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Autore: anonima K Fowl    22/08/2012    4 recensioni
Cosa succederebbe se, in una mattina cominciata come le altre, Artemis scoprisse della scomparsa di Beckett e Myles?
Aiutato da Spinella Tappo, Artemis dovrà scoprire dove si trovano i fratelli e riportarli a casa sani e salvi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un grazie infinito a tutti coloro che seguono, ricordano, leggono ecc... la mia fanfiction, sopportando il fatto che posto i capitoli a distanza di mesi.
Inoltre stavolta il capitolo è per Nanu_san che con pazienza ha recensito ogni capitolo!



Capitolo 14 – Ormai siamo dentro e non si esce più!

 
Erano proprio davanti all’entrata del labirinto.
Sembrava come emanare un’aura di mistero e angoscia, circondato com’era da una sottile nebbiolina.

 - Senti, Artemis, dimmi almeno questo: pensi che sia rischioso che io sorvoli il labirinto per darvi informazioni?
 - Sì. Non vedi la foschia che è nell’aria? Qui in basso non la si trova, circonda solo la parte più alta delle siepi.

Anche Leale ci aveva già pensato.
 - Dev’essere un veleno immesso nell’aria, o qualcosa di simile…
 - Già, lo avevo immaginato… Ma è così frustrante non poter far altro che entrare dritti dritti in una trappola! Mancherebbe solo uno zerbino “benvenuti nella trappola più evidente che esista” e il quadretto sarebbe perfetto…

L’elfa era visibilmente frustrata.
Artemis le rispose con un sorrisetto tirato.

 - Non sei d’aiuto, Spinella.
 - Beh, nemmeno tu se è per questo. – borbottò alludendo alla scenata di poco prima.

Il ragazzo non ribatté. Non si era certo comportato in modo molto confortante pochi attimi fa e non aveva argomenti con cui replicare.
Lievemente imbarazzato, si scoprì a chiedersi se Spinella lo avesse giudicato eccessivo o infantile nella sua reazione.

 - Beh, ci muoviamo? – sbuffò Spinella, incapace di aspettare un momento di più lì fuori nell’indecisione.
 - Sì. Andiamo.

Quasi senza accorgersene, tutti e tre trattennero il respiro con il primo passo con cui varcarono la soglia del labirinto.
Altrettanto senza accorgersene, Artemis e Spinella si erano presi per mano.
Quando ne presero atto non sciolsero le dita intrecciate ma si guardarono intensamente, e annuirono.
Era un cenno che venne loro spontaneo e quasi in perfetta sincronia, significava che erano contenti di trovarsi assieme anche se in una situazione del genere, che temevano per ciò che sarebbe avvenuto, che ormai la loro strada era tracciata e non restava che percorrerla. Assieme.
Si conoscevano da così tanto ormai che bastava il silenzio per intendersi.
A Leale non sfuggirono i loro gesti e pensò con un sorriso che era ora che il ragazzo si accorgesse di quanto in realtà si fosse affezionato all’elfa.
Non riuscì a trattenersi dal dare un’occhiata dietro di sé, guardare la luce pomeridiana e il mondo ignaro che lavorava incessantemente mentre loro si addentravano in quelle fitte siepi che sembravano separarli dalla realtà.
Ma che pensiero poetico, si disse con una punta di ironia.
Il mio compito è quello di proteggere Artemis, Spinella se ci riesco e salvare i due gemelli.Non poco, anche per una guardia del corpo del suo calibro.

 - Come procediamo?- chiese, scontento di dover interrompere il silenzio pieno di sottintesi che era sceso fra i due giovani. Beh; fra il giovane e l’elfa un po’ meno giovane, in realtà.
 - Giriamo sempre a destra e cerchiamo di segnare il nostro passaggio a ogni svolta, anche se dubito che qualunque indicazione che tracceremo non sarà cancellata.
 - La tua fiducia nella riuscita dell’impresa è sempre presente, vedo. – ribadì ancora Spinella, senza scostare la mano da quella del ragazzo che camminava accanto a lei.

Artemis non se la prese.
E non ci volle molto perché si incontrassero i primi problemi. Meno di un minuto di cammino ed erano già davanti a una biforcazione del sentiero.

 - Destra. – mormorarono tutti.
Leale afferrò una grossa manciata di foglie e rametti dalla siepe più a destra, senza particolare difficoltà li strappò e li buttò in terra creando così un notevole varco tra i cespugli.
E così è contrassegnata, annuì tra se l’omone.
Ancora un minuto abbondante e di nuovo si trovarono costretti a spostarsi verso destra.
Tutti sapevano che prima o poi avrebbero imboccato un vicolo cieco ma non si diedero troppa pena: era una cosa scontata; oltre al fatto poi che il loro obiettivo era più probabilmente al centro del labirinto e che andando sempre a destra sarebbero riusciti a non perdersi ma certo non avrebbero raggiunto la loro meta. Prima o poi avrebbero dovuto comunque cambiare strada.
Continuarono a procedere attraverso l’intricato percorso da loro scelto, per compagnia solo il suono dei passi smorzato dall’erba e le mani strette di Artemis e Spinella.
 
 - Artemis?
Il giovane scosse la testa e non rispose, mormorando fra sé qualcosa.
Spinella si divincolò dalla sua stretta, per mettersi di fronte a lui e chiedergli cosa mai stesse facendo; ma Artemis aumentò la presa sulla sua mano impedendole di allontanarsi da lui. Le lanciò un’occhiata strana, che l’elfa on riuscì a decifrare, ma credette comunque fosse meglio zittirsi. Diede invece un’occhiata al cielo sopra di loro: lei era claustrofobica e le dava molta ansia il trovarsi chiusa così tra due pareti, per quanto di fogliame. Ma la vista del cielo non la rasserenò affatto, poiché era coperto da una foschia opaca innaturale. Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul calore della mano di Artemis.
  
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