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Autore: Mizar19    23/08/2012    6 recensioni
Steakhouse Targaryen era il locale più frequentato della città, finché Aerys lo eredita portandolo sull'orlo del fallimento. I suoi tre figli, Raeghar, Viserys e Daenerys, tenteranno di risollevare il locale per tornare all'antica gloria.
[...]Steakhouse Targaryen sorgeva alla periferia di una città arida e rovente nel sud degli Stati Uniti. L’edificio era stato acquistato dal primo Targaryen sbarcato su quei lidi, Aegon, che si meritò l’appellativo di Conquistatore per il suo straordinario fiuto per gli affari che nel giro di pochissimo tempo l’aveva portato a piegare l’intera concorrenza. La storica Steakhouse era stata ereditata Targaryen dopo Targaryen per generazioni, fino a giungere nelle mani di Aerys, che nel lasso di tempo trascorso seduto sulla rigida poltrona del capo era riuscito a portarla sull’orlo della rovina.[...]
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Daenerys Targaryen, Doreah, Rhaegar Targaryen, Un po' tutti, Viserys Targaryen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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STEAKHOUSE TARGARYEN



Capitolo quarto

 
Rhaegar se ne stava chino su un foglio stipato di scritte confuse, frecce e macchie d’inchiostro. Dietro la sua spalla destra sbucava l’elegante pizzetto di Drogo, che ruggiva no d’approvazione ad ogni pié sospinto.
Stavano elaborando un menù che potesse soddisfare tutti i clienti che sarebbero accorsi all’inaugurazione della nuova gestione, cioè più o meno tutte le famiglie più importanti della città: grazie all’amicizia che legava Targaryen e Stark, la presenza della gelida famiglia era garantita instaurando così un circolo vizioso, perché se gli Stark si presentavano ad un evento sociale sicuramente i Lannister non potevano essere da meno, dunque neanche i Baratheon, quindi neppure i Greyjoy e via di questo passo.
«Sarà un lavoraccio infame, ma questa sera faremo fuoco e fiamme!»
Finalmente il giorno della grande inaugurazione per la riapertura era giunto e nella Steakhouse c’era un gran fermento.
Drogo, tramite i suoi amici dei cavalli, era riuscito a recuperare una serie di oggetti che davano un tocco di far-west al locale; Jorah Mormont e il buon vecchio Barristan Selmy avevano ritinteggiato con maestria la facciata esterna, che ora splendeva sotto il solo di mezzogiorno; Daenerys e Doreah avevano svolto un ottimo e approfondito lavoro d’indagine, grazie al quale Rhaegar stava ora elaborando un menù e presto le avrebbe spedite a fare la spesa. Stranamente, Viserys non faceva nulla.
«Sorella, perché indugi nei tuoi doveri? Smettila di bighellonare e datti da fare», la ammonì osservandola altezzoso.
Daenerys gli rivolse appena un’occhiata ma prima che potesse mormorare qualcosa in risposta Doreah si intromise: «Stiamo aspettando che Rhaegar ci dia la lista della spesa. Piuttosto perché non ti adoperi tu in qualcosa di costruttivo?»
Viserys la osservò interdetto: nessuno aveva mai contraddetto il drago, mai.
«Cosa ti ho assunta a fare? Per innervosirmi? Ora vedi di tacere e ricorda grazie a chi ti trovi qui. Sii ossequiosa verso il drago», abbaiò puntandole contro un dito.
Doreah afferrò Daenerys per un polso e la condusse all’altro capo della sala da pranzo.
«È… come lo gestite? Quand’è che è diventato così?», sbuffò.
«Be’, è sempre stato parecchio… vivace. Penso sia degenerato da quando papà è impazzito». Daenerys aveva assunto un involontario tono colpevole. Doreah le rivolse un dolce sorriso, pizzicandole una guancia.
«Non importa, lascia perdere. Andiamo a fare questa spesa, forza, dov’è tuo fratello?», si rianimò la ragazza di Lys passandole un braccio attorno alle spalle.
Rhaegar consegnò loro una lista infinita di generi alimentari che avrebbero dovuto acquistare. «Mi raccomando, non scordate nulla e soprattutto controllate bene le quantità!»
Doreah si mise alla guida del furgone che le avrebbe accompagnate in giro per la città alla ricerca delle cibarie fondamentali. Abbassarono immediatamente i finestrini perché la calura era insopportabile.
«Ahia, ustiona!», esclamò Doreah, allontanando immediatamente le mani dal volante.
«Dici?», mormorò Daenerys posandovi sopra una mano. «A me non pare… Vuoi che guidi io? »
Dopo essersi scambiate di posto, finalmente il trabiccolo fu messo in moto.
«Accendo la radio, non ti disturba, vero?»
«Assolutamente no!», sorrise Daenerys voltandosi appena verso l’altra ragazza, che smanettava con le manopole della vecchia autoradio.
Dopo alcuni gracidii dell’apparecchio, finalmente ne venne fuori un suono nitido: «…and so he spoke the lord of Castamere, and now the rains weep on his hall with not a soul to hear…»
«Oh no, ti prego, i Golden Lions, no!»
«Non piacciono neanche a te?», domandò positivamente colpita Doreah.
«Sono così boriosi! Mi irritano», rise Daenerys pregandola poi di cercare un’altra stazione radio. Doreah provvide.
«Perché la notte è oscura e piena di terrori!», proclamava con voce profonda un sacerdote su Radio R’hollor.
«Quegli invasati…», biascicò Doreah prima di cambiare nuovamente frequenza.
«...io sono la spada delle tenebre. Io sono la sentinella che veglia sul muro. Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia…».
«Madre dei draghi! Cosa dicevi sugli invasati?», rise Daenerys.
«’Sti Guardiani della Notte puzzano, preferisco non averci a che fare…»
Finalmente riuscirono a trovare una canzone piacevole di un gruppo neomelodico di Braavos che le accompagnò fino alla loro prima meta.
 
