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Autore: gianpyno    10/03/2007    3 recensioni
Pensava proprio che lei fosse una donna forte e che ce l’avrebbe fatta sicuramente senza di lui al suo fianco…
Non sapeva che quella povera donna in realtà passava insonne le notti, a piangere per suo marito, per quello che non c’era più e che mai più sarebbe ritornato…
Piangeva perché non avrebbe più rivisto il suo Goku fare capolino dall’esterno della porta della camera da letto.
Non sapeva che quegli occhi neri ora bagnavano, inondavano quei cuscini…
Non sapeva che quelle piccole mani di donna ora stringevano quelle lenzuola, cercando un appiglio, un qualcosa che potesse, in un qualche modo, rievocare Goku, compensarne l’assenza…
Ma Goku non ne era al corrente…
Questo lui non lo sapeva
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goku
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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…Unspoken Words…

…Unspoken Words…

…Le Parole Mai Dette…

 

CAPITOLO II

Non si torna indietro

 

 

-Come? Come?- chiesero sbalorditi Goku e Re Kaioh.

-Questo non è possibile…- chiarì dispiaciuto Re Kaioh.

-Vi prego, io devo!!- li supplicò Haro, con occhi lucidi –Io ho lasciato cinque figli… non posso permettere che la loro vita vada a rotoli.

-Signor Haro…- prese parola Re Kaioh, sistemandosi gli occhialetti neri –Comprendo perfettamente il suo dispiacere per aver lasciato, e in modo alquanto brusco, la moglie e i suoi cinque figli… Ma mi creda, ormai non si può più tornare indietro!!

 

-Ma io…

Haro s’interruppe da solo…

Lasciate cadere le braccia penzoloni, abbassò lo sguardo e, triste, contrasse le palpebre e si morse il labbro inferiore.

 

“Che padre snaturato che sono stato!

Li ho abbandonati, così… il mezzogiorno di un otto marzo…

Li ho lasciati, appeso con una corda, nella casa di mia cognata…

Li ho lasciati, in un giorno simbolo per Lily e per tutte le donne…

Mi dispiace amore mio, perdonami se puoi…

Potresti anche non farlo mai, ma sappilo: io ti amerò per sempre.

Starò qui ad aspettarti e, se vorrai, qui mi troverai amore…”

 

-O forse sì!!...- la voce di Re Kaioh spezzò improvvisamente il silenzio. Evidentemente aveva scoperto qualcosa.

-Re Kaioh… che le succede?- domandò Goku, stranito da quella reazione dell’ometto.

-Goku, Goku…- continuò festante Re Kaioh –Ti ricordi di quel Bosco di cui ti parlai tempo fa?

-Quale bosco?- cercò di ricordare Goku, portandosi una mano dietro la nuca.

Frattanto in Haro, la speranza cresceva.

-Il Bosco di Diamante… Quello in direzione della Galassia del Sud Est!!- spiegò l’autorità, indicando la direzione.

-Ah…- rimembrò Goku –E io cosa dovrei fare?

-Accompagnerai il nostro amico Haro!! Poi basterà che tu dica che ti mando io e ti faranno entrare.- comunicò sorridente l’indigeno del pianetino.

-D’accordo!!- esclamò Goku –Haro, salta pure su!!

-Oh… io… non so veramente come ringraziarvi!!- proferì umilmente l’omino corpulento e spaesato.

E, salito in groppa alla possente schiena di Goku, Haro prese la strada per il Bosco di Diamante.

 

Durante il volo, il sayan e Haro conversarono.

Goku raccontò delle sue imprese eroiche e di suo figlio Gohan, mentre Haro parlò del suo lavoro e della sua numerosa famiglia.

-Io ho lavorato come guardia giurata per 25 anni. Ho lavorato in molti posti del mio paese, l’Italia… lo conosci?

-Italia?- domandò Goku cercando di racimolare qualche conoscenza perduta… -No, mi dispiace!!

-Ah, pensavo fosse più conosciuta nel mondo!!- spiegò allibito Haro, ma evidentemente ignorava il fatto che lui e Goku venivano da mondi e dimensioni differenti.

-Comunque, come ti spiegavo, ho lavorato con le forze dell’ordine per quasi trent’anni…- riprese Haro, interrotto però dal sayan.

-E perché hai smesso? Non sei così anziano!!- osservò Goku, rivolgendogli lo sguardo.

-E…- Haro quasi quasi non riuscì a pronunciare quelle parole, ma credette giusto dare una risposta alla gentile persona quale era il sayan. –Mi hanno licenziato… E come me hanno lasciato in mezzo a una strada altri 365 dipendenti…

Le parole di Haro erano cariche di dolore.

Per lui aver perso quel lavoro era stata la causa principale della sua morte.

Per l’avidità di certi “ricchi” lui ha dovuto aspettare, aspettare troppo tempo che quei quattro soldi, quella “liquidazione” arrivasse…

Ma quel tempo fu troppo!!

Haro non era riuscito a resistere a quella prova, all’ennesima prova che il tempo traditore gli poneva innanzi…

Ma Goku non riusciva a capire

 

-E perché non ti sei cercato un altro lavoro?- domandò il sayan con aria sbarazzina.

