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Autore: soel95    18/08/2012    2 recensioni
E se in seguito ad un incidente, i sentimenti che Esmeralda prova per Phoebus cambiassero...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claude Frollo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Ecco io…- iniziò, ma improvvisamente si rese conto di non sapere come continuare -… io mi chiedevo… se per caso… non voleste… fare colazione… insieme… a me…- solo una volta conclusa la frase, si rese effettivamente conto della richiesta assurda che gli aveva fatto… come era potuto passarle per la mente una cosa simile, quello era lo stesso uomo che fino ad un paio di giorni prima lei detestava e temeva…
 
Eppure, si era accorta dello sguardo di stupore e gioia che aveva attraversato per un breve istante il volto del prete… sembrava che all’improvviso il suo desiderio più profondo fosse stato realizzato e che cercasse di mantenere una parvenza di controllo per non esultare in quello stesso istante dinnanzi a lei; forse era stato questo ad infonderle coraggio… forse vedere Claude esageratamente gioioso per una richiesta così misera come quella che gli aveva rivolto, l’aveva fatta riflettere suoi sentimenti che le aveva confessato di nutrire.
 
 
 
 
Nell’istante in cui le sue orecchie udirono quelle parole, il suo cuore mancò un battito; un’ondata di calore gli pervase il corpo, la vista gli si annebbiò per un secondo mentre il ritmo cardiaco aumentava vertiginosamente… si era sentito come se avesse toccato il cielo non con un dito, ma con tutta la mano. Lei non lo odiava… forse era ancora intimorita da quell’oscura presenza, ma non lo odiava e questo per Claude significava moltissimo; rammentava chiaramente le lunghe notti insonni trascorse nel suo freddo letto con la mente che vagava su di lei, lei che lo ossessionava… così tante volte si era chiesto che cosa quella dolce creatura potesse pensare di lui, di lui che era un prete e che aveva consacrato la vita al servizio di Dio, domandandosi se mai avrebbe potuto apprezzarlo come persona. Quelle stesse notti in cui infinite volte aveva ormai fatto l’amore con la giovane che ricambiava i suoi folli sentimenti con una spontaneità commovente e della quale non riusciva mai a sentirsi sazio tanto era il tormento che aveva dovuto sopportare a causa sua.
 
Era rimasto inchiodato al pavimento come se tutte le forze lo avessero improvvisamente abbandonato… fu solo dopo un tempo che gli parve interminabile che finalmente riuscì a formulare un pensiero razionale e a risponderle con il tono di voce più pacato e controllato che in quel momento di esultanza riuscì ad assumere; non voleva assolutamente apparire ad i suoi occhi come un individuo preda dei propri istinti… non voleva che si convincesse che così come quel maledetto capitano, lui desiderasse unicamente il suo corpo per il proprio appagamento… lui la amava con tutto se stesso, la desiderava certo… ma desiderava soprattutto riuscire a raggiungere con lei uno stato di comunione, voleva esserle complementare così da poter raggiungere insieme, nell’unione sia fisica che interiore la vera felicità.
 
-Ne sarei lieto… vi ho… vi ho portato qualcosa dalle cucine… spero sia di vostro gradimento- disse porgendole garbatamente il paniere preparatole in precedenza. La vide afferrarlo con cautela, come se temesse di sfiorargli la mano, ed accomodarsi meglio sul letto invitandolo a fare lo stesso; Claude fece un profondo respiro, chiuse gli occhi giusto il tempo di ritrovare la calma e si sedette elegantemente di fianco alla ragazza che aveva già iniziato a rovistare con curiosità tra ciò che le aveva consegnato… fu senza volerlo che un lieve sorriso gli increspò le labbra alla vista di quella scena così serena, di quella situazione così intima che mai avrebbe pensato di poter vivere.
 
 
 
 
Era molto curiosa di vedere cosa quel prete le avesse portato, si era resa conto di essere parecchio affamata… del resto, la sera prima non aveva cenato; vi scorse all’interno del pane, un pezzo di formaggio, del salame ed una fiaschetta piena d’acqua. Deliziata da così tante cose appetitose iniziò a servirsi non accorgendosi dell’espressione rasserenata sul volto di Claude…
 
-Voi non mangiate?...- gli chiese all’improvviso alzando lo sguardo verso di lui che la contemplava ancora ed accorgendosi di quello sguardo beato che le aveva rivolto
-Ah… certo…- le rispose
 
 
 
 
 
Era stato colto in flagrante ad osservarla… chi sa che cosa aveva pensato nell’istante in cui i loro occhi si erano incontrati ed i suoi avevano indugiato un secondo di troppo su quelli di lei che si erano subito riabbassati mentre poteva scorgere un lievissimo rossore imporporarle le gote; aveva percepito nuovamente quell’intenso calore invaderlo e riscaldargli il cuore alla vista del suo angelo che tanto pudicamente si imbarazzava… cosa poteva fare lui misero mortale, essere imperfetto ed oramai impuro per combattere tutte quelle emozioni che si sprigionavano all’interno del suo animo e lo spingevano sull’orlo di un baratro… un baratro dal quale era convinto che non sarebbe riuscito a rialzarsi.
 
