“Perché
dovrei-”
“Perché
questo non è un gioco. Shinichi rischia continuamente la
vita, e come lui
anch’io e Agasa. E se ti rivelo tutto, anche tu entrerai in
questa cerchia. Sei
pronta ad assumertene la responsabilità?”
Ran
annuì seria.
“Va
bene, farò come vuoi. Ma ti prego, dimmi che
cos’è successo!”
“Shinichi
inseguì quei due, insospettito dal loro atteggiamento,
scoprendo che erano
coinvolti in attività criminali. Per sua sfortuna, venne
scoperto e tramortito.
Per non sporcarsi le mani, i due decisero di farli assumere un nuovo
tipo di
veleno, ma decisero di non restare a guardare, e così non
scoprirono i veri
effetti del veleno.
Quando
Shinichi riprese i sensi, si rese conto di essere tornato bambino.
Arrivato da
Agasa, gli spiegò la situazione, e dopo averlo convinto di
essere davvero
Shinichi, seguì il suo consiglio di non rivelare a nessun
altro chi era. Il
resto credo tu lo sappia già.”
“Allora
chi era il Shinichi apparso l’altro giorno? Conan era malato
e non-”
“Era
lui. Per una fortuita serie di eventi, più precisamente il
raffreddore e
l’arrivo di Hattori con il suo liquore, si è
scatenata una temporanea reazione
al veleno, che gli ha permesso di tornare al suo vero aspetto. Ma come
hai
visto, è durato per ben poco tempo.”
“Ma
chi erano qui due? E perché Shinichi è rimasto
nell’ombra tutto questo tempo?”
“Shinichi
ha scoperto che quei due non agiscono da soli. Fanno parte di un
organizzazione
criminale che ha esponenti ovunque. Per questo non ti ha voluto
informare, anche
se spesso è stato Agasa a fermarlo in tempo. Per lui
è dura, sai? Ti vuole così
tanto bene che soffre più di tutti per questa
storia.”
Ran
lo guardò sorpresa.
“E
sua madre? Chi era in realtà?”
“Proprio
sua madre. Sai bene che è un attrice, e Agasa ha informato
subito i suoi
genitori, che volevano portarlo in America per farlo stare al sicuro.
Ma
indovina, per chi ha rifiutato?”
“E
tu? Tu chi sei realmente? Non hai alcuna relazione con me o Shinichi,
però sei
a conoscenza di tutta questa storia!”
James
sorrise.
“È
ancora presto per sapere la soluzione di questo mistero. Fatto sta che
sono qui
per aiutarvi. Come avrai capito, so molto di più su tutto
questo, come dimostra
il fatto che ero già a conoscenza degli effetti di quel
liquore.”
“Non
è che fai parte… di
quell’organizzazione?”
James
scoppiò a ridere.
“Per
quanto possa piacermi il colore nero, sono incapace di uccidere
qualcuno. E in
quell’organizzazione questa è la base per farne
parte. Inoltre, secondo te non
avrei già consegnato Kudo, se fossi uno di loro?”
“E
allora che cosa ci guadagni ad aiutarci? Perché lo
fai?”
Il
volto di James perse subito il sorriso.
“Perché
è tutto quello che mi rimane da fare. È il mio
scopo.” Rispose freddo.
“Come
sarebbe a dire?”
“Quello
che ho detto. Io sono qui solo per aiutarvi. Ma ora dimmi…
immagino tu voglia
aiutare Shinichi adesso che conosci tutta la storia, vero?”
“Che
razza di domanda! Certo che voglio aiutarlo! Ci sarà un modo
per ripotarlo come
prima, no?”
“Questo
non lo so nemmeno io. Però posso suggerirti un modo per
poterlo aiutare senza
fargli scoprire che sai tutto.”
“Ovvero?”
“Diventa
la mia assistente.” Disse James. “Vieni a stare con
noi a casa di Kudo.”
Ran
sgranò gli occhi.
“C-Che
cosa?” fece incredula.
“Hai
capito bene. Se vuoi aiutarlo, allora resta al suo fianco fingendo di
essere
una mia assistente. Dopotutto sei la figlia del detective Mori, non
sarà
difficile farlo credere.”
“Grazie
tante, mio padre non ha più risolto un caso...”
“Questo
perché Conan non è più da voi. Era
grazie a lui se tuo padre risolveva dormendo
tutti i casi.”
“Come
sarebbe a dire?”
James
si portò davanti alla bocca il suo orologio.
