Ecco un’altra shottina
triste che avevo in cantiere da molto tempo ma non
avevo idee sui personaggi, ultimamente mi sembro un forno, ne sto scrivendo un
po’, ma non posso farci niente, ho un flusso incessante di ispirazioni per
questa coppia^^ quando vi sono venuta a noia ditelo eh?!XD Bèh, vi consiglio di leggerla col sottofondo
della canzone di Ryuichi Sakamoto
“Il tè nel deserto”
buona lettura….
Ragnatele di emozioni
“E quindi te ne vai…”
Speravo di non dover
giungere mai a questo punto.
La ragazza dai lunghi capelli rossi e la corporatura fragile si alza dalla sedia dirigendosi verso la credenza, apre l’anta e ne tira fuori un bicchiere che riempie con succo d’arancia. Silenzio. Gli occhi che fissano il liquido denso dondolare nel recipiente. Onde alte di un mare chiuso tra spesse pareti di vetro. La testa dell’altra accenna debolmente un “sì”.
“E a fare cosa di preciso?”
Non m’importa che
farai, non devi partire.
Una sorsata scende nello stomaco lasciando tracce zuccherine sulle sue labbra. Beve e torna a sedersi accavallando le gambe e attendendo una risposta che non tarda ad arrivare benché flebile.
“A lavorare e ad imparare…
Come se fosse
importante adesso…
Di nuovo silenzio. E pioggia che batte sulle finestre rigando i vetri, lacrime degli angeli scendono copiose sulla Terra arida. Il battito del cuore sembra spaccare i timpani col suo rumore.
La ragazza coi capelli castani e gli occhi nocciola sbuffa…
“Potresti dire qualcosa…”
Andiamo Gin, fermami, urlami di non partire…
L’altra solleva lo sguardo stancamente dal tavolo e lo fissa nel suo. Iridi lucide e spossate, quegli occhi indecifrabili e feriti che tolgono il respiro.
“Tipo?”
Non so cosa vuoi Hermione ma
non mi piace questo gioco.
“Tipo ‘Sono proprio contenta per te!’ oppure ‘Stai sbagliando’, che ne so Gin, qualsiasi cosa”
Non lasciarmi andare
via, non ancora…
Nessuna risposta, ancora quel silenzio vigliacco. Ancora quello sguardo indecifrabile e un sorso di aranciata scende nello stomaco lavando il boccone amaro che ha buttato giù con fatica. Tre anni passati a vivere nello stesso appartamento, a raccontarsi tutto e ancora non riescono ad aprire quelle ante nascoste del loro cuore, quegli sportelli chiusi a doppia mandata nei quali è celata la verità e non la rete di informazioni superflue che tendono ogni giorno e con la quale s’impigliano a vicenda.
La ragazza dai capelli rossi si alza di nuovo provocando un sordo rumore che scuote l’altra, per poi dirigersi verso la finestra. Cappa. Una cappa asfissiante sul petto schiaccia i polmoni, sibila l’aria tra le labbra, entrando lenta e scarsa.
“Sono contenta per te”
Stai sbagliando…
La bruna scuote la testa, finzioni su finzioni sono tessute da loro, aracnidi disperati, l’unico modo per non sbagliare, tessere e ferirsi. Ma davvero sbaglierebbero se disfacessero la tela rivelando la totalità del tessitore?
“Sei incorreggibile Ginevra”
Sei sempre la solita
ottusa, non lo vedi come sto?!
Un bicchiere sbatte sul tavolo incrinandosi da un lato, incrinando a sua volta quella sorta di calma che aveva aleggiato tutto il tempo nella stanza. Gocce arancio schizzano sulle venature del legno, su quei cerchi concentrici simili ad occhi, occhi che scrutano e paiono rimproverare le due ragazze. Scroscia la pioggia dal cielo plumbeo, sottile velo di malinconia che aggomitola la casa spandendo oscurità nella modesta cucina ove si trovano.
“Cosa dovrei fare?”
Dirti che ti amo Hermione?!
La pazienza è crollata, come una castello di carte, distrutta dal vento della disperazione. Da quel tornado di emozioni che spezza le fondamenta delle certezze, inavvertitamente, inaspettatamente, su due piedi facendo accasciare sotto la sua violenza persino le persone più forti. La ragazza dai lunghi capelli rossi è chinata di fronte all’altra, la mano a palmo aperto sul tavolo, gli occhi puntati nei suoi tremano impercettibilmente scintillando tristezza da ogni angolatura.
Ah quanto dolore puo’ portare l’amore! Quante lacrime sgomitano negli occhi, bramose di sgorgare, di riversare all’esterno tutta la loro amarezza…colare sul volto a lavare almeno in parte quel senso di disperazione che invade il cuore quando si fa largo la consapevolezza di un distacco.
“Dimmelo tu Mione perché io non lo so cosa vuoi sentirti dire! Te ne vai, hai trovato un bel lavoro, sono contenta per te ma non chiedermi di non sentire la tua mancanza….”
Ho mentito…ma
non te ne accorgi?! Non vedi che ti sto mentendo da una vita per nascondere
quello che provo?!
Si spezza quella solidità, come la voce, trema sotto i colpi del vento, sotto quelle raffiche si urlano tra loro i cuori. Grida di rimproveri e rimpianti, di tutte quelle cose che non hanno mai sfiorato le labbra per uscirne…non è forse il caso di disfare la tela adesso? Prima che sia troppo tardi? Il tempo corre, divora gli attimi, e mentre tu rimpiangi di non aver colto l’occasione precedente lui ne inghiotte già un’altra, quelle lancette sono un circolo vizioso dalle quali, se erri una volta, è difficile uscirne incolumi.
