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Autore: BigEyes    21/08/2012    1 recensioni
(SECONDO CAPITOLO DELLA SERIE: IN THE NAME OF JESUS)
La ragazza si voltò di scatto asciugandosi in fretta la lacrima col dorso della mano. Sentì rumore di passi.
- Lucia sei tu? – domandò, guardando l’interno del soggiorno al buio – Heliu non fare questi scherzi..- continuò, attraversata dall’adrenalina. Deglutì mentre si voltava verso il mare.
Ma di fronte si trovò un ragazzo, appoggiato al balcone con la schiena, con braccia e gambe incrociate
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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Lucia sfiorò il collo di Acab col pugnale, mentre gli occhi di lui, supplichevoli, chiedevano pietà.
-          tu hai avuto pietà per mio nonno? – domandò la giovane con voce altera, fissandolo con i suoi occhi rossi. Lasciò la presa della camicia e diede uno sguardo complice ad Heliu. L’adepto tentò di rialzarsi facendo leva sui gomiti, Lucia si allontanò di qualche passo, mentre Acab stava per rimettersi in piedi.
Il giovane era in ginocchio e con la manica si asciugò il mento sporco di sangue, ma un calcio dietro la nuca, da parte di Heliu, lo sbatté nuovamente col viso a terra.
 
Ariel sentiva si dover agire,il suo cuore si stava spezzando, una parte di lei voleva fermarli.
-          Fermi, basta! – gridò.
Si avvicinò di corsa all’amica, che fissava la vittima con un ghigno malefico,  stringendole il polso dove teneva il pugnale e cercando di aprirle la mano. Ma quando quella si girò verso di lei con gli occhi spalancati e infuocati, Ariel spalancò gli occhi e trattenne il fiato colta da paura.
-           Deve pagare per quello che ha fatto – esordì Heliu, prendendo i pugnale di scatto dalle mani di Lucia e puntandolo verso la vittima.
-          Han..no ragione – disse Acab, cercando di alzarsi, continuando a tossire sangue. Heliu strattonò Ariel e con sguardo torvo si avvicinò ad Acab. mise un ginocchio a terra e tirò la vittima per la camicia, puntando il pugnale all’addome. Ariel si coprì il viso con le mani tremanti, mentre il cuore batteva e la paura le faceva gelare il sangue. Pregò. Pregò che si salvasse.
 
-          Heliu! – lo richiamò una voce.
Il ragazzo, che stava per conficcare il pugnale, quando sentì la voce sbarrò gli occhi, si girò e lo vide: il suo vero padre, padre Max, che stava in piedi di lato all’altare e lo guardava con sguardo severo ma, nello stesso tempo, deluso. Ariel si tolse le mani da viso e vide Lucia e Heliu girati verso l’altare e aggrottando le sopracciglia seguì i loro sguardi. Quando lo vide l’animo le si riempì di gioia e un largo sorriso comparve sul suo volto.
 
Il cuore di Lucia sussultò a vederlo lì, tuttavia, voltatasi nuovamente verso l’adepto, con occhi torvi, disse:
-          Padre devo vendicarlo- abbassò il viso - vendicare mio nonno- rialzò lo sguardo accigliato e prese Acab per i capelli, facendogli digrignare i denti per il dolore.
-          Lascia la vendetta nelle mani di Dio. Figlia,- inspirò - non credi che sia una bella vendetta portare un peccatore alla luce?  -scese gli scalini, fece un sorriso ad Ariel e le pose la mano sul capo.
- ascoltami – continuò, avvicinandosi alla ragazza.
Lucia spalancò gli occhi, il suo cuore ardeva nel sentire la voce dell’unto di Dio. – Chi odia è nelle tenebre, ma chi ama è nella luce – si accovacciò accanto a lei e le pose la mano sulla spalla, cercando il suo sguardo.  Prese il mento della giovane e lo volse verso di lui fissando i suoi occhi rossi. –Se tu non perdoni, Lui non ti può perdonare. Gesù  è morto per tutti- si girò verso il giovane sanguinante con sguardo compassionevole - anche per Acab.
 