Haro rispose, ma nella sua voce spiccava un sottile velo di malinconia e tristezza…

-Perché ho quarantotto anni, Goku…

-E allora??- soggiunse il sayan, non capendo.

-Come “e allora”?- asserì sbalordito l’omino corpulento che frattanto stava in groppa al sayan –Goku, caro mio, a quarantotto anni non sei più un ragazzino!!

-Ma non sei neanche tanto vecchio!!- aggiunse Goku, cercando di mettere in difficoltà l’omino.

-Ecco, è questo il punto!! Non tanto vecchio per non lavorare più né tanto giovane per trovare lavoro con facilità… Tutte le porte ti si chiudono, anzi, nella maggior parte dei casi, nemmeno ti si aprono… Ma ora dimmi, Goku, cosa hai fatto tu nella vita?

-Io? Io ho sempre combattuto…

-Combattuto?- domandò Haro, sconcertato.

-Sì, amico…- continuò Goku, schivando una nuvoletta gialla –Da quando mi ha allevato mio nonno Gohan io sono sempre stato un ottimo combattente. Amo lottare per difendere i più deboli o per il solo piacere di farlo.

-E di cosa vivevi?- chiese l’omino corpulento sulla sua schiena, evidentemente incuriosito da quello strano stile di vita.

-Di cibo!- delucidò Goku, con tono più spigliato possibile.

-No… non mi riferivo a quello!!- chiarì Haro –Dico… come ti procuravi i soldi per mangiare??

-Aahhhh, quelli?? Non ne ho mai avuto bisogno… Mia moglie mi ha sempre preparato da mangiare e non mi ha mai fatto mancare nulla. Ah, se ti riferisci al lavoro, no… sappi che io non ho mai lavorato…

-Ah, capisco…- proferì Haro, comprendendo finalmente il perché di certe risposte ingenue del sayan sbarazzino.

 

-Stiamo atterrando, Haro… Fa attenzione!!- gli raccomandò Goku.

Una volta atterrati sulla piattaforma bianca all’ingresso del Bosco di Diamante, i due s’incamminarono a passi silenziosi verso la radura.

 

-Haro, Goku!- una voce familiare richiamò i due…

Ma era… la voce di Re Kaioh.

-Toh, Re Kaioh!! Che piacere rivederla così presto!!- esclamò baldanzoso Goku.

La grossa faccia dell’autorità della Galassia del Nord si era materializzata su un gigantesco pannello bianco…

-Come potete vedere qui non c’è nessuno…- sottolineò Re Kaioh, facendo risaltare agli occhi di Haro e del sayan il paesaggio triste, annebbiato e desolante che caratterizzava quella zona –Quindi vi spiegherò io cosa fare…

-Perché non c’è più nessuno, Re Kaioh?- chiese Goku, naturalmente incuriosito.

-I Ghimel sono scappati dopo l’invasione dei mostri degli specchi…

-Che cosa?!?- domandò allibito il sayan –E chi sarebbero questi mostri??

-I mostri degli specchi!!- ripeté irritato Re Kaioh –Si nascondono dentro le superfici riflettenti e sbucano fuori quando meno te l’aspetti…

Goku annuì alla gigantesca faccia, comunicando di proseguire la spiegazione.

-Questi mostri non consentono pertanto di utilizzare gli Specchi del Sogno e quindi vanno scacciati da essi. Goku, tu ascolta quello che ti dirò e fallo, intesi?- troneggiò Re Kaioh.

-Agli ordini!!

 

E così, incamminatisi per quella folta vegetazione, Haro e Goku scalarono il gigantesco Bosco di Diamante.

Era un paesaggio triste, invernale.

Ad Haro ricordò vagamente il suo primo approccio all’aldilà, quando si era smarrito nel Serpentone, prima di essere ritrovato da Goku.

Ma nonostante adesso ci fosse Goku, lì con lui, Haro si sentiva di nuovo solo, abbandonato…

Forse era la nebbia?

Forse era quel bianco pallido che riempiva tutto?

Forse era quel terriccio così maledettamente friabile?

Beh, in qualunque caso non era questo il momento di pensare a risolvere certi dubbi emblematici…

Doveva parlare con i suoi cari, per un’ultima volta…

Questo, Haro lo desiderava con tutto il cuore.

 

-Eccoci qua… il primo specchio!!- esclamò Goku, avvicinandosi alla superficie riflettente. –Che c’è di strano? A me sembra sia tutto a posto!

-No Goku… guarda bene… Ti somigli?- lo invitò ad osservare meglio Re Kaioh…

-La tunica, i pantaloni, le scarpe, i capelli…- cominciò a controllare Goku, esplorandosi in lungo e in largo –Sì, Re Kaioh!! Sono decisamente io!! Eheh!!- concluse festante

-L’aureola…- non fece a meno di osservare Haro –Nello specchio non viene riflessa l’aureola!!

-Urca, è vero!!- concordò Goku –Ma che strano… come mai?

