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Autore: Cara_Sconosciuta    07/03/2007    1 recensioni
Questa fiction è un esperimento. Che succede se il simpatico e pasticcione Walter Masetti, co-protagonista de "I Cesaroni", va in vacanza studio per sei mesi a casa dei signori Temperance e Seeley Booth?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Walter Masetti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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2- OSPITE IN ARRIVO

2- OSPITE IN ARRIVO

 

“Allison!”

Papà mi chiama.

Di nuovo.

Uffa.

Ma non lo capisce che domani ho un compito importante e non so praticamente niente? Anzi, mi correggo, non so assolutamente niente.

Odio la matematica!

A che cosa servirà mai, poi nella vita? Io voglio recitare in teatro, non diventare la nuova Einstein!

“Allison, vuoi scendere, per la miseria?”

Forse mi conviene scendere. Se papà si arrabbia, poi…..Insomma, meglio che non succeda.

“Arrivo, papy.”

Scendo le scale di corsa, quasi inciampando in mio fratello Parker, seduto a leggere fuori dalla sua camera. Dio, ma perché non può leggere a letto o sul divano come fanno tutte le persone di questo mondo?

Eccomi da basso.

Papà è in salotto, già vestito di tutto punto, che guarda l’orologio con aria impaziente.

Cosa ho scordato, stavolta?

“Ah, finalmente, ce ne hai messo di tempo! Devo essere in aeroporto tra 20 minuti!”

Ah, già, oggi arriva l’italiano.

Che bello.

Come non ci fossero già abbastanza persone negli States il cui hobby è prendermi in giro.

“E io che c’entro?”

Papà alza gli occhi al cielo. Quando fa così mi fa sentire davvero stupida.

“Devi andare a prendere Andrea a scuola e io non parto finchè non ti ho vista salire in macchina con i miei occhi. Sei capace di dimenticartene di nuovo.”

“Non è vero!” Protesto, ben sapendo che, invece, è verissimo. “Posso prendere il SUV?”

Papà mi lancia uno sguardo che dice chiaro e tondo ‘te lo puoi scordare’.

“Ok…prenderò la Mini.”

“E vedi di farti trovare a casa per quando torno.”

Esco insieme a papà e salgo su quel catorcio di macchina che mi ha regalato zio Jack.

La odio, la mia mini.Mini rosso sangue rappreso, ma è l’unico mezzo che i miei mi lasciano usare, quindi non mi lamento.

Però non è giusto. Mio padre è uno dei migliori agenti dell’FBI, mia madre è una famosa scienziata….e io giro con una Mini Cooper mezza sfasciata!

Vabbè, lasciamo perdere…tanto da qui alle elementari sono solo cinque minuti di strada.

 

10 MINUTI DOPO

 

Andrea dovrebbe uscire ora…Uffa… ma quanto ci mette? Io ho l’algebra che mi aspetta!

Ah, finalmente, eccola lì.

“Andy!” La chiamo.

Andrea è la mia sorellina. Ha otto anni e, al contrario della sottoscritta, ha ereditato il cervello di mamma ed è una specie di piccolo genio. Sono felice di non essere come lei. Non gioca mai con i suoi coetanei, sta sempre a leggere o al computer. Io so a malapena accenderlo, il computer! Certo, io sono un caso clinico, però…

Tanto mi sembra che, per quanto riguarda la vita sociale, essere super intelligenti o meno sia esattamente la stessa cosa. Andy non ha amici, esattamente come non ne ho io.

Anzi, no, io una ce l’ho. Io ho Alexandra, detta Al, la figlia di zio Jack e zia Angela, mia amica inseparabile da…beh, da sempre.

“Ciao, Ally.” Mi saluta il piccolo mostro dalla faccia d’angelo. Io e Andrea non ci sopportiamo molto, siamo troppo diverse. Vado decisamente più d’accordo con Parker, mio fratello maggiore, che però lavora a New York e viene da noi solo ogni tanto.

Oggi, però, Andrea è strana. Sembra felice.

“Ally, lo sai che è successo oggi?”

“Hai confutato l’infinito?”

“No! Sai, Joey, quel bambino che mi piace?” Non lo so, ma non glielo dico. “Ecco, ha detto che se gli facevo i compiti si fidanzava con me. Io ho detto di sì e ora stiamo insieme!”

Perfetto.

La mia irritante sorellina di otto anni è fidanzata e io, che vado per i diciotto, ho baciato solo una volta facendo il gioco della bottiglia.

“Ally, mi porti a prendere un gelato per festeggiare?”

Wow, Andy che si comporta come una bambina normale! E’ un evento più raro di una nevicata nel Sahara! Ma io devo studiare algebra….rischio di ripetere l’anno…

Oh, al diavolo x e y! Per un giorno posso essere io la sorella maggiore e non voglio perdere quest’occasione.

Carpe diem, Allison!

„Come no, dai, salta su!“

 

 

WALTER

 

Sono in aeroporto.

L’aereo non è caduto, non ho perso nessun bagaglio e mamma mi ha già telefonato tre volte per assicurarsi che io non sia stato ucciso da un serial killer modello CSI.

Beh, se qualcuno se lo stesse chiedendo, non è successo, io sono vivo e vegeto e sto aspettando che l’uomo-topo venga a prendermi.

I vibrano i pantaloni.

Che palle.

Ma che c’ha mamma? Con tutte ste chiamate finirà per portarmi rogna sul serio.

Guardo il display.

Eva.

Non rispondo.

Sono partito per non pensare a lei e lei mi chiama non appena metto piede sul suolo americano….un inizio alla grande, direi.

Mentre guardo come un deficiente il mio cellulare che suona, noto che qualcuno mi si è avvicinato.

Alzo gli occhi e mi trovo davanti una specie di armadio a due ante in jeans, camicia e occhiali da sole stile David Caruso che tiene in mano un foglio con la scritta Walter Masetti.

Mi guarda e sorride.

“Hi, you must be Walter.” Pronuncia il mio nome all’inglese: Uolter.

“Sì, cioè…Yes…I’m Walter.” Calco sulla pronuncia italiana. A bello, manco ti conosco che già me sbagli il nome?!

“I’m Seeley Booth.” Mi tende la mano e io la stringo, fissandolo come un imbecile.

Questo qui è Seeley l’uomo-topo? Ammazza!’Na pantegana, al massimo!

“Piacere…nice to meet you.”

“Shell we go?”

Ahò, ma smette mai di sorridere?

“Yes, of corse.”

Tira su senza sforzo il mio megavaligione e mi fa segno di seguirlo.

Fuori dall’aereoporto c’è un sole che neanche a Palermo, però non fa caldo come in Italia.

Carica la mia roba in macchina (un mega SUV di quelli che pensavo esistessero solo nei telefilm), si gira e mi fa.

“Welcome to the USA, Walter.” Ancora l’ha sbagliato? Uffa.

“Thank you, but my name is Walter…with ‘a’”

L’armadio ride.

Che cosa c’è da ridere? Per una volta nella vita che parlavo seriamente….

“Ok, ok, ‘Walter with a’, let’s go home.”

Ecco, let’s go home che è meglio.

La mia prima impressione dell’America? Boh….

Però sto armadio qui è simpatico…nome a parte.

Conosciamo il resto della famiglia, poi giudicherò.

Una cosa è certa: è molto, molto meglio dell’uomo-topo!

 

Continua…

 

 

   
 
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