Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: _Explosion    22/08/2012    6 recensioni
Sulla Terra tutto sembra come prima. Ma qualcosa si agita nel mondo e Gohan dovrà scontrarsi con esso. Scoprirà un nuovo nemico, il più difficile da sconfiggere: la paura. Per sè e per chi ama.
E Gohan dovrà affrontare un viaggio che lo porterà lontano, dove tutto è cominciato.
Avventura, riflessioni, amore, paure, si intrecceranno in una storia che vedrà protagonisti Gohan, Videl e le loro famiglie.
_____
Tutte le storie devono avere una motivazione. Quella più importante, per me, riguarda il personaggio di Gohan.
Il personaggio che, più di tutti, vive una profonda trasformazione nel corso della storia. Sbaglia, soffre, cresce. Le sue paure, le sue aspirazioni, la paura di deludere chi ama, i sensi di colpa sono solo accennati ma vanno a formare un personaggio incredibilmente sfaccettato.
E incredibilmente sottovalutato. Toriyama lo trasforma da giovanissimo talento, futuro e presente eroe del pianeta, a un sedicenne che non ha voglia di allenarsi e a uno studioso che di Saiyan non ha più nulla.
E allora questa storia vuole ridare dignità al personaggio che, sopra ogni altro, ne è stato privato. Perché se la merita.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 



La capitale


Gohan corse al pannello di controllo. Disinnescò il pilota automatico e afferrò saldamente il volante. Videl, dietro di lui, osservava il pianeta Vegeta.
Non era molto vasto e poteva essere diviso sostanzialmente in due zone: una in cui spiccavano palazzi ed edifici, l'altra quasi deserta, dove le rocce facevano da padrone.
Al limitare delle due zone, si vedeva quella che doveva essere una base di atterraggio dove molte delle navicelle che volavano in orbita si stavano dirigendo.
Gohan virò per allontanarsi e si diresse rapidamente verso una zona deserta. Dopo aver verificato che non ci fossero centri abitati, iniziò le manovre di atterraggio.
Quando ebbe spento i motori, scese al piano di sotto. I bambini erano seduti sul divano, Goten era in visibilio mentre Trunks pareva ancora offeso.
Durante quella settimana, i primi giorni si era nascosto dietro un mutismo ostinato. Gohan aveva tentato di farlo ragionare, ma ogni tentativo era vano. Videl, che sapeva di essere la causa di quel litigio – il primo così serio tra i Saiyan – cercava di dargli meno fastidio possibile. I giorni seguenti Trunks pareva essersi rassegnato, ma durante l'atterraggio il cattivo umore era tornato.
Gohan si sentiva tremendamente in colpa. Non voleva far soffrire in quel modo il bambino, ma non c'erano alternative. Ma si era ripromesso che prima di scendere avrebbe risolto la questione.
Si sedette sul divano accanto a loro, i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani strette l'una nell'altra.
- Trunks -
Il bambino non rispose.
- Trunks, ascoltami. Non voglio che tu prenda il mio ordine come una... punizione o una preferenza verso Videl. So benissimo che tu dovresti scendere. Qui hanno vissuto – e vivono ancora - tuo padre, tuo nonno. Tu sei il principino Saiyan, hai diritto a venire con noi.
Ma, cerca di capirmi, è pericoloso. Non voglio rischiare che ci dividano, meno siamo meglio è. Abbiamo fatto due gruppi omogenei. Ascoltami, io e Videl scenderemo a terra. Torneremo il prima possibile e, dopo aver visto come comportarci e se non sarà pericoloso, scenderete con noi. Ve lo prometto -
Goten guardò Trunks sorridente e fiducioso: - Lui le mantiene sempre le promesse -
Trunks, finalmente, sorrise – Va bene Gohan. State attenti laggiù -
Gohan sorrise raggiante e gli scompigliò i capelli con fare affettuoso. Poi accolse tra le sue braccia Goten - Non fate disastri, mi raccomando. Ricordate cosa vi avevo detto? Se si avvicina qualcuno fate finta di niente, mettete l'astronave nella capsula. Se le cose si mettono male, gettate la capsula a terra e fuggite con le vostre navicelle piccole -
Fece una pausa e lanciò un'occhiata a Videl – Se non torniamo entro cinque giorni, lasciate qui la capsula con questa navicella e partite -
Goten lo guardò allibito, ma il fratello prevenne ogni sua obiezione: - Cos'hai appena detto a Trunks? Mantengo le mie promesse. E ti prometto che torneremo, con voi o da soli -
Il bambino non era ancora convinto, grosse lacrime si stavano formando agli angoli dei suoi occhi.
