Il
castello era buio, silenzioso; Harry si aggirava furtivo, mai come
quella volta era importante non farsi scoprire. Il cammino verso la
fine del terrore era vicino, ma era essenziale che quell’ultima
missione riuscisse.
Nell’oscurità
un’improvvisa luce spaventò il ragazzo: per un momento
dimenticò di essere in possesso del Mantello
dell’Invisibilità, e si rintanò dietro un angolo.
Una forma esile, pallida ed eterea galleggiava nel corridoio, diretta
chissà dove. Un fantasma, evidentemente, mai visto prima ad
Hogwarts. Perlomeno, non da Harry.
Il
ragazzo non riusciva a credere alla fortuna che poteva aver avuto: se
quello fosse stato il fantasma di Priscilla Corvonero… Timoroso,
si avvicinò un po’ a lei, e si tolse il mantello.
La
sagoma emise un lieve urlo di spavento alla vista improvvisa
dell’essere umano capitato davanti a lei. Poi lo squadrò
meglio e sorrise.
-Harry Potter… Finalmente ti conosco…
-Chi
sei? Come fai a sapere il mio…- non aveva finito di dire la
frase che si accorse quanto fosse stupida. Non si era ancora abituato
alla fama che lo contraddistingueva; non gli sembrava vero che il suo
nome, la sua persona, fossero in possesso di chiunque.
-Chi
può non conoscerti?- rispose infatti la ragazza –Lo so, lo
capisco, è difficile abituarsi al fatto di essere di dominio
pubblico…
Era
una bella ragazza, dai lunghi capelli corvini. La carnagione doveva
essere stata pallida anche in vita, sul naso irregolare era sparsa una
manciata di lentiggini.
-Dovevi essere molto bella…
-Sì, forse lo ero, ma non me ne rendevo conto. Non ho mai amato il mio aspetto. D’altronde, quale ragazza lo ama?
-Tu
sai il mio nome, ma io non so il tuo!- esclamò Harry. Si sentiva
propenso a scherzare con lei: sentiva che quella ragazza aveva qualcosa
di familiare, e se fosse stata viva gli sarebbe sicuramente piaciuta.
Inoltre, poteva essere Priscilla, o comunque collegata a lei in qualche
modo…
-Mi chiamo Emma. Sono… Ero di Corvonero.
-Corvonero? Sul serio?- ad Harry si illuminarono gli occhi. -Forse sai qualcosa del diadema…
-Non
so nulla del diadema- lo interruppe Emma. –Cerchi… Cerchi
gli Horcrux, vero, Harry Potter? Sono morta, ma non stupida- sorrise
allo sguardo stupito del ragazzo. –Mi dispiace, avrei voluto
aiutarti…
-Non importa, tranquilla. Sai dove posso…
Non
completò mai quella frase. Il fantasma spalancò i grandi
occhi marroni, si guardò intorno e sparì.
-Emma? Emma, dove sei…?
-Zitto!
Harry
si nascose: la sagoma di Piton gli passò davanti, il mantello
svolazzante, lo sguardo furente, i capelli unti. Tutto come al solito.
-Pensavo che i fantasmi non avessero il divieto di girare di notte. Perché ti nascondi?
Sulle
guance della ragazza era apparso qualcosa di molto simile al rossore.
Gli occhi guardavano ancora nella direzione in cui era sparito Piton,
lo sguardo adorante, le mani sul cuore. Harry rimase interdetto:
sembrava quasi…
-Emma?
Lei si riscosse, guardò Harry e arrossì ancora.
-Sarà meglio che vada, io…
-Sei morta per colpa di un ragazzo, vero? Eri innamorata, ma sei morta.
Lei lo fissò con gli occhi fuori dalle orbite.
-Sono ancora vivo, ma non ancora idiota- scherzò lui, ed Emma scoppiò a ridere.
-Chi era lui? Giuro che se ti ha fatto soffrire gli spezzo le ossa.
Lei rise ancora. –Non puoi!
-Perché? E’ morto anche lui?
-No, no. E’ che incorreresti in grossi, grossissimi guai.
-E’ Lucius, vero? Lucius Malfoy.
Non sapeva come gli fosse venuto in mente, ma ora che l’aveva detto ne era più che certo.
-Come…
Come osi?- Emma indietreggiò di un passo –Non potrei mai,
mai, innamorarmi di un Serpeverde fiero di esserlo!- il suo sguardo era
furente.
-E allora chi…? Piton.
Lei abbassò lo sguardo ed annuì.
-Piton?! Ma… E’ un Serpeverde anche lui!
-No. Capirai. Quando verrà il momento capirai.
-Come è successo? Ti ha uccisa?
-NO!
Come ti viene in mente?- la ragazza riuscì addirittura a
sorridere. –E’ stato la causa della mia più completa
felicità…