INTRO: Sigh! Sob!! Siamo arrivati alla fine!!!
Ciao a tutti!
Mi scuso per questa settimana di ritardo, ma ho ripreso a fare l'universitario
pendolare e questo a
prosciugato le mie ultime risorse di tempo!
Ebbene sì, anche questa fic si è conclusa, spero sia stata di vostro gradimento!
Buona lettura!
Capitolo 36 -PER SEMPRE-
Con il diffondersi nel villaggio della notizia del risveglio di Inuyasha, dilagò
anche una grande
euforia e voglia di festeggiare. Nonostante fosse pomeriggio inoltrato, la
macchina organizzativa si
mise in moto sotto l’attenta direzione di Kaede: gli uomini del villaggio
sistemarono tavoli e panche,
prepararono i fuochi e addobbarono il villaggio, mentre le donne si occupavano
del cibo e di piccole
composizioni floreali per abbellire i tavoli.
Prima del tramonto fu tutto pronto e i festeggiamenti che seguirono, durarono
tre giorni, tanti erano
gli eventi da celebrare: il ritorno alla vita del mezzo demone, la vittoria
contro Toukaimaru, il
riavvicinamento di due fratelli - Inuyasha e Sesshomaru - vissuti per tanto
tempo nell’odio reciproco,
il ritrovamento della quasi totalità della sfera dei quattro spiriti e, non meno
importante, la tanto
ambita promozione di Kagome, senza dimenticare che bisognava accogliere
degnamente, nella piccola
comunità, le due nuove coppie.
Kagome sembrava la personificazione della felicità: camminava raggiante tra la
gente accompagnando
Inuyasha che si ingozzava con qualunque cosa di commestibile gli passasse a
tiro. La ragazza appariva
intenzionata a non staccarsi nemmeno per un attimo dal mezzo demone che, dal
canto suo, probabilmente
non glielo avrebbe neppure permesso. Di tanto in tanto li si vedeva litigare per
qualche minuto a suon
di scemenze, poi, improvvisamente, si fermavano a guardarsi negl’occhi e
scoppiavano a ridere,
abbracciandosi e baciandosi teneramente.
Non da meno erano Sango e Miroku, con quest’ultimo che, per una volta
scherzosamente, faceva il
cascamorto con qualche bella ragazza, facendosi poi rincorrere per mezzo
villaggio dalla sterminatrice
che, reggendo il gioco, gli gridava dietro di tutto. Quando tuttavia lei lo
bloccava, invece che
massacrarlo a suon di sberle, come faceva un tempo, gli gettava le braccia al
collo, riempiendolo di
baci, ritrovandosi cullata dalle braccia del monaco e dalle sue parole più
romantiche.
In disparte, Akane e Ranma si limitavano a gustarsi lo spettacolo offerto dai
loro amici, cercando, di
tanto in tanto di sparire e poter stare un po’ da soli.
Il gruppo si concesse alcuni giorni di meritato riposo, poi, con la promessa di
ritrovarsi, si
separarono. Akane e Ranma, approfittando delle vacanze estive, avevano
pianificato un viaggio in Cina
per cercare un rimedio definitivo al problema del ragazzo col codino, mentre
Sesshomaru aveva dichiarato
di voler riprendere i suoi viaggi con Rin e Jaken. In Il demone pareva
impaziente di andarsene, forse
per evitare di guastare il rapporto con Inuyasha, a causa di Kagome.
Per quanto si sforzasse, la ragazza non riusciva a dimenticare il trattamento
riservatole dal principe
dell’Ovest durante l’assenza di Inuyasha e quindi cercava sempre di evitare lo
youkai oppure finiva per
discuterci animatamente, cosa che aveva finito per insospettire l’hanyou.
Anche prima della partenza, la ragazza e il demone cominciarono a discutere e
Inuyasha, sedato l’acceso
confronto verbale, chiese esplicitamente a Kagome il perché di quell’atteggiamento
nei confronti di
Sesshomaru. Lei, non volendo distruggere il legame che si era finalmente creato
fra i due fratelli,
rispose in modo evasivo, parlando genericamente di alcune incomprensioni non
appianate, stupendo
Sesshomaru già pronto all’idea di dover litigare anche con Inuyasha; soprattutto
se lui fosse venuto a
conoscenza della realtà dei fatti. Questo non aveva evitato che hanyou, non del
tutto convinto,
lanciasse al fratello un’occhiata che stava a intendere cosa gli sarebbe
successo se le “incomprensioni”
avessero assunto i contorni di un maltrattamento di Kagome da parte sua. Il
principe dei demoni, più
colpito dal gesto della ragazza, che non da quella tacita minaccia, prese armi e
seguaci e, dopo aver
salutato tutti, si allontanò lasciando detto che non sarebbe tornato per un po’
di tempo, sperando così
di permettere a Kagome di far sbollire il disprezzo nei suo confronti.
