…Unspoken Words…
…Le Parole Mai Dette…
CAPITOLO II
Non si torna indietro
-Come? Come?- chiesero
sbalorditi Goku e Re Kaioh.
-Questo non è possibile…-
chiarì dispiaciuto Re Kaioh.
-Vi prego, io devo!!- li
supplicò Haro, con occhi lucidi –Io ho lasciato cinque figli… non posso
permettere che la loro vita vada a rotoli.
-Signor Haro…- prese parola
Re Kaioh, sistemandosi gli occhialetti neri –Comprendo perfettamente il suo
dispiacere per aver lasciato, e in modo alquanto brusco, la moglie e i suoi
cinque figli… Ma mi creda, ormai non si può più tornare indietro!!
-Ma io…
Haro s’interruppe da solo…
Lasciate cadere le braccia
penzoloni, abbassò lo sguardo e, triste, contrasse le palpebre e si morse il
labbro inferiore.
“Che padre snaturato che
sono stato!
Li ho abbandonati, così… il
mezzogiorno di un otto marzo…
Li ho lasciati, appeso con
una corda, nella casa di mia cognata…
Li ho lasciati, in un
giorno simbolo per Lily e per tutte le donne…
Mi dispiace amore mio,
perdonami se puoi…
Potresti anche non farlo
mai, ma sappilo: io ti amerò per sempre.
Starò qui ad aspettarti e,
se vorrai, qui mi troverai amore…”
-O forse sì!!...- la voce
di Re Kaioh spezzò improvvisamente il silenzio. Evidentemente aveva scoperto
qualcosa.
-Re Kaioh… che le succede?-
domandò Goku, stranito da quella reazione dell’ometto.
-Goku, Goku…- continuò
festante Re Kaioh –Ti ricordi di quel Bosco di cui ti parlai tempo fa?
-Quale bosco?- cercò di
ricordare Goku, portandosi una mano dietro la nuca.
Frattanto in Haro, la speranza
cresceva.
-Il Bosco di Diamante…
Quello in direzione della Galassia del Sud Est!!- spiegò l’autorità, indicando
la direzione.
-Ah…- rimembrò Goku –E io
cosa dovrei fare?
-Accompagnerai il nostro
amico Haro!! Poi basterà che tu dica che ti mando io e ti faranno entrare.-
comunicò sorridente l’indigeno del pianetino.
-D’accordo!!- esclamò Goku
–Haro, salta pure su!!
-Oh… io… non so veramente
come ringraziarvi!!- proferì umilmente l’omino corpulento e spaesato.
E, salito in groppa alla possente
schiena di Goku, Haro prese la strada per il Bosco di Diamante.
Durante il volo, il sayan e
Haro conversarono.
Goku raccontò delle sue
imprese eroiche e di suo figlio Gohan, mentre Haro parlò del suo lavoro e della
sua numerosa famiglia.
-Io ho lavorato come
guardia giurata per 25 anni. Ho lavorato in molti posti del mio paese,
l’Italia… lo conosci?
-Italia?- domandò Goku
cercando di racimolare qualche conoscenza perduta… -No, mi dispiace!!
-Ah, pensavo fosse più
conosciuta nel mondo!!- spiegò allibito Haro, ma evidentemente ignorava il
fatto che lui e Goku venivano da mondi e dimensioni differenti.
-Comunque, come ti
spiegavo, ho lavorato con le forze dell’ordine per quasi trent’anni…- riprese
Haro, interrotto però dal sayan.
-E perché hai smesso? Non
sei così anziano!!- osservò Goku, rivolgendogli lo sguardo.
-E…- Haro quasi quasi non
riuscì a pronunciare quelle parole, ma credette giusto dare una risposta alla
gentile persona quale era il sayan. –Mi hanno licenziato… E come me hanno
lasciato in mezzo a una strada altri 365 dipendenti…
Le parole di Haro erano
cariche di dolore.
Per lui aver perso quel
lavoro era stata la causa principale della sua morte.
Per l’avidità di certi
“ricchi” lui ha dovuto aspettare, aspettare troppo tempo che quei quattro
soldi, quella “liquidazione” arrivasse…
Ma quel tempo fu troppo!!
Haro non era riuscito a
resistere a quella prova, all’ennesima prova che il tempo traditore gli poneva
innanzi…
Ma Goku non riusciva a capire…
-E perché non ti sei
cercato un altro lavoro?- domandò il sayan con aria sbarazzina.
Haro rispose, ma nella sua
voce spiccava un sottile velo di malinconia e tristezza…
-Perché ho quarantotto
anni, Goku…
-E allora??- soggiunse il
sayan, non capendo.
-Come “e allora”?- asserì
sbalordito l’omino corpulento che frattanto stava in groppa al sayan –Goku,
caro mio, a quarantotto anni non sei più un ragazzino!!
-Ma non sei neanche tanto
vecchio!!- aggiunse Goku, cercando di mettere in difficoltà l’omino.
