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Autore: SpinellaTappo98    25/08/2012    2 recensioni
Beckett e Myles Fowl hanno ormai quattordici anni. Incuriositi dal passato del fratello maggiore Artemis, decidono di interpretare il diario in codice dello stesso Artemis. Ma cosa accadrebbe se scoprissero i segreti del Popolo? Riuscirebbero a mantenere il segreto? Come reagirebbero Polledro ed il capitano Tappo? E come reagirebbe Artemis?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a Torak e Artemide98. Grazie per aver commentato il racconto ed avermi spronata. Grazie mille!!!

CAPITOLO 1

IL DIARIO DI ARTEMIS

 

 

St Bartleby, Collegio per Giovani Gentiluomini, contea di Wicklow, Irlanda

 

Al Collegio per Giovani Gentiluomini, Beckett e Myles erano conosciuti da tutti, sia professori che studenti. In poco tempo, infatti, i giovani Fowl avevano dimostrato di essere all'altezza del loro fratello Artemis. Anche lui aveva frequesntato quel collegio. Ovviamente nessuno dei professori aveva nulla da insegnargli. Anche per Beckett e Myles c'era ben poco da imparare, del resto erano pur sempre dei Fowl. Loro, però, non erano molto arroganti e l'insegnante di educazione fisica fu sollevato che almeno Beckett avesse delle capacità nell'ambito fisico.

- Avevo iniziato a credere che fosse un difetto ereditario per tutti i Fowl essere incompetenti nell'ambito atletico, ma per fortuna ci sei tu Beckett! - aveva detto alla prima lezione di ginnastica.

Myles era leggermente più dotato di Artemis nell'ambito motorio anche se sempre meno di Beckett.

Comunque, il dottor Po era quello più interessato ai gemelli. Dopo essere stato l'unico psicologo ad aver analizzato il giovane Artemis Fowl junior senza finire lui stesso in terapia, si era deciso a parlare anche con i due gemelli Fowl.

 

Il dottor Po si appoggiò alla sua poltrona, immancabilmente con il suo taccuino in mano. Annotava sempre tutto dei suoi pazienti. Si stava preparando uno schema mentale. Anni addietro aveva quasi rischiato di fare fagotto a causa di Artemis Fowl ed ora era il turno di Beckett, uno dei gemelli Fowl.

Bussarono alla porta. - Avanti – disse il dottore Po riemergendo dai suoi pensieri.

- Salve, mi hanno chiamato per una seduta. Io sono Beckett!

- Lieto di fare la sua conoscenza. Sa, lei e suo fratello siete molto famosi al collegio nonostante sia il vostro primo anno qui. Specialmente tra i coetanei. Allora, signor Fowl, vuole parlarmi di lei?

- Mi chiami Beckett, doc – rispose prontamente il giovane mentre si sdraiava – cosa vuole sapere di me? Io non sono un quattordicenne normale. Anche se i miei genitori hanno cercato di crescere me ed il mio gemello in modo che lo fossimo...

- Ah, capisco. E allora, chi sei, Beckett? - il dottore sentiva una vena pulsargli sulla tempia. Non sarà semplice, pensò.

- Facile, doc. Io sono un Fowl. Si sarà reso conto che nella mia famiglia abbiamo un'intelligenza superiore alla norma. Certo, io non sono il più intelligente dei tre fratelli, ma questo perchè ho sviluppato maggiori doti fisiche. Poi c'è una cosa che dovrebbe sapere. So del passato di Artemis, ma lui con me è sempre stato molto premuroso!

- Immagino che sia così.

- Inoltre io sono diverso dai miei fratelli, doc.

- Ti riferisci al fatto che non reprimi i tuoi istinti? Ho fatto delle ricerche su di te, Beckett. Le faccio su ogni mio paziente.

- Mi ha colto in flagrante! Comunque – continuò il giovane – anche io e Myles facciamo ricerche. Stiamo per scoprire i segreti di Artemis.

