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Autore: Polveredigente    22/08/2012    7 recensioni
E' una notte silenziosa ad Hamilton.
Una solita e nevosa notte nel cuore del Canada.
Il mondo tace, solo qualche animale lontano rincorre la propria preda, un ululato squarcia il silenzio, chi rivedrà la luce del sole?
Io scommetto sul più grande, qualsiasi cosa sia.
E' una notte silenziosa ad Hamilton ed una ragazza è pronta a cambiare vita, ancora una volta, ma lei ancora non lo sa.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love sucks.






Il silenzio avvolge la casa.
E la cosa stranamente mi disturba, dovrei esserne abituata, vivo da sola da anni, ma da quasi un mese la casa è sempre in subbuglio, piena di voci, anche se magari sempre le stesse, di risate, perché no aggiungiamo lacrime e parolacce, ma almeno era piena.
Adesso invece si torna alla normalità, è tutto spento, tutto cosi incredibilmente monotono che mi fa paura.
Danielle è via con i genitori, una rimpatriata, mi ha detto, che fanno tutti gli anni alle porte del natale, anche se non la capisco visto che lasciano la figlia da sola quasi per tutto l’anno e poi se ne escono con questa meravigliosa vacanza sulla neve, Jake sta dando tutto se stesse a quel corso strano di pittura invece, e quindi lo vedo pochissimo, ci sentiamo solo per telefono, tra un ritratto e una natura morta.
Ed io sono qui, sola, con la neve che cade e mille pensieri in testa.
Il silenzio non mi ha mai fatto paura, può opprimerti della volte, può schiacciarti in un secondo, ma può essere sconfitto, può essere riempito, c’è la musica, c’è il telefono che squilla, c’è un vecchio film che danno continuamente solo perché è Natale.
Il vero terrore è verso la solitudine.
La solitudine non si sconfigge, non si riempie, se sei solo dentro puoi avere anche i migliori amici del mondo, anche i più casinisti, divertenti e stupidi, puoi essere circondato da persone meravigliose, puoi anche essere il capo del mondo, ma non te ne accorgi, se non hai nessuno con cui condividere la tua felicità, puoi chiamarla davvero felicità?
Wonderlwall interrompe il flusso dei miei pensieri e corro verso il cellulare con un po' di speranza nel petto, non sono sola, e la solitudine è lontana anni luce da me.
“La mia ragazza si sta dando da fare o le manco incredibilmente?” Non ho nemmeno il tempo di accettare la chiamata che la voce stridula di Danielle mi risuona nelle orecchie.
“Potresti evitare di urlare, qui siamo ancora tutti udenti.” Dico io con un tono normale, ma leggermente divertito.
“Abituati al mio tono di voce. Danielle Bull sta tornando babe!” Urla ancora con più forza, sfondandomi sicuramente un timpano.
“Quando torni Dan?” Dico acquattandomi sul divano e allontanando il cellulare preventivamente.
“A giorni dovrei essere lì. Dovevamo partire domani, ma una tormenta di neve ha fatto qualcosa.” Risponde questa volta pacata, ed io sorrido, la neve ha fatto qualcosa.
“Ti stai divertendo?” Chiedo immaginando i capelli arancioni uscirle da enormi e costosissimi cappelli bianchi, soffici come la neve.
“Mi mancate tu e quella troia ambulante di Jake.” Sono contentissima del meraviglioso rapporto che si è creato tra il biondo e la rossa, in pratica siamo diventati un bel trio, i problemi inizieranno quando Jake vorrà ricominciare la sua vita da vagabondo, e tutta l’Inghilterra sentirà le urla di Danielle.
“Bel soprannome amica.” Ridacchio, pensando alla faccia di Jake quando lo chiamò per la prima volta cosi, con quegli occhi grandi e il broncio tenerissimo.
“Lo sai bene che sono la migliore.” Afferma immediatamente cominciando ad urlare, ancora.
