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Autore: lirin chan    20/08/2012    8 recensioni
Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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Autore: Lirin Chan
Fandom: Supernatural
Personaggio/Coppia: Dean/Castiel
Rating: Pg13
Spoiler: Metà sesta serie, prima della scoperta del patto di Castiel con Crowley
Capitoli: 8/X
Conteggio Parole: 5264
Beta: Nessuna, ho fatto del mio meglio per trovare tutti gli orrori çwç
Trama: Balthazar spedisce Dean anni nel futuro per impartirgli una 'terapia d'urto'. Riuscirà il nostro cacciatore a sopravvivere all'idea di vivere insieme a Castiel e di avere addirittura un figlio?! Probabilmente no...
Note: Allora, passate delle buone vacanze? Io più o meno... Ho scritto molto, per la vostra gioia e per la tristezza della mia vita sociale... Va beh, chissene, passiamo a cose serie! Per scrivere questo capitolo mi sono dovuta riguardare le ultime puntate della sesta stagione e le prime due della settima... Rendetevi conto quanto sono devota a questa fanfiction, mi auto-infliggo dolore pur avendo promesso a me stessa che non avrei mai più visto quelle puntate perché troppo dolorose per il mio cuoricino... Credo che andrò a piangere in un angolo adesso...
La macchina di cui si parla all'inizio del capitolo è questa... Insomma, io non me ne intendo di macchine – amo la mia Opel Corsa nera in maniera viscerale, ma non saprei dire nemmeno di che numero ha i cerchioni... -, ma a quanto ho capito è diversa dall'Impala del 1967 anche se sono molto simili all'esterno... Perdonatemi se ho sbagliato!
E sì, avete letto bene il 'conteggio parole' non è un errore di battitura... è davvero lungo il doppio del normale! Lentamente ci stiamo avvicinando alla conclusione! E aspettate prima di esultare per la lunghezza del capitolo... Non sempre è un buon segno! Soprattutto quando sono io a scrivere... Ci sentiamo a fine capitolo, cari!
P.s. Grazie a Princess_Perona è cominciato il betaggio dei precedenti capitoli! Piano piano tutti saranno betati e completi di spiegazione di ogni titolo del capitolo!
P.s.s. Oggi è il compleanno del nostro amato Misha! Ringraziatelo perché è grazie al buonumore che mi ha trasmesso che questo capitolo è stato pubblicato visto che doveva essere on line lunedì prossimo! Mi raccomando, andate su twitter e aiutateci a far diventare un trend #MishaCollinsBirDday!
Disclaimer: Dean, Castiel & Co non sono miei!... Vi prego, datemi un Cass tutto per me çwç Ne ho bisogno!


Anger Management

~ Twin Pines Mall ~

"Wow, e questa dove l'avete presa?" Esclamò Dean guardando la macchina parcheggiata nel vialetto. Era nera, simile alla Baby, ma con qualche differenza sul retro.
"È una Chevy Impala del '76" Rispose con un qualcosa nel tono della voce che il cacciatore registrò come orgoglio. L'angelo aprì il bagagliaio enorme dove fece scaraventare i vestiti sporchi tra le braccia di Dean.
"Sì, questo lo so! Dove l'avete trovata?" Chiese, spazientito mentre si avviava dalla parte del guidatore senza rendersi conto che Cas fosse già alla portiera. Lo guardò perplesso.
"Guido io" Pronunciò quelle parole come se fosse una cosa ovvia.
Cas nemmeno si voltò a guardarlo, semplicemente salì in macchina.
"Sì, certo, quando tu butterai via le mutande di Batman" Disse mentre chiudeva la portiera con un tonfo sordo.
Dean rimase a fissare la macchina per qualche attimo prima di borbottare un 'figlio di puttana' e tornare sui suoi passi per poi sedersi, irritato, al posto del passeggero.
"Spero che tu abbia almeno la patente" Borbottò tra i denti mentre Cas accendeva il motore.
"Mi hai insegnato tu a guidare, quindi tutte le colpe vanno a te" Disse, ridendo. "Questa macchina è stato il tuo primo regalo per il mio primo compleanno" Dean non poté fare a meno di notare quanto il tono della sua voce fosse diventato dolce. Era imbarazzante pensare che tutti quei sentimenti fossero per lui.
"E quando sarebbe il tuo compleanno?" Chiese, guardando il paesaggio fuori dal finestrino. Sioux Falls non era cambiata per niente.
"Il 3 novembre" Gli occhi del cacciatore scattarono verso di lui, intento a guardare la strada. "Lo hai deciso tu, anche se non ho mai capito il motivo"
Cas ricordava quel giorno.