- Impossibile, non credere di imbragliarmi facilmente! So benissimo che tutti i segreti di Artemis sono scritti in codice su un diario su disco ed ora lui è...

- Da qualche parte nelle foresti pluviali a salvare il mondo, lo so!

Ovviamente il dottor Po non era riuscito a completare la sua frase. Gli era troppo difficle credere che l'Artemis Fowl junior impegnato a salvare il mondo da qualche parte fosse lo stesso ragazzino che lui aveva conosciuto.

- Sa doc, Myles ha trovato la chiave del codice.

- Davvero? - balbettò il dottor Po. Aveva smesso di scrivere – Allora, Beckett, sappi che quando ho chiesto a tuo fratello Artemis se aveva trovato qualcuno degno del suo rispetto, lui mi ha risposto di sì. Sono riuscito a sapere solo che erano in due oltre i vostri genitori.

- Non si preoccupi, non mi spaventa Artemis se è questo che cerca di chiedermi. Sono un Fowl.

Dopo aver detto questo, Beckett uscì dalla stanza lasciando solo il dottor Po. Lui non assomigliava ad Artemis. Era alto, biondo e aveva gli occhi verdi, entrambi dello stesso colore. Al contrario, Artemis era alto, più pallido del normale, dai capelli corvini e aveva gli occhi spaiati. Uno di un azzurro cupo e l'altro di un dolce nocciola. Beckett si era sempre chiesto come mai gli occhi del fratello fossero spaiati e forse, ora, stava per scoprirlo grazie a quel diario.

 

Dopo aver parlato con Beckett Fowl, il dottor Po era consapevole di avere dieci minuti di pausa. Solo dieci minuti. Dopo sarebbe toccato a Myles Fowl, il gemello che, a quanto aveva sentito, era più simile al fratello Artemis nella genialità. Non nell'aspetto, però. I gemelli avevano preso dalla madre. Artemis junior, invece, dal padre: Artemis senior. Però il dottor Po sapeva di non potersi lamentare. Sempre meglio analizzare una mente come quella dei Fowl che una mente semplice come la maggior parte di quelle presenti al Saint Bartleby.

Mentre assaporava i suoi ultimi attimi di pace, qualcuno bussò alla porta. - Avanti – ebbe quasi un deja vu.

- Salve. Immagino lei sia il dottor Po. Mi presento, anche se penso sappia chi sono. Il mio nome è Myles Fowl.

- Piacere di conoscerla, signor Fowl

- Immagino che abbia parlato con Beckett. È ovvio, a questo punto, che mio fratello le abbia già spiegato le miei intenzioni riguardo al diario.

- Già – il dottore annuì debolmente. La vena era tornata a pulsargli più forte di prima. - e mi lasci dire che a mio avviso è un errore.

- Mi perdoni se sarò scortese, ma non credo che la sua opinione conti qualcosa sulle mie decisioni.

Lo psicologo non smetteva di scrivere. Myles era più simile ad Artemis di quanto si potesse immaginare dopo aver parlato con Beckett.

- So cosa sta scrivendo su quell'agenda. Mi lasci dire che si sbaglia. Io non sono come Artemis. Non potrò mai eguagliarlo. Io non sono spietato – mentre diceva questo, il ragazzo sembrava quasi dispiaciuto – vede, mio padre è cambiato dopo l'Artico. Non è lo stesso che ha cresciuto Artemis. So perfettamente che ora mio fratello maggiore si occupa di salvare il mondo da qualche parte. Però sono come attirato dal suo passato.

- Certo, è comprensibile.

- Invece credo che lei non capisca, dottore.

- Come, scusi?

- Lei per primo sa benissimo come era Artemis. Esegue sempre delle ricerche su i suoi pazienti. Artemis era un criminale freddo e distaccato. Nessuno, fatta eccezione dei nostri genitori, era degno del suo rispetto. Poi qualcosa è cambiato. Improvvisamente ha abbandonato i suoi piani criminali e credo perfino che abbia trovato qualcun altro meritevole del suo rispetto.