L’adepto alzò un sopracciglio e iniziò a riflettere “ è morto  per me?”
-          perché è morto per me ? – inarcò la schiena per alzasi e tossì un paio di volte – non gli ho chiesto io di farlo. -
Si rimise in piedi, ma si dovette tenere con una mano da una parete, con l’altra si toccò la nuca facendo una smorfia di dolore.
-          Appunto, è  morto per salvarti di Sua volontà, per darti la speranza di una vita dopo la morte ed…
-          E’ resuscitato…- fissò il vuoto, spalancando gli occhi, come se avesse di colpo ricevuto una rivelazione - ecco – sogghignò, Acab, ricordatosi di un traditore che gli aveva raccontato questa favola, come credette, fino ad allora – …ecco perché ha paura di Lui. – si massaggiò il mento, riflettendo, mentre Joshua, sorpreso di vedere suo padre in quel contesto e non biasimandolo per non aver ricevuto un suo sorriso o un suo sguardo, abbassò il capo con gli occhi lucidi.
 
Heliu credeva alle parole di padre Max e, come quando un vaso viene riempito di acqua e trabocca, il suo cuore si riempì di unzione e i suoi occhi traboccarono di lacrime.
 
Lo stesso fece Lucia. A causa di quelle lacrime di ravvedimento i suoi occhi diventarono, pian piano, verdi, con quella puntina di giallo che la rendeva speciale.
 – ha paura di Lui,- continuò Acab - non vuole sentir nominare il Suo nome, perché sa che se il mondo delle tenebre conoscesse tutta la storia –guardando verso il nulla – nessuno lo seguirebbe. – fece un mezzo sorriso.
 
Anche la Regina ascoltò nell’ombra, e una lacrima cadde anche da quel viso pallido.
-          io credo padre – disse Acab, staccandosi con la mano dalla parete e avvicinandosi a lui-credo che Gesù è morto per salvarmi – il padre gli tese la mano, con un largo sorriso - ed è resuscitato, per darmi una speranza- il padre annuì sorridendo come un padre sorride al figlio che ha capito il suo sbaglio.
 
Ariel sentì un colpo al cuore e  portò la mano sulla bocca ridente.
Ecco compiuta la sua missione.
Diventano nulla le sofferenze se poi si ottiene una gioia così grande.
 
Joshua tenne basso il capo, coprendosi gli occhi con la mano sulla fonte, poggiando l’altra sul fianco.
Avrebbe ostacolato il volere di Dio se non fosse arrivato suo padre.
Il suo orgoglio e la sua gelosia avrebbero lasciato che un ragazzo non arrivasse alla Verità.
Si sentiva male. Si sentiva colpevole. Di nuovo.
 
-          Che bel quadretto – sentenziò una voce molto familiare. Fin troppo familiare.
Judas era dietro i candelabri, dietro l’altare e poggiava le mani sul marmo, sporgendosi in avanti, guardandoli con un ghigno.
-          così però è troppo facile – continuò, facendo un mezzo sorriso, che faceva intravedere i canini. – c’è pure il pastore Max. Dunque posso eliminarvi tutti in una volta. –grattandosi il mento – e come dice la scrittura: se prendo il pastore disperderò le pecore.- allargò il sorriso mostrando la dentatura perfetta.
 
