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Autore: imane    21/08/2012    5 recensioni
Malfoy sorrise compiaciuto.
« Io adoro le bevande amare, Granger ».
« Allora sono sicura che rimarrai deliziato dalla tisana che ti stai preparando con le tue stesse mani, Malfoy ».
Lui la guardò ghignante prima di cambiare discorso.
« Quelle calze ti stanno male. Tutto ciò che indossi ti sta male ».
« Mi piacerebbe dire la stessa cosa di te, peccato che tu non abbia praticamente niente addosso » notò Hermione con un sopracciglio alzato.
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Cosa sta succedendo nel mondo magico? Il Ministero della Magia cerca di tenere nascosta a tutti i costi una stazione della metropolitana nel bel mezzo della foresta, un'alchimista non sa ancora chi è alla veneranda età di trentacinque anni e un giornalino irriverente segue strane mode.
Tutto ciò mentre Draco ed Hermione cercano di imparare a rispettare e accettare se stessi prima degli altri.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 LO STRETTO DI BERING 
Capitolo IV
All the right moves
 








 
 I know we've got it good
But they've got it made
And the grass is getting greener each day
I know things are looking up
But soon they'll take us down.




Calava la sera quando il Diavolo si mostrò in tutta la sua splendente crudeltà davanti alla stazione della metropolitana. Si aggiustò il cappello a larghe tese, strinse il nodo del mantello sotto la giugulare e si diresse verso una panchina in quercia dove un uomo era seduto ad aspettarlo. I frammenti di vetro sparsi per tutto il piazzale della stazione scricchiolavano sinistramente sotto i suoi passi.
Dietro a lui si innalzavano antichi e allampanati gli abeti del bosco circostante, ingessati da un vento freddo ed inclemente che tormentava l’area da secoli. Alcune tegole rimaste miracolosamente intatte sul tetto della stazione traballavano pericolosamente, urtandosi leggermente a vicenda e producendo un suono basso e stridente che risaltava come i papaveri rossi lì accanto, in mezzo al silenzio grave e al grigiore della decadenza che regnava tutt’intorno.
« La pozione non ha funzionato » masticò duramente l’uomo in attesa, con una constatazione rombante.
« Noto che lei non perde tempo in convenevoli, signor Rockfeller ».
Il volto del soggetto in questione si esibì in una espressione pungente, una maschera di cera a dir poco perfetta, tratta direttamente dalle antiche commedie greche. Con lo sguardo vagliava accuratamente l’ambiente circostante – le travi in legno marcescenti e percorse da piccole tarme e l’erba smorta e leziosa sotto alla suola dei suoi pregiati mocassini – mentre un piede batteva a terra al ritmo dell’impazienza.
« Mi scusi, ma penso proprio che questa non sia né la sede né il momento adatto per perdersi in futili chiacchere ».
Il Diavolo sorrise divertito da cotanta compostezza mentre si accomodava anch’egli sulla panca osservando attentamente l’uomo lì accanto.
« E’ difficile vivere l’esagerazione » proruppe improvvisamente la creatura mentre Douglas Rockfeller puntava finalmente il suo sguardo, sorpreso, su di lui.
« Prego? Non ho ben capito quello che ha detto ».
L’altro ondeggiò una e due volte la mano davanti al viso come a scacciare una mosca immaginaria. « Suvvia, sa benissimo di cosa sto parlando. L'esagerazione. Non è il fuoco che ha scritto e dilaniato la storia della sua vita? ».