“Nulla da ridire.” Cedo dopo un po’ di mezze parole e grugniti, la migliore assolutamente, certo. Oltre tutte le parolacce che dice, e le continue urla, e la prepotenza con cui mi butta giù dal letto ogni mattina, e la sfacciataggine.
“Fai bene. Con Melek?” Mi sembra quasi di sentire la sua voce cedere e di vederla sorridere o toccarsi i capelli.
“Mi manchi da morire, ora dovrei andare a portare il cane a fare una passeggiata, quindi ci sentiamo dopo.” Rispondo io tutto d’un fiato, iniziando a mordicchiarmi il labbro già fatto a sangue.
“Ma non hai un cane..” La sento sbraitare, ma è troppo tardi e le ho già chiuso il cellulare in faccia buttandolo ai miei piedi.
Con Melek?
No, tutto bene, chiudo gli occhi. Ci vediamo tutti i giorni, mi porta la colazione a letto, è la persona più dolce di tutto il mondo e abbiamo fatto l’amore già una decina di volte.
Come?
Ah, hai capito che sono tutte puttanate?
Melek non lo vedo da quel giorno nel parchetto, quando ha avuto l’incredibile idea di spiccare il volo e lasciarmi da sola a complessarmi sotto la pioggia.
Dov’è andato?
Me lo chiedo anche io, tutti i giorni, tutte le volte che vedo una macchina blu sfrecciarmi davanti penso ai suoi occhi, alle sue mani, alla sua voce.
Ma non è che quel giorno mi hanno messo qualche pasticca nel caffè?
Non può essere un angelo.
Gli angeli non esistono, cioè possono esistere quelli biondi, paffutelli, con le labbra a cuore e la voce melodiosa, Melek è tutto fuorché un angelo.
Io però l’ho visto volare, io sono convinta di averlo visto in qualche altro momento, o vita, io sento di conoscerlo, quando sto con lui è come se fossi in un continuo dejà vu, prima l’impazienza di conoscere e poi la consapevolezza di saperlo già.
Io e Adrian ci siamo conosciuti, non so dove, l’assurda certezza che mi scorreva nelle vene adesso è sparita, devo ammetterlo, ma sfiorarlo, toccarlo, anzi proprio lui stesso mi trasmette un garbuglio di emozioni che non riesco ancora a sciogliere, non è solo attrazione fisica, non è semplice amore, è qualcosa di più profondo, è come se dovessi riconoscerlo tra mille, è come se dovesse essere semplicemente lui.
Sono passate due intere settimane, se non qualche giorno in più, e non l’ho più visto.
Tutto nella norma, dite?
Sparisce sempre è vero, ma mai cosi a lungo, e poi perché proprio da quel giorno?
Non riesco a concentrarmi su altro, anche se impongo al mio cervello di non pensarci lui ritorna meccanicamente ad Adrian appena ne ha tempo.
Cerco anche di convincermi che non mi manchi, ma non ne sono ancora del tutto convinta.
Ammettere che mi manca non cambierà le cose no?
Non farà star zitto il cuore, non fermerà il cervello, non diminuirà la portata dei pensieri, tantomeno lo farà venire da me con un mazzo di girasoli.
Ammettere che mi manca è un puro atto di masochismo, perché sfilano in tondo tutti i bei ricordi di quando eravamo insieme, dominati sicuramente dal bacio, mi guardano e mi sembra quasi di sentirli ridere, sembra che si prendano burla di me, perché loro sanno, come sto capendo anche io,che inesorabilmente non sarà mai più cosi.
E’ mai stato cosi?
Ci puoi provare anche a essere indifferente, tenti di ignorare i ricordi, cerchi di non farti sfiorare da emozioni troppo forti, e scansi sentimenti che ti fanno paura.
Tieni tutti fuori, senza distinzioni, un no di massa alla gente, perché la gente può ferire e tu non vuoi star male, gli sguardi che si posano su di te non hanno effetto, sei apatica, non riesci nemmeno a pensare, perché cerchi di non dare un senso all’assurdità che hai in testa.
Ma quanto a lungo può durare questa farsa?