- Ehi piccolo! - lo chiamò Gohan sorridente – Mi offendi se fai così. Ti ricordo che ho sconfitto Cell, che era mille volte più forte di Freezer. E ora i Saiyan temono Freezer e sono troppo deboli per sfidarli. Credi che dopo il potenziamento con Kaiohshin il Sommo sia così debole da essere in pericolo? Neanche se tutti i Saiyan mi attaccassero contemporaneamente riuscirebbero a battermi! -
Gohan non era solito vantarsi a quel modo, ma Videl capiva che il suo unico scopo era tranquillizzare il bambino. E così andò, infatti Goten tirò su col naso e rivolse un sorriso coraggioso a suo fratello.
- Bravo piccolo, ricorda quello che ti ho detto. E non dimenticare di azzerare la tua aura, a meno che qualcuno non dubiti del tuo essere saiyan. Ma non aumentarla troppo, non devono spaventarsi -
Lo sguardo di Gohan si riempì di tenerezza e affetto, strinse ancora a sé Goten e gli diede un bacio sulla guancia.
Vedendo che Goten era ancora un po' in pensiero, posò di nuovo le labbra sulle gote paffute del bambino e trasformò il bacetto in una pernacchia. Goten scoppiò a ridere e tentò di divincolarsi. Il giovane lo lasciò andare, si alzò, andò a vestirsi e a prendere le capsule che aveva preparato con tutto il necessario. Quando uscì dalla stanza, vide che Videl aveva fatto lo stesso. Si avvicinò al suo viso perplesso, pronto a porre una domanda.
- Lenti a contatto – lo anticipò lei – Bulma le ha messe insieme alla mia divisa -
- Menomale che pensa a tutto – convenne scrutando quegli insoliti occhi neri.
Lui e Videl si avvicinarono al portellone e uscirono. Salutarono con un cenno Goten e Trunks, affacciati all'ingresso e rivolsero il loro sguardo verso la città.
Gohan trasse un profondo respiro. Guardò Videl, anche lei seria e concentrata.
- Sei pronta? -
Lei sfoderò un sorriso raggiante – Certo -
Insieme, iniziarono il loro volo a bassa quota verso la capitale del Pianeta Vegeta.



Volavano da una decina di minuti. Erano ormai vicini alla città e Gohan preferì atterrare e proseguire a piedi. Camminavano in silenzio, finchè Videl non spezzò la tensione:
- Qualche mese fa non mi sarei mai immaginata di arrivare fin qui -
- Non ci avresti nemmeno creduto -
Videl rise: - Ah no, di sicuro. Ricordi com'ero scettica? -
Anche Gohan si unì alla sua risata: - Già, quanta fatica per convincerti che tutto quello che vedevi non fosse un trucco -
- Era la mia parola preferita -
- Forse saresti stata più al sicuro non fidandoti di me – bofonchiò Gohan, quasi tra sé e sé
Un pugno lo colpì sul braccio. Si voltò attonito a guardare alla sua sinistra, ma non vide altro che una Videl indispettita.
- Ancora con questa storia? -
Gohan non rispose, ancora stupito.
- Chiedi scusa! -
- Ma... io... - Il ragazzo non sapeva cosa rispondere. Dopo un attimo di silenzio si fermò e si volse a guardarla. Le sfiorò delicatamente la guancia con la punta delle dita, guardandola dolcemente.
- Mi sei mancata -
Videl gli gettò le braccia al collo e iniziò a baciarlo. Gohan, dopo un primo momento di stupore, le posò le mani sulla vita e rispose ai baci frenetici di Videl, senza quasi riuscire a respirare. La ragazza gli prese il volto con le mani, quasi con disperazione.
Quando finalmente si staccò, dopo un paio di minuti, gli sorrise leggermente affannata
- Anche tu -
Si girò per ricominciare a camminare, Gohan le prese la mano e si affiancò a lei.
Camminarono a passo svelto ancora per un'oretta, finchè non arrivarono in prossimità della città. Si nascosero dietro uno sperone roccioso e studiarono la situazione.
La capitale era cinta da alte mura. Tutto intorno vi erano baracche e tende, ma nessuno sembrava abitare quelle dimore fatiscenti. Le strade erano strette e soffocanti, ma ce n'era una più grande che conduceva alla porta d'accesso, presidiata da guardie, ma nessuno passava per entrare e non potevano sapere se vi fossero controlli e di che tipo. Nella zona di atterraggio delle navicelle vi erano sicuramente delle entrate, ma accedervi era difficile. Le navicelle venivano fatte entrare in degli hangar e non era possibile infilarvisi di nascosto.