“Sarebbe
a dire…” rispose, usando la voce di Shinichi.
“Che il nostro caro detective
liceale di fiducia aveva i suoi metodi per risolvere i casi senza farsi
vedere
da nessuno.”
Ran
lo guardò incredula.
“Addormentava
tuo padre e usava la sua voce per risolvere i casi. Lo stesso trucco
che ha
usato con me negli ultimi tempi, solo che io fingevo di parlare, come
fa anche
Agasa quando tocca a lui risolvere i casi. Mentre qualche volta
è stata Sonoko
a prendere il posto di Goro.”
“Quindi
c’è sempre stato lui dietro a tutto,
eh?” fece la ragazza, sorridendo. “Avrei
dovuto capirlo subito…”
“Beh,
che cosa vuoi fare allora?” chiese James.
Ran
si avvicinò al bordo del terrazzo, guardando anche lei il
panorama.
“D’accordo.
Vi aiuterò facendo finta di nulla. Ma in cambio…
voglio che tu mi dica tutto
ciò che sai. Voglio sapere la verità sul tuo
conto.”
James
la fisso, per poi portare la mano in tasca e prendendo il cellulare,
cominciando a cercare qualcosa nella memoria.
“Ne
sei sicura? La verità sul mio conto potrebbe sconvolgerti
ulteriormente.
Nemmeno Shinichi, come nessun altro in questo mondo ne è a
conoscenza.”
“Questo
mondo? Perché parli sempre come se questo non fosse il tuo
mondo?”
Come
risposta, James le porse il cellulare.
“Prendilo
e leggi la risposta solo se sei sicura di volerlo sapere. Una volta che
avrai
letto, non potrai più fingere di non sapere. Facendo
ciò, cambierò
irrimediabilmente gli eventi. Perderò il mio
vantaggio.”
Dicendo
ciò, James sorrise, mentre Ran prendeva il cellulare in
mano, cominciando a
leggere.
“Ma
in fondo, che gusto c’è a giocare senza alcuna
difficoltà?” concluse il
ragazzo, osservando la compagna di classe spalancare gli occhi.
“Bentornato!” esclamò Ran, apparendogli davanti, facendo spaventare il bambino.
“R-Ran!” fece questi, riprendendo fiato. “Che sorpresa! Come mai sei qui?”
“Dovrai abituarti all’idea.” Rispose James, raggiungendoli. “Ho assunto Ran come assistente, e le ho proposto di trasferirsi qui. In fondo ci sono tante stanze vuote.”
Conan lo guardò per qualche secondo.
“Come scusa?” chiese infine, sperando di aver capito male.
“Già. Mi ha detto che così potrò avere maggiori possibilità di incontrare Shinichi. E poi, devo ammettere che da quando mio papà non è più contattato per i casi, mi annoio un po’.”
“D-Davvero?” chiese il bambino, senza riuscire a nascondere la sua sorpresa.
“E visto che non posso di certo dire che il mio assistente è un bambino, ho deciso di aumentare a tre il personale.”
“Così, di punto in bianco? E senza dire niente a Shinichi?!”
“Non credo gli dispiacerà troppo. E poi, quando tornerà, se vorrà me ne andrò.” Rispose Ran.
Conan la guardò sorpreso, per poi sospirare.
“Fate come volete.” Sbottò, dirigendosi verso le scale, non potendo così vedere il sorriso sul volto della ragazza.
James prese lo zaino, avviandosi verso l’uscita.
Ma prima di poter uscire, si ritrovò di fronte Sonoko, che li impedì di passare.
“E ora che cosa succede?” chiese lui, sospirando.
“Succede che tu e Ran mi dovette qualche spiegazione!” esclamò la ragazza, indicando lui e l’amica, che si avvicinò curiosa.
“Di che cosa stai parlando?”
“Del fatto che improvvisamente voi due andate d’amore e d’accordo! Dovete dirmi subito che cos’è successo!”
“Niente di ché. Semplicemente l’ho assunta come assistente.” Rispose tranquillo James.
“Tu hai fatto che cosa?!” esclamò Sonoko, girandosi verso l’amica, che sorrise.
“Già. Me lo ha proposto, e dato che la paga è buona, ho accettato.”
“Ma credevo tu odiassi i misteri!”
“La verità è che dopo tanto tempo che mio padre è rimasto coinvolto in continui misteri, ora che non succede più mi annoio un po’… così ho accettato subito. Inoltre, chissà se così Shinichi non torni indietro.”
