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Autore: Up_    22/08/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe se la Prima Generazione dei Vongola nascondesse alcuni segreti? Un salto nella storia dei Vongola, per scoprire alcuni dei dubbi che avvolgono la famiglia.... Chi è la misteriosa donna ritratta al fianco di Giotto? Qual era l'accordo fatto tra lui e Cozart?
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Giotto, Kyoko Sasagawa, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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C'era un tempo in cui la Sicilia era la regione più ricca e prosperosa di tutta Italia: ammirata e stimata, la popolazione viveva in pace.
Ma tutto ció non duró per molto.
Nacquero gruppi di criminali, che come unico scopo avevano l'arricchirsi con i riscatti: rapivano persone importanti, o semplicemente dei cittadini onorari, per poi chiederne la liberazione con una elevatissima somma di denaro.
All'esterno, dunque, la Sicilia era il paradiso, mentre all'interno, era il vero e proprio inferno.
Qui vive un giovane ragazzo di buona famiglia dotato di un potere particolare: la risolutezza.
Ogni giorno sperava che qualcuno dall'animo buono accorresse in loro aiuto, liberando la città da quei malfattori…ma le sue speranze erano state vane.
Appoggiato da altri sei ragazzi, formó il primo gruppo di vigilanti della città, chiamati Vongola.
Un altra caratteristica che differenziava questo gruppo dagli altri, era il loro stile di combattimento: utilizzavano armi proprie che, a detta dei nemici, bruciavano di un fuoco infernale di colori diversi; in realtà, quelle fiamme, rappresentavano la determinazione che ognuno dei Guardiani dimostrava nel proteggere ció a cui era dedito.
Le fiamme rappresentavano gli agenti atmosferici che agiscono sulla terra; il braccio destro, nonchè guardiano della Tempesta, portava il nome di G.
Il guardiano della Pioggia, era un maestro di spada giapponese chiamato Asari Ugetsu.
Coloro che rappresentavano il Sole e il Fulmine erano rispettivamente un prete di nome e un giovane aristocratico chiamato Lampo.
Poi vi erano la Nuvola e la Nebbia, Alaude e Daemon Spade.
Infine c'era colui che rappresentava l'Armonia tra i sei guardiani, il Cielo, Giotto.
E proprio Giotto era stato il primo a tentare di ribellarsi a quello scempio che era diventata la politica siciliana; salvó molte vite grazie ai suoi interventi durante i rapimenti e le riscossioni del denaro, guadagnandosi il titolo di protettore onorario e salvatore della popolazione.

«Non posso sopportare tutto questo…io amo la mia città, la mia terra, e non voglio vederla distruggersi in questo modo»
Al suo fianco sedeva un giovane dai corti capelli rossi e dagli strani occhi dello stesso colore; lo guardava pensoso, sospirando.

«Stai facendo un'ottimo lavoro. Non vedo quale sia il problema»
Il biondo si voltó di scatto verso l'amico, stravolto.

«Non vedi qual è il problema?! Il problema è che adesso se non vengono pagati subito i riscatti dei rapimenti, va a finire che la vittima viene torturata!»
Il rosso sussultó a quell' esclamazione, dando poi una pacca amichevole al biondo.

«Devi stare tranquillo. Ultimamente non ci sono più rapimenti, no?»

Un secondo.
Un'esplosione, esattamente alle loro spalle.
Si alzarono di scatto, guardando nella direzione da dove provenivano il fumo e le fiamme.
Giotto fermó un passante in fuga, strattonandolo per un braccio.

«Cos'è successo?!»

«Hanno colpito di nuovo! Sempre loro! L'hanno rapita…povera ragazza!»

Giotto strabuzzó gli occhi, ricordandosi delle minacce di cui gli aveva parlato Bianca, la fidanzata di G, nonchè spia dei vigilanti.

