Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Haruakira    18/08/2012    3 recensioni
Estratto: "Quando vide una testa bionda soffocò un urlo tra i denti facendo girare la padrona del locale verso di sè. Il primo istinto fu quello di nascondersi dietro il bancone e strisciare fino alla porta di servizio per scappare a gambe levate, le pizzicavano un poco gli occhi. Quando il ragazzo si girò e potè vedere il suo viso tirò un sospiro di sollievo, si toccò il cuore che pareva scoppiarle nel petto e si andò a nascondere in un angolino a ridere e a piangere insieme"
(N.B. Accenni shonen-ai Milo/Camus.)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
runing away 3
Running away








Non si era mai reso conto che probabilmente per lui la normalità potesse essere più entusiasmante di mille intrighi ai danni di uomini e dei, gli poteva dare un brivido lungo la schiena diverso da quello della lotta.
In fondo era solo curioso, poteva essere una nuova esperienza in quella sua vita così sopra le righe.


Il caffè in cui lo aveva trascinato Milo vantava un' insegna bianca come il latte, un gatto nero e la scritta "Le Chat Noir" con dei ghirigori che si attorcigliavano alla coda del felino, una rosellina stilizzata che faceva capolino nell' angolo sinistro in basso. Era appariscente, nulla da dire, tuttavia sembrava anche abbastanza elegante. Kanon si domandò come avesse fatto a non notarlo prima. Oh bè, non che lui si guardasse poi molto intorno, praticamente per tutta la vita aveva avuto dei paraocchi e, inutile negarlo, vantava una vena di egocentrismo non indifferente. La via su cui si affacciava il locale era piuttosto ampia, di fronte c' era un piccolo negozio di fiori con la porta verde, all' angolo un fruttivendolo con la merce esposta all' esterno.
L' interno del locale era ricco di fiori, le pareti sfoggiavano le tinte calme e leggere del bianco e del lilla, su una parete vi era una piccola libreria in legno, il bancone, semicircolare, ospitava vassoi e vetrine con leccornie invitanti. A Kanon il locale piacque molto, faceva molto caffè letterario ma allo stesso tempo aveva un clima familiare. Notò due vecchine sedute in un angolo intente a sferruzzare, un paio di operai ciarlare del più e del meno al bancone.
Dietro il bancone vi erano una signora avanti con gli anni e una ragazza, un' altra stava servendo due ragazzi seduti a un tavolo.
Non appena aprirono la porta la donna che intuì essere la proprietaria, fece un urletto in direzione di Milo che le si avvicinò con un grosso sorriso. Kanon seguì il compagno d' armi, vide la donna guardare spaesata alla sua destra, proprio nel punto dove un' attimo prima si trovava una delle ragazze ma non vi badò più di tanto.
Milo ordinò una bella torta a forma di cuore. Doveva essere bella, sì. E aveva anche chiesto che ci fossero le fragole sopra:- Ne metta tante- aveva detto alla proprietaria del locale.
Kanon ora capiva perchè ci andava solo quando Camus era nei paraggi. Lo aveva capito dopo che la signora dietro il bancone gli aveva detto:- Era da tanto che non venivi, Milo- e gli aveva tirato le guance come si fa con un bambino.
-Vuoi due fette di torta?- aveva poi aggiunto maliziosa.
E Milo aveva sorriso dicendo che ne voleva una intera. Quella con tante fragole, per l' appunto.
Kanon aveva capito che la seconda fetta, eventualmente, non sarebbe stata certo per lui.
-E poi ci prepari due cappuccini... e due pezzi di crostata... quella al cioccolato.
La signora aveva annuito promettendo di fare in fretta, mentre andavano a sedersi Kanon disse:- Grazie per aver ordinato anche per me, non avrei saputo come fare altrimenti.
-Niente, figurati- Milo se la rise sotto ai baffi.
-Perciò usi le torte per i tuoi giochini erotici, uhm?- fece Kanon guardandosi le unghie con aria noncurante e ghignando interiormente.
-E-ehi! Non ti permetto di fare simili insinuazioni. Certo, ammetto che certe prelibatezze addolciscono Camus- lo scorpione sospirò- ma ti assicuro che per arrivare ai giochi erotici, come li chiami tu, ce ne passa di acqua sotto i ponti.
Kanon aveva sghignazzato:- Ah, ti lascia in bianco allora
-La possiamo smettere di parlare della mia vita amorosa?
-E sessuale- aggiunse il maggiore.
-Chi è la donna di prima?
-La proprietaria, no? La conosco da una vita- Milo si guardò intorno- questo posto è cambiato tantissimo nel corso degli anni. All' inzio più che un bar sembrava un fast food americano.
La proprietaria del locale portò personalmente le ordinazioni al loro tavolo. Era una donna alta e dalle forme assai morbide, portava un paio di occhiali bianchi dalla forma vistosa che ogni tanto toglieva lasciandoli pendere con la catenella sul collo, indossava un vestito giallo canarino e aveva i capelli cotonati di un rosso accesso, il viso molto truccato, era impossibile che passasse inosservata.
Si fermò un minuto con loro:- E quel figaccione di Cam dov' è?- domandò rivolta a Milo.
-Studia
La donna fece una smorfia e un cenno con la mano:- Sempre sui libri quel ragazzo, dovrebbe godersi di più la vita- poi posò gli occhi su Kanon e fece un largo sorriso- però vedo che sei in ottima compagnia. Chi è questo bel ragazzone?
Kanon spalancò gli occhi mentre Milo soffocava una risata:- Un amico. Signora Grandier le presento Kanon, Kanon la saignora Grandier.