-ATTENTO GOKU!!- gridò Re Kaioh, notando quando stava accadendo…

 

-Ma cos… gh…- sibilò Goku, che adesso si trovava la gola stretta dalla morsa della sua sagoma riflessa allo specchio.

-AhAhAhAhAh…- ghignò il mostro dello specchio che adesso aveva in pugno il potente sayan.

Goku cercò di divincolarsi dalla presa, ma con scarso successo.

Ogni suo movimento era inutile. Quello specchio era resistentissimo e così quella creatura era fortissima.

-Oddio… cosa posso fare??- gridò disperato Haro, evidentemente impreparato di fronte ad una situazione del genere…

-HARO!!- lo richiamò Re Kaioh.

-Eccomi!!- rispose sull’attenti l’omino.

-Aiuta Goku!! Stacca un ramoscello da quell’albero dietro di te, presto!!

Haro eseguì, staccando diligentemente un ramoscello appuntito dall’albero indicato.

Goku invece era ancora in preda alla morsa letale del mostro insito nello Specchio del Sogno, rischiando, di lì a poco, il soffocamento.

-Re Kaioh, cosa faccio adesso?- domandò l’omino col ramoscello in mano, evidentemente in preda al panico.

-Semplice: punzecchia quello specchio!!

-Come??- domandò Haro stupito.

-Hai capito benissimo!! Usa quel ramoscello per dare i pizzicotti a quella creaturaccia… Sbrigati, o Goku ci lascia le penne per l’ennesima volta!!!

E, seppur ancora incredulo, Haro ascoltò Re Kaioh e, con evidente sorpresa, notò che la cosa infastidiva quella creatura mistica.

Tanto che, mollato Goku, lo spiritello insito nella superficie riflettente saltò fuori, rivelandosi come un diavoletto bianco di circa 40 cm.

-Ughh… certo che ne prendono di forza una volta che entrano in quegli specchi, eh?- constatò Goku, massaggiandosi il collo.

-NON LASCIATELO SCAPPARE!!- urlò Re Kaioh, notando l’imminente fuga di quella piccola creatura demoniaca che andava raggiungendo i cespugli.

Zacc!!

Improvvisamente, un ramoscello appuntito trapassò il corpicino del diavoletto bianco che, rimasto senza vita, si polverizzò dopo pochi secondi…

Chi aveva lanciato quel ramo?

-Ehi, Haro!! Hai un’ottima mira!! Complimenti!!- osservò Goku, notando l’abilità da lanciatore dell’omino corpulento.

-Grazie, Goku…- rispose l’altro, scrocchiando le dita.

 

-Allora Haro… vedi questo Specchio?- disse Re Kaioh, con l’intento di spiegarne il funzionamento –Posizionatici davanti!

Haro eseguì, riflettendo la sua immagine tozza.

-Ora poggia delicatamente il palmo della mano destra su di esso…

E, indugiando un attimino, l’omino robusto portò l’arto superiore destro alla posizione desiderata…

-Chiudi gli occhi…

Lo ascoltò

 

-Papà…

-Oh… Gary?

 

Haro aveva aperto gli occhi…

Era in un posto diverso… Era strano, non c’era mai stato lì…

C’erano tanti abiti da sposa appesi in quella stanza…

Era una stanza piccola, dalla cui finestra penetrava la luce crepuscolare.

 

-Papà!!

Il ragazzo che gli era comparso dinnanzi improvvisamente lo raggiunse, saltandogli addosso per abbracciarlo.

-Papà, oh papà… Quanto mi sei mancato!!

-Oh, figliolo… Ma tu sei Gary? Ma come sei cresciuto!!

 

Haro riconobbe, in quel ragazzo, suo figlio Gary, il suo ultimogenito che aveva lasciato quando ancora questi aveva soli 11 anni.

Adesso gli pareva di riconoscere un diciottenne: alto, di buona salute e con i tipici occhi verde-castano che proprio da suo padre aveva ereditato.

 

-Papà… Che cosa stai facendo qua? Quando ce la facciamo una vacanza tutti insieme?- domandò Gary, sorridente e luminoso in volto.

-Una vacanza?? Ah sì… Quando mi arriva la pensione, Gary… Ti prometto che faremo un bel giro del mondo insieme!! Ok?

-Ok papà!!

 

Padre e figlio, incamminatisi, raggiunsero una porticina sulla sinistra, ove entrarono, trovando altri abiti da sposa appesi.

Gary s’arrestò improvvisamente…

 

-Papà…

-Che c’è Gary?

-Anche questo… anche questo è un sogno, vero?- proferì il ragazzo guardandolo dolcemente negli occhi.

-Sì, Gary… anche questo lo è!

 

-Oh, papà!

E, senza indugiare oltre, il ragazzo riprese a riabbracciare il padre defunto, stringendolo a sé più forte che potesse.

-Ti voglio bene, papà…

-Anch’io ti voglio bene…

 

 

 

..::*::*::*::..

 

 

Grazie a…

SonSara, majiannetta, emyc, Tequila Pit la maga bianca, DolceMella, SerenaChichi

  
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