Joel, di poche settimane, dormiva nella culla improvvisata da cuscini accatastati sul letto e l'angelo lo vegliava, anche se ormai i suoi poteri erano quasi completamente scomparsi, poteva comunque vedere le alette bianche invisibili ai comuni umani spuntare dalla schiena. Il lieve respiro lento e regolare era per Castiel il suono più armonioso dell'Universo, perfino meglio dei cori angelici.
"Non scomparirà se lo lasci per cinque minuti" Dean, sulla soglia della stanza, li guardava entrambi con un sorrisetto ironico.
Cas gli fece segno di stare zitto.
"Lo sveglierai" Mimò con le labbra alzandosi e avvicinandosi all'altro.
"È un Winchester, non si sveglierebbe nemmeno con 'Highway To Hell' a palla, anzi probabilmente dormirebbe meglio" Ironizzò il cacciatore mentre chiudeva la porta della stanza subito dopo che il compagno fu uscito.
A quel tempo era ancora troppo 'in modalità angelo del Signore' per capire la battuta dell'altro, quindi non rise. Si limitò solo a seguirlo fuori dal motel dove si erano fermati, Sam ancora doveva tornare con la cena. Gli faceva strano, l'aver bisogno di mangiare. E di dormire. Perfino di lavarsi.
Essere umano era... strano.
"Domani andrò dal mio contatto per i tuoi documenti falsi. Qualche preferenza?" Chiese, sedendosi sulle scale che portavano al parcheggio. Cas, ancora troppo rigido, rimase in piedi.
"Preferenza?" Chiese, non capendo.
"Sì. Luogo di nascita, età, cognome, compleanno. Cose così" Gli occhi del Winchester scattarono in alto, irritati. "Ti vuoi mettere seduto, Cas?" Ringhiò, esasperato.
L'altro sussultò sul posto e velocemente raggiunse il compagno sulla scala. Doveva ancora imparare molto...
"Non ho preferenze, fai tu" Rispose mentre l'altro sospirava.
"Cas, sono scelte importanti. Sicuro di voler affidare a me cose che ti terrai per il resto della..." Si bloccò, rendendosi conto di essere stato decisamente poco sensibile. Per l'angelo era ancora difficile accettare di essere mortale, anche se adesso aveva Joel. Cas era un angelo del Signore, un soldato di Dio e anche se adesso il mondo era pacifico la consapevolezza di essere diventato impotente e indifeso lo schiacciava.
"Pensaci tu, mi fido di te" Disse l'angelo, senza nessun tono in particolare, ma il cacciatore percepì quanto fosse difficile per lui quella situazione.
Non ancora avvezzo a gesti di tenerezza – diavolo, erano uomini e ok, stavano insieme e avevano un figlio, ma questo non li rendeva meno maschi – si limitò a posare una mano sulla sua spalla e ad avvicinarsi un poco.
"Ce la faremo Cas, ci vuole solo un po' di tempo, ok? Ne abbiamo passate di peggio" Disse, cercando di essere rassicurante – cosa che gli riusciva davvero malissimo, ma a quanto pare all'angelo, per lui sarebbe sempre rimasto tale, con o senza poteri, bastò. Con delicatezza Castiel posò una mano su quella di Dean e lo guardò. Gli occhi blu riflettevano tutta la fiducia e l'amore verso il cacciatore che ancora non riusciva a capacitarsi di come quell'essere superiore potesse provare dei sentimenti così puri verso di lui. Era quasi soffocante, l'Universo che traspariva da quegli occhi. Lentamente posò le labbra sulle sue in un disperato tentativo di fuggire a quei sentimenti che Cas gli rovesciava addosso ogni volta che lo guardava.
Cas, suo fratello, Joel adesso erano tutto quello che aveva. Il suo nuovo inizio, il più lontano possibile da tutta quella merda che era stata la sua vita e fanculo se non sarebbe stata esattamente come se l'era immaginata... Tutto quello era anche meglio.
"Il 3 novembre" Mormorò piano quando le labbra di Cas si allontanarono un poco dalle sue. L'angelo lo guardò confuso. "Tu sei nato il 3 novembre, va bene?"
A Cas quella domanda suonò talmente tanto come una supplica che, se anche avesse avuto un motivo per opporsi, non sarebbe riuscito a dirgli di no. Annuì mentre dalla stanza di motel cominciarono ad arrivare urla di pianto, ma ancora prima che Cas potesse anche solo alzarsi Joel gli comparì tra le braccia in uno sbattere d'ali. Il bambino subito smise di piangere e si accoccolò di più nel calore del padre e si riaddormentò subito mentre i due adulti tentavano di capire quanti anni di vita avessero perso per quell'improvvisa apparizione.
Quello era uno dei ricordi preferiti di Castiel, insieme a quello del suo primo compleanno quando aveva ricevuto da Dean quella macchina – gli piaceva pensare che fosse la sorella minore di Baby. Il cacciatore l'aveva trovata tra i mille rottami di auto mentre sgomberavano i dintorni di casa di Bobby e ci aveva messo due mesi per rimetterla in sesto senza che l'angelo sapesse nulla - per fargli una sorpresa Dean aveva fatto le riparazioni di notte.