La donna allungò la mano e si profuse in un inchino, Kanon guardò Milo. Non si aspettava mica il bacia mano? Il ragazzo alla fine optò per una bella stretta della mano ingioiellata e la donna gli sorrise indulgente:- Non ci sai proprio fare con le donne, eh, ragazzo mio?
I due cavalieri la videro sgonnellare allegra in direzione della cassa, poi Kanon guardò Milo:- Ma è proprio così?
-Proprio- annuì l' altro con solennità- è stata sposata quattro volte- Milo mostrò le dita della mano e iniziò ad elencare- il primo dice che fu un errore di gioventù, un soldato americano o forse russo... o era spagnolo? Non mi ricordo. Il secondo marito era brasiliano, lo conobbe quando abitava a San Paolo, la Madame ha girato un sacco il mondo, lo ha mollato per tornare in Europa, il terzo... bhè, il terzo è morto e ora quattro anni fa si è sposata col meccanico qui vicino. Si conoscono da una vita- Milo ridacchiò- credo che ci sia stata da sempre una certa attrazione tra di loro... non hai idea degli insulti e delle maledizioni che si lanciavano.
Milo si fermò di colpo notando che Kanon lo guardava fisso:- Che c' è? Che hai?- domandò stupito.
-Niente. Pensavo che sei un pettegolo.
-Non è vero.- si indignò il ragazzo, per poi aggiungere- se dici questo è perchè non hai mai assistito alle riunioni del club di cucito.
-Riconfermo quanto detto prima: sei un pettegolo. Come diavolo fai a sapere delle riunioni del club... o cosa si dicono...?
-Quando ero più piccolino mi mettevo di nascosto dietro il bancone ad ascoltare. La sede del club è questa.
-Questa donna ha un traffico assurdo- constatò Kanon riferendosi alla signora Grandier.
Dalla sua postazione Kanon poteva vedere il bancone e la cassa.
Dietro al bancone era spuntata una ragazza che Kanon paragonò immediatamente ad un topo. Quanto poteva essere alta?, si chiese.
Era piccola, tanto tanto piccola. Lo era, almeno, se paragonata a un omaccione della sua stazza.
Aveva i capelli leggermente ondulati e vaporosi, legati malamente in una coda alta che la faceva sembrare più giovane di quanto certamente non fosse, portava un paio di occhiali dalla montatuta classica che le cadevano costantemente dal naso quando si abbassava e che si affrettava a sistemare con l' indice.
Forse, si disse, era più simile a una talpa.
Le guardò il seno. Chissà che misura portava? Ora che ci pensava non se ne intendeva granchè, nè di tette e nè di donne. Nell' ordine aveva trascorso la vita nascosto al santuario, si era spacciato per Sea Dragon in fondo al mare, era stato impegnato a sopravvivere e poi a sconfiggere Hades. E poi era morto. Insomma, di cose da fare ne aveva avute parecchie per avere il tempo di correre dietro alla gonnelle.
Si ricordava di aver perso la verginità con un' ancella dal seno prosperoso, spacciandosi per Saga.
Kanon tirò la testa all' indietro gorgogliando una risata e Milo lo guardò come a chiedergli che avesse.
Lo aveva fatto un sacco di volte, spacciarsi per Saga per divertirsi con le ancelle. Poi il maggiore lo aveva scoperto.
Kanon guardava i movimenti della ragazza, precisi e abbastanza sicuri nonostante ciò sembrava avere nel corpo una strana energia, una sorta di affaticamento misto a sollievo, era un saint e come tale aveva imparato ad aguzzare i sensi e a scrutare attentamente i propri nemici. Aveva quasi l' impressione di sentire battere forte il suo cuore nelle orecchie, sentire il suo respiro direttamente sulla pelle.
Il cavaliere di Gemini aggrottò le sopracciglia e afferrò la tazza che aveva di fronte portandola alle labbra. Come se avesse avuto il tempo di pensare alle donne, una come quella per giunta. Era abbastanza carina ma se proprio si fosse voluto concedere un' avventura ne avrebbe scelto una più affascinante e spigliata.
Quella era un topo-talpa. Punto.
Però...
Sorrise dentro la tazza calda.
Milo intercettò il movimento dei suoi occhi:- A che pensi?
Kanon sembrò pensarci sopra per qualche momento, poi decise di sputare fuori il rospo:- Alla ragazza dietro il bancone.
Il parigrado si girò beccandosi uno scalpellotto:- Bravo scemo, così ci fai scoprire. Ma tu la discrezione dove ce l' hai?
-Volevo vederla, e che diavolo!- si lagnò l' altro massaggiandosi il collo.
-Bho, tanto non è il mio tipo.
Milo arcuò le sopracciglia:- E allora perchè la guardavi?
-Non lo so. E' che ha un aspetto diverso dalle ancelle o in generale dalle donne con cui siamo abituati a trattare.
Milo la vide mentre serviva un tavolo:- Ha l' aspetto di una persona normale, idiota. E che ovviamente non sa nulla di dei, battaglie e compagnia bella.
-Non sa nulla...- ripetè Kanon. Era un aspetto piuttosto interessante.
Rialzò gli occhi su di lei.
Quel giorno Kanon aveva deciso di interessarsi a qualcuno diverso da se stesso -o da Saga.
La sua curiosità era sempre stata dettata dal desiderio di sapere per ottenere poi qualcosa, per manipolare quel sapere a proprio vantaggio. Una volta redento, benchè questo aspetto non fosse sparito completamente -poteva sempre tornare utile, chissà- la sua, era diventata una curiosità più genuina che gli facesse toccare il mondo esterno con le mani, che lo facesse sentire meno solo nel suo esilio quasi volontario e più uomo tra gli uomini.
Ora aveva deciso di sperimentare un altro tipo di curiosità. Voleva una conoscenza che gli desse un brivido.
Sfruttava, ancora una volta, qualcuno a suo vantaggio.
Era egoista, non ci poteva fare niente.