Quante volte puoi evitare di dire la verità?
Quante volte puoi negare l’evidenza, anche se questa ti fa paura?
Non per sempre, di questo sono certa, prima o poi tocca a tutti noi vedersela faccia a faccia con la verità, e non sempre questa ti tratta con i guanti bianchi.
Scuoto velocemente la testa, cercando di scacciare via i brutti pensieri e vado a farmi un caffè, almeno tengo testa e mani occupate, e poi mi riprendo anche.
Ma che ore sono?
Anzi meglio che giorno è oggi?
Sto impazzendo.
 
 
I miei migliori amici sono diventati divano e letto nell’ultima settimana, ed oggi non è assolutamente un’eccezione anche se non so dopo quanto tempo c’è un po' di sole ed il mio cervello mi impone di uscire, ma il mio corpo si oppone con ogni forza e da come si stanno mettendo le cose credo vincerà quest’ultimo.
Inizia una lotta silenziosa dove la mente vuole andare fuori, leggere un libro, fare quattro passi, stare al sole, uscire, ed il corpo vuole stare solo per sempre su questo stupido divano a poltrire.
Purtroppo a vincere ancora una volta è il cervello, sta suonando il campanello e devo assolutamente andare a rispondere prima che mi sfondi tutte e due le orecchie.
“Chi è?” Sbraito aprendo la porta fregandomene altamente di chi possa essere.
“Si risponde cosi al tuo migliore amico che vuole solo salvarti dal suicidio?” Appena vedo una testa bionda e registro la voce di Jake le braccia si muovono da sole verso il suo collo e la testa si sistema tra la spalla e il suo collo. “Ecco la mia bambina.”
“Jake diamine ma che brutta fine hai fatto?” Decido di non muovermi da quella posizione e lui lo capisce, infatti chiude la porta e ci avviciniamo al divano dove cadiamo con un tonfo.
“Ogni tanto tocca anche a me studiare, e fra studio, bambini, lavoro e colori non ho avuto nemmeno più tempo per bere una birra con la mia Anya.” Mi accarezza i capelli come lo si farebbe ad una bambina.
“Hope!” Ridacchio sul suo collo e continuo “Sai che è illegale farmi bere?”
Mi guarda storto, si gratta il mento e poi velocemente mi lascia un bacio a fior di labbra.
“Anche questo è illegale no?” Io rimango ancora con gli occhi spalancati, e l’unica differenza che sento sono le labbra adesso umide, Jake chiaramente non fa per me.
Non sento niente nello stomaco, e nessun’altra parte del corpo è in subbuglio in questo momento, le gambe sono stabili, il cuore è sereno, il mondo intorno continua a girare ed io sono ancora qui sul mio divano.
Con Jake è facile, con Jake è semplice, con Jake è tutto liscio, ma è questo amore?
Ma chi ha detto che l’amore deve essere senza ostacoli?
Che gusto ci sarebbe in fin dei conti?
L’amore è fatto di alti e di bassi, è fatto di salite e di discese, è fatto di salti in alto e poi di immersioni subacquee improvvise, l’amore è acqua, ma è soprattutto fuoco, l’amore è casa, ma è avventura, l’amore è tranquillità, ma passione, l’amore però è soprattutto brivido, e nessun brivido mi ha accarezzato la pelle adesso.
Nemmeno uno piccolo, delicato, alla base del collo.
Sono lucida, ho il controllo di tutte le mie emozioni e in questo istante non riuscirei nemmeno a schiaffeggiare Jake, non sono arrabbiata, sono indifferente, non è un ragazzo, non è un estraneo, è Jake.
“Si, anche guardarmi come stai facendo lo è, smettila!” Gli do uno schiaffo in piena viso, ma sembra non sortire l’effetto desiderato.
“Ho conosciuto un ragazzo!” Afferma accarezzandomi la nuca concentrato su qualcosa che io non so,
“Davvero?” Esordisco io quasi urlando. “ E me lo dici con questa faccia?” Gli tiro un pizzico sull’orecchio e continuo “Voglio sapere tutto. Adesso.”