Poi venivano i ricordi sui primi passi di Joel, la sua prima parola, i mesi a rimettere in sesto la sgangherata casa del vecchio cacciatore, le sue orribili prime volte alla guida – aveva rischiato più volte di finire nei campi circostanti o di mettere sotto Sam -, le mattine, le risate, i pomeriggi, le litigate, le sere, la sua famiglia.
Tutto quello che Cas possedeva erano i ricordi e quella vita. E tutto sarebbe scomparso.
Strinse la presa sul volante cercando di mantenere la calma.
"Si può sapere che cosa ti rende così incazzato, Cas?" La voce di quel Dean così giovane lo riscosse dai suoi pensieri.
"Niente" Rispose velocemente mentre si fermava ad un semaforo della piccola cittadina. "Quando non dormo sono nervoso tutto il giorno"
"Wo, almeno per ora risparmiami i dettagli sui motivi della tua mancanza di sonno" Esclamò il Winchester, rabbrividendo mentre l'angelo lo guardò stranito prima di cominciare a ridere.
Le mani sul voltante si rilassarono. Con Dean era sempre così, riusciva a rendere tutto semplice, a dissipare i suoi pensieri oscuri e a fargli vedere tutto chiaramente. E la cosa ancora più straordinaria era che non se ne rendeva conto.
Quando il semaforo tornò verde Cas aveva preso la decisione di dare una possibilità a quel Dean. Almeno fino alla sera le brutte notizie potevano aspettare.


"Questo è uno strano gioco" Disse Cas mentre Joel muoveva la sua pedina e poi ridacchiava.
"Devi tornare all'inizio, Copia!" Esclamò mentre prendeva la pedina di Cas e la faceva tornare alla partenza. "Sai, mio papà Dean odia questo gioco... Papà Cas ha dovuto nasconderlo nel mio armadio altrimenti lo buttava via" Borbottò il bambino indicando all'angelo di prendere una carta. L'adulto lesse e spostò una sua pedina di due caselle.
"Perché?" Chiese Castiel mentre Joel prendeva una carta.
"Dice che gli fa tornare in mente brutti ricordi di quando papà Cas era un po' strano e avevano litigato tanto tanto" Gli occhi blu dell'angelo scattarono verso il volte del bambino che adesso fissava la tabella del gioco, assorto. "Una volta mentre giocavamo papà Cas mi ha detto che viviamo in un mondo pieno di 'mi dispiace' e che è stato creato per litigare... Quando papà Dean ha sentito quelle parole hanno litigato per una settimana... Non ci abbiamo più giocato dopo quello..." Concluse quasi con le lacrime agli occhi.
Castiel aveva capito poco di quello che gli aveva raccontato, ma doveva essere qualcosa di grave se Dean ne era rimasto così traumatizzato. Probabilmente era una conseguenza delle sue decisioni.
Stava davvero facendo la cosa giusta?
"Copia, tocca a te!" Esclamò il bambino, facendo un accenno di sorriso tentando di allontanare quei brutti ricordi.
Nel guardarlo l'angelo pensò che se le sue decisioni avevano portato a quel futuro allora era la giusta strada da seguire.


"Castiel, tesoro! Da quanto tempo!"
Dean non sapeva come identificarla quella scena. Esilarante? Raccapricciante? Da far uscire gli occhi dalle orbite?
Il cacciatore poteva solo guardare Castiel circondato da donnette di mezza età – e alcune dell'era triassica – davanti al reparto detersivi che ciarlavano tutte insieme rintontendolo di domande mentre l'angelo cercava di essere il più cordiale possibile.
Ok, aveva deciso. La scena era assolutamente esilarante!
"Castiel, come sta il piccolo Joel? È un così bravo bambino! Tanto educato! Hai fatto davvero un buon lavoro..." Si complimentò una di loro, quella che sembrava la più giovane – o la più truccata – mettendo una mano su un braccio dell'angelo.
Alla vista di quel tocco Dean non seppe cosa scattò dentro di lui. Senza nemmeno pensarci s'infiltrò nel gruppo prendendo posto vicino a Castiel.
"Buongiorno, signore" Si annunciò e subito la donna super truccata tolse la mano e gli sorrise in modo un po' tirato, le altre invece lo salutarono cordiali. Anzi, ad alcune s'illuminarono gli occhi.
E fu il suo turno di essere circondato.
"Dean, non ti si vede mai in giro! Dovresti accompagnare di più tuo marito a fare la spesa!" Lo rimproverò una di loro.