In seguito, la compagine originaria si rimise in viaggio sulle tracce di Kohaku,
con un piano molto
semplice in mente: trovarlo, estrarre il frammento della sfera che lo teneva
sospeso tra la vita e la
morte e lasciare a Inuyasha il compito di resuscitarlo con Tenseiga. (Lo so… non
si potrebbe… ma quando
ho scritto questo capitolo, questo particolare non era stato ancora rivelato… A
dire il vero al tempo
Kohaku faceva ancora tutto quello che gli diceva Naraku! – Nda)
Trovare Kohaku si rivelò la parte più difficoltosa da mettere in atto e richiese
loro un lungo
peregrinare di villaggio in villaggio, solo per trovare una pista concreta da
seguire. Alla fine, grazie
soprattutto all’olfatto di Inuyasha, riuscirono a trovare il fratello di Sango e
a restituirlo alla
sorella solo con una lieve amnesia, ottenendo anche il primo dei tre frammenti
mancanti.
Le condizioni di Kohaku imponevano che il ragazzo fosse portato da Kaede per
essere curato e così Sango,
a malincuore, chiese di abbandonare la ricerca per poter trascorrere un periodo
al villaggio. Miroku si
offrì di accompagnare la sterminatrice, portandosi via Shippo che, inizialmente,
pareva voler continuare
la ricerca.
Inuyasha e Kagome, trovatisi improvvisamente soli, si misero alla ricerca di
Koga, anche se, in realtà,
era più probabile che fosse quest’ultimo a trovare loro, piuttosto che il
contrario.
I due vagarono per le terre circostanti per alcuni giorni, beandosi della
situazione che garantiva loro
un po’ intimità, dimenticandosi, per un attimo, della loro ricerca.
Durante l’ennesimo spostamento tra un villaggio e l’altro, il sensibile olfatto
di Inuyasha registrò un
odore sgradevole di lupo, mentre Kagome ebbe la chiara percezione di due schegge
della sfera che si
avvicinavano rapidamente.
“Ko… ga…” ringhiò l’hanyou trovandosi a terra, sormontato dal demone lupo che
gli era piombato addosso,
senza nemmeno curarsene e che, anche in quel momento, continuava a ignorarlo,
mentre, tenendo tra le sue
mani quelle di Kagome, le si stava rivolgendo “Buongiorno mia dolce Kagome!!”
“Ci…ciao Koga!” rispose lei, totalmente spiazzata, ricordandosi solo allora cosa
implicasse l’andare in
cerca del demone lupo.
“Smettila di infastidirla, lupastro!!” sbottò Inuyasha rialzandosi, costringendo
il rivale a compiere un
balzo indietro.
“Toh, c’è anche il botolo!” affermò con tono di scherno lo youkai, tornando ad
osservare l’oggetto dei
suoi desideri.
“Come mai da queste parti, Kagome?” Le chiese senza troppi preamboli.
“Beh, Koga… noi… noi ti stavamo cercando per…” il demone non la lasciò nemmeno
finire e, dopo aver
catturato nuovamente le mani di lei, esultò “Finalmente hai deciso di venire via
con me!!” poi,
guardando Inuyasha, palesemente furibondo, sbottò “Potevi evitare di portarti
dietro lui: almeno non ci
sarebbe rimasto male!”
“No… no… Koga, stai fraintend…” Kagome fu nuovamente interrotta, questa volta
dalla reazione di Inuyasha
“Maledetto lupastro!! Te lo faccio vedere io chi ci resta male!!” sbraitò colmo
di rabbia, spingendo
lontano dalla sua fidanzata il rivale “Non osare più toccare la mia donna!!”
latrò, mettendosi
nuovamente in mezzo ai due.
“[È la fine! Adesso si ammazzano!!]” osservò mentalmente Kagome, guardando la
faccia incredula di Koga
che stava cercando di assimilare quell’ultima affermazione, a dir poco
indigesta.
“Ka… Ka… Ka-go-me…” lo youkai si voltò verso di lei, nella speranza di ottenere
una smentita, ricevendo
invece un cenno di conferma con la testa. “Io ho sempre cercato di fartelo
capire, Koga. Tu per me sei
un amico… un carissimo amico, ma niente di più.”
Il demone si ritrovò come paralizzato da quella notizia, incapace di reagire in
una qualunque maniera.