“Shinichi, Shinichi e sempre Shinichi… Ran, amica mia, dovresti fare come tutte le altre ragazze di questa scuola.”
“Ovvero?”
“Sta zitto tu! Non possiedi nemmeno una briciola del suo fascino, e lui per te è un mistero completo!”
“Ne sei sicura?” fece il ragazzo, facendo un ghigno quando vide lo sguardo sorpreso della ragazza.
“Che cosa vuoi dire?” domandò, mentre James e Ran la superavano.
“Ho scoperto già da tempo chi è veramente Kid.” Disse. “E so anche dove si trova. Oltre al fatto che so anche il perché ruba solo pietre preziose, restituendole sempre.”
“Tu hai fatto cosa?!” esclamò Sonoko, mentre tutti, nessuno escluso, si giravano verso di lui.
“Non è stato difficile mettere insieme tutti gli indizi. Non è poi così furbo come sembra. Inoltre, per smascherarlo basta non conoscere il giapponese.”
“Basta non conoscere il giapponese? Che vuoi dire?”
“Ho già parlato troppo. In fondo, lui potrebbe anche fermarmi prima che io continui a parlare, visto che sono sicuro che in questo momento mi stia ascoltando.”
“Aspetta un secondo tu!” esclamò una voce dal corridoio, anticipando una ragazza dai capelli castani, che rimase ferma a guardarlo.
“Sentiamo, che cosa avresti scoperto tu che mio padre non sa?” fece lei, continuando a fissare furiosa James.
“Tuo padre? Oh, allora tu devi essere Aoko Nakamori, esatto?”
“Proprio così! E non sopporto i ragazzi come te che credono di sapere tutto. Hai le prove per dimostrare ciò che affermi?”
“Le prove? No, sinceramente non ancora… e non ho nemmeno interesse nel raccoglierle. Personalmente, il massimo di cui potrei accusare Kid è di essere un buon tempone. Non ha mai tenuto niente di quel che ruba.”
“Questo non lo giustifica affatto!” replicò lei, puntandoli un dito contro. “E sono le persone come te che lo spingono a continuare a commettere i suoi crimini!”
“Davvero? Quindi ora che cosa vuoi fare? Io non ho fatto nulla contro la legge, perciò non puoi accusarmi di nulla.”
“E chi ci dice che non sei tu Kid in realtà? Dopotutto, sei un nuovo studente, sbucato fuori dal nulla e-”
Ma qui la ragazza s’interruppe vedendo Sonoko ridere.
“Ti stai sbagliando. Lui non può essere in alcun modo Kid. È troppo diverso, inoltre è il fratello maggiore del moccioso che spesso e volentieri mette in difficoltà il nostro ladro preferito.”
“Che cosa?” domandò Aoko, girandosi verso James, che sorrise divertito.
“Bene, ora se non vi spiace, io avrei un agenzia da mandare avanti. I clienti non aspetteranno di certo i miei comodi.” Disse, per poi allontanarsi.
“Scusalo.” Fece Ran. “Non è abituato a tenersi dentro quel che pensa.”
Detto ciò, anche la ragazza corse via, lasciando tutti i suoi compagni increduli.
Aoko invece era ancora furiosa.
“Fratello o no di Conan, non può di certo avere scoperto qualcosa che mio padre non sa!” tuonò, poco prima di ritrovarsi un mazzo di fiori davanti.
“Di che cosa ti preoccupi?” chiese un ragazzo alle sue spalle, sorridendo. “Di sicuro quel tipo stava bluffando. Tuo padre insegue Kid da anni, non può aver scoperto qualcosa in più di lui.”
“Per una volta tanto hai ragione, Kuroba.” Ammise la ragazza. “E poi che razza di stupidata sarebbe quella che basta non conoscere il giapponese?”
“Non fateci caso.” Si intromise Sonoko, mentre gli altri studenti si allontanavano. “James è fatto così. Non appena arrivato ha messo subito in chiaro il suo odio verso l’amore, dicendo che è un sentimento inutile. Deve essersi occupato di fin troppi casi di omicidio per pensarla così…”
“Ma davvero… che tipo strano.” Fece Kuroba, per poi girarsi verso Sonoko. “Hai detto che è il fratello di quel Conan che mette spesso in difficoltà Kid, esatto?”