Sgranò gli occhi e cercò Cas con lo sguardo, ma questi era tutto preso da una conversazione con quella maledetta finta vecchia tutta sorrisi. Fu mentre si posava la mano sinistra su un fianco che Dean la notò. La sottile fede dorata attorno all'anulare.
Non fu preso dal panico solo perché la folla di vecchie reclamava la sua attenzione.
"Siete una così bella coppia! Così dolci insieme!" Disse una mentre le altre annuivano.
"Ci sarete alla festa del raccolto la prossima settimana vero?" Chiese un'altra e Dean non poté fare a meno di annuire meccanicamente facendo esultare tutto il gruppo.
"Portate anche Joel e tuo fratello Samuel! Salutalo tanto da parte mia, quel ragazzone!" Conoscevano anche Sammy?! Queste pettegole erano peggio dell'FBI...
Lentamente si avvicinò all'angelo, tentando di mettersi in salvo.
"Mi spiace, ma questa settimana non posso dare ripetizioni a Charlie" Stava dicendo, mortificato.
La donna scosse la testa facendo oscillare i suoi capelli perfetti.
"Figurati, Castiel! Mio figlio ha fatto grandi progressi in spagnolo grazie a te!" Disse, sorridendo mentre si avvicinava un poco di più e gli toccava di nuovo il braccio. "Sei davvero un insegnante eccezionale..."
La voce che usò fece accapponare la palle al Winchester che non resistette dall'ignorare il resto delle pettegole e concentrarsi solo sugli altri due mettendo una mano sulla spalla di Castiel.
"Cas, faremo tardi" S'intromise guadagnandosi un'occhiataccia e un sorriso falso dalla donna. Ricambiò cordialmente con un accenno di saluto con la testa.
"Oh, sì, ci vediamo Lyla. Salutami Charlie"
L'ultima cosa che Dean poté vedere, prima che Cas lo trascinasse via prendendolo per un polso, fu lo sguardo furioso della donna. Le altre donne li salutarono cordiali e con un sacco di sospiri e risatine eccitate – da cosa non riuscì a comprenderlo.
L'angelo lo lasciò andare solo quando furono abbastanza lontani – davanti al banco surgelati.
"A quanto pare sei molto desiderato, George Clooney" Ridacchiò il cacciatore mentre l'altro scaraventava due scatole di gelato nel cestino della spesa.
"Veramente quello circondato da vecchiette di solito non sono io, Tom Cruise. Io attraggo solo donne con ancora tutti i denti" Ribatté, ghignando.
"Sai, ti preferisco senza senso dell'umorismo..." Borbottò il cacciatore, guardandolo male.
"Solo perché odi perdere" E su quello Dean non poté ribattere nulla.
Mentre l'angelo continuava ad afferrare roba Dean si fermò a pensare che, nonostante la gente sapesse perfettamente quale relazione ci fosse tra loro, a nessuno pareva dare fastidio, anzi. Erano tutti gentili e cortesi e Cas era adorato da tutti, aveva notato in quanti lo salutassero o semplicemente gli sorridessero.
Eppure, nonostante fosse decisamente più facile relazionarsi con quella versione più sciolta, non era il Cas che conosceva e continuava a sembrargli tutto troppo strano. Si chiese cosa stesse facendo l'angelo insieme al bambino...
Il riflesso di qualcosa di dorato sulla mano di Cas catturò la sua attenzione. Già, si era dimenticato di quel particolare... Nella sua testa la parola 'matrimonio' cominciò a vorticare sconvolgendolo più della consapevolezza di avere una relazione con Cas. Omosessuale ok, ma lui sposato? Mai.
Dean si rese conto di essere rimasto a fissargli la mano un po' troppo solo quando l'altro gli si avvicinò, ridacchiando.
"Tranquillo, te l'ho chiesto io" Disse, facendolo uscire da quello stato di trance. "Più che altro per un fatto di praticità. Sai, tutte le questioni della proprietà della casa e l'affidamento di Joel se tu un giorno non tornassi da una caccia..." Aggiunse velocemente, senza guardarlo negli occhi. Evidentemente non voleva nemmeno prendere in considerazione che accadesse una cosa del genere.
"E io ho accettato subito?" Chiese il Winchester, più che altro per allontanare quei pensieri dall'angelo.
Sembrò riuscirci dato che l'altro tornò a sorridere.
"Figurati! Te l'ho dovuto chiedere e richiedere e richiedere e richiedere un'infinità di volte. Continuavi a dire che non ti sarebbe accaduto nulla e che solo alla parola 'matrimonio' ti sentivi soffocare! Alla fine, dopo che ti sei fatto quasi ammazzare da un wendigo, ti ho costretto a promettermelo sotto l'effetto di antidolorifici. Non è stato molto romantico, ma è servito allo scopo"
Oh, sì, era decisamente da lui dovette constatare Dean mentre continuavano a fare il giro dei reparti.
"E la storia dell'insegnante?" Domandò, ricordando la conversazione con quella donna odiosa.