A risvegliarlo da quello stato catatonico ci pensò però la voce del mezzo demone
“Dacci i frammenti
della sfera, Koga!! sono gli ultimi rimasti!!”
“Vieniteli a prendere, botolo.” ringhiò lui, mostrando gli artigli.
“Non complicare le cose, Koga! Non voglio combattere con te.” affermò Inuyasha,
poco incline a battersi
con il demone lupo, conscio che lo scontro sarebbe sicuramente degenerato in una
lotta all’ultimo
sangue.
“Dovrai farlo! Mi hai portato via Kagome, non mi porterai via anche i frammenti!
Poi chi lo sa… magari
se ti ammazzo… potrei riprendermi anche lei!”
“Koga, ti prego! Calmati!” lo supplicò Kagome preoccupata, trovandosi a dover
sostenere lo sguardo
gelido di lui “Tu stanne fuori!! Questa è una questione tra me e il
cuccioletto!!”
Inuyasha si parò davanti alla ragazza, allontanandola delicatamente con un gesto
del braccio “Va bene
Koga, se è questo che vuoi, accomodati!” affermò l’hanyou, preparandosi a
combattere.
“No, è quello che abbiamo sempre voluto entrambi.” sussurrò Koga prima di
lanciarsi all’attacco.
Lo scontro durò poco. Inuyasha era nettamente superiore al suo avversario,
merito degli allenamenti con
il padre: non solo l’hanyou riusciva ad eguagliare in velocità del demone lupo,
nonostante questo
sfruttasse ancora i frammenti di sfera ma, pur affidandosi solo ai suoi artigli
per attaccare, Inuyasha
riusciva tranquillamente a mettere in crisi l’avversario.
Vedendosi sconfitto, Koga cedette alle insistenti richieste Kagome, la quale lo
supplicava di far
cessare quella follia. Il demone crollò in ginocchio, stremato nel fisico e
duramente colpito
nell’orgoglio. Riluttante, consegnò alla ragazza i due frammenti in suo
possesso, osservandola poi
sparire velocemente, coricata sulla schiena di colui che gliel’aveva portata
via.
Inuyasha corse a lungo in direzione del villaggio di Musashi, ma, quando si
accorse che Kagome si era
addormentata, rallentò l’andatura per evitare di svegliarla, approfittando
invece della situazione per
compiere una piccola deviazione e raggiungere un’altra destinazione senza dover
dare spiegazioni alla
ragazza.
“Inuyasha…” sbadigliò “non siamo ancora arrivati?” biascicò Kagome,
stiracchiandosi come meglio poteva.
Il ragazzo sorrise “C’è stato un piccolo cambio di programma, guarda…” Kagome
alzò la testa sopra la
spalla del mezzo demone, riconoscendo il posto. “Il pozzo?? Perché siamo qui?”
“Perché io devo fare una cosuccia… da solo… e tu sei via da casa da più di un
mese! Tua madre sarà
preoccupata!” affermò inginocchiandosi per farla scendere “Poi devi avvertirla
di qualche novità ed è
meglio che io non sia nei paraggi…” aggiunse scherzando.
“Smettila di dire cretinate! Lo sia che mia madre ti adora, come Sota e il nonno
del resto!” lo
rimproverò sorridendo.
“Solo loro??” chiese lui, fingendosi deluso.
“Beh, si: io non ti adoro, ti amo!” ribatté lei baciandolo “Però a me non va di
andare da sola e poi
cosa devi fare di tanto importante?”
“Devo parlare con una persona, ma non fare altre domande, perché non ti dirò
nient’altro!” lei sbuffò
per nulla soddisfatta della risposta e lui le carezzò il volto “Tranquilla,
appena ho finito ti
raggiungo. Al massimo entro l’ora di pranzo sarò da te, promesso!”
“Va bene! Ma bada: non tardare nemmeno di un minuto, altrimenti ti vengo a
prendere io!!” I due si
guardarono in faccia per un attimo, scoppiando a ridere, divertiti da quell’inversione
di ruoli.
Lui la sollevò, prendendola in braccio e la poggiò delicatamente sul bordo del
pozzo. “Ti amo Kagome…”
“Anch’io” lei, come conferma a quelle parole, lo baciò con passione e poi si
gettò nel pozzo.
Inuyasha buttò un ultimo sguardo lì, dove prima sedeva la sua amata e poi corse
in direzione del
villaggio: per quanto avesse molto tempo, il discorso con Kaede era comunque
molto complesso, ma, per
lui, di vitale importanza.
“Oh… sei tu Inuyasha!” constatò l’anziana miko, voltandosi a guardare chi fosse
appena entrato nella sua
capanna.