“Già. È arrivato qui qualche settimana fa, dopo aver viaggiato per il mondo, e ha subito aperto un’agenzia investigativa a casa di Kudo. Mi sorprendo che Kid non lo abbia ancora incontrato…”
“Probabilmente non ha alcun interesse a sfidarlo.” Rispose Kuroba. “Forse non ha nulla di prezioso.”
“Chissà… Ma te lo dico io, secondo me quello lì nasconde qualcosa. E se fossi in Kid, cercherei di scoprire che cosa!”
“Senti…”
fece Ran, dopo essersi assicurata che nessuno potesse sentirli.
“Ma davvero sai
chi è in realtà Kaito Kid?”
“Certo.”
Rispose James. “Anzi, ti dirò di più:
era lì presente durante il mio dibattito
con Nakamori.”
“Stai
dicendo che è uno studente come noi? Mai è
impossibile, agiva già molti anni fa
e-”
“E
ha fatto una lunga pausa. Strano, no?” replicò
subito il ragazzo.
“Probabilmente era suo padre il Kaito Kid originale, e lui ne
ha solo preso il
posto. Anche Lupin III in fondo ha seguito le orme di suo nonno,
perciò non ci
vedo nulla di strano.”
“Quindi
devo dedurre che quello che mi hai mostrato è solo una parte
della verità,
vero?”
“Esatto.
Ci sono segreti che è ancora presto per
rivelarli… ma a tempo debito, vi sarà
tutto chiaro.” Rispose James, per poi fermarsi per guardare
il cielo.
Ran
lo guardò in silenzio, per poi sospirare.
“Allora
io vado avanti.” Disse, cominciando ad allontanarsi.
Il
ragazzo annuì, per poi abbassare la testa, rimanendo fermo
ad osservare la
ragazza allontanarsi.
“Allora,
che ne dici di saltare fuori… Kid? Tanto so che mi stai
seguendo da quando sono
uscito da scuola.” disse improvvisamente.
“I
miei complimenti. Sembra proprio che la tua fama non sia una
fantasia.” Rispose
una voce. “In compenso, sembra proprio che tu abbia un grande
segreto, o
sbaglio?”
James
si girò, ritrovandosi di fronte al famoso Kaito Kid, che lo
guardava con il suo
solito sorriso stampato sul volto.
“Devo
dire che non credevo ti saresti veramente mostrato. Anche se il fatto
che io
abbia detto a tutti di sapere chi sei deve averti spinto ad agire
subito per
verificare se fosse vero.”
“Quindi
era una tua trappola?” si finse sorpreso il ladro.
“Beh, si vede che sei il
fratello maggiore di Conan. Siete furbi allo stesso modo.”
James
sorrise.
“Andiamo,
non mi prendere in giro. Hai capito subito che io e Conan in
realtà non siamo lontanamente
parenti.”
“Se
per questo, tu sai bene che sono un mago dei travestimenti. Colui che
credi che
io sia potrebbe essere una delle mie maschere, no?”
James
sorrise, per poi girarsi.
“La
verità la terrò per conto mio… Se la
desideri, dovrai rubarla.” Disse,
allontanandosi.
Non
fece che pochi passi che sentì qualcosa sfrecciare
nell’aria.
Alzò
una mano, afferrando al volo una carta, provocandosi così un
piccolo taglio.
“Come
desideri.” Fece la voce di Kid, mentre lui spariva avvolto
dal fumo.
Al
misterioso ragazzo
Stanotte
ruberò, come da tua richiesta
Riuscirai a impedirlo?
“Kaito
Kid ha fatto che cosa?!” urlò Conan, mentre James
mostrava a loro il biglietto.
“A
quanto pare, non ha gradito la mia provocazione.” Rispose
tranquillo il
ragazzo.
“Questa
sarebbe la prima volta che Kid ruberebbe una cosa
simile…” rifletté Ran.
“Beh,
non importa. Tanto il suo colpo è destinato a fallire. La
verità è tutta dentro
la mia testa… e per quanto Kid possa essere bravo con i
trucchi di magia, non
può di certo rubarmi i ricordi.”
“Io
da lui potrei aspettarmi di tutto…”
commentò Conan.
“Certo,
se dovesse rivolgersi a una sua amica-nemica, le cose potrebbero anche
volgere
a mio sfavore… ma conoscendolo, dubito fortemente che lo
farà.”
“Di
chi stai parlando?”
“Mio
caro piccolo detective, Kid è più misterioso di
quanto tu creda.” Fece James,
per poi dirigersi verso camera sua. “Ora scusatemi, ma voglio
accoglierlo nel
migliore dei modi. Se chiama qualcuno, dite che per oggi
l’agenzia è chiusa.”