Aveva iniziato anche lui a gustare quanto le aveva portato, forse più per concentrare la propria attenzione su qualcosa che non fosse lei che per fame, ma si era reso conto che la tentazione era sempre in agguato e lo sfidava in continuazione mentre il suo profumo lo inebriava e sebbene non a contatto, poteva percepire il calore proveniente da quel corpo che tanto amava; era convinto che lei nemmeno si rendesse conto dell’effetto che gli provocava la sua sola vicinanza… della prorompente eccitazione che lo colpiva ogni volta che la guardava, che l’ascoltava o solo la pensava ed era questo a tormentarlo maggiormente, la consapevolezza che nei suoi pensieri lui non occupava che un posto marginale, isolato.
 
Poi all’improvviso… venne scosso da un tremito quando, senza volerlo, le loro mani si incontrarono all’interno della cesta; non era sicuro di riuscire a controllarsi ancora per molto, eppure le aveva assicurato che non l’avrebbe toccata senza il suo permesso… ma i suoi nervi erano oramai arrivati al limite, il suo corpo esigeva un unione con quello della giovane che gli sedeva accanto. Non si rese nemmeno conto di ciò che aveva fatto, stringendo maggiormente la presa attorno al polso di Esmeralda, con un movimento fluido la portò a contatto con il proprio petto mentre immergeva finalmente il suo volto in quella massa di capelli per impararne l’odore beandosi di quella vicinanza così a lungo desiderata.
 
 
 
 
Quando la sua mano aveva toccato quella del prete aveva tentato di ritrarla immediatamente, non riusciva ancora a capire che cosa stesse cambiando all’interno del suo spirito… che cosa significassero quei dubbi che l’avevano assalita nell’istante in cui era rimasta sola, ma non c’era riuscita; in un istante la sua presa era  
diventata d’acciaio e prima di rendersene conto, aveva percepito il tessuto della leggera camicia indossata da Claude a contatto con il proprio viso ed il calore sprigionato dal suo busto travolgerla.
 
Si era ritrovata così… stretta tra le forti braccia di quell’uomo che solo poco prima le aveva assicurato protezione senza poter fare nulla, senza riuscire a muovere un singolo muscolo; aveva avvertito le quelle mani muoversi lentamente lungo la sua schiena come se temessero di farle del male, aveva avvertito il suo respiro farsi più profondo ma agitarsi e tranquillizzarsi in modo alternato per tutto il tempo che era rimasta stretta in quell’abbraccio.
 
Un misto di emozioni la invasero, era spaventata da quella reazione improvvisa ma in qualche modo non riusciva a liberarsene; fu quando avvertì le labbra di Frollo lambirle il lobo dell’orecchio che il terrore prese il sopravvento su di lei ed iniziando a dimenarsi tentava disperatamente di separarsi da colui che la stava tanto turbando… le immagini della sera precedente si sovrapposero a quelle che stava vivendo e sebbene nei gesti di Claude vi fosse una tenerezza dettata dall’amore, nella sua mente tutto questo veniva annullato dalla paure.
 
 
 
 
Alla fine aveva ceduto, aveva ceduto a quella bruciante passione che gli rodeva l’anima e l’aveva abbracciata… solo Dio sapeva per quanto tempo avesse sognato quel momento ed ora finalmente era tra le sue braccia, poteva riempirsi i polmoni del suo odore ed i palmi della morbidezza del suo corpo; muoveva lievemente le sue grandi mani sulla schiena della giovane sfiorando ogni vertebra a partire dall’esile collo di madreperla, soffermandosi maggiormente nell’incavo delle scapole e raggiungendo infine i fianchi che aveva cinto con un braccio.
 
Mentre le sue mani compivano quel percorso meraviglioso il suo volto si era lentamente spostato dai capelli di Esmeralda sino all’orecchio che aveva iniziato a lambire con le labbra… ne aveva assaggiato il sapore e lo tormentava con la lingua in un gioco sensuale ed eccitante per Claude dalla cui gola era uscito un gemito roco di piacere per le emozioni che stava provando; si sentiva come in paradiso ora che finalmente la stava toccando dopo averla per così tanto solo immaginata… si rendeva conto che tutte le sue fantasie non erano neanche lontanamente paragonabili alla realtà poiché questa era incredibilmente più bella, neanche nei suoi pensieri notturni la pelle della ragazza era così soffice, vellutata, profumata… un profumo esotico che lo mandava in estasi e risvegliava in lui quel desiderio che era finalmente riuscito a controllare nell’istante in cui l’aveva stretta a se.
 
Poi… venne bruscamente risvegliato da quel sogno nel quale era caduto e che riguardava lei… sempre e solo lei, percepì chiaramente il corpo di Esmeralda iniziare a muoversi convulsamente contro il suo nel tentativo di liberarsi, la sentiva dimenarsi e supplicarlo di lasciarla andare ed infine comprese il proprio errore; si era lasciato guidare dai propri desideri dimenticandosi di tutto… dimenticandosi di ciò che le aveva assicurato ed allora si separò da lei, sebbene malvolentieri, a testa bassa e con gli occhi chiusi, la mente che tentava di stamparsi nella memoria tutte le sensazioni che ancora si poteva sentire addosso, ma profondamente turbato per ciò che era appena avvenuto e che sarebbe mai dovuto accadere.
 
-Io… ecco…- tentò di spiegare mentre osservava Esmeralda che si era prontamente allontanata nell’istante stesso in cui le sue braccia avevano allentato la presa
  
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