“Con che faccia dovrei dirtelo?” Ritorna a guardarmi e sorride leggermente, io lo fisso allibita e mi allontano.
“Cazzo Hope ho conosciuto un ragazzo.” Dico urlando con una voce leggermente più mascolina.  “E’ fantastico. E’ dolce, bello, simpatico e ricco. E ha un fratello per te.” Mi ficco le mani nei capelli sorridendo in modo esagerato e muovendomi sul divano. “Ci sposiamo l’anno prossimo.” Tossisco e riprendo a parlare normale. “Diciamo che cosi potrebbe anche andare bene.” Lui si morde un labbro come per non scoppiare a ridermi in faccia ed è però silenzioso. “Ho azzeccato almeno una di queste cose?”
“E’ bello.” Un ghigno si disegna sul viso di solito angelico di Jake “E dotato.”
Non riesco a capirlo e questa volta rimango io in silenzio con un’espressione interrogativa. “Abbiamo fatto sesso Hope.”
“Ma che cazzo fai? Da quando vi conoscete? Ti uccido.” Cerco di strangolarlo ma mi ferma e si alza ancora ridendo.
“E’ un pittore, lo fa per professione. E’ venuto a farci una lezione, e ci siamo piaciuti.”
Si siede sul tavolino e incrocia le dita sotto il mento.
“Poi? Continua, non posso tirarti i particolari.” Mi metto a gambe incrociate pronto ad ascoltarlo mentre le vedo assolutamente pacato.
“E poi abbiamo fatto sesso a casa sua, la sera stessa.” Conclude alzando le spalle e aspettandosi una risposta decente, io invece gli butto contro un cuscino.
“Ma nessuno ti ha insegnato che non la si da la prima sera?” Apro le mani come a voler dire che è logico. “A 14 anni di che parlavate? Non si da, merda.”
“Fra noi è un po' diverso.” Si pizzica la punta del naso e scuote la testa.
Non è logico, non è diverso.
La prima sera non si conclude, è matematico.
O sei ubriaca fradicia o sei una di quelle prostitute per mestiere.
“Taci. E adesso sto pittore è sparito no?” Mi accarezzo il collo “I pittori sono tutti strani, tutti gli artisti anzi, hanno un loro mondo..” Bofonchio sotto voce, ma mi ha sentito e mi squadra da testa a piedi.
“Anche io sono un artista, bimba. E comunque, lui è vivo e vegeto. Sono io che sono sparito.” Finge di scrollarsi un po' di polvere dalle spalle e poi si ammira le unghie con aria rapita.
“Ripeti.” La mia voce è un sussurro.
“Lui continua a chiamarmi, almeno 10 chiamate al giorno. Ma lo ignoro.” Un’altra delle sue fastidiosissime scrollate di spalle, in casa dovrei impedirlo. Tenete le vostre spalle ferme.
“Dimmi il perché adesso e potrei non ucciderti.” Ridacchio fra me e me, cercando di ignorare quanto stupida sia stata quell’idea e mi concentro sulla sua espressione.
“Non lo so, sinceramente.” E’ sereno. Non sta impazzendo perché vuole capire, non si sta nemmeno impegnando minimamente, non capisce e gli va bene cosi. Vorrei tanto ucciderlo con lo sguardo, ma più efficaci dello sguardo sono le mie mani e cerco di schiaffeggiarlo, ma si protegge sorridendo dietro le mani.
“Non ha senso, hai detto che ti piaceva.”Urlo e continuo a dimenarmi cercando di fargli del male.
“Se torni a posto continuo.” Mi risiedo come prima e mi sistemo i capelli.
“Mi piace, è un bellissimo ragazzo. Ed ha anche parecchio fascino, sai barbetta, capelli scuri, occhi chiari, un sorriso mozzafiato..” Inizia sognante lui, ma la mia mente come al solito mi tradisce e solo l’immagine di un ragazzo mi vaga in testa e quasi non sento più la sua descrizione, perché mi perdo ad ammirare la linea perfetta che disegna la sua mascella nei miei sogni. “Mi ascolti?”