“Devo parlarti vecchia!” affermò serio, sedendosi davanti alla donna, dall’altra
parte del focolare.
“Cosa vuoi chiedermi?” gli chiese, facendosi subito attenta, immaginando che
l’argomento fosse assai
importante, se il mezzo demone si era rivolto a lei.
“Ho intenzione di usare la sfera, ma devo chiarirmi prima le idee.”
“Dunque hai deciso di usarla per diventare un ningen??”
“No, io…”
“Cosa?? Non vorrai dirmi che, dopo tutto quello che è successo con Kagome, vuoi
diventare ancora un
demone completo?!?!?” si allarmò Kaede scioccata da quell’ipotesi.
“Se mi lasciassi parlare dannata, potrei spiegarti tutto!!!” sbottò lui
infastidito.
“Non ho intenzione di diventare né un ningen né tanto meno un demone completo!
Voglio sapere se, usando
la sfera, si possa celare il mio aspetto di hanyou a coloro che non conoscono la
mia vera natura…”
Inuyasha si interruppe per prendere un attimo fiato e misurare le parole “E se è
possibile che ciò
avvenga anche per i miei discendenti.”
“Non capisco, perché tutta questa storia?? Non sarebbe più facile se tu
divenissi un uomo e basta??”
“Io non voglio diventare un ningen!! Io sto bene così come sono e nemmeno Kagome
mi vorrebbe diverso. È
grazie a lei, se ora sono fiero del mio essere un mezzo demone.”
“Comprendo.” mormorò l’anziana miko, facendosi pensierosa “Penso sia possibile
effettuare un rito che
mascheri il tuo aspetto. Non dovrebbe essere troppo difficile grazie al potere
della sfera.”
“Ma una volta eseguito questo rito, la sfera avrebbe ancora del potere??”
“Non posso darti la certezza assoluta di ciò, ma, considerando che si tratta
solamente di usarne i
poteri per amplificare il sortilegio, la capacità della sfera di esaudire i
desideri dovrebbe rimanere
immutata. Non capisco perchè ti interessi una simile questione?”
“Mi interessa perché ho un desiderio da far esaudire ai quattro spiriti e, anche
in questo caso, vorrei
sapere se è una cosa possibile.”
“Un desiderio?” chiese perplessa la sacerdotessa.
“Si.Vorrei, se Kagome sarà d’accordo, chiedere alla sfera di legare le nostre
esistenze…”
“Vuoi che Kagome tragga l’energia vitale dalla tua di hanyou?? Questo in effetti
le permetterebbe di
vivere molto più a lungo e di invecchiare al tuo stesso ritmo. Tuttavia, per te
significherebbe ridurre
drasticamente i tuo tempo tra i viventi… lo sai questo??”
“Lo immaginavo quantomeno, ma non mi importa! Cosa vuoi che siano un paio di
secoli in meno di vita a
confronto con il poter vivere il resto della propria esistenza con la persona
che si ama?”
“Questo ti fa onore Inuyasha” lo elogiò lei “Comunque credo che la sfera possa
agire efficacemente anche
in questo caso, anche se, probabilmente, questo significherebbe svuotarla di
ogni potere.”
“Ho capito…”
Il mezzo demone e la sacerdotessa continuarono a discutere dell’argomento per un
bel po’, lui intento a
indagare ogni possibile rischio che potesse mettere in crisi la sua idea, lei,
invece, concentrata nel
rispondere seriamente a tutte le ipotesi poste da Inuyasha, smentendole, finendo
per spiegargli,
minuziosamente, i dettagli del rito che lo avrebbe riguardato e della
formulazione del desiderio, al
fine di tranquillizzarlo definitivamente.
Dopo aver ringraziato Kaede in modo insolitamente gentile, Inuyasha si diresse
velocemente al pozzo per
raggiungere Kagome nella sua epoca.
La ragazza, dopo una lunga chiacchierata con sua madre, durante la quale le
aveva raccontato tutti gli
ultimi avvenimenti, era tornata nel tempietto, ormai ricostruito, che conteneva
il pozzo per attendere
l’arrivo del mezzo demone e, sedutasi a terra, poggiando la schiena contro un
muro si addormentò senza
nemmeno accorgersene.
Kagome si risvegliò poco dopo sul suo letto e notando due iridi ambrate fisse su
di lei, sorrise
dolcemente e portando le braccia intorno al collo di lui, lo baciò “Ciao
Inuyasha…”
“Ciao piccola…”
“Allora?” chiese subito lei, curiosa di sapere con chi e di cosa avesse parlato
durante la mattinata.
