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Autore: LilacLilium    26/08/2012    2 recensioni
-Hey, guarda! Quello che è? Tu che ne dici? Non so…- Jack si era alzato e si era precipitato al parapetto della nave farneticando come al solito. Subito corse dalla parte opposta del ponte. Ambientata nel terzo film. Jack fa rollare la nave, la scena la conoscete già :) il tutto è visto dal punto di vista di Elizabeth. Se leggete lasciatemi una piccola recensione :3
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Up is Down

 

Ormai erano ore che aspettavano il tramonto. Ore. E il sole era fermo pochi centimetri sopra la superficie del mare senza mai toccare la linea tremolante dell'orizzonte: l'aria era umida e calda, soffocante.

Le scorte d'acqua erano finite da un pezzo (anche il rum) e la ciurma stava diventando sempre più irritabile a causa del caldo, della sete e della noia.

Elizabeth si scostò dal parapetto e si lasciò cadere pesantemente su una cassa di legno appoggiata sul ponte della nave. Da diversi minuti fissava il sole arancione all'orizzonte che non si muoveva di un millimetro.

La giovane donna volse lo sguardo al capitano: perché non si da da fare?

 

Barbossa stava fissando il sole, dritto e impettito come sempre ma il suo sguardo corrucciato lasciava percepire una certa preoccupazione. La sua sagoma si stagliava davanti al grande sole rosso incorniciata dalle sartie che erano arrotolate alla ringhiera di legno o ricadevano morbide sul ponte rialzato dove troneggiava Hector.

Accarezzò distrattamente la sua scimmietta che cercava di ripararsi dai raggi cocenti sotto l’ombra creata dal grande cappello del pirata.

La ciurma è scontenta, pensò il comandante che temeva ormai da tempo un ammutinamento da parte della ciurma. Appoggiò le mani ricoperte di anelli al parapetto della sua amata Perla; toccò il legno consunto della nave. No, nessuno gli avrebbe portato via di nuovo la sua amata Perla Nera.

Ora, doveva trovare un modo per uscire dallo scrigno… ma quel dannato sole non tramontava!

 

Elizabeth si alzò. Si tolse la giacca e la abbandonò sulla cassa. Faceva caldo.

Il mare scintillava dei colori del tramonto spezzato a metà, l’aria era così umida da rendere tremolante la linea dell’orizzonte. Inoltre la nave non offriva molte possibilità di stare all’ombra.

Pintel e Gibbs stavano seduti su un’altra cassa poco lontano. Mastro Gibbs aveva continuato a raccontare leggende di mare per tenere alto l’umore dell’equipaggio, finché il caldo del sole gli aveva seccato la gola.

-Perché è finito tutto meno il rum?- chiese Pintel per rompere il silenzio carico di tensione.

-Rum finito.- annunciò Mastro Gibbs con tono cupo sgocciolando la sua fiaschetta.

Tia Dalma comparve dietro Elizabeth facendola sobbalzare. Perché quella donna doveva essere sempre così inquietante?

La stregona si avvicinò a Gibbs e borbottò qualcosa a proposito di “vagabondi erranti tra due mondi”. Elizabeth non aveva voglia di ascoltare.

Si spostò dall’altra parte del ponte e si sedette con la schiena appoggiata all’albero maestro. Ragetti che sonnecchiava nella stessa posizione si scostò un po’ per farle posto nell’ombra proiettata dal maestoso albero.

La giovane si guardò attorno in cerca della persona che amava. Will era accasciato sul ponte con lo sguardo assente rivolto al mare infuocato dai raggi di quel sole immobile.

Era così bello anche così…

Eppure… era cambiato. In così poco tempo si era chiuso in se stesso, e le aveva nascosto il suo segreto.

 

La ragazza fu distolta dai suoi pensieri a causa di un mormorio sommesso e continuo. Era Jack che stava dialogando con se stesso. Parlava e si rispondeva con tante voci diverse come se stesse provando una commedia. Lo faceva spesso da quando era finito nello scrigno. Era diventato leggermente pazzo, non che non lo fosse già.

Elizabeth scrollò le spalle. Era contenta di aver recuperato Jack Sparrow, si sentiva sollevata dal crimine che aveva commesso…

Ormai era una piratessa. Lo sapeva, il suo amore per l’avventura… suo padre lo diceva che non le faceva bene ascoltare storie sui pirati. Suo padre… il suo amato papà. Una lacrima scese veloce sulla sua guancia.

 

-Non dice che tramonta. Dice che cala…e sale.-

 

-Hey, guarda! Quello che è? Tu che ne dici? Non so…- Jack si era alzato e si era precipitato al parapetto della nave farneticando come al solito. Subito corse dalla parte opposta del ponte.

La parte della ciurma che non era sottocoperta a poltrire lo guardava sconcertata.

Jack corse di nuovo a tribordo e poi a babordo con la sua andatura barcollante.

I marinai iniziarono a seguirlo e a cercare di capire cosa avesse attirato la sua attenzione.

Elizabeth si avvicinò incuriosita a Barbossa che stava studiando la mappa circolare che poco prima era nelle mani di Jack.

-Capitano… che cosa sta facendo?- chiese la giovane indicando Jack e il suo seguito di uomini che correvano da una parte all’altra come matti.

-Fa rollare la nave…- spiegò indicando il centro della carta che rappresentava una nave rovesciata –Ha intuito tutto!- esclamò lanciando uno sguardo ammirato al pirata.

Il capitano scese velocemente nella stiva e gridò ai marinai di sciogliere il carico.

La ragazza capì e si mise a correre con gli altri. La nave si stava muovendo.

Pintel e Ragetti si erano legati a testa in giù all’albero maestro, mentre tutti gli altri facevano del loro meglio per far ondeggiare la nave.

Era tutto veloce, frenetico. Elizabeth prese per mano Will. Era felice. Si aggrapparono all’ultimo momento al parapetto della perla e un attimo prima di capovolgersi udirono Jack affermare trionfante: “Ora il sopra è il sotto!”

Elizabeth aprì gli occhi sottacqua: era tutto azzurro e calmo. Nessun suono se non lo scricchiolio attutito del legno caldo della Perla Nera che era entrato in contatto con l’acqua fredda.

La ragazza si voltò. Vide le treccine di Tia Dalma fluttuare nel blu. Vide gli occhi di Barbossa dello stesso colore del mare. Vide un sottile scia di bollicine uscire dalla bocca socchiusa di Jack.

Dov’è Will? Il panico attanagliò la gola di Elizabeth. Avrebbe voluto urlare il suo nome; poi lo vide. Era aggrappato a una cima. Grazie al cielo…

Il sole calò.

Con un potente risucchio la nave tornò nella sua posizione originale con tutta la sua ciurma. I marinai si rialzarono tossicchiando acqua salata. Pintel e Ragetti stavano imprecando l’uno contro l’altro sempre legati insieme a testa in giù.

Elizabeth sorrise –e sale l’alba.-

Avrebbe voluto urlare dalla gioia, cantare e abbracciare tutti ma non ne ebbe il tempo. Barbossa aveva sfoderato due pistole e una la stava puntando contro di lei…

 

 

Angolo dell’autrice

Arrg! Oziosi topi di sentina! Okay, basta.

La mia prima ff su “Pirati dei caraibi”!!! Quanto li amo :D e questo è uno dei momenti che preferisco nel terzo film…

Ho dovuto modificare qualcosina… ma a voi non dispiace, vero?

 

Recensite, insulsi scarafaggi.

LilacLilium

 

P.S. ho corretto il testo, sistemato i verbi e aggiunto qualcosina di nuovo :)

  
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