“Si..”Scuoto la testa e cerco di riparare “In pratica un dio greco!
“Praticamente si. E poi è più grande…” Si morde un labbro e sospira lievemente alzando gli occhi al cielo, mi sembra quasi di vederlo preso. Ma che senso ha l’ignorarlo? Nessuno e poi perché questo continuo senso di incertezza? Non capire Jake mi dà fastidio, sono stata sempre abile nel leggere le sue emozioni, le sue paure, le sue insicurezze, ma adesso sento quasi che abbia eretto un muro nei miei confronti, come se non volesse rendermi partecipe della sua vita, come se volesse tenermi al di fuori di tutto.
“Ma?” Mi sta mettendo ansia, se devi dirmi qualcosa non devi farlo a puntate.
“Ma non lo so. Mi piace, ma non ne sono innamorato. Sono tutto sbagliato cazzo.”
Affonda la testa fra le mani e come gli sfioro i capelli chiari con una mano lo vedo sussultare.
“E’ normale non esserne innamorati. Vi siete visti una, due volte? Con calma, dai calma alla vita. Non dirmi che te lo lasci scappare cosi..” Continuo ad accarezzargli la nuca con calma e lui ha ancora la faccia nascosta dalle mani.
“Di te mi sono innamorato la prima volta.” Si alza di scatto e mi guarda negli occhi, che sento umidi e che soprattutto iniziano a pizzicare.
Innamorato.Che parolone sta usando? Come può essere innamorato di me?
Come può solo pensare che io possa piacergli? Jake è gay.
“Io sono una femmina..” I suoi occhi grandi e infinitamente lucidi non aiutano, oggi sono verdi, di un verde che quasi mai ho visto sul suo viso, e sono vicini. Ma lo stomaco è vuoto, la testa è calma, sono in pena per lui, ma sono cosciente. Solo gli occhi si disperano, solo il cuore batte lento, solo le mani vorrebbero stringerlo più forte.                
“Ed io un uomo, dovrebbe essere più normale fra noi, che fra me e Adam.” Si massaggia le tempie con vigo
“Ahh, sappiamo il nome quindi.”
“Si, Adam Clarfer. Ventinove anni. Stimato in tutto il mondo per la sua bravura e per la sua bellezza.” E’ ancora calmo, io non riuscirei a star ferma sulla sedia, meglio sul mio tavolino, un ragazzo del genere, da come l’ha descritto meglio di un qualsiasi modello, è interessato a lui, e lui è calmo e lo ignora. Gli uomini..
“E questo certo Adam ti sta chiamando, in questo momento. Rispondi.” Afferra il cellulare con forza dalle mie mani e lo sbatte per terra, poi torna a fissarmi, con un’intensità e una sicurezza disarmanti.
“Hope cazzo io amo te va bene? Non me ne fotte che io sia gay da quando sono nato, non me ne frega un cazzo che io abbia dato il mio primo bacio all’asilo ad un maschio okay? Io ti amo.” Prende fiato per un secondo ed io rimango muta, anche i pensieri si sono improvvisamente ammutoliti. “E’ qualcosa di assurdamente incomprensibile, quando guardo una ragazza sospiro e sono quasi schifato, è donna, è femmina. Con te è diverso, mi sento attratto da te come non è successo mai prima. Tu non sei donna o uomo, tu sei Hope. Tu sei la mia bimba.” Una mano si avvicina piano al mio viso e lo sfiora con una dolcezza impagabile.” Non amo te come donna, come uomo, amo te come persona, ed è una cosa fantastica. Non sono mai stato innamorato di nessuno, ma con i maschi è diverso, dopo il sesso non c’è più niente, con te invece, con te invece il sesso sarebbe l’ultima tappa, il coronamento di tutto. Casa mia è tappezzata dai tuoi occhi, dalle tue mani, dai tuoi sorrisi. Io vivo di te. E non so nemmeno il perché te lo stia dicendo, merda.”