Douglas assottigliò gli occhi mentre voltava nuovamente il capo, questa volta sprezzante, tornando ad osservare travi marce, tarme ingorde ed erba smorta.
« Per voi umani esagerazione è sinonimo di morte sociale » continuò imperterrito il Diavolo. « Pensi ad esempio a quel poveroragazzo incompreso, Voldemort ».
« “Povero” ed “incompreso” sono i due aggettivi che meno si addicono a quella creatura orrenda » una smorfia amara si disegnò sul bel volto di Douglas al ricordo degli anni più bui della pece a cui tutti gli abitanti del Mondo Magico avevano dovuto sottostare prima della morte del Signore Oscuro. « E comunque continuo a non capire il senso delle sue parole, signore ».
« L’esagerata brama di potere di Lord Voldemort è stata la causa della sua morte ».
« Si sbaglia, è stato grazie alla bacchetta di Harry Potter ed al sostegno e l’ingegno dei suoi amici che siamo riusciti a sconfiggerlo definitivamente » difese ardentemente il giovane mentre veniva completamente ignorato dall’altro.
« Così come la sua esagerata bellezza è la fonte di ogni sua sciagura ».
Douglas sussultò sorpreso.
« Chi è lei ? » domandò il giovane con astio. « Ad ogni nostro incontro dimostra di essere a conoscenza di cose che nessun altro essere al mondo può sapere oltre a me » continuò tutto d’un fiato. « Dunque le pongo per l’ennesima volta la stessa domanda: chi è lei in realtà? ».
« Sono una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene, mio caro » sibilò semplicemente il Diavolo, mentre il volto ironico e leggero che aveva ostentato fino a quel momento si scioglieva per un attimo lasciando intravedere lineamenti duri e inclementi, aggressivi come una volpe lanciata all’attacco.
Douglas batté per un attimo le ciglia, raggelato.
« Sciagura vivrà colui che l’esagerazione conoscerà » cantilenò il Diavolo mentre il suo volto si ricomponeva nella frizzante e amichevole espressione di poco prima. « Pensi ad esempio a chi tra le sue virtù annovera una mente agile e scattante ».
« Prodigiosa virtù ».
« Immensa disgrazia » replicò il Diavolo appoggiando la nuca sullo schienale legnoso della panchina, mentre i capelli neri ondeggiavano serici e melliflui sotto l’incessante corrente del vento. « Come le ho detto l’esagerazione è sempre fonte di guai; così le persone ingegnose incontreranno sulla loro strada nient’altro che invidia da parte degli stolti e dei manchevoli di mente. Idem per i belli di fisico » e qui si fermò gettando un’eloquente occhiata a Douglas che contro ogni previsione arrossì. « I virtuosi, i creativi, gli onesti e i coraggiosi. Ci saranno sempre nemici disseminati lungo il loro cammino. La stessa cosa vale anche nel male: chi tra i suoi difetti conta un’esagerata bramosia, cupidigia, lussuria o disarmonia non incontrerà altro che persone pronte a deriderlo e ostacolarlo ».
Douglas stette in silenzio per qualche attimo, riordinando i suoi pensieri, prima di controbattere. « Quindi lei sta dicendo che serve equilibrio tra vizi e pregi per vivere, o meglio, sopravvivere. Però come si può equilibrare qualcosa che è già insito nella nostra natura? Se uno nasce bello o brutto, ricco o povero, intelligente o stolto, non può cambiare le cose ».
« Infatti è questa la parte più divertente » sogghignò il Diavolo. « Sapere di dover vivere una vita d’inferno e non poterci far niente ».
 