- Sì, è vero. Me lo ha detto in una seduta.

- Non mi dica che non è neanche incuriosito da questo. Vede, grazie al diario di Artemis potrò svelare i suoi segreti più intriganti. Comunque, tornando a noi...

Il cellulare di Myles vibrò quasi impercettibile. Senza curarsi della seduta, il ragazzo rispose.

- Myles. Sono io. - La voce di Leale.

- Mi sebra ovvio. In questo momento avrei da fare.

- Ho recuperato il disco.

- Dove sei?

- Davanti al cancello principale.

- Bene. Prendo Beckett e arrivo.

Il dottor Po si rilassò sfinito sull'imbottitura della sua poltrona. Un'altro deja vu. La stessa cosa era successa durante la sua prima seduta con il giovane Artemis. Due Fowl, pensò. Troppo per un giorno solo.

 

I due gemelli salirono sulla Mercedes Benz parcheggiata davanti al cancello del collegio. Non c'era voluto molto per trovare Beckett. A Myles era stato sufficiente andare in palestra e scostare una folla di ragazze in adorazione. Sapeva che suo fratello andava sempre ad allenarsi quando non aveva lezione. Era un modo per scaricare la tensione. Appena si furono sistemati sui sedili posteriori, la guardia del corpo che si trovava alla guida abbassò il vetro che separava il guidatore dai passeggeri. - Come vi va, ragazzi? - disse guardando i ragazzi dallo specchietto.

Negli occhi di Myles si accese un bagliore – A meraviglia. Dimmi. Come hai fatto ad avere il diario su disco di Artemis?

- Oh, Myles! Come sei scortese! Passi subito ai fatti senza salutare! Scusalo, Leale. Come stai? Ogni volta che ti rivedo sei più bella! - s'intromise Beckett prima che la guardia del corpo potesse rispondere.

- Grazie Beckett.Comunque Myles, trovare il dischetto è stato semplice. Artemis lo aveva dato a mio fratello ed io non ho dovuto far altro che intrufolarmi in camera sua quando non c'era...

La guardia del corpo dei gemelli Fowl era Juliet Leale che per proteggere i suoi principali aveva rinunciato ad essere la Principessa Giada nel mondo della lotta libera. Ovviamente i gemelli non sapevano il suo nome, ma sapevano che era la sorella della guardia del corpo di Artemis.

- Leale, dirigiamoci verso casa. Comunque tieni sempre una velocità non molto alta. Potremmo cambiare destinazione leggendo il diario di Artemis.

Juliet rialzò il vetro e si mise alla guida. Ovviamente non le era piaciuto sottrarre il diario al fratello, ma il principale era il principale. E lei non si era guadagnata il diamante blu tatuato sul braccio per nulla. Quel tatuaggio era lo stesso che aveva suo fratello. Tutti i diplomandi dell'Accademia di Madame Ko avevano quel diamante blu tatuato sul braccio.

 

Non appena la macchina partì, Beckett e Myles accesero un portatile che loro stessi avevano migliorato aggiungendo alcun "accessori". Del resto erano dei geni. In un attimo l'e-mail che annunciava l'improvvisa partenza dei gemelli per visite mediche fu sul computer del preside del collegio. Ovviamente firmata da Angeline e Artemis Fowl senior. Subito dopo ci fu una pausa. I due fratelli si guardarono negli occhi. C'era una cosa che dovevano fare prima di leggere il diario di Artemis. Era una cosa puerile secondo Myles, ma Beckett aveva insistito molto e aveva fatto incuriosire persino lui. Abbassarono il vetro che li separava dalla loro guardia del corpo. - Leale? Tu hai conosciuto Artemis da giovane, giusto? - chiesero in coro.

    • Certo.