Quando rientrarono alla Steakhouse, Doreah era stremata: avevano affrontato un mercato enorme, stipato di merci esotiche e commercianti invadenti, il tutto sotto una sferzante calura che apparentemente non aveva sfiorato Daenerys, che pareva fresca come un bocciolo.
«Avete tutto?», domandò immediatamente Rhaegar non appena le vide oltrepassare la soglia.
«Sì, il resto è nel furgone», confermò Daenerys.
«Ci pensiamo io, Drogo e Jorah a scaricare e sistemare. Voi terminate con le decorazioni, poi rendetevi presentabili per la serata», ordinò il primogenito Targaryen guardandosi attorno come un generale guarderebbe i suoi uomini prima della battaglia, poi si diresse verso gli altri due membri dello staff.
Daenerys e Doreah si misero di buona lena ad appendere lanterne rosse in punti strategici della sala da pranzo. A lavoro terminato, il soffitto pareva in fiamme.
«Il drago è compiaciuto», sentenziò Viserys appollaiato sul bancone, come al solito intendo a commentare il lavoro altrui senza sporcarsi le mani.
Daenerys ignorò il fratello e si rifugiò con Doreah nello spogliatoio: le loro divise erano state stirate e piegate con cura, per poi essere sistemate nei rispettivi armadietti.
«Mi piacciono queste nuova magliette, si sposano bene con l’arredamento del locale. Forse il drago rosso sulla schiena è un po’ pacchiano…», constatò Doreah rigirandosi tra le mani la nuova divisa.
«Sarebbe adorabile avere un cucciolo di drago!», sorrise Daenerys stringendo tra le mani la sua maglia.
Doreah rise. «Sei proprio una sognatrice», disse per poi posare un bacio affettuoso sulla fronte della ragazza che, se fosse stato nelle sue facoltà fisiche, sarebbe diventata rossa come il fuoco che Viserys sosteneva di poter sputare dalle fauci nel caso in cui l’avessero fatto arrabbiare davvero, davvero molto.
 
«È tutto pronto?!», strepitò Rhaegar aggirandosi tra i tavoli come una furia.
«Decorazioni, fatto», annunciò Doreah con un enorme sorriso pieno d’entusiasmo, sorriso che Daenerys s’incantò a fissare, diventando più consapevole di quanto potesse essere piacevole.
«Menù rinnovato, fatto», proclamò tronfio Jorah Mormont, sistemandosi il foulard azzurro che per l’occasione si era legato attorno al collo.
«No!», ruggì Drogo percuotendosi il petto con aria compiaciuta.
«Perfetto. Fuoco e sangue!», strepitò Rhaegar per poi aprire i battenti della Steakhouse: la serata era appena cominciata.


   
 
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