“Allora cosa?”
“Di cosa dovevi parlare di così urgente e segreto… e con chi??”
“Siamo curiose eh!?! Va bene! Ho parlato con la vecchia Kaede a riguardo della
sfera…”
“Della sfera?? Non vorrai per caso…” tentò di ipotizzare lei, ma lui la
interruppe immediatamente “No!!
Possibile che quando parlo della sfera, dobbiate pensare che voglia diventare o
un umano o un demone
completo?!?!” affermò leggermente stizzito Inuyasha, mettendo per un attimo il
broncio. “Tu mi hai
insegnato ad essere me stesso e ad apprezzarmi per quello che sono! Non voglio
essere nient’altro che
l’hanyou a cui tu vuoi bene.”
“Oh, Inuyasha…”
“Ho chiesto alla vecchia se era possibile celare il mio aspetto a chi non
conosca la mia natura di mezzo
demone…” fece lui, bloccandosi per un istante “E se ciò possa essere trasferito
anche… beh… ai nostri
figli…”
Per un attimo, Kagome si perse a fantasticare, costruendo nella sua mente
l’immagine di lei, Inuyasha e
due splendidi bambini che vivevano felici nell’epoca Sengoku. Fu proprio quest’ultimo
pensiero a non far
comprendere a Kagome la scelta di Inuyasha “Io non capisco. Nell’epoca Sengoku
ci sono sia demoni che
hanyou. A che scopo mascherare la tua identità?”
“Beh, mi sembra evidente: non voglio rimanere a vivere dall’altra parte del
pozzo. Se apparirò come un
ningen, potrò vivere qui nel tuo mondo e tu non dovrai separarti dalla tua
famiglia. Inoltre non voglio
crescere i nostri piccoli in un epoca di guerre e morte come la mia.”
“Inuyasha… io… io non so che dire! Sarebbe tutto perfetto, ma tu… tu dovresti
abbandonare tutto.”
“Va bene così Kagome. Io voglio solo stare insieme a te!” Kagome, sentendo
quelle parole, lo abbracciò,
accoccolandosi contro il suo petto.
“Ci sarebbe un’altra questione…” aggiunse Inuyasha,dopo qualche minuto, mentre
la stringeva a sé.
“Un’altra questione??” chiese Kagome perplessa.
“Si. Ho chiesto a Kaede se la sfera fosse in grado di realizzare un altro
desiderio…” sospirò
leggermente, cercando di prendere tempo per scegliere le parole adatte. “Lo sai
Kagome, se io resto un
mezzo demone la mia vita è destinata a durare ancora parecchi secoli, mentre tu
potresti al massimo
viverne uno. Io… io non voglio vivere così a lungo senza di te!” affermò
guardandola fissando quelle
iridi color del cioccolato che amava tanto. “Forse il mio è un discorso
prettamente egoistico, ma è
così: io non posso vivere senza di te!”
“Perchè stai facendo un simile discorso, Inuyasha. Non capisco!”
“Te ne parlo perché c’è una soluzione a tutto questo: se la sfera legasse le
nostre energie vitali, tu
potresti, pur rimanendo umana, vivere quanto me.”
“Quindi tu vorresti…” cominciò Kagome, incerta, temendo di aver capito male,
venendo però fermata dal
mezzo demone “Non pensare a ciò che vorrei io. La decisione spetta a te: non
potrei mai obbligarti,
Kagome!”
“Fammi capire. Tu mi stai proponendo di prolungare la mia esistenza, vivendola
sempre insieme a te??”
Inuyasha annuì debolmente “C’è anche da chiederlo?? Certo che lo voglio! Non ti
lascerei mai solo,
perché se ti perdessi, neanche io riuscirei più a vivere!”
“Staremo insieme… ora e per sempre!!” affermò lui stringendola a sé in un
abbraccio carico di emozioni
“Per sempre…” ripeté lei, prima di baciarlo ancora una volta.
FINE
Così il lieto fine è assicurato! Beh, è stata una faticaccia scrivere e
risistemare questa storia, ma
personalmente sono molto soddisfatto di come è venuta fuori, ma confido di
migliorare in futuro!
Passiamo ai ringraziamenti!
Elychan: La giusta e doverosa fine di una fiction piena di sciagure è giunta!
L'happy Ending ci voleva proprio! Beh, pazienza che questa storia sia finita:
continuerò RIA e poi ho già in mente un paio di idee per il futuro!
Ringrazio tutti coloro che mi hanno commentato e hanno avuto la pazienza di
attendere 36 capitoli per il
giusto e doveroso epilogo della storia: un grazie di cuore!
Ragnarok79