"Ho del tempo libero, faccio ripetizioni private di lingue straniere agli studenti in difficoltà" Rispose superficialmente mentre cercava di ricordare se a casa avessero finito il ketchup o no.
"Lingue? Quali?"
"Alla creazione degli angeli mio Padre ha voluto che conoscessimo tutte le lingue umane passate e future, ma io mi limito a insegnare spagnolo, francese, italiano, tedesco, portoghese, latino e greco. Se le insegnassi tutte la gente comincerebbe a fare domande" Disse buttando nel cesto il tubetto rosso.
"Vuoi dire che sfrutti le tue conoscenze angeliche per far soldi? È imbrogliare!" Esclamò guadagnandosi un'occhiata scettica.
"Dean Winchester, stai cercando di farmi la predica?" Chiese con un finto cipiglio severo.
"Ok, ammetto che non è stata una brutta idea" Disse per chiudere il discorso.
"È stata una tua idea"
"Allora è stata una grande idea!"


"No, no, Copia! Devi premere la X e poi il cerchio! Altrimenti la combo non viene!"
Cas non capiva. Cosa c'era di divertente nel premere quegli strani bottoni per far finta di sparare a dei finti demoni? Che poi non era demoni nemmeno nell'aspetto, erano rossi e deformi. Quei videogiochi erano strani e di certo non facevano bene ad un bambino così piccolo.
Fece come aveva detto e il campo pieno di demoni esplose in un gran frastuono.
"Grande! Hai ucciso tutti i mostri!" Esclamò, contento, Joel.
Mentre sullo schermo lampeggiava la scritta 'You Win!' Castiel desiderò che ci fosse un modo così semplice per vincere contro i mostri.


Quando arrivarono a casa era quasi ora di pranzo – solo perché si erano dovuti fermare pure in lavanderia dato che, a detta di Castiel, nella famiglia Winchester la nobile arte di fare il bucato e stirare non l'aveva ereditata nessuno e l'altissimo Padre alla loro creazione non aveva dotato gli angeli di tale conoscenza.
"Non osare, Cas! Non osare dire che quella roba è meglio della musica che ascolto io!" Stava urlando ancora il Winchester, scendendo di macchina.
"La cantante dei 'Florence And The Machine' ha una voce angelica" Ribatté l'altro aprendo il cofano per prendere le buste della spesa.
"Non si tratta di voci, ma di buon gusto musical- Wo!" Si lamentò quando due buste piene e pesanti gli furono scaraventate tra le braccia – addosso al suo stomaco.
"Mia la macchina, mia la musica" Concluse il discorso Castiel chiudendo con un botto deciso il portabagagli.
"Hai preso troppo da me..." Borbottò il cacciatore seguendolo in casa.
"Alla fine comincerò a credere che l'influenza che hai su di me non ti eccita..." Disse senza pensare, ma si morse la lingua subito dopo. Quello non era il suo Dean, non poteva fare certe battute...
"Mi ecciterà quando smetterai di sentire quelle lagne assurde" Si limitò a dire entrando in casa aprendo la porta con un calcio.
Cas lo fissò per un attimo, stupito e con una nuova speranza. Magari non tutto sarebbe andato perso, forse c'era una possibilità di salvezza.
Ma aveva paura di illudersi. Solo perché Dean aveva fatto quella battuta non voleva dire che avrebbe accettato di...
"Che cazzo state facendo?!" La voce strozzata e scandalizzata del Winchester arrivò alle sue orecchie e subito i suoi pensieri volarono a Joel e a tutte le possibili situazioni pericolose in cui si era potuto cacciare. Magari erano tornati i suoi fratelli a tentare di prenderlo o magari i demoni!
Corse in casa gettando da una parte le buste della spesa.
"Joel!" Urlò, spaventato, ma si bloccò quasi subito.
Lui – in versione angelo – era a quattro zampe sul tabellone multicolore del Twister con Joel avvinghiato sulla sua schiena che cercava di arrivare con un piede a toccare uno dei cerchi blu.
"Bentornato, papà!" Salutò il bambino dondolando la gamba, ormai del tutto disinteressato ad arrivare alla meta, ma senza togliersi dalla sua posizione sdraiata sulla schiena dell'angelo. "Io e Copia abbiamo giocato tutta la mattina!" Annunciò, contento.
Guardandolo con i suoi occhi verdi, le lentiggini in vista e la bocca piegata in una curva allegra, Castiel – quello di quel tempo – non poté evitare di aggrapparsi con tutte le sue forze a quella flebile speranza.


Dean lasciò il Cas del futuro lavare i piatti insieme al piccolo Joel – che gli stava raccontando di tutte le parole in enochiano che aveva imparato dalla 'copia' – e si diresse in giardino dove aveva visto andare l'altro angelo. Quello che, seppur con un palo lungo otto metri infilato su per il culo, riteneva essere il suo angelo-sulla-spalla.