Aveva frequentato assiduamente il caffè per un mese intero, a volte da solo e altre assieme a Milo discorrendo del tempo e lamentandosi della politica, aveva conosciuto il marito della signora Grandier, accompagnato assieme al quasi sempre presente Milo le vecchie sorelle Paparov fino a casa con le buste dalla spesa, bevuto cappuccino ed evitato gli alcolici quando aveva per caso sentito che lei li aborriva, una sera l' artropode si era trascinato un allegra comitiva di gold saint fino al locale e allora la Madama non aveva potuto fare a meno di strizzare le guance di Mu, Aiolia e Aldebaran, quei monellacci ormai cresciuti e autori di tante marachelle assieme al custode dell' ottava. Era stato insomma un cliente assiduo e un giovanotto a modo e dal comportamento ineccepibile. Con lei ormai riusciva anche a parlare ogni tanto, era inevitabile.
-Buongiorno Kanon, ti preparo il solito cappuccino?- diceva lei
E lui sorrideva. Un giorno era andata così., Kanon aveva continuato dicendo:- Sì grazie.- silenzio- hai visto che brutto tempo oggi?
Lei alzava gli occhi al cielo:- Ah, non me ne parlare- ridacchiava- mi sono fatta il bagno per venire fin qui.
-Allora ti lascio l' ombrello, dai.
-No, no, no- metteva le mani avanti e faceva ampi cenni col capo- poi ti bagneresti tu.
-Milo ora viene. Lo chiamo e gli dico di portare un ombrello in più.
E proprio quella volta in cui si era offerto di lasciarle l' ombrello, lei l' aveva guardato, un po' perplessa e un po' diffidente e aveva detto, con un tono neutro che suonava però come un' accusa:- Tu non sei vero.
-Come? E perchè scusa?
-Non lo so, credo sia impossibile che esista gente come te. O menti o sei un santo.
Kanon aveva riso:- Diciamo che ci sei andata vicino. La seconda, ma non sono il santo che intendi tu.
-Mh- quella volta era praticamente scappata da lui.

Le aveva chiesto di uscire in un giorno in cui lei faceva il turno di pomeriggio, c' era il sole e gli era parsa proprio una buona idea, si era avvicinato al bancone un po' titubante perchè doveva ammetterlo, non era molto sicuro che lei volesse uscire con lui, cosa che lo stranizzava parecchio visto che aveva sempre pensato di avere un certo ascendente sulle donne. Con lei però tutto sembrava diverso, si limitava a una cordialità distante. Forse il problema era lui che fino a quel momento aveva socializzato solo con gente d' arme.
O lei era strana, tanto, tanto strana. Insomma, con gli altri che frequentavano il locale non era in brutti rapporti, anzi. Kenneth, l' altra cameriera -e coinquilina di Eiri-, si era dimostrata allegra ed espansiva... allora che diamine aveva quella donna?
Le chiedeva di uscire e lei rispondeva di no.




________________________
Angolo autrice:  Ne approfitto per scusarmi del ritardo colossale, volevo solo dire che da ora in poi gli aggiornamenti di questa storia saranno regolari.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Haruakira