- Che facciamo? - chiese Videl spiando la situazione
Gohan si sedette con la schiena appoggiata al masso, incrociò gambe e braccia e si mise a riflettere.
- Dalla zona di atterraggio non possiamo entrare. Da quella porta non mi fido. Non ci entra nessuno, non sappiamo cosa chiedono le guardie. -
- Potremmo metterle fuori combattimento – suggerì la ragazza girandosi un sassolino tra le mani.
- Sì ma preferisco non rischiare. Potrebbero chiamare altri Saiyan, ma anche se non lo facessero la notizia si diffonderebbe, meglio mantenere l'anonimato -
- A che livello sono rispetto a me? -
Gohan si concentrò un attimo per percepire le aure delle guardie. Aveva dei sospetti, ma voleva esserne certo.
- Sono più forti -
Videl era leggermente delusa, ma sapeva di non poter competer con quei guerrieri.
- E' normale, Videl. Anche il più debole dei Saiyan è più forte degli umani. E' questione di sangue -
La ragazza gli sorrise e Gohan tornò a pensare a un metodo per entrare.
- Potremmo costeggiare le mura e trovare un buon posto per superarle -
- Mi sembra un'ottima idea! -
Si alzarono cercando di non farsi notare e si allontanarono per camminare più tranquillamente. Le guardie erano ormai un puntino – anche per la vista acuta di Gohan -
quando iniziarono a percorrere il perimetro.
Le baracche di diradavano, e Videl era curiosa di sapere chi ci vivesse: - Secondo te chi ci vive qui? -
- Non lo so. Mi sembra strano che ci siano i Saiyan inferiori, anche loro hanno il DNA Saiyan, in fondo. Forse... forse ci sono gli Tsufuru -
Videl annuì – ma sembra tutto disabitato -
- E' molto strano – convenne il giovane.
Arrivarono a un punto in cui ormai c'erano solo un paio di baracche e Gohan decise di dare un'occhiata per vedere se era sicuro scavalcare.
Si avvicinarono alla cinta muraria, tacitamente d'accordo di stare alla larga da quei ruderi inquietanti.
- Faccio in un attimo – sussurrò Gohan
Videl non fece in tempo a parlare che era già scomparso. Si guardò intorno perplessa, poi si girò dove c'era prima lui e se lo ritrovò di nuovo accanto.
- Ma come...? -
- Quando ero piccolo Junior mi diceva sempre che sono veloce come una lepre. Non ho mai capito se intendesse che sono veloce a scappare – spiegò abbozzando un sorriso
Videl ridacchiò: - Sei il più rapido di tutti i Saiyan -
- No no– fece un cenno con la mano e arrossì leggermente – comunque di là è tutto tranquillo. Ci sono delle casupole e poi dei palazzi. Sembra non ci sia in giro nessuno. Forza, vienimi in braccio -
- Come? Non avevi detto che non c'è nessuno? Posso andare benissimo da sola! -
- Dai, così faremo prima. Magari è arrivato qualcuno nel frattempo -
- Devo sempre essere quella da portare – mugugnò Videl a bassa voce, cingendogli il collo con le mani. Spiccò un balzo e Gohan la afferrò.
- Potevi anche salirmi in spalla se ci tieni a mantenere la tua dignità – ridacchiò il giovane
Videl gli diede un pizzicotto sul collo – Se devo essere portata, almeno che sia portata come si deve. Muoviti, su -
- Obbedisco, mia signora – Gohan si morse un labbro per trattenere una risata e spiccò un balzo. In un battito di ciglia, era già dall'altra parte e, dopo aver appurato che era ancora tutto deserto, fece scendere Videl.
- Già fatto? -
- Se vuoi ti porto ancora un po' -
- No grazie, ci tengo alla mia apparenza di donna emancipata – gli fece la linguaccia e Gohan ridacchiò. Si diedero un'occhiata intorno.
La stradina era circondata da poche casupole basse, ma dall'esterno si capiva che erano molto più moderne rispetto alle baracche. Avevano superfici lisce e pulite, con finestre regolari che nascondevano l'interno grazie a dei tendaggi. C'era uno strano silenzio, come se anche quelle case fossero disabitate. Proseguendo, si vedevano palazzi molto più alti e si iniziava a percepire un certo brusio. Camminavano sempre più velocemente, oppressi da quegli alti edifici, da quella penombra e da quel silenzio innaturale. Arrivarono finalmente alla fine della stradina e si affacciarono sulla strada principale.
Era immensa, molto più luminosa e affollata. Gohan e Videl guardavano affascinati numerosi Saiyan, da soli o in gruppo, camminare per le strade con passo svelto e deciso.
