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Autore: fleacartasi    24/08/2012    2 recensioni
Non appena ebbe finito di parlare le cadde il panino dalle mani. Sirius gliele aveva afferrate con un gesto fulmineo, stringendole così forte che le sfuggì un gemito di protesta.
“Sei impazzito?” esclamò, cercando di divincolarsi dalla sua presa.
“Non dirlo mai più. Mi hai capito, Lene?”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino'
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Vorrei stringerti forte e dirti che non è niente
Posso solo ripeterti ancora
Sono solo parole


[Sono solo parole, Noemi]








3 luglio 1980, Londra.



Si può sapere come fai ad avere sempre fame?”
Marlene, in tutta risposta, scartò l'enorme panino che aveva appena acquistato ed iniziò a rimirarlo con aria famelica.
“Guarda che diventerai una palla se continui così,” la provocò Sirius, sistemandosi gli occhiali scuri.
Era una giornata di rara bellezza, con il sole sempre più caldo, il cielo libero da nuvole minacciose, l'erba fresca che scivolava sotto i piedi scalzi.
Il parco era affollato di babbani che leggevano, giocavano a pallone o a carte. I turisti inseguivano gli scoiattoli cercando di immortalarli con la macchina fotografica, ed attraversavano il lago con le barche a remi. Nessuno di loro era consapevole della guerra che continuava a stringere la propria morsa attorno alla comunità magica.
L'Ordine della Fenice era impegnato in combattimenti, riunioni, appostamenti in ogni angolo del Paese. Quando un membro ritornava vivo da una missione il sollievo sui volti dei compagni si mescolava ad una vaga incredulità per la vittoria conseguita. I Mangiamorte li superavano in numero e in risorse, e quella consapevolezza non li abbandonava mai.
In quei giorni concitati, ogni momento libero concesso da Silente era un privilegio di valore inestimabile.
Marlene si puntellò meglio con i gomiti, distesa sulla vecchia coperta scozzese. Aveva già fatto cadere briciole dappertutto, attirando un buon numero di formiche. “Come sei pesante!” esclamò, masticando in modo esagerato per indispettirlo. “Sei tu che non mangi mai niente, piuttosto. A Hogwarts ti hanno ristretto lo stomaco per sbaglio?”
“Io mi nutro degli sguardi famelici che mi lanciano le donne,” rispose Sirius.
Marlene scoppiò a ridere. “Sei proprio un coglione, sai? E comunque ho intenzione di ingurgitare tutte le calorie che voglio... tanto è probabile che non arrivi viva alla fine dell'anno, che importanza ha?” Il sorriso sulle sue labbra sembrò congelarsi. “Morirò grassa e felice, almeno.”
Non appena ebbe finito di parlare le cadde il panino dalle mani. Sirius gliele aveva afferrate con un gesto fulmineo, stringendole così forte che le sfuggì un gemito di protesta.
“Sei impazzito?” esclamò, cercando di divincolarsi dalla sua presa.
“Non dirlo mai più. Mi hai capito, Lene?”
Si era tolto gli occhiali, e Marlene non avrebbe saputo descrivere l'espressione dipinta sul suo volto.
“Tu vivrai, è chiaro? Arriverai alla fine di questo schifo. Mi hai capito, Lene?” ripeté. “Rispondimi!”
In quella voce controllata a stento, in quegli occhi in cui si rifletteva il sole, in quelle dita che non volevano lasciare le sue Marlene trovò tutte le parole che Sirius non era riuscito a pronunciare.
“Ho capito, Sirius,” rispose semplicemente, in un sussurro appena udibile.
Il ragazzo annuì, più calmo. “Mi dai un pezzo del tuo panino?” domandò poi, gentilmente.
Marlene glielo porse, senza aggiungere altro.



* * * * *




NOTE

Questa volta una flash un po' più seria, ogni tanto ci va! Non sono in ordine temporale, salterò qua e là secondo l'ispirazione.

Grazie a chi legge, a chi commenta, a tutti :)

  
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