-Ecco, è questo il punto!!
Non tanto vecchio per non lavorare più né tanto giovane per trovare lavoro con
facilità… Tutte le porte ti si chiudono, anzi, nella maggior parte dei casi,
nemmeno ti si aprono… Ma ora dimmi, Goku, cosa hai fatto tu nella vita?
-Io? Io ho sempre
combattuto…
-Combattuto?- domandò Haro,
sconcertato.
-Sì, amico…- continuò Goku,
schivando una nuvoletta gialla –Da quando mi ha allevato mio nonno Gohan io
sono sempre stato un ottimo combattente. Amo lottare per difendere i più deboli
o per il solo piacere di farlo.
-E di cosa vivevi?- chiese
l’omino corpulento sulla sua schiena, evidentemente incuriosito da quello
strano stile di vita.
-Di cibo!- delucidò Goku,
con tono più spigliato possibile.
-No… non mi riferivo a
quello!!- chiarì Haro –Dico… come ti procuravi i soldi per mangiare??
-Aahhhh, quelli?? Non ne ho
mai avuto bisogno… Mia moglie mi ha sempre preparato da mangiare e non mi ha
mai fatto mancare nulla. Ah, se ti riferisci al lavoro, no… sappi che io non ho
mai lavorato…
-Ah, capisco…- proferì
Haro, comprendendo finalmente il perché di certe risposte ingenue del sayan
sbarazzino.
-Stiamo atterrando, Haro…
Fa attenzione!!- gli raccomandò Goku.
Una volta atterrati sulla
piattaforma bianca all’ingresso del Bosco di Diamante, i due s’incamminarono a
passi silenziosi verso la radura.
-Haro, Goku!- una voce
familiare richiamò i due…
Ma era… la voce di Re
Kaioh.
-Toh, Re Kaioh!! Che
piacere rivederla così presto!!- esclamò baldanzoso Goku.
La grossa faccia
dell’autorità della Galassia del Nord si era materializzata su un gigantesco pannello
bianco…
-Come potete vedere qui non
c’è nessuno…- sottolineò Re Kaioh, facendo risaltare agli occhi di Haro e del
sayan il paesaggio triste, annebbiato e desolante che caratterizzava quella
zona –Quindi vi spiegherò io cosa fare…
-Perché non c’è più
nessuno, Re Kaioh?- chiese Goku, naturalmente incuriosito.
-I Ghimel sono scappati
dopo l’invasione dei mostri degli specchi…
-Che cosa?!?- domandò
allibito il sayan –E chi sarebbero questi mostri??
-I mostri degli specchi!!-
ripeté irritato Re Kaioh –Si nascondono dentro le superfici riflettenti e
sbucano fuori quando meno te l’aspetti…
Goku annuì alla gigantesca
faccia, comunicando di proseguire la spiegazione.
-Questi mostri non
consentono pertanto di utilizzare gli Specchi del Sogno e quindi vanno scacciati
da essi. Goku, tu ascolta quello che ti dirò e fallo, intesi?- troneggiò Re
Kaioh.
-Agli ordini!!
E così, incamminatisi per
quella folta vegetazione, Haro e Goku scalarono il gigantesco Bosco di
Diamante.
Era un paesaggio triste,
invernale.
Ad Haro ricordò vagamente
il suo primo approccio all’aldilà, quando si era smarrito nel Serpentone, prima
di essere ritrovato da Goku.
Ma nonostante adesso ci
fosse Goku, lì con lui, Haro si sentiva di nuovo solo, abbandonato…
Forse era la nebbia?
Forse era quel bianco
pallido che riempiva tutto?
Forse era quel terriccio
così maledettamente friabile?
Beh, in qualunque caso non
era questo il momento di pensare a risolvere certi dubbi emblematici…
Doveva parlare con i suoi
cari, per un’ultima volta…
Questo, Haro lo desiderava
con tutto il cuore.
-Eccoci qua… il primo
specchio!!- esclamò Goku, avvicinandosi alla superficie riflettente. –Che c’è
di strano? A me sembra sia tutto a posto!
-No Goku… guarda bene… Ti
somigli?- lo invitò ad osservare meglio Re Kaioh…
-La tunica, i pantaloni, le
scarpe, i capelli…- cominciò a controllare Goku, esplorandosi in lungo e in
largo –Sì, Re Kaioh!! Sono decisamente io!! Eheh!!- concluse festante
-L’aureola…- non fece a
meno di osservare Haro –Nello specchio non viene riflessa l’aureola!!
-Urca, è vero!!- concordò
Goku –Ma che strano… come mai?
-ATTENTO GOKU!!- gridò Re
Kaioh, notando quando stava accadendo…
-Ma cos… gh…- sibilò Goku,
che adesso si trovava la gola stretta dalla morsa della sua sagoma riflessa
allo specchio.