Non erano tutti simili come si aspettava Videl, ma erano molto diversi per corporatura, altezza, pettinatura, lineamenti. In effetti, riflettè, aveva preso visione di un campione troppo limitato per fare supposizioni. Tuttavia, i capelli e gli occhi neri, la muscolatura sviluppata e lo sguardo fiero e feroce li accomunava.
Nessuno era lì per passeggiare, tutti avevano una meta ben precisa. Gohan osservò affascinato parecchi individui, scrutando quelli che avrebbero potuto essere suoi cugini o parenti.
Uno di loro, capendo di essere osservato, si volse a guardare il ragazzo con uno sguardo di sfida. Gohan si mise istintivamente davanti a Videl, ma quello, dopo un'occhiata perplessa, tirò dritto.
- Gohan, guarda là -
Il giovane seguì lo sguardo di Videl e vide un immenso palazzo nero, posto su un rilievo collinare al centro della città. Era attorniato da altri numerosi edifici, altrettanto maestosi, ma che sfiguravano al confronto con quello.
- Scommetto che Vegeta vive lì -
Videl intanto era tornata a guardare la strada e fece notare al compagno che la maggior parte dei Saiyan si dirigeva verso il palazzo, o almeno verso uno di quelli limitrofi.
- Andiamo anche noi – Gohan fece per stringerle la mano con l'intenzione istintiva di proteggerla, ma lei si ritrasse. La guardò, ferito, ma lei sorrise e gli lanciò uno sguardo che rimandava le spiegazioni a più tardi.
Si incamminarono dietro un gruppetto di Saiyan che parlava tra loro, cercando di captare notizie utili. Fortunatamente, pareva che quel popolo non sapesse scherzare o conversare senza parlare di lavoro. Ovvero di guerra, morte e sangue.
Due di loro guidavano il gruppo conversando tranquillamente, mentre gli altri due stavano leggermente indietro, silenziosi e deferenti.
- E così li abbiamo fatti a pezzi. E' stato facile – disse uno, il più alto, mostrando orgoglio per la sua impresa sanguinaria.
- Ben fatto. Freezer sarà contento. Come mai Codrick non è tornato con te? Domani è il giorno delle Esercitazioni – chiese il tipo accanto a lui, gesticolando con le mani nerborute
- Voleva accertarsi che non ci fossero rivolte. Non si fida del tutto delle reclute. L'altra volta ho saltato io l'Esercitazione, quindi questa volta tocca a lui -
- E Sarefa? - si informò
- Torna settimana prossima. Poi starà a casa per portare a termine la gravidanza, tra un mese nasce e lei deve andare nella Dimora per svolgere tutti gli esercizi. Dovrà essere forte e robusto e soprattutto dovrà essere di carattere per crescere senza la madre -
- Andrà di nuovo in missione? -
- Sì, dovrebbe partire quattro giorni dopo il parto. Ma tra tre mesi la metterò di nuovo incinta. Voglio una prole numerosa che arricchisca la nostra stirpe -
Videl lanciò un'occhiata inorridita e scioccata a Gohan che, accanto a lei, le sfiorò impercettibilmente le dita con la sua mano.
Nessuno del gruppetto sembrava turbato, anzi accolsero con cenni di assenso la dichiarazione del Saiyan.
- E il tuo? - chiese quest'ultimo
L'altro sputò a terra, arrabbiato – Me l'hanno messo nella quarta classe -
Gli altri accolsero in silenzio la rabbia del compagno, amareggiato per il figlio.
Parlando, si stavano inerpicando su un sentiero che percorreva le vie tra gli edifici neri e si dirigeva verso uno composto da due ale, una con numerose finestre e l'altra completamente priva.
Gohan e Videl si fermarono osservando come il gruppetto si comportava con le guardie, in piedi davanti al portone d'ingresso, situato sul corridoio comunicante tra le ale.
Le due chiesero a tutti di identificarsi
- Classe 3– rispose il futuro padre
- Classe 3 – sentenziò il pelato
Gli altri due dissero di appartenere alla classe 4 e vennero liquidati dalle guardie con sufficienza.
Tutti vennero fatti entrare, ma i primi due presero una direzione mentre gli ultimi due imboccarono un altro corridoio.
Gohan prese da parte Videl, allontanandosi dall'ingresso.