***
 
 
It can be possible that rain can fall
Only when it's over our heads
The sun is shining every day, 

but it's far away over the world's
death they've got, they've got
 
 
 
« Ti è piaciuto l’articolo? ».
Hermione rabbrividì mentre trasferiva il peso della sua borsa da una spalla all’altra. Quando una corrente refrigerante e nebbiosa giunse dal portico lì accanto, cominciò a battere rapidamente i piedi sul pavimento granitico nella speranza di riscaldarli.
Draco alzò un sopracciglio divertito quando notò che la strega portava addosso un pesante paio di calze a strisce multicolori, con su sopra rappresentato un ridicolo draghetto verdastro dalla rosea lingua a penzoloni.
Hermione, notando dove si era posato il suo sguardo, si fermò all’improvviso, divaricò le gambe e ancorò per bene i piedi nel terreno sottostante, mettendoli in bella mostra come a sfidarlo a rivolgerle una critica ad alta voce.
« Belle calze » commentò il ragazzo con un’inflessione sarcastica a riscaldarli la voce, altresì fredda e melliflua.
Nemmeno un guizzo turbò il volto impassibile e annoiato della Caposcuola.
« Tornando alla mia domanda, ti è piaciuto l’articolo? ».
« Eccome. L’ho trovato davvero squisito. Un pregevole esempio di fantascienza ».
« Ero sicuro che l’avresti trovato di tuo gradimento, Granger » ghignò Draco. « Del resto l’unica cosa su cui non posso obiettare è il tuo ottimo gusto in fatto di libri ».
La constatazione gli uscì fulminea dalle labbra, salì in alto in una nota di acuto stupore, batté sulle ciglia dispiegate come ventagli e ghiacciò, cristallizzandosi come pugnali inopportuni, profumati di segreti e pregiudizi.
Recalcitrante ed improvviso, il silenzio si aprì un varco in quella conversazione intervallato dai ticchettii di gocce di pioggia che una dopo l’altra avevano preso a scendere da un cielo plumbeo e agitato, percorso da rapide di nuvole nere e maestose.
« Malfoy » iniziò una sconcertata Hermione. « Che ne sai tu dei miei gusti in fatto di libri? ».
« Bè può darsi che io abbia accidentalmente ascoltato il tuo ex-amato, quell’imbecille di Viktor Krum, parlare con Madama Pince a proposito dei libri che gli avevi consigliato per intrattenersi durante il viaggio per Durmstrang » ghignò.
Inaspettatamente anche Hermione ghignò.
« Malfoy, Malfoy, Malfoy » cantilenò con voce bassa e suadente. « Come al solito quando qualcuno riesce a metterti con le spalle al muro riesci sempre a trovare un modo per deviare l’attenzione da te ».
« Che stai blaterando Mezzosangue? » l’irritazione vibrava lampante nella sua voce.
« Ecco lo stai rifacendo. Cominci a sputare veleno e sentenze sprezzanti su chiunque, anche con chi non ce l’hai sul serio » spiegò Hermione con gli occhi scintillanti di una emozione a cui Draco non voleva dare un nome. « Comportamento degno di un vero Serpeverde, te lo riconosco ».
Draco assottigliò gli occhi, furibondo, mentre si avvicinava alla strega con urtante noncuranza.
Non ci poteva credere. L’aveva seguita, superata e aspettata in quel buio anfratto solo per avere la soddisfazione di vederla infuriarsi, irritarsi, crollare. Voleva stringere tra le mani, sfregare tra le dita, i pezzi di quella maschera di cera effimera e impassibile che la ragazza sembrava portarsi appresso dovunque.
E invece, ancora una volta, ironicamente quello infuriato era lui.
« Mezzosangue » si piantò davanti a lei. « Tu non hai voglia » avvicinò il suo viso a quello sul punto di sciogliersi di lei. I suoi sussurri si infransero pungenti ed eterei come la pioggia di fuori, sulle sue labbra, lasciandole la lingua impastata dal sapore amaro dell’attesa.
« Di vendicarti? ».
I delicati ticchettii al di fuori, aumentarono. Humus e acqua si erano mescolati creando una fanghiglia pesante quanto appiccicosa. Hermione si ritrovò a pensare tra i battiti assordanti del suo cuore, che l’indomani sarebbe stato molto difficile raggiungere la Serra dove usualmente teneva luogo la lezione di Erbologia della professoressa Sprite.
« Attento Malfoy » redarguì Hermione incatenando a viva forza i suoi occhi con quelli del giovane. «L'odio è cieco, la collera sorda, e colui che vi mesce la vendetta corre pericolo di bere una bevanda amara ».
 
 
***
 
 
All the right things 
in all the wrong places,
So yeah, we're going down
They've got all the right moves 

 
 