“Non
avverti la polizia?” domandò il bambino.
“Sarebbe
solo d’intralcio.” Replicò il ragazzo,
chiudendosi la porta alle spalle.
Facendo
attenzione a non fare rumore, fece scattare la chiave, chiudendosi
dentro.
“Allora…”
mormorò, prendendo uno zaino nascosto sotto il letto e
tirando fuori un
computer portatile. “Vediamo un po’ di ripassare la
lezione.” Continuò,
sorridendo e accendendo il pc, collegandolo subito al suo cellulare.
La
ragazza lo guardò con la coda di un occhio, sorridendo
pensando a quanto fosse
bravo a recitare la parte del bambino.
“Forse
sta preparando qualche trappola. Dopotutto, abbiamo a che fare con
quello che
molti definiscono l’erede di Lupin III.”
“Con
la differenza che Lupin usava trucchi chiamandoli trucchi, e non
metteva su
spettacoli di magia.” Disse una voce, anticipando Heiji.
“Hattori!”
esclamò Conan. “Che cosa ci fai qui? E come hai
fatto a entrare?”
“Calmati
Conan.” Disse James, raggiungendoli.
“L’ho chiamato io.”
“E
perché lo hai fatto?” continuò il
bambino.
“Semplicemente
perché ho creduto fosse meglio chiamare il secondo detective
del Giappone.”
Rispose lui, ignorando lo sguardo storto di Hattori e Conan e sedendosi
subito
davanti al tavolo.
“Nonostante
ciò, se tutto va come previsto, Kaito mi porterà
direttamente l’ultimo elemento
che voglio aggiungere a questa squadra.”
“Ultimo
elemento?” chiese Ran, mentre Conan e Heiji lo guardavano
curiosi.
“Già.
Hattori, non ti ho chiamato solo per questo caso. Mi piacerebbe che
anche tu ti
unissi a questa agenzia investigativa.” Disse senza mezzi
termini James.
“Che
cosa?!” esclamarono insieme i due detective.
“E
perché dovrei?” chiese il detective
dell’ovest.
“Perché
se ti unisci a noi, potrai risolvere molti casi, oltre che venire
coinvolto in
quello più misterioso di tutti.”
Sentendo
quella frase, Conan spalancò gli occhi preoccupato.
“Si
tratta forse del caso di cui si sta occupando Shinichi?”
“Ne
è in parte collegato. Ma a dire la
verità… è il caso per cui sono giunto
qui.”
“Uh?
Non sei venuto qui per occuparti di questo moccioso?” chiese
Hattori, indicando
Conan, che si trattene dal replicare.
“Quello
è solo uno dei motivi. Ne ho diversi, di cui vi
rivelerò solo in parte.”
“Spiegaci
tutto quanto.”
“Questo
caso è strettamente collegato anche a Kaito Kid.
È il motivo per cui continua a
cercare una cosa ben precisa, e per confondere le idee, continua a
commettere i
suoi furti.”
“Ovvero?”
“Suvvia,
dovrebbe esservi chiaro che i due Kaito Kid apparsi finora non sono la
stessa
persona. Sono passati diversi anni dall’ultima apparizione
del primo Kid, e ora
ne è apparso un successore fin troppo fedele. La spiegazione
direi che è
semplice.”
“Il
Kid attuale probabilmente è il figlio del primo, che si
è ritirato per qualche
misterioso motivo.” Concluse Conan.
“Bingo,
detective.” Fece una voce proveniente da fuori la stanza,
mentre una sagoma
appariva di fronte alla porta.
Sotto
gli occhi sorpresi di tutti ad esclusione di James, Kaito Kid era di
fronte a
loro, con un computer portatile in mano.
“I
miei complimenti, sei veramente ben informato sul mio conto.”
Continuò il
ladro, sorridendo. “Tuttavia, io sono riuscito nel mio furto.
Qui dentro ci
sono tutti i file riguardanti la tua verità, no?”
“Così
parrebbe.” Rispose James tranquillo. “Ma un vero
ladro dovrebbe verificare,
no?”
“Ci
ho provato, ma sfortunatamente, non ho le conoscenze informatiche
necessarie
per superare le protezioni che hai messo su questo computer. E devo
ammettere
che non ho mai visto questo sistema operativo. Perciò sono
venuto qui per
chiederti la password.”
“E
credi davvero che io te la dia così facilmente?”