“Jake prendi fiato.” Adesso sono io che gli accarezzo il volto, per alcuni minuti lui rimane in silenzio, la mia mente si rifiuta di pensare, sono concentrata su di lui, e noto il momento in cui si rende conto di qualcosa, si scosta da me, brusco, e si alza in piedi.
“Non mi serve capisci? Quando sono con te nient’altro ha senso. Sono innamorato okay? E’ questo l’amore? Non lo so. Non me ne frega. Non voglio più essere innamorato. L’amore fa schifo. Non sono adatto all’amore. E’ giusto essere innamorati e stare cosi male? L’amore non è il sentimento più puro del mondo? L’amore è una merda.” Un singhiozzo spezza il discorso ed io lo guardo senza riuscir a muovere un muscolo.
“Jake..” Non riesco ad elaborare nient’altro. Si accascia contro il mio petto in lacrime e non posso far altro che accoglierlo tra le mie braccia e cullarlo lentamente. “Sei un amico Jake, forse il migliore che abbia mai avuto.”
“Non mi basta, cazzo.” Urla contro di me, poi fa un respiro lunghissimo e continua con più calma.“Hope io vorrei essere molto di più di un semplice amico, lo sai no? Ma mi accontento e ti voglio nella mia vita, a qualsiasi condizione.”
E’ questo in realtà l’amore? Aver bisogno dell’altro e accontentarsi di tutto quello che può darci? Senza chiedere nulla? L’amore è donare e mai chiedere. L’amore è ricevere e star male. L’amore è tutto, ma ti può render niente.
Era cosi chiaro che saremmo arrivati a questo punto, tutti lo sospettavano, sin dal primo mese che abbiamo trascorso insieme, solo che io con la mia stupida voglia di non pensare ci passavo sopra, ignoravo bellamente le mezze frasi dolci che mi regalava Jake, toglievo importanza ai piccoli gesti che mi dedicava, davo per scontato il suo volermi bene.
“Non devi stare male, non te lo permetterò.” Bisbiglio accarezzandolo e stringendolo più forte possibile. Jake mi ha detto delle parole meravigliose, Jake è un ragazzo fantastico, Jake è migliore di me sotto ogni sfaccettatura, ma posso dire di amarlo quando è bugia?
Posso mentirgli solo per farlo felice per un, due, forse tre mesi?
Ne vale davvero la pena?
Non credo, voglio vederlo felice, voglio sentirlo ridere di gusto con Danielle, voglio mangiare ancora qualcosa preparata da lui, voglio averlo per casa e sentire la sua voce, voglio vedere il suo broncio e ascoltarlo canticchiare parole di canzoni che non sa, ma potrei mai essere cosi egoista? Riuscirei a dirgli si, ti amo anche io solo per tenermelo stretto? Non ci riuscirei, non è da me. Non sarei Hope. Non sarebbe giusto.
“Vuoi vedermi felice?”Annuisco debolmente e lo sento sorridere fra le lacrime.
“Tienimi nella tua vita.” Mi stringe ancora più forte nella morsa ferrea che abbiamo creato sul divano, il suo cuore batte forte, il mio se possibile in questo momento batte leggermente più piano, sta cercando di ricomporsi piano piano, ha perso un piccolo pezzo, ha perso la parte che sperava un giorno di vedere Jake felice, insieme a me.







Salve persone! 
Okay c'è qualcuno che si ricorda di me?
Tra vacanze, pc rotto, nottate e puttanate varie non sono stata per niente a casa e quindi il capitolo si è fatto aspettare parecchio.
Saprete perdonarmi vero?
Il capitolo almeno è bello lungo e prometto che non passerà più cosi tanto tempo.
Adesso però mi lasciate na recensione?
Vi regalo una caramella.
Fatemi sapere la vostra, che per me è fondamentale e siate sempre sinceri.
Grazie a tutte, spero continuerete a leggermi e recensirmi.
Buona lettura!

-Allen

  
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