    • C'è una cosa che Beckett voleva chiederti... - si affrettò a dire Myles prima che il fratello potesse fare la stessa cosa con lui.

    • Myles, sei un imbroglione! Comunque, Leale. Artemis una volta ci ha detto che, nonostante lui facesse resistenza, ha ceduto alla pubertà. Una sola volta.

    • E fammi indovinare...voi due volete sapere se so qualcosa. Giusto?

I due annuirono imbarazzati. Poi Juliet rispose allegra. - Ma certo! Mi sembra giusto che sappiate. Non credo che sia scritto nel diario. Penso che li scrivesse solo i suoi piani. Dovete sapere che Artemis una volta sì è innamorato da giovane.

- Cosa? Innamorato? Artemis? - esclamarono nuovamente in coro Beckett e Myles.

- Sì sì, proprio Artemis! Non posso dirvi di chi, però Artemis era perso. Dovevate vederlo! Non voleva ammetterlo e riusciva a nasconderlo benissimo, ma un giorno...beh, diciamo che un certo Orion è venuto a saperlo ed allora lo diceva a tutti. Però era un ragazzino molto strano e dubito che qualcuno capisse veramente le parole di Orion. Spero che ci sia scritto qualcosa di quel ragazzo nel diario di Artemis. Mi divertirei molto a leggerlo! I due si odiavano!

- Ma quella ragazza? Cosa è successo poi? - chisero ancora i gemelli all'unisono. Non riuscivano a smettere di parlare in quel modo quando erano emozionati.

- Mi dispiace, ma non posso dirvi nient'altro. Potete leggere il diario di Artemis, ma dubito fortemente che ci siano scritte queste cose. Non amava parlarne.

Una volta che Juliet richiese il vetro e Beckett e Myles rimasero soli, i due inserirono il discetto nel portatile. Il computer ronzò e poi sibilò per quelli che sembraroni un'infinità di secondi. Finalmente sullo schermo si aprì una finestra. Diario di Artemis Fowl junior, c'era scritto. Provarono ad aprire qualche documento, ma ovviamente era tutto in codice. Con un click, Myles applicò il sistema di traduzione utilizzando la chiave da lui trovata. Ci vollero pochi minuti. Poi Beckett lesse – Diario di Artemis Fowl. Dischetto due. In codice. Beh, o almeno lo era. Myles, questo è il dischetto due. Secondo quello che ci ha detto Artemis, il dischetto due contiene la sua vita dai dodici ai diciotto anni.

- Già, hai ragione. Presumo tu voglia leggere quella parte.

- Sì, la parte che va dai quattordici ai diciassette anni. Quando è scomparso.

Indugiarono un po' su un file e poi lo aprirono. Era di quando aveva quattordici anni. Aprirono il seguente. Artemis aveva diciassette anni. Durante quei tre anni in cui era scomparso, Artemis non aveva scritto. Doveva essere accaduto qualcosa. Lui scriveva sempre tutto. Decisero così di leggere il primo diario che aveva scritto dopo essere tornato.

 

estratto dal diario di Artemis fowl.

Dischetto 2. in codice.

 