“Beh,
il tuo computer è sempre in mano mia, e nel peggiore dei
casi, dovrò solo
mettermi a studiare un modo per prendere i dati aggirando le
protezioni.”
“Sempre
ammesso che lì dentro ci siano veramente i dati che
cerchi.” Replicò James,
sorridendo e tirando fuori il suo cellulare.
“Sapevo
che mi stavi tenendo sotto controllo. Così ho finto di
prendere dei dati dal
computer. In realtà, tutti i dati che mi riguardano non sono
memorizzati da
nessuna parte se non nel mio cervello.”
Kid
lo guardò leggermente sorpreso.
“E
perché tutta questa messinscena? Speri forse di potermi
catturare?”
“Non
ne ho alcun interesse, mi sembrava di essere stato chiaro stamattina a
scuola.
La verità è, mio caro Kid, che desidero tu ti
unisca al nostro gruppo di
detective.”
Per
qualche secondo nessuno parlo.
“Che
cosa?!” urlarono insieme Conan e Heiji.
“Stai
scherzando, vero?” esclamò il bambino.
“Perché dovremmo collaborare con un
ladro?!”
“E
io non ho alcun motivo per unirmi a dei detective.”
“Pandora.”
Disse semplicemente il ragazzo, facendo congelare sul posto il ladro.
“La
pietra dell’immortalità.”
“E
tu come fai a sapere anche questo?” disse per la prima volta
seriamente il
ladro.
“So
abbastanza per sapere che tuo padre è stato ucciso dalla
stessa organizzazione
che adesso sta cercando Pandora. E so anche che il tuo obiettivo
è trovare
Pandora prima di loro, per impedirgli di diventare immortali. Oltre che
per
vendicare tuo padre, Kuroba Toichi. Non è
così… Kuroba Kaito?”
“Cosa?!”
esclamò Ran incredula, mentre il ladro rimase al suo posto,
immobile.
“È
impossibile!” fece Conan.
“Per
smascherarlo basta non conoscere il giapponese… era a questo
che ti riferivi,
non è vero?” chiese la ragazza a James, che
sorrise.
“In
effetti, per noi giapponesi è normale non associare i due
nomi, dato che si
scrivono diversamente e si pronunciano leggermente diversi. Ma per uno
che non
è pratico della lingua, viene naturale pronunciarli allo
stesso modo.” Rifletté
Heiji.
“Potrei
averlo fatto apposta, no?” fece Kid. “Per far
cadere i sospetti su di lui.”
“Oh,
certo, è vero. Tuttavia, basterebbe andare a casa tua e
girare un quadro ben
preciso, e la verità verrebbe a galla.”
Il
ladro rimase in silenzio per qualche secondo, per poi sospirare.
“Mi
hai proprio fregato, eh? Però chi ti dice che io ora non vi
eliminerò tutti per
assicurarmi che non lo diciate a nessuno?”
“Perché
tu non uccidi. Non hai nemmeno una vera pistola con te. E poi te
l’ho già
detto, non ho alcuna intenzione di consegnarti alla polizia. Se ti
unisci a
noi, possiamo aiutarti a trovare Pandora, e a fermare
quell’organizzazione di
criminali.”
“E
loro? Non mi sembrano molto propensi a collaborare.”
“Tranquillo,
nemmeno loro diranno qualcosa alla polizia.”
“E
questo chi te lo dice?!” esclamò Heiji.
“Perché
se lo doveste fare, sarò costretto a usare risorse che
preferirei evitare. E
poi, così facendo, non aiuteresti Shinichi.”
“Shinichi?
Non è quel ragazzo detective che frequentava la nostra
scuola, scomparso nel
nulla?” chiese Kid.
“A
dir la verità, lui al momento è il più
impegnato di noi. Sta inseguendo un caso
che lo mette continuamente in pericolo. Non posso ancora darvi i
dettagli… sarà
lui a fornirveli quando potrà.”
“Ma
pare ci vorrà ancora un po’.”
s’intromise Conan, guardando male James.
“Però se
le cose stanno veramente così, credo che nemmeno lui sia
contrario al fatto che
Kid si unisca a questa squadra. Immagino però che sia
sottointeso che smetta di
commettere furti.”
“Questo
è ovvio.” Fece James, per poi voltarsi verso Kid.
“Allora, che ne dici?”
Il
ladro sorride, per poi togliersi il monocolo.
“Direi
che abbiamo un accordo. Però dimmi… tu chi sei
davvero?”