Era nella sua classica posa rigida in piedi, con le braccia lungo i fianchi. Stava osservando una delle girandole infilate nel prato, il lieve vento del primo pomeriggio la faceva girare lentamente.
Sembrava perso nei suoi pensieri e lontano chilometri da lì. Non gli piaceva per niente, odiava quando quel moccioso di miliardi di anni credeva di poter risolvere tutto da solo.
Come quella storia di Raphael di cui non gli voleva parlare.
"Cas, stai bene?" Disse, affiancandosi a lui.
"Non ho dolori fisici, Dean" Rispose l'angelo, guardandolo con occhi dubbiosi.
"No, no, non intendevo quello... Intendevo... Interiormente sai..." Evidentemente no, non sapeva visto lo sguardo ancora più perplesso che gli lanciò. "Cazzo, quello bravo in queste cose è Sammy..." Borbottò sfregandosi gli occhi.
"Mi stai chiedendo se sono triste?" Domandò guardandolo con quei suoi occhi blu che lo facevano sentire tutto strano.
"Sì, una cosa del genere..." Diavolo, come faceva Sam a farlo sembrare così facile?
Si aspettò la risposta dell'angolo, ma questi non aprì bocca. Era tornato a fissare la girandola.
"Cas?"
"Questo posto esiste perché le scelte che abbiamo fatto nel nostro tempo sono state giuste?" Chiese, senza guardarlo.
"Beh... Credo di sì..." Rispose, non capendo dove volesse andare a parare.
"Quindi anche se sono state scelte difficili è giusto farle se è per un giusto fine?" Di nuovo non lo guardò.
"Cas sembra che tu stia cercando la mia approvazione per sgozzare un bambino, arriva al punto" Disse, esasperato, il cacciatore.
Lo sguardo di pura tristezza con cui l'angelo lo guardò gli fece stringere qualcosa all'altezza del petto.
"Se io avessi fatto la scelta sbagliata, ma... giusta?" Sembrava quasi lo stesse implorando per una risposta. Come se si aggrappasse a lui, la sua ultima speranza, per non cadere in chissà quale posto oscuro.
"Dimmi cosa stai combinando" Mormorò, pregandolo e mettendogli una mano sulla spalla. "Cas, qualsiasi cosa sia possiamo affrontarla insieme..."
Furono le parole sbagliate. Gli occhi di dell'angelo si allontanarono da lui e quando tornarono a guardarlo era tornato il soldato di Dio. Di nuovo lontano da lui.
"Non ti devi preoccupare di niente, Dean. Sta andando tutto bene" Disse scostando la mano del cacciatore dalla sua spalla per poi sparire in un battito d'ali.
"Oh, certo! Va tutto bene! Non dirmi niente, fai pure! Sai che ti dico?! Col cazzo che voglio questa vita con te! Non voglio stare con qualcuno che non si fida di me! Vaffanculo Cas!" Gli gridò dietro il cacciatore consapevole che comunque lo avrebbe sentito.
Quel moccioso stava combinando qualcosa e se la versione palo-nel-culo non voleva dirgli niente allora avrebbe torchiato quella un po' più 'elastica'.
Dalla finestra della cucina Castiel vide la sua speranza svanire.


"Dean, va tutto bene" Disse con voce esasperata. Dall'altra parte del telefono, con sottofondo il rumore dei macchinari in funzione, il compagno non era per niente rilassato.
"Vuoi che torni a casa? Non c'è tanto lavoro oggi. Ti sento stanco, sei ancora debole per quella cosa di ieri" Disse per l'ennesima volta.
L'angelo sospirò appoggiandosi allo stipite della vecchia panic room di Bobby dove adesso tenevano tutti i libri e gli oggetti magici pericolosi.
"Sto bene, davvero" Se gli avesse detto che era pure andato in città a fare la spesa lo avrebbe spellato vivo. Però quella voce un po' nel panico lo riscaldava dentro.
Ci fu qualche attimo di silenzio.
"Dean?"
"I segreti tra di noi sono finiti, vero? Niente più segreti, me lo hai promesso, Cas" La voce attraverso il telefono era dura e all'angelo parve di vedere gli occhi verdi del cacciatore oscurarsi per la rabbia.
Sì, glielo aveva promesso. Poco dopo essere usciti dal Purgatorio, tra le lenzuola di un letto di una squallida stanza di motel. Anche se il posto non era stato dei più solenni Cas considerava quello l'attimo dell'inizio della loro relazione. Quando aveva mormorato quel 'Lo prometto' guardandolo negli occhi.
E mai aveva infranto quella promessa.
Fino a quella mattina. Come un tempo stava approfittando della fiducia indiscussa che Dean riponeva in lui e l'aveva usata per evitare che sapesse quanto fosse meschino.