Douglas si scompigliò con una mano i capelli folti e castani mentre le parole del Diavolo si conficcavano come un dardo avvelenato nel suo cuore.
Sapere di dover vivere una vita d’inferno e non poterci far niente.
Le parole gli erano state gettate addosso sgradite e granulose come polvere negli occhi. Tamponò gentilmente quest’ultimi, come a fare chiarezza su tutto ciò che gli stava accadendo.
Certe volte si chiedeva perché.
Perché una sciagura del genere aveva dovuto toccare proprio a lui?
Perché non poteva vivere serenamente la sua vita come tutti i suoi coetanei?
Una smorfia si dipinse vivida e bruciante sui suoi lineamenti, dinanzi a quei pensieri che sapeva già per esperienza, non condurre da nessuna parte, estremi di un filo sottile ed impercorribile.
Alcune gocce si posarono sopra la sua nuca, scorrendo come rigagnoli tra il cuoio capelluto per poi riversarsi sulle sue tempie, accarezzandolo fino a toccare terra.
Sussultò quando un fazzoletto gli venne lanciato rudemente sul volto dal Diavolo, che durante quei secondi di riflessione, si era acquattato accanto a lui poggiando la testa sul palmo della mano e osservandolo curioso.
Douglas notò con un brivido di terrore che le gocce, a pochi millimetri dal corpo della creatura, si infrangevano esplodendo in mille scintille d’acqua, come se avesse uno scudo attorno a lui.
O come se anche la pioggia avesse paura di quella strana entità e preferisse di gran lunga disintegrarsi piuttosto che doversi posare su quel corpo forgiato dalle fiamme e dai più oscuri peccati dell’inferno.
« Tornando alla pozione » iniziò il giovane Rockfeller.
« Non ha funzionato » lo interruppe il Diavolo ripetendo le stesse parole con cui il ragazzo l’aveva accolto al suo arrivo. « Ma lei è sicuro di averla bevuta? » domandò calcando sullei mentre gli occhi di Douglas si spalancavano vitrei e sorpresi.
Il fiato gli si mozzò in gola.
« Pensa che… » mormorò mentre la sua voce veniva portata via dal vento che rafforzato dalla pioggia aveva preso a soffiare sempre più forte ed impetuoso sulla raduna.
Il Diavolo sorrise ironico. « Non lo penso, ne sono certo. E’ ovvio che la creatura avrà fatto tutto ciò che era in suo potere per impedirle di berla » illustrò. « E continuerà a farlo anche nel futuro. A questo punto dovrebbe aver capito che non è facile ingannarla ».
Douglas scattò in piedi. « Cosa sta cercando di dirmi? » urlò con voce pungente ed elettrica, carica di frustrazione, capace di sormontare la furia degli elementi. « Che devo arrendermi? Che devo morire? O peggio ancora vivere una vita in cui non sono altro che un povero pazzo nelle mani di una creatura mostruosa? ».
« Mio caro Rockfeller, lei è già pazzo » dichiarò il Diavolo stiracchiandosi e sbadigliando annoiato, compiaciuto del guizzo irritato che aveva percorso gli occhi del giovane davanti alle sue insensibili parole. « Le probabilità di uscire da questa storia sono poche per non dire nulle » continuò. « Lei è talmente concentrato su se stesso da non rendersi conto della minaccia che rappresenta questa creatura per l’intero mondo, magico e non. Ma sono certo che entro domani sera avrà capito il significato delle mie parole » terminò alzandosi dalla scricchiolante panchina, e stirando le invisibili pieghe del suo lungo soprabito.
Douglas lo guardò allarmato. Sulle sue labbra migliaia di domande premevano chiedendo di essere liberate, assetate di informazioni e risposte. Ma tacque. Da quei loro sporadici incontri aveva capito che alcune richieste – specialmente quelle riguardanti l’avvenire - sarebbero state bellamente ignorate.
Invece optò per una via più diplomatica. « Quindi cosa devo fare adesso? Ci deve pur essere qualcosa in grado di annientare questi cambiamenti ».
Il Diavolo si voltò a guardarlo con gli occhi luccicanti di curiosità.
« Mi dica, cosa è disposto a fare per liberarsi dalla sua condizione? ».
Le dita del giovane strinsero fino allo spasimo il tessuto ruvido dei suoi pantaloni prima che alzasse determinato la testa.
« Qualunque cosa » .
« Specifichi il “qualunque” ».
« Qualunque cosa. Dal viaggiare mille miglia lontano da qui al dare la caccia a chiunque e qualunque cosa io necessiti ».
Il Diavolo scoppiò a ridere.
Più che un giovane alchimista del ventunesimo secolo, aveva l’impressione di trovarsi davanti ad un’Orlando Furioso in versione moderna. Pieno di vita, di voglia di fare. Assomigliava incredibilmente al protagonista della Chanson de Roland: pronto ad attraversare mari e montagne, a dare la caccia ed essere cacciato, senza rendersi conto che la soluzione era molto più semplice, impalpabile e sempre presente sotto ai suoi ciechi occhi.
« Rallegrati allora » esclamò briosamente. « Per tornare alla tua tanto amata noiosa normalità dovrai solo sconfiggere un ultimo nemico ».
« Chi? ».
« La morte ».
 
 
***
 
 
Do you think I’m special
Do you think I’m nice
Am I bright enough to
shine in your spaces?
 
 
 
