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Autore: Cintia    22/08/2012    3 recensioni
Oggi è un mese esatto da quando mi sono iscritta qui! quindi ho deciso di farmi un regalo per questo complimese e di condividerlo con voi. spero che vi piaccia.
E' una storia che narra di Elle, una ragazza dolce che dedica il suo tempo per gli altri e che indossa una maschera dal quale vorrebbe liberarsi. Per farlo, attende l'uomo giusto al quale svelare la vera lei. Purtroppo relazioni passate le hanno lasciato l'amaro in bocca.
Leggendo scoprirete Elle, il suo mondo, i suoi desideri.

Fatemi sapere!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lo diceva anche Adele.
 
 
 Nevermind I’ll find someone like you,         non ti preoccupare, troverò qualcuno come te.
 
Sometimes it lasts in love.                            a volte l’amore dura, a volte, invece, fa soffrire.
but sometimes it hurts instead
                                

 
 Era la sua canzone preferita. Definirla preferita però era riduttivo.
Elle aveva ritrovato se stessa in quella canzone, tanto da passare due notti insonni a furia di intestardirsi per cercare gli accordi e le note.
Infine aveva completato l’opera aggiungendoci la sua voce. Non si sentiva all’altezza di Adele, ma provava comunque una strana affinità con la musica quando la cantava.
Solo in quei tre minuti si concedeva una piccola pausa dal mondo, lasciava cadere la corazza per dare voce al suo universo interiore.
Così le parole diventavano il manifesto dei suoi sentimenti, con la voce toccava punte di malinconia. In quei tre minuti si dava il permesso di ricordare frammenti della sua vita.
 
Elle era consapevole di non apparire come le bellezze che tanto ammirava sulle copertine patinate, la sua era una bellezza differente: morbida.
 Gli immensi occhi, così scuri da sfociare nel nero e poi quei capelli mossi ribelli dal colore indefinito. A chi le chiedeva il colore, spiegava che il biondo dell’infanzia aveva lasciato il posto ad una tonalità più calda.
Morbida per quel seno che le era sempre pesato, ma che i suoi uomini avevano apprezzato. Morbida per quei fianchi che le si erano arrotondati dopo l’adolescenza.
Morbida, soprattutto, a causa di quelle due guance paffute che diventavano come piccoli bignè ad ogni sorriso.
 
Molti l’avevano definita una personalità frizzante, lei sapeva di esserlo.
Faceva colpo proprio per quel sorriso da morsi, quella parlantina veloce, quegli occhioni che incantavano. Eppure sebbene molti l’avessero ammirata e corteggiata, lei sentiva dentro di sé un vuoto. Quel caratteristico vuoto dovuto al desiderio di avere accanto la persona giusta. L’uomo che l’avrebbe cullata, coccolata, sorretta. Quell’uomo che avrebbe trasformato il sesso nel piacere di dare all’altro qualcosa di più.
Ma Elle custodiva questo folle desiderio nelle profondità del suo cuore e mai ne lasciava trapelare il segreto.
 
Accoglieva tutti coloro che entravano nel suo bar con un sorriso, aveva scelto quel lavoro per passione come aveva fatto per tante altre scelte. Assieme alla tazzina di caffè, tra i profumi e gli aromi dei chicchi, serviva anche consigli di vita a chi glieli richiedeva bisognoso.
C’era sempre il cliente che entrava con il morale a terra, chi invece era euforico per una promozione inaspettata, chi voleva condividere le notizie della giornata e chi era di fretta.
In particolare c’era sempre un ragazzo che Elle, insieme alla sua amica, avevano soprannominato lo sfuggente. Entrava e usciva da quella porta del bar a tempo record, sorseggiava la sua tazzina in gran fretta, sempre silenzioso e sempre solitario.
C’era però un momento, nella sua corsa contro il tempo, in cui si fermava ad osservare Elle. La scrutava con quegli occhi celesti, sembrava trascorressero minuti invece era questione di un battito di ciglia.
Eppure Elle sentiva in quell’istante la potenza inespressa dell’uomo, ne era attratta come una falena con la fiammella. Sentiva in quegli istanti più forte che mai il desiderio di aprirsi e condividere con lui quel segreto a lungo riposto.
Ma lui usciva da quel locale troppo in fretta.
Ed Elle ritornava ad assumere la maschera che più le si addiceva. Ritornava ad essere quella ragazza dolce e spigliata, la confidente del bar dell’angolo.
Smetteva quelle vesti ogni qualvolta sentiva che queste si facevano opprimenti e dava sfogo alle sue emozioni la sera, accompagnandosi con quel pianoforte ereditato.
 
Eppure le capitò, in una giornata come tutte le altre, di imbattersi proprio nello Sfuggente.
Nella sua quotidiana corsa contro il tempo aveva lasciato incustodito il telefono, Elle se ne accorse troppo tardi e così lasciò la tazzina ancora fumante sotto la macchina del caffè, dimentica di tutto eccetto del telefono che era fra le sue mani.
Toccò la spalla dell’uomo, gliela afferrò per non farselo sfuggire.
Lui arrestò la sua corsa, la guardò per quel tempo indefinito che caratterizzava da sempre il loro unico rapporto.
Poi si chinò fino a sfiorare le labbra rosse di Elle. Era una carezza soffice, una riverenza alla sua bocca.
Soffiò sulle labbra di Elle. Sei così morbida le disse.
Elle capì allora di aver trovato il confidente giusto. L’uomo al quale avrebbe potuto rivelare la sua essenza più profonda.
Tornarono ad accarezzarsi incuranti della gente, delle macchine.
Erano rinchiusi in quel mondo che avrebbero, passo dopo passo, costruito insieme.
Ignari che il destino, nelle sembianze di un telefono, ci aveva messo lo zampino.
 







grazie per essere arrivato fino a qui,
con affetto,
C.C.

  
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