Ma quella scena che aveva visto poco prima – le loro versioni più giovani che discutevano – gli aveva aperto gli occhi. Non c'era speranza. Il Dean del passato non avrebbe mai desiderato quella vita, non lo avrebbe mai perdonato per quella mancanza di fiducia e non lo avrebbe mai amato.
Sapeva che dirgli ogni cosa sarebbe stata la scelta migliore, ma... Come poteva affrontare di nuovo quegli occhi delusi e quella rabbia? Ne aveva paura, era il suo terrore più grande. Nonostante quello non fosse il suo Dean il solo pensiero di rivivere quei momenti lo distruggeva.
Ma non poteva comunque permettere che l'altro Castiel aprisse il Purgatorio. C'era un altro modo per evitare che quel destino diventasse di nuovo realtà, ma avrebbe dovuto calpestare il volere del suo compagno, tradire di nuovo la sua fiducia e questa volta non lo avrebbe perdonato. Ma Castiel era stato un soldato, uno dei più fedeli e devoti guerrieri di Dio e gli era stato insegnato che i sacrifici per il bene dovevano essere fatti e che il male andava estirpato alla radice. Era arrivato il momento di ricordarsi quello che era in realtà.
Non Castiel l'umano, non l'insegnante che faceva ripetizioni, non un padre, non un compagno. Ma Castiel, l'angelo del giovedì.
"Lo so, Dean" Disse mentre aprì la sottile custodia di metallo poggiata davanti a lui contrassegnata da segni di protezione enochiana. "Niente più segreti"


Dean riuscì a trovare la versione del Castiel che stava cercando a pomeriggio inoltrato – era stato costretto da Joel a giocare a nascondino per due ore... Cazzo, avete mai provato a giocarci con uno che può svolazzare dove vuole senza essere visto? Era come fare a gara di arrampicata con Spider Man! - Lo beccò sulla soglia della porta di casa mentre rientrava con un barattolo di vernice in mano.
"Proprio te cercavo! Dobbiamo parlare!" Esclamò, ma l'altro non lo ascoltò.
"Dov'è l'altro Castiel?" Chiese, nervoso.
"Cos-? Che ne so io?! Da qualche parte a lisciarsi le piume suppongo!" Rispose, stizzito.
L'angelo annuì e lo superò. Subito il cacciatore scattò per afferrarlo per una spalla e farlo girare verso di lui.
"Ehi, ti ho detto che dobbiamo parlare!" Esclamò incontrando gli occhi blu dell'altro e non riuscì a reprimere un brivido. Quello era lo sguardo di Castiel, il soldato.
"Non abbiamo niente di cui parlare. Non ti dirò niente, Dean"
Subito venne afferrato per la t-shirt e sbattuto contro il muro. Gli occhi verdi di Dean a poca distanza dai suoi lo guardavano con rabbia.
"Cosa stai combinando? Cosa cazzo state facendo voi due mocciosi senza dirmi niente?"
Era stanco di tutti quei segreti, di vedere Castiel non guardarlo negli occhi per paura o vergogna, di vederlo sparire chissà dove e non vederlo per settimane per poi ritrovarselo davanti ancora più abbattuto di prima, schiacciato da quel trench largo.
"Non devi preoccuparti, tutto si sistemerà" Disse l'angelo senza guardarlo negli occhi.
"Stronzate! Sono stanco di sentirti ripetere sempre le stesse cose! Parlami dannazione!" Urlò il Winchester.
Preso dalla rabbia fece per colpirlo con un pugno, ma una forza esterna lo fece volare lontano e sbattere violentemente contro la libreria facendo cadere parecchi volumi.
Mugolò di dolore, sputò sangue e poi aprì gli occhi. Vide Joel fermo davanti al padre con il volto più inespressivo che gli avesse mai visto.
"Nessuno fa del male al mio papà" Disse con voce troppo profonda per essere quella di un bambino. Dean comprese che era la sua parte angelica che stava parlando.
Vide Castiel posargli una mano sulla spalla e accucciarsi vicino a lui con un sorriso rassicurante.
"Joel, sai che non si fanno queste cose"
"Ma- Stava per farti male!" Esclamò il bambino con la sua voce normale mentre gli occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.
"Stavamo scherzando! Calmati..." Mormorò abbracciandolo stretto. Joel si aggrappò a lui con tutte le sue forze singhiozzando delle scuse. "Non fa niente, non si è fatto nulla..." Lo rassicurò il padre accarezzandogli i capelli scuri. "Per farti perdonare fammi un favore però"
A quelle parole subito il piccolo si staccò da quell'abbraccio asciugandosi le lacrime.
"Sì, papà!" Esclamò, contento che non fosse arrabbiato.