Malfoy sorrise compiaciuto.
« Io adoro le bevande amare, Granger ».
« Allora sono sicura che rimarrai deliziato dalla tisana che ti stai preparando con le tue stesse mani, Malfoy ».
Lui la guardò ghignante prima di cambiare discorso.
« Quelle calze ti stanno male. Tutto ciò che indossi ti sta male ».
« Mi piacerebbe dire la stessa cosa di te, peccato che tu non abbia praticamente niente addosso, Malfoy » notò Hermione con un sopracciglio alzato.
Era ormai metà Settembre e l’autunno stava inoltrandosi nella natura in punta di piedi, silenzioso, rossiccio ed imprevedibile. I primi temporali avevano cominciato a scuotere la regione misti ai freddi venti provenienti dal Mare del Nord, capaci di ridurre la regione in ginocchio in breve tempo davanti alla loro impetuosa glacialità.
Tuttavia sembrava che il Serpeverde ne fosse immune.
Non perché si sentisse accaldato, no, si ritrovò a pensare la strega, che ormai con il seno sfiorava il petto di lui, un petto freddo e duro come il ghiaccio, coperto solo dalla ridicola camicia della divisa, che di certo non offriva alcun tepore visto il suo tessuto leggero.
« Sei freddo » sorrise Hermione. « Un celebre poeta diceva che le persone dal corpo freddo abbiano un animo più caldo di mille fuochi ».
« Doveva essere un uomo particolarmente stupido questo poeta » sogghignò Draco. « Per vedere bontà dove non ce n’è nemmeno l’ombra ».
« Non direi » commentò Hermione. « Era un uomo la cui saggezza era direttamente proporzionale solo al suo… ».
Non riuscì a terminare la frase perché scattante dovette sguainare la sua bacchetta.
« Protego! » parò brillantemente lo Schiantesimo lanciatole dal suo nemico mentre deglutiva la bolla d’aria che le era rimasta incastrata tra gola e setto nasale, impedendole per un secondo di respirare. « Attaccare nel bel mezzo di una conversazione, tipico Malfoy. Anche se non credo che “conversazione” sia il termine esatto visto che implica la presenza di due esseri umani, e io invece davanti a me vedo solo un furetto ».
Draco sogghignò mentre sentiva gli ultimi residui della magia formicolargli piacevolmente nelle le dita.
« Si è fatto tardi Granger. Faresti bene a tornartene al tuo dormitorio altrimenti Potterino piccolino e donnola Weasley potrebbero preoccuparsi » replicò sarcasticamente mentre rimetteva la bacchetta in tasca e faceva dietro-front verso le scale per i sotterranei. Tuttavia dopo pochi passi la voce della Granger lo fermò.
« L’hai fatto di nuovo ».
« Cosa? » domandò nonostante sapesse già la risposta.
« Deviare l’attenzione ».
 
OneRepublic- All the right moves
 
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Mi dispiace davvero per l’immenso ritardo, ragazze. Spero non mi abbiate già data per dispersa!
Sono appena tornata dalle vacanze e sto ancora aspettando il tecnico per stabilire una nuova connessione internet: appena le cose si metteranno a posto gli aggiornamenti saranno più lineari.
Comunque, capitolo chiave quest’oggi.  Esaminiamolo per bene:
1 Introduzione di due personaggi importanti: il giovane Douglas Rockfeller e il Diavolo. Mentre il primo personaggio è indubbiamente di mia creazione il secondo non l’ho di certo inventato io – in tal caso ci sarebbe poco di cui andar fieri – ma è una completa rivisitazione del Diavolo di cui tutti abbiamo sentito parlare. Durante la loro conversazione nel piazzale fuori dalla metropolitana escono fuori delle informazioni interessanti: i due si erano già incontrati prima, il Diavolo ha venduto una pozione che dalla parole del giovane intuiamo sia stata del tutto inefficace e Douglas sta attraversando un periodo nebbioso, confuso della sua vita.
Per non parlare della creatura misteriosa.
Su quest’ultima si solo che è un pericolo per il mondo magico e non, per usare le parole del Diavolo.
2 La frase del Diavolo “Sono una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene” è tratta da Il Maestro e Margherita di Mikhail Bulgakov.
La frase di Hermione “L'odio è cieco, la collera sorda, e colui che vi mesce la vendetta corre pericolo di bere una bevanda amara” è tratta dal celeberrimo Conte di Montecristo, Alexandre Dumas.
3 Quando Hermione dice a Draco “Un celebre poeta diceva che le persone dal corpo freddo abbiano un animo più caldo di mille fuochi” il poeta in questione è Petrarca. Il riferimento lo trovate in “Solo et Pensoso” versi 7 e 8:
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi
Petrarca dice che all’esterno sembra spento nei suoi atti, ma all’interno arda. Questa cosa può essere tranquillamente applicata a un certo Malfoy, voi che ne dite?
4 La parola chiave di questo capitolo è: cambiamenti. Vi posso solo dire che la dice Douglas mentre parla col Diavolo. E’ molto importante.
5 Se ci avete prestato attenzione, l’introduzione dello Stretto di Bering, contiene proprio una parte della scena tra Draco ed Hermione, in questo capitolo. Non è stata una scelta casuale: è la prima volta che i due si rivolgono la parola dopo la festa dell’Hogwarts in Vogue, per lo più senza cercare subito di schiantarsi. Draco si è lasciato sfuggire qualcosa che non avrebbe voluto: il fatto che trovasse eccellente, il gusto di una lurida Mezzosangue in fatto di lettura e ciò comporta il fatto che lui abbia ficcanasato nella sua vita fino a scoprirlo.
6 Non vi do appuntamento per il prossimo capitolo, perché come vi ho detto prima, devo ancora aspettare il tecnico. Tranquille, però, appena riavrò internet pubblicherò il capitolo quinto. Intanto digerite questo!
 
Diavolesse a presto,
imane. 

 
   
 
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