Acab, si girò di scatto, lo vide, spalancò gli occhi e poi aggrottò la fronte. Fece qualche passo, oltrepassò il padre, Heliu e Lucia, mentre Ariel iniziava a respirare spasmodicamente, stringendo i pugni alle cosce.
Joshua, alzò lo sguardo e con occhi sbarrati pensò “cosa ha intenzione di fare quello stupido senza lo Spirito Santo?”
L’adepto si pose di fronte al suo ex capo, dall’altra parte dell’altare, fissandolo negli occhi e facendo un sorrisetto di sbieco, poggiando, anche lui, i polpastrelli sull’ara.
-          Ecco il traditore,-  iniziò Judas - vuoi darmi il bacio del tradimento, Acab?- con voce pacata.
-          Ma non eri stato tu il primo a mettere il seme del tradimento nel cuore del povero Giuda? – inclinò dal un lato la testa, picchiettandosi il mento con l’indice, con un sorriso sornione.
-          Hai ragione, -abbassò il capo e alzò le braccia –poi – lo rialzò aggrottando la fronte con un ghigno sinistro - ho compiuto la mia missione, - e allargò le braccia - con successo. Voleva mimare la fine del loro signore, ma il giovane guerriero iniziò a ridere.
-          Ed è qui che ti sbagli – incrociò le braccia al petto e alzò il mento – forse non lo sai, ma il tuo signorino ha perso e di brutto! – esclamò.
Abbassò il viso e vide il giovane David col viso cadaverico, gli si strinse il cuore. Mise una mano dietro la schiena e aprì il coltellino che portava sempre con sé. Iniziò a tagliare le corde, con sguardo serio.
-          Non credo proprio – soggiunse Judas, bloccandogli il polso. Acab lo guardò corrugando la fronte.
-          Sono libero adesso – ringhiò il giovane – non sono più sotto il vostro potere. – tolse di scatto il polso dalla presa di Judas –sono dalla parte –prese fiato, fissandolo negli occhi. - di Gesù Cristo.
Judas sentì le gambe venir meno e si tenne dal marmo, abbassò il volto, portando due dita alla tempia, digrignando i denti.
 Rialzò il capo ridendo, togliendosi il ciuffo  dal viso.
-          Tutto qui ? – domandò l’uomo, allargando le braccia. Acab sbarrò gli occhi sorpreso e socchiuse le labbra.
-          Acab – lo richiamò padre Max -devi avere il mandato – si avvicinò ai due, guardò il giovane sull’altare, poi si voltò con sguardo truce verso Judas e puntandogli il dito – nel nome di Gesù Cristo ti lego! – esclamò, con voce autorevole.
Judas gli ringhiò, si drizzò di scatto e le sue braccia si attaccarono ai fianchi. Boccheggiava, come per far entrare l’aria nei polmoni.
Acab aprì la bocca sorpreso e al contempo entusiasta.
il padre si rivolse al giovane Acab, poggiandogli una mano sulla spalla – devi ascoltare la Parola, se credi in me, credi in Colui che mi ha mandato.
-          Si padre –annuì.
-          Un’altra cosa – continuò fissandolo negli occhi, con sguardo severo – se mi stai vicino e credi alla Parola che predico, riceverai l’unzione che viene da Dio.  Essa passa su di me e arriva a te. Solo se stai sottomesso alla Sua Parola potrai fare opere potenti. -
Il ragazzo annuì più volte. Si girò verso Ariel e la guardò intensamente. Vide il suo sorriso e le sue lacrime di gioia. Erano per lui. Solo per lui. E sorrise anche lui. Era il  sorriso del suo angelo e nessuno doveva sbiadirlo.
Ma lo fece il suo sorriso mutò in un espressione di paura. Lui la vide: la mano di una donna, uscita dall’ombra, prese il collo di Ariel, mostrando solo i suoi occhi color zaffiro.
-          Liberate Judas! – esclamò – o non la rivedrai più, fratellino.- aggiunse.
Acab deglutì. Ariel sentiva le unghie di quella mano sulla pelle. Acab fece un passo per andare verso di lei, ma la mano di padre Max lo fermò – aspetta –
 Il giovane lo guardò con occhi supplichevoli, inspirando ed espirando rapidamente. – io – iniziò a dire il padre, ponendogli una mano sulla sua fronte, chiudendo gli occhi – ti mando,ricevi lo Spirito Santo-
 
Dalla mano del padre provenne un calore che passò dal capo del ragazzo dai capelli corvini, alla sua gola, al suo petto, alla schiena e alle sue gambe.
Un calore, un bruciore dolce.
 
