Serie TV > I Cesaroni
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Autore: Cara_Sconosciuta    01/03/2007    0 recensioni
Questa fiction è un esperimento. Che succede se il simpatico e pasticcione Walter Masetti, co-protagonista de "I Cesaroni", va in vacanza studio per sei mesi a casa dei signori Temperance e Seeley Booth?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Walter Masetti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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1-

WASHINGTON W.A.

1-        AMERICA, ARRIVO!

 

RATING: Non  mi appartengono nè I personaggi de”I Ceaaroni” nè quelli di “Bones” e la storia non è scritta a fini di lucro.

 

“In America??!!”

Marco mi guarda come se gli avessi appena detto che sto per partire per il fronte.

“A, Marco, in America sei mesi vado, non a fare il medico senza frontiere in Africa centrale!”

“Sì, sì, lo so, ma è lontano!”

E porca miseria, Marco, lo so che è lontano. E so pure che sei mesi sono tanto tempo ma quei rompipalle dei miei dicono che ci devo andare, anche se io non ne ho nessuna voglia. Insomma, sarò a mezzo mondo di distanza da Eva, da Marco, da Eva, dai miei, da Eva, da Giulio e Lucia… l’ho già detta Eva?

Sì, però se gli dico così Marco mi salta addosso. Eva è la sua ragazza, ora.

“Ma dai, cosa vuoi che sia?” Sdrammatizzo. “Non è poi così lontano e sei mesi passano in un attimo!” Walter, sei un grande attore.

“Walter ha ragione, Marco, non fare il drammatico.” Eccola. La mia Eva. Il mio angelo.

No.

Quello del mio migliore amico.

“E quando parti?”

“La settimana prossima. Vado dalla famiglia di un tizio che ha conosciuto mamma ai tempi che studiava là. Dai, non vedo l’ora di partire…”

E l’Oscar per miglior ballista va a…. Walter Masetti, signore e signori!

“Portami un regalo, eh.” Mi redarguisce Eva.

Redarguisce? E da dove l’ho tirata fuori sta parola? Boh…A, Eva, te porterei la luna, se potessi!

“Certo, piccolo piccolo, però, sennò spendo troppo.”

Guardo l’orologio.

Merda.

Dovevo essere a casa quasi un’ora fa. Mo’ chi la sente più mamma?

“Oh, ragà, devo scappare! Ci vediamo.”

Corro fuori da casa Cesaroni sbattendo la porta e a momenti vado in collisione con Cesare che sta entrando.

“Scusa Ce’!” Gli grido, già fuori dal cancello.

Li dovranno fare tutti santi, i Cesaroni, per come mi sopportano.

***

Entro in casa più silenziosamente di Arsenio Lupin.

“Yes, that’s ok.”

Mamma è al telefono…fiuuu…. La mia fine lenta e dolorosa è rimandata di qualche minuto.

“Ok, ok…Oh, Walter’s here…”

Il mio inglese è abbastanza buono da capire che ha detto che sono arrivato…Ma come ha fatto a sentirmi? Si vede che mamma fa la prof: sembra che abbia occhi e orecchie ovunque.

“Yes, of corse. It’s Masetti: M-A-S-E-T-T-I.”

Mi sa che sta parlando con l’americano. Pinificano la mia vacanza-prigione. Ecco, sta salutando. Ahia, ora sono cavoli….

“WALTER!!!!” Arriva, puntuale, l’urlo dalla cucina e poi, come il tuono che segue il lampo, eccola entrare in soggiorno come un treno impazzito.

La vedo nera.

“Sì può sapere dov’eri?”

“Da Marco…”

“E ti pareva. Sempre là stai! Un giorno o l’altro chiedo a Giulio se ti adotta, tanto già vivi con loro.Vabbè, guarda, non ho voglia di discutere, lasciamo stare… »

Ha detto lasciamo stare? Non ci credo….Sono vivo! Dio esiste!

“Vai su a fare le valigie, che parti dopodomani.”

Cosa? Scherziamo?!

“Dopodomani? Mica dovevo partire domenica?”

“Sì, ma ho chiamato l’aereoporto e così all’ultimo momento l’unico posto libero che avevano era dopodomani. Era Seeley al telefono. Ha detto che per lui va bene così.”

E, certo, a lui va bene, ma a me no. E poi che uomo è uno che si chiama Seeley? Dovrebbero proibirgli di girare per strada! Già me lo vedo: un topo di biblioteca basso e secco con un paio di occhiali spessi come Il Signore degli Anelli versione integrale. Insomma, dai, uno che si chiama Seeley è predestinato!

“Perfetto, vado a fare i bagagli.” Dico, invece di esternare tutti i miei ragionamenti sull’uomo-topo.

Mamma sorride, tutta felice.

Walter, meriti DECISAMENTE l’Oscar.

Salgo in camera e trovo già ad aspettarmi il mega-super valigione di papà, nuovo di zecca perché mio padre odia viaggiare più di quanto odi la Lazio.

E non è poco.

Apro un cassetto e mi sento quasi male.

Sei mesi.

Gli americani sapranno fare il bucato, vero?

Dio, che domanda scema….

La verità è che non ho così voglia di piangere da quando avevo sette anni e il cane di Marco ha mangiato il mio pupazzo preferito.

Mi saltano in mano un paio di boxer bianchi con la scritta “SONO UN PIRLA” sul retro.

Quanti ricordi….Tutti i miei tentativi di conquistare Eva…Tutti finiti male, ovviamente.

Sì, perché lei ama Marco, il romantico poeta incompreso, non Walter lo scemo del villaggio.

Ci ha mai pensato nessuno che anche lo scemo ha dei sentimenti?

E’ vero, non so scrivere e cantare come fa Marco. Io so fare il cretino, faccio ridere la gente. Mi hanno detto che è un talento meraviglioso, ma, per quanto mi sforzi, non riesco a immaginarne uno più inutile.

Ah, già, oggi ho scoperto che so anche recitare.

Yuppie.

Il punto è che, anche se non lo so dire in modo elegante, io Eva la amo davvero e mi fa male vederla con Marco, anche se sono felice per lui.

Sai che c’è?

Quasi quasi sono felice di partire, così non li vedo per un po’…e magari riesco anche a fare una o due notti senza sognarmela.

Sì, voglio andare via da Roma, da Eva, da Marco, da tutti e ne ho l’opportunità, anche se ciò implica vivere per sei mesi con l’uomo topo.

Washington, arrivo!

 

Continua…….

   
 
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