Tre anni. Non posso crederci. Io, Artemis Fowl junior, mi sono deconcentrato nel tunnel spazio – temporale ed ho sbagliato di tre anni. Non avrei dovuto pensare a rubare un po' della magia del Popolo. È stata una grave mancanza da parte mia. Come avrei potuto spiegare un'assenza di tre anni? Inoltre, anche Spinella si è distratta. Il risultato di questo sono stati degli occhi spaiati. Ora, ho un occhio azzurro e uno nocciola. Ora, ho un occhio del capitano Tappo e lei ne ha uno mio. In un certo senso, però, non mi dispiace. In questo modo una parte di lei sarà sempre con me. Ma che cosa dico? Non è certo questo il momento di essere romantici. È un disastro. Sono stato costretto a fare una cosa riprovevole persino per me. Ho dovuto usare la magia sui miei genitori ed anche su Beckett e Myles. Non potevo permettere che si chiedessero dove fossi stato per tutto questo tempo. In realtà io sono stato via poche ore, ma il tempo nel Limbo scorre in modo totalmente differente da quello edlla terra. Si può dire che non scorra. Nel Limbo non c'è tempo e non c'è spazio. Per questo quando Qwan e N.1 hanno fatto l'incantesimo del tunnel temporale era fondamentale che rimanessimo concentrati. Spinella doveva focalizzare il luogo di arrivo ed il tempo. Sfortunatamente temo di aver commesso un'errore. Quindi, ci siamo trovati catapultati a tre anni dal tempo in cui eravamo partiti. Di tutte le avventure, questa è stata una delle più difficili. Infatti mentre eravamo ad Hybras, l'isola dei demoni dispersa nel Limbo, il capitano Tappo è stato colpito in modo fatale. Fortunatamente sono riuscito a calcolare un disturbo temporale che saltava indietro nel tempo di pochi istanti. In questo modo ho potuto salvarla. Ho potuto salvare Spinella. Comunque, quella non è stata la nostra ultima avventura. Poco tempo dopo il ritorno dal Libo, infatti, mia madre si è ammalata. La sua era una malattia sconosciuta, così ho provato a guarirla utilizzando la magia che ancora fioriva dentro di me. Ho speso fino alla mia ultima scintilla per guarirla. Purtroppo non ha funzionato. Anzi, è peggiorata. Ho deciso quindi di fare affidamento sul Popolo ed ho inviato un e-mail a Spinella tramite al comunicatore che lei stessa mi aveva dato. Il capitano Spinella Tappo della Libera Eroica Polizia non poteva certo ignorare un simile messaggio. Al suo arrivo sono stato sollevato di sapere che la Sezione 8 aveva acconsentito a lasciar venire N.1, il demone stregone vivente più forte sopra e sotto la supeficie della terra. Spinella temeva di sapere di quale malattia soffrisse mia madre. Polledro ha quindi analizzato un campione del gel che la ricopriva utilizzando le sue innate capacità informatiche risalendo alla malattia. Angeline Fowl, mia madre, soffriva di incantropia, la malattia della magia. Nessuno, fatta eccezione per Leale, sapeva che io avevo usato la magia su mia madre. Dunque, ho dovuto mentire al capitano Tappo dicendo che era stata lei a contagiarla quando l'aveva guarita anni prima dalla sua depressione. Mentire a Spinella è stato devastante. Ma non avevo altro modo. Dovevo essere certo che accettasse di venire indietro nel tempo con me. Tornare indieto a otto anni prima era indispensabile. Infatti la cura per guarire l'incantropia era il fluido cerebrale del sifaka lanoso del Madagascar. Un lemure che io stesso avevo venduto agli Estinzionisti all'età di dieci anni per finanziare le spedizioni nell'Artico per trovare mio padre. O almeno così credevo. Comunque, tornando al viaggio nel tempo, avrei avuto voglia di strangolare quel demone stregone di nome N.1. Per colpa sua ho provato un imbarazzo tale che avrei voluto scavare una fossa e non uscirne per cento anni. Sono convinto che anche il capitano Tappo avrebbe voluto ucciderlo. Infatti N.1 era molto potente, ma era pur sempre un principiante e per non rischiare di fonderci con i nostri abiti ci siamo dovuti spogliare e tenerci per mano. Così io ero in boxer