La donna uscì dall’ombra portando con sé la ragazza, che sentiva scemare l’ossigeno dei polmoni, mentre scalciava e le infilzava le unghie nel polso per liberarsi.
Una colonna di fuoco si materializzò attorno ad Acab, il padre tolse la mano dalla sua fronte e il giovane scese a passi lenti dalle scale che rialzavano l’altare. Arrivò innanzi a Lilith e fissandola negli occhi con sguardo accigliato, disse:
-          ti ordino di lasciarla, nel nome di Gesù Cristo – con tono pacato, ma autorevole.
La donna la lasciò come ipnotizzata, tenendo fissi gli occhi sul giovane.
Lui  prese Ariel tra le braccia si avvicinò a Joshua, che vedendolo ricoperto del fuoco, deglutì, distogliendo subito dopo lo sguardo dagli occhi cerulei dell’adepto. Joshua non aveva ancora ricevuto quel fuoco. E  sapeva anche il perché. Acab gli porse Ariel e lui, sorpreso, socchiuse le labbra per dire qualcosa ma le richiuse prendendo la giovane svenuta.
Judas era come incatenato, tenuto in una morsa.
Lilith fissava lo sguardo perso nel vuoto, senza muovere un muscolo. Così il padre si girò verso il ragazzo sul marmo bianco. Gli impose le mani e chiuse gli occhi, pronunciando qualcosa nella lingua del Cielo e gli soffiò sulla fronte. Il ragazzo divenne colorito e la vita continuò a circolargli nelle vene. Battè le palpebre un paio di volte e, come risvegliato da un brutto sogno, domandò:
-          dove mi trovo?- E sentendo la bocca asciutta disse -  Ho sete –
Il padre lo invitò a salirgli sulle spalle e il ragazzo sentendosi ancora un po’ debole accettò, riconoscendo nel viso del padre il suo salvatore.
-          Ragazzi usciamo – disse  il padre, tenendo sulle spalle David e dirigendosi verso una porta rialzata che si trovava sulla destra dell’altare – avete compiuto la vostra missione! – esclamò. Lucia ed Heliu si fecero un sorriso. Lui le prese la mano e lei gli e la strinse, mettendo dietro l’orecchio una ciocca di capelli e abbassando il viso, imbarazzata. Acab li seguì tenendo le mani dentro le tasche, gettando un ultimo sguardo di disprezzo a quel luogo. Joshua si incamminò con occhi cupi, nessuno poteva comprendere come si sentiva.
-          Joshua – lo richiamò il padre - Gesù in un cuore ravveduto fa cose maggiori.
Il ragazzo sentì una lacrima scivolargli lungo la guancia e annuì con un sorriso.
Mentre si apprestavano ad uscire, la Regina, che fino a quel momento era rimasta in un angolo ad osservare la potenza dell’unzione, esclamò:
-          Aspettate! – a sentire la sua voce tutti si girarono con stupore. – posso venire con voi? –
-          Certo – esclamò il padre facendole il cenno con la mano – c’è posto per tutti nel cielo. – le sorrise.
-          Ma … – spalancò gli occhi, rimanendo a bocca aperta dalla sorpresa. Si aspettava un “vai all’inferno” o “non vogliamo un agente di satana”. Così domandò incredula alla prima affermazione
– posso davvero? – inspirò – ma io sono la prima dei peccatori, ho ucciso, torturato, fatto cose orribili…- disse d’un fiato, abbassando il capo.
Joshua la guardò inclinando la testa, incuriosito.
Si girò verso Acab porgendogli Ariel.
Acab lo guardò alzando un sopracciglio e, tendendo le braccia per prenderla con sé, socchiuse le labbra.
Ariel fu svegliata da un profumo “ mandorla e sandalo” pensò. Aprì gli occhi, battendo le palpebre un paio di volte, e si vide sovrastata dagli occhi blu.
Il corpo di Acab era stranamente caldo e fissandolo con i suoi grandi occhi nocciola, appoggiò il capo sul suo cuore, facendogli, sentire, di nuovo, quel colpo al cuore.
 
Joshua intanto si era avvicinato alla donna dagli occhi celesti. 
Le abbassò il cappuccio, le rialzò il mento, le sorrise dolcemente e le disse:
-          Gesù è venuto per i peccatori, non per i santi. – le si avvicinò al viso e con voce soave le domandò -Come ti chiami?-
La ragazza fece un largo sorriso facendo dei suoi occhi due zaffiri.
-          Thabita.
 
 
 
 
 







ANGOLO DELL'AUTRICE:
RIECCOMI!
in questo periodo sono molto impegnata ma vi assicuro che pubblicherò anche se ci vorrà del tempo. Comunque nuovo personaggio, nuovo compagno...vedremo, vedremo. Intanto voi fatemi sapere quello che pensate mi raccomando!!!
Vi aspetto numerosi =)

Baci Baci---> BigEyes
  
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