"Mandano lettere di minacce alla figlia di un nobile qui nei paraggi, ma ancora non accennano all'attacco. Dovresti tenerli d'occhio: per quella ragazza potrebbero chiedere la Sicilia stessa"

Corse nella direzione della casa in fiamme, rimanendo attonito dalla scena: non c'era più la casa, ma solo una montagna di detriti e cenere.
Sentì una voce provenire da sotto alcune travi di legno, e si precipitó ad alzarle.
Sotto ad esse vi era una ragazza completamente ricoperta di polvere e cenere, che tossiva in continuazione.
Giotto la aiutó a liberarsi, ma non appena la sfioró lei si ritrasse, terrorizzata.

«Non toccarmi»

«Sono dalla tua parte, non ti faró del male»

«È la stessa cosa che mi hanno detto loro prima di fare…questo»
La ragazza indicó lo scempio attorno a se, arrabbiata.
Giotto, con la fiamma del Cielo che ardeva sulla fronte, e i guanti per utilizzare al meglio il potere della risoluzione, rimase immobile.

«Non so perchè abbiano fatto questo, ma so per certo che sono qui per aiutarti, Arianna»

La ragazza sussultó, stringendo i pugni.

«Come sai il mio nome?»

«Sei la famosa figlia di Alessandro, qui ti conoscono tutti»
La ragazza tacque, per poi riprendere a tossire un attimo dopo. 
Ebbe un senso di svenimento, e per un attimo pensó di cadere rovinosamente a terra.
Sentì le braccia del ragazzo avvolgerle la vita con compostezza, sorreggendola.

«Tutto bene?»
Non si mosse, rimase ferma al suo posto; era la prima volta che si lasciava toccare da un ragazzo, ma questo…

«Lasciami, sto ben—»
Arianna non completó la frase per via della tosse e per il senso di nausea e capogiro che le era improvvisamente venuto.
Svenne tra le braccia del biondo, incurante del fatto che fosse un perfetto sconosciuto e che forse avrebbe anche approfittato di lei.
No, non lo avrebbe fatto.
Era buono.



Si risveglió che era notte tarda, in una camera diversa, in un letto che non era il suo.
Aveva gli stessi vestiti sporchi di quando avevano cercato di rapirla, e solo il viso era pulito.
Cercó di ricordare gli ultimi avvenimenti prima di svenire, e subito un forte senso di spavento la invase: dov'era il ragazzo biondo?
Ma che gli importava.
Voleva solo tornarsene a casa, o meglio, a casa di sua zia, visto che la sua l'avevano fatta esplodere.
Si alzó dal letto, notando di essere scalza, e percorrendo in silenzio tutta la stanza finchè—

«Dove credi di andare?»

Quella voce la fece raggelare, tanto che rimase immobile e con il braccio a mezz'aria teso verso la maniglia della porta.

«A…prendere una boccata d'aria»

Il biondo le si avvicinó sorridente, scompigliandole un poco i capelli.

«Mi dispiace, ma finchè non avremmo trovato quei rapinatori, tu resterai sotto la nostra protezione»
Arianna si voltó, ritrovandosi a pochi centimetri da Giotto.

«Grazie dell'ospitalità, ma posso cavarmela da sol—»
Sentì il respiro mancarle, e la stanza iniziare a girare.
Per la seconda volta, le braccia di Giotto le impedirono di cadere rovinosamente a terra, sostenendola.

«Forse le serve ancora un po' di riposo, signorina»
Arianna farfuglió qualcosa, contrariata, mentre sentiva Giotto spostarla di peso e rimetterla nel letto.
Non appena la vide addormentata, Giotto uscì lentamente dalla stanza, incrociando lo sguardo sorpreso della Tempesta.

«Be'?»

«Cosa?»

«Si è addormentata?»

«Si, grazie anche all'effetto degli antidolorifici di Bianca…sai per caso dov—anzi, non voglio saperlo...»

G sorrise, e così anche Giotto.
Si salutarono, poi ognuno ritornó nella propria stanza.






A/N

Ed ecco il ritorno di Arianna!
*applausi*
Cozart e Giotto già si conoscono, questo avviene prima del fatto delle due famigghie…
Piaciuto?
Fatemi sapere, oppure…chiamo Hibachin e vi faccio mordere a morte (perchè nemmeno io posso dirgli di non mordere a morte i lettori :3 )

With love,


Arianna
  
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