“Mi mancherai anche tu…ma almeno adesso non mi avrai tra i piedi e potrai portare avanti la relazione con Harry.”
La mia risata risuona stonata in quest’atmosfera …di nuovo una bugia, vorrei esserci io al posto di Harry ma sarebbe uno shock per te, dirti che ti amo, e non voglio perdere la tua amicizia, almeno quella…
La voce si propaga lentamente, ovattata e lontana, come un grido sotto l’oceano che deve lottare contro l’acqua per farsi sentire, spingendo con tutte le sue forze quel muro inconsistente e limpido senza riuscire mai realmente a sfondarlo.
“Sei sciocca solo a pensare di poter essere un peso…”
Passerei tutta la vita
con te Mione…non m’importa di stare con Harry, ne mai mi farò avanti con
lui, specie adesso che non ci sarai più tu…
Quanto ti senti sola immaginando una vita senza la persona a te più importante! Tenti di rifiutarlo fino all’ultimo secondo, sperando di aprire gli occhi e svegliarti da quell’incubo, ma questo non accade mai e quando la realtà ti crolla a peso morto, improvvisamente, sulle spalle, ti spezzi e cadi, incapace di rialzarti. Annaspando nel dolore, ingoiando boccate di ansia. Piccolo animaletto chiuso nella trappola che tira disperatamente tentando, invano, di liberare la zampa da quei denti di ferro che lacerano la carne pezzetto per pezzetto.
La ragazza dai lunghi capelli rossi raccoglie una goccia di umidità condensatasi sulla finestra alla quale si è appoggiata, le nuvolette di fumo che escono dalle labbra infreddolite si sgretolano davanti ai suoi occhi zaffiro, lasciando un alone sul vetro…quell’alone che rimarrà della loro storia mai iniziata e mai finita, quello e basta.
“Devo andare adesso, o perderò il treno..”
Oh Dio fa che mi fermi
adesso e giuro che non la lascerò mai più per il resto della vita.
Indossa il cappotto scansando i boccoli castani e allacciando i bottoni il più lentamente possibile, tendendo l’orecchio ad ogni movimento dell’altra…è proprio vero che la speranza è l’ultima a morire! Anche quando ogni certezza è crollata, quando tutti i pensieri felici si dissolvono lei è lì, tenue luce nell’oblio della mente, e brilla, brilla, e non si spegne fino all’ultimo instante. Vi si attacca, l’anima, con tutte le sue forze a quella fiammella sottile…soffiandovi alla base, nel vano tentativo di tenerla viva il più possibile.
“Ti accompagno alla porta…”
Vorrei impedirti di
oltrepassarla…oh Dio, fa che rimanga, non la lascerò
andare mai più, lo giuro.
Il vento entra lieve dalla soglia aperta, percorrendo il viale e accarezzando i boccoli castani della ragazza come a convincerla a rientrare, a disfare una volta per tutte quella dannata tela e rivelarsi per quello che è, senza vergogna, senza timore. Perché la paura è una colla che impedisce di ragionare razionalmente, blocca i movimenti e affoga le speranze.
“Bèh, allora fa buon viaggio…”
Torna Hermione, torna e sarò qua ad
aspettarti per tutta la vita.
“Abbi cura di te Gin…mi mancherai…”
…Da morire…perché
vivere senza te non è possibile…
La ragazza dai lunghi capelli fulvi l’abbraccia delicatamente, ma con un cipiglio di forza che spiazza l’altra, come a volersi aggrappare a lei per non cadere, conscia che d’ora in avanti dovrà alzarsi da sola. Cadono le lacrime, dal cielo e dagli occhi. Si mescolano in un unico vortice di emozioni, rigano il volto, stracciano il cielo, lavano la voglia di vivere e spengono quella debole fiammella di speranza. Fumo è quello che rimane su quella soglia, il fumo del ricordo di quel rapporto speciale creatosi tra le due, che nessuna ha mai compreso appieno. Il freddo punge la pelle mentre la pioggia scroscia costante, il vento raccoglie le parole che sgorgano da quelle labbra e le disperde, il segno di un amore che ha trovato ostacolo nella mente, quel desiderio che non è riuscito a spaccare il muro della paura ed è perito la, su quelle scale di quella casa che, adesso, sembrerà più grande. E in quell’auto che avrà sempre un sedile vuoto.
“Addio Gin…”
Ti amo…ricordalo
sempre…
“Addio…”
…Non hai mai capito niente
di me Mione…
Allora che ne pensate?! Triste come mio solito, ma non riesco a scrivere qualcosa
a lieto fine, non so perché^^ Bèh ne approfitto per
fare un po’ di ringraziamenti; a coloro che hanno recensito “En memoire de toi”, a k_eliza, cry_cry, ravenscry, Zarhi ed Hermione Jane Granger grazie per le
bellissime parole, per i complimenti e per le recensioni che non mancano mai^^.
A quelle che hanno recensito “Dolore
sanguigno”, grazie ancora a k_eliza e Zarhi che ci
sono anche qua, a stellina250 e a Tarja(i cui
consigli sono preziosissimi^^ thnx). Spero che anche
questa vi piaccia^^ un bacio alla prossima…
Mione14