"Cerca Copia e digli che voglio vederlo davanti al capanno degli attrezzi, ok?" Chiese e a Dean parve che lo stesse guardando per l'ultima volta mentre gli accarezzava una guancia con amore.
Il bambino annuì e poi scomparve.
L'angelo rimase a fissare il vuoto per qualche attimo prima di alzarsi in piedi e voltarsi verso di lui.
"Farò quello che è giusto, Dean. Non mi importa se non capirai. Non mi importa se mi odierai. Ho fatto la mia scelta"
"Beh, fattelo dire amico... Le tue scelte fanno schifo!" Ringhiò sia di rabbia che di dolore il Winchester. Non sapeva cosa avesse in mente, ma non prometteva niente di buono.
Gli occhi blu di Castiel lo fissarono per qualche altro attimo e poi uscì di casa senza voltarsi indietro. Lo lasciò dolorante accerchiato da libri di favole e romanzi. Nell'impatto doveva essersi rotto una costola visto che gli faceva un male cane respirare.
Tentò di alzarsi, ma decise di aspettare ancora qualche minuto.
Lo sguardo gli cadde sul barattolo di vernice rovesciato per terra, probabilmente caduto di mano a Castiel quando lo aveva afferrato.
Solo che quella sparsa per terra non era vernice. Era olio.


Quando il Castiel di quel tempo arrivò davanti al capanno l'altro se stesso era già arrivato. Era in piedi, rigido, davanti al portone di lamiera.
"Il bambino mi ha detto che volevi vedermi qui" Disse con la sua solita voce inespressiva.
L'altro annuì.
"Volevo parlare con te da solo" Si avvicinò fino a trovarselo davanti.
Da fuori era decisamente strano vedere due figure così uguale eppure così diverse. Uno rigido, infagottato in un trench sporco e con le braccia lungo il corpo, come se non sapesse bene cosa farsene. L'altro in jeans, maglietta e camicia a quadri, con ancora i capelli scompigliati dalla mattina.
Entrambi però con la determinazione negli occhi.
"Di cosa volevi parlarmi?" Chiese l'angelo del passato.
"Volevo dirti di smetterla col tuo piano di aprire il Purgatorio prima che sia troppo tardi" Disse l'altro arrivando subito al punto.
"Non posso, lo sai" La voce ferma era accompagnata da un sguardo sottile e deciso.
"Oh sì, lo so. Proprio per questo ti dico di smetterla. Non finirà bene"
"Invece sì. Avremo questa vita prima o poi" Ribatté quello in trench.
"Questa vita è scomparsa quando il tuo Dean ha messo piede in questo tempo. Quando lui scoprirà del patto con Crowley, adesso che sa che gli stai nascondendo qualcosa, non ti perdonerà. Non importa se il corso degli eventi rimarrà lo stesso. Lui ti ha offerto il suo aiuto e tu lo hai rifiutato" Si bloccò per un attimo, come se le parole non volessero uscire. “Non ti amerà mai” Ammetterlo ad alta voce fu doloroso, quasi quanto lo era stato separarsi dalla sua Grazia. Fu come vedersi passare davanti i suoi incubi peggiori tutti insieme.
Il silenzio calò su di loro per qualche attimo.
"Sarà salvo. Non mi interessa se questo universo scompare. Voglio solo che il mio Dean sia al sicuro" Mormorò l'altro Castiel, abbassando gli occhi.
A quelle parole l'angelo di quel tempo seppe che non sarebbe mai riuscito a convincerlo del contrario. Anche parlandogli di Bobby, dei Leviatani, del dolore in quegli occhi verdi, del sangue degli angeli che ancora macchiavano le sue mani.
"Sei veramente un moccioso..." Solo ora si rendeva conto di quanto il suo compagno avesse ragione a chiamarlo così. Quell'angelo davanti a lui era un bambino con in mano una pistola carica, un libero arbitrio appena conquistato e non compreso. "Non costringermi a fermarti" Minacciò con sguardo deciso.
Nella sua mano destra, scivolando fuori dalla camicia a quadri, comparve la sua spada angelica ancora lucida come anni prima.
La sua versione passata aggrottò lo sguardo.
"Sei poco più di un essere umano. Credi davvero di riuscire a fermarmi?" Chiese mentre i suoi occhi diventarono oscuri.
L'altro Castiel piegò le labbra in un sorriso ironico.
"Già, sono solo una scimmia senza peli con qualche vago potere angelico e una spada inutile contro un soldato di Dio, ma c'è una cosa che io so di me stesso e che tu non hai ancora imparato" Velocemente con al sua mano sinistra fece scattare la fiamma di un accendino per poi gettarlo a terra. Il cerchio di fuoco circondò il sua versione in trench in un attimo mentre il panico compariva nei suoi occhi blu.
"Io imparo in fretta" Disse stringendo la presa sulla spada.



   
 
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