- Diremo di appartenere alla classe 4. I due sono più forti di te, ma non so quante classi ci siano -
- Potremmo anche essere della classe 3, come farebbero a saperlo? -
- Lo vedi quell'apparecchio verde che hanno su un occhio? - disse senza girarsi. Videl lanciò un'occhiata oltre il suo braccio, guardando le sentinelle che fermavano altri Saiyan all'ingresso. Annuì perplessa: - E' un rilevatore. Avranno sicuramente dei parametri per controllare che i Saiyan dicano la verità – Abbassò la voce vedendo che un Saiyan si era avvicinato ed era passato oltre – Ora espandi la tua aura. Sono stato stupido a non spiegarti prima come fare, ma è il procedimento opposto all'azzeramento -

La ragazza si concentrò e pensò alla prima volta che aveva visto Gohan trasformarsi. Erano al Torneo e lei, meravigliata dall'effetto curativo dei fagioli, si era precipitata a guardarlo con ansia, un'ansia che – si rendeva conto – non era per un normale amico.
Ripensò alle mattonelle che si alzavano, ai suoi pugni serrati, allo sguardo vitreo, ai capelli che sembravano illuminarsi di una fine polvere di stelle e ai muscoli guizzanti in rilievo sotto l'aderente divisa nera. Ripensò a quell'immensa esplosione di energia, a quando Gohan le era apparso così luminoso circondato da una luce abbagliante. E ricordò nettamente che il suo unico desiderio, sebbene fosse così confusa, era solo di annegare in quella luce.
- Non ti stai concentrando – la rimproverò con un sorriso il giovane
Videl aprì gli occhi e se lo vide più vicino di quanto si aspettasse. Lo guardò con gli occhi colmi di affetto.
- Che c'è? - la guardò dubbioso
- Niente, niente. Io però non urlo quando espando l'aura, sembrerei solo ridicola -
Gohan incurvò le labbra in un sorriso e la incitò: - Fai presto, iniziano ad osservarci -
Si allontanò di mezzo passo. Videl riprese a concentrarsi e pensò a tutte le volte che si era arrabbiata.
Numerose immagini sfilarono davanti alla sua mente, evitò di richiamare quelle che riguardavano Gohan per non distrarsi ancora. Non era difficile comunque, una qualsiasi immagine di suo padre che si vantava o che faceva il cascamorto con altre donne era più che sufficiente.
- Brava, così – le sussurrò Gohan
Quando Videl sentì di essere pronta aprì gli occhi e ricevette un sorriso di incoraggiamento di Gohan.
Si diressero verso il portone. Le guardie li avevano già addocchiati da un po' ed erano curiosi di parlare direttamente con loro.
Gohan si avvicinò, un passo avanti a Videl, con fare noncurante.
I due scattarono sull'attenti e gli chiesero di identificarsi.
- Classe 4 – rispose tranquillamente
- Classe 4 – confermò Videl, e fece un passò avanti tentando di entrare
- Con calma, non c'è fretta – una guardia, con un sorriso beffardo, la fermò – Che ne pensi Jertal? - chiese al compagno
- Che qui c'è puzza di bugiardi – confermò l'altro
- Non credo proprio – rispose convinto Gohan, sebbene in cuor suo sapesse che il piano era fallito, come aveva temuto.
- Tu cosa vuoi? Entra, la tua classe è giusta -
Videl gli lanciò un'occhiata preoccupata: - Anche la mia lo è – asserì decisa
La prima guardia scoppiò a ridere: - Non credo proprio. Non rientri nemmeno nella Classe 5 -
- Vi sbagliate – intervenne Gohan, conscio che fosse inutile
Jertal gli si avvicinò e lo fissò negli occhi con sfida. Gohan resse lo sguardo con aria di sufficienza.
- Sparisci, moscerino -
- Lei è con me -
L'altra guardia si girò verso di lui: - Lei passerà guai seri. Negalo e chiuderemo un occhio -
- No. Lei è con me – alzò la voce per farsi sentire chiaramente da tutti i Saiyan che si erano assiepati a vedere cosa succedesse.
- Idiota. Portiamoli via -













_______________________________


Ed ecco qui il capitolo!
E' stato impegnativo soprattutto per la descrizione di luoghi e personaggi sconosciuti. Spero si sia capito qualcosa. Se vedete che manca di coerenza, o se ci sono errori, scrivetemelo in una recensione. Mi bacchetterò le dita =(
Ringrazio come sempre i followerssss (cit.) che mi followano (?) in vari modi: in silenzio, scrivendo – grazie mille Misaki, Heavenly e fabbrybja – e mettendo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare.
Nel frattempo ho scritto una song-fic sulla nostra coppia preferita. Si chiama "Your very own lullaby" e, se vi va, mi farebbe piacere un vostro parere. Potete prenderlo come missing moment di questa fiction e, chissà, magari in futuro la accennerò qui.
Vi cuoro tutti!

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: _Explosion