rossi che tenevo la mano a Spinella che indossava un monopezzo, un pezzo della divisa molto simile ad un costume color carne. Però i dettagli non sono importanti, li ho scritti in un'altra pagina di diario. La cosa importante è che anche questa volta ci sono stati dei problemi nel tunnel temporale. Spinella ha ripensato alla madre, Coral Tappo, morta quando lei era alle prime armi, ed io ho pensato al fatto che avrei dovuto avere diciassette anni e non quattordici. Anche se questi pensieri ci hanno sfiorato solo per un brevissimo attimo, usciti dal tunnel temporale Spinella era tornata ad essere poco più che una ragazzina, in termini elficii è ovvio, ed io avevo quasi diciotto anni. Dopo una serie di imprevisti e piani terminati male, siamo riusciti a tornare nel nostro tempo. Mentre eravamo indietro nel tempo ho dovuto dire a Spinella che le avevo mentito. Non sono riuscito a controllare. Questa è una cosa che mi capita molto di rado fortunatamete. Inizialmente lei si è infuriata con me, ma sono comunque riuscito a farmi perdonare facendole avere una conversazione con il comandante Tubero. Lei haveva sofferto molto alla sua morte ed allora io non le sono stato molto d'aiuto. Ma la cosa più importante è un'altra. Mentre etntavamo di impossessarci del lemure, che in seguito avremo chiamato Geigei (Julius junior), ho avuto un incontro estremamente ravvicinato con un gorilla. Sarei morto se non fosse stato per il capitano Tappo. Usando i suoi poteri guaritrici mi ha curato le ferite. Non era la prima volta. Le devo molto. Quella volta, però è stato diverso. Io ero praticamente morto e lei mi ha salvato. Ho guardato Spinella e ringraziandola le ho rivolto uno dei miei pochi sorrisi sinceri. Intorno a me c'erano ancora scintille azzurrine causate dalla magia curativa. Il capitano Tappo era in lacrime. Aveva creduto che fossi morto. Aveva temuto di perdermi. Così, improvvisamente, Spinella si è chinata su di me e mi ha baciato. In quel momento decisi di accantonare l'accaduto. Se non tornavamo nel nostro tempo entro tre giorni, saremmo rimasti bloccati in quella dimensione per sempre. In seguito, però, mi è capitato spesso di riprendere quel pensiero e riguardarmelo dolcemente. Mi sono posto molte domande. Ma perché lo avrà fatto? E come mai mi sono sentito in quel modo? Quello che provo per Spinella va oltre il rispetto? Ho dedicato molto tempo a riflettere mentre osservavo. Guardavo Beckett e Myles. Senza Spinella loro ora non ci sarebbero. È stata lei a guarire mia madre dalla depressione. È stata lei a salvare mio padre nell'Artico. È stata lei a riportare in vita Leale dopo che Arno Tozz gli aveva sparato. È stata lei a salvarmi la vita diverse volte. È grazie a lei se sono migliorato tirando fuori quel po' di decenza che era in me. Mi è davvero difficile ammetterlo persino a me stesso. Credo di essermi innamorato del capitano Spinella Tappo, l'elfo dagli occhi spaiati. Uno azzurro cupo e uno di un dolce e magico nocciola.

 

Sulla strada per Casa Fowl.

 

Beckett e Myles non potevano credere a quello che avevano letto. Eppure era davanti ai loro occhi. Loro fratello Artemis parlava nel suo diario di viaggi nel tempo, Limbo, demoni, elfi, centauri e magia. Inoltre a quanto sembrava si era innamorato di uno di loro. Una certa Spinella Tappo. Dovevano scoprire di più. Se davvero Artemis aveva ragione e non era impazzito mentre scriveva quelle cose, la magia esisteva e per tutti quegli anni lo aveva tenuto segreto. Quindi, decisi a scoprire la verità, iniziarono a leggere tutte le pagine del diario del fratello maggiore. - Myles, ora dove si va? - chiese Beckett quando ebbero finito.

- Fai le valige Beckett. Andiamo a trovare nostro fratello Artemis.

- Cosa si mette nelle foreste pluviali?

- No, fratello. Non credo che sia nelle foreste pluviali. Chiama la nostra Leale. Sono sicuro che lei sappia dov'è veramente Artemis.

  
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