-AhAhAhAhAh…- ghignò il
mostro dello specchio che adesso aveva in pugno il potente sayan.
Goku cercò di divincolarsi
dalla presa, ma con scarso successo.
Ogni suo movimento era
inutile. Quello specchio era resistentissimo e così quella creatura era fortissima.
-Oddio… cosa posso fare??-
gridò disperato Haro, evidentemente impreparato di fronte ad una situazione del
genere…
-HARO!!- lo richiamò Re
Kaioh.
-Eccomi!!- rispose
sull’attenti l’omino.
-Aiuta Goku!! Stacca un
ramoscello da quell’albero dietro di te, presto!!
Haro eseguì, staccando
diligentemente un ramoscello appuntito dall’albero indicato.
Goku invece era ancora in
preda alla morsa letale del mostro insito nello Specchio del Sogno, rischiando,
di lì a poco, il soffocamento.
-Re Kaioh, cosa faccio
adesso?- domandò l’omino col ramoscello in mano, evidentemente in preda al
panico.
-Semplice: punzecchia
quello specchio!!
-Come??- domandò Haro
stupito.
-Hai capito benissimo!! Usa
quel ramoscello per dare i pizzicotti a quella creaturaccia… Sbrigati, o Goku
ci lascia le penne per l’ennesima volta!!!
E, seppur ancora incredulo,
Haro ascoltò Re Kaioh e, con evidente sorpresa, notò che la cosa infastidiva
quella creatura mistica.
Tanto che, mollato Goku, lo
spiritello insito nella superficie riflettente saltò fuori, rivelandosi come un
diavoletto bianco di circa 40 cm.
-Ughh… certo che ne
prendono di forza una volta che entrano in quegli specchi, eh?- constatò Goku,
massaggiandosi il collo.
-NON LASCIATELO SCAPPARE!!-
urlò Re Kaioh, notando l’imminente fuga di quella piccola creatura demoniaca
che andava raggiungendo i cespugli.
Zacc!!
Improvvisamente, un
ramoscello appuntito trapassò il corpicino del diavoletto bianco che, rimasto
senza vita, si polverizzò dopo pochi secondi…
Chi aveva lanciato quel
ramo?
-Ehi, Haro!! Hai un’ottima
mira!! Complimenti!!- osservò Goku, notando l’abilità da lanciatore dell’omino
corpulento.
-Grazie, Goku…- rispose
l’altro, scrocchiando le dita.
-Allora Haro… vedi questo
Specchio?- disse Re Kaioh, con l’intento di spiegarne il funzionamento
–Posizionatici davanti!
Haro eseguì, riflettendo la
sua immagine tozza.
-Ora poggia delicatamente
il palmo della mano destra su di esso…
E, indugiando un attimino,
l’omino robusto portò l’arto superiore destro alla posizione desiderata…
-Chiudi gli occhi…
Lo ascoltò…
-Papà…
-Oh… Gary?
Haro aveva aperto gli
occhi…
Era in un posto diverso…
Era strano, non c’era mai stato lì…
C’erano tanti abiti da
sposa appesi in quella stanza…
Era una stanza piccola,
dalla cui finestra penetrava la luce crepuscolare.
-Papà!!
Il ragazzo che gli era
comparso dinnanzi improvvisamente lo raggiunse, saltandogli addosso per
abbracciarlo.
-Papà, oh papà… Quanto mi
sei mancato!!
-Oh, figliolo… Ma tu sei
Gary? Ma come sei cresciuto!!
Haro riconobbe, in quel
ragazzo, suo figlio Gary, il suo ultimogenito che aveva lasciato quando ancora
questi aveva soli 11 anni.
Adesso gli pareva di
riconoscere un diciottenne: alto, di buona salute e con i tipici occhi
verde-castano che proprio da suo padre aveva ereditato.
-Papà… Che cosa stai
facendo qua? Quando ce la facciamo una vacanza tutti insieme?- domandò Gary,
sorridente e luminoso in volto.
-Una vacanza?? Ah sì…
Quando mi arriva la pensione, Gary… Ti prometto che faremo un bel giro del
mondo insieme!! Ok?
-Ok papà!!
Padre e figlio,
incamminatisi, raggiunsero una porticina sulla sinistra, ove entrarono,
trovando altri abiti da sposa appesi.
Gary s’arrestò
improvvisamente…
-Papà…
-Che c’è Gary?
-Anche questo… anche questo
è un sogno, vero?- proferì il ragazzo guardandolo dolcemente negli occhi.
-Sì, Gary… anche questo lo è!
-Oh, papà!
E, senza indugiare oltre,
il ragazzo riprese a riabbracciare il padre defunto, stringendolo a sé più
forte che potesse.
-Ti voglio bene, papà…
-Anch’io ti voglio bene…
..::*::*::*::..
Grazie a…
SonSara, majiannetta, emyc,
Tequila Pit la maga bianca,
DolceMella, SerenaChichi