…Unspoken Words…
…Le Parole Mai Dette…
CAPITOLO I
Due uomini…
Due padri…
Due fonti di vita…
Due anime buone…
Lui, Goku,
un sayan. Ha raggiunto questo posto per salvare,
ancora una volta, il mondo…
Lui, Haro,
un essere umano. Ha raggiunto questo posto per salvare, ancora una volta, la
sua famiglia…
-Dove sono?-
si chiese Haro. Lui, un uomo bassino,
robusto, indossava una giacca e dei pantaloni neri. Portava anche degli
occhiali con la montatura color oro e due fedi nuziali: una del matrimonio ed
una per le nozze d’argento.
Guardava quelle sue dita
tozze e robuste e, guardando il polso, si chiese dove mai potesse essere finito
il suo orologio.
-Perché non ce l’ho più?- si domandò poi.
Camminò,
camminò per un lungo tratto, in
una strada deserta, annebbiata…
A stento riuscì a
riconoscere un sentiero dissestato che gli indicasse
la via…
Era proprio un aratro
abbandonato tra il vapor leggiero…
-C’è nessuno?- chiese lui, dapprima con tono moderato,
aspettando una risposta.
-C’è nessuno?- domandò una seconda volta, stavolta in
tono più convicente… ma non ricevette risposta…
-C’è nessuno?- chiese infine, per la terza e ultima
volta. Ma la sua voce adesso rassomigliava sempre più
ad un pianto di morte, pianto disperato di chi cerca aiuto
invano, in mezzo al deserto.
E fu così che, inginocchiatosi, l’uomo si prese il
volto tra le mani e cominciò a singhiozzare, disperato.
Che ci faceva, lì? Come c’era finito? Proprio non
ricordava…
..::*::*::*::..
L’altro invece, Goku, conosceva benissimo questi posti…
-Ehilà, Re Kaioh!! Come va??
L’ometto, alquanto adirato,
non rispose… anzi, mugugnò qualcosa d’incomprensibile…
Era ancora arrabbiato con
il sayan per il fatto che l’avesse coinvolto
nell’esplosione di Cell, facendogli perdere la vita assieme
alla sua adorata Bubbles…
Poverini di certo non
meritavano di essere coinvolti, per lo meno non in quel modo così brusco!!
-Suvvia, Re Kaioh!! Non faccia così!!- cercò d’incoraggiarlo Goku,
dandogli una pacca sulle spallucce. L’altro però, offeso, si scansò,
raggiungendo la sua casetta (ricostruita per volere divino)…
-Uff… Che farò adesso??-
Osservò Goku, fissando l’infinito cielo che faceva da
sfondo al pianetino.
-Ho detto ai miei di non
resuscitarmi e che ci saremmo rivisti tra sei anni… Quindi dovrei allenarmi… Ma con chi?- si domandò infine il sayan, poggiandosi sui palmi delle mani rivolti
all’indietro…
-Goku…- lo richiamò alla realtà la voce buffa ma seria
del piccolo Re Kaioh.
-Sì, Re Kaioh?-
rispose lui, scattando come un soldato e raggiungendo subito l’omino.
-Guarda…- riprese
l’autorità divina, indicando la direzione del Serpentone; riprese –Per colpa
tua e dell’esplosione, l’intero Serpentone è adesso pieno di polvere!! Quasi non si vede più nulla!!
Goku constatò la realtà… In effetti
quel Cell aveva combinato un bel danno con il suo
patatrac!!
-Eheh…- ghignò Goku, portandosi
una mano nella nuca –Cosa vuole che faccia, Re Kaioh?
-Tieni!!-
gli porse un gigantesco aspirapolvere, grande quanto la casetta di quel
pianetino.
-Che cos’è?-
domandò il sayan, esterrefatto.
-Un’aspirapolvere, imbecille!!-
sbraitò l’omino, con la bocca più grande della testa di Goku,
ora fattosi piccolino.
-D’accordo Re Kaioh…-
chiarì lui, cercando di smorzare
la tensione. –Ma come si usa??
-Te lo mostrerà Bubbles!!- disse Re Kaioh, lasciando che la scimmia trapassata facesse il suo
dovere.
-Uhuhu! Uhuhu!- e tra un mugugno
e l’altro del primato, il sayan, la cui intelligenza non era affatto poi così superiore, riuscì a capire il
funzionamento di quell’aggeggio.
..::*::*::*::..
Haro continuava a errare, da
solo…
Non aveva incontrato ancora
nessuno, eppure vagava già da circa mezz’ora…
-Ma perché?...
No, le sue domande non
avrebbero trovato risposta…
Nessuno rispondeva oltre
quelle porte invisibili, porte che
forse non s’aprono più…
-C’è n-nessuno…- il suo grido di
dolore era ormai disperato…
Quella nebbia e quella strada dissestata di certo non aiutavano il suo
umore, anzi, lo peggioravano maledettamente…
Ma tra un passo e l’altro, quell’uomo
robusto e corpulento sentì qualcosa tintinnargli tra le tasche…
-Soldi?...-
si sorprese lui, scoprendo di possedere una mezza dozzina di monete da
cinquecento lire…
-Ma come?- ancora non si rendeva conto…
Non ricordava di essere defunto, di essere morto…
Forse, più semplicemente,
non se ne rendeva conto…
Ma di certo, con sole tremila lire, non sarebbe potuto
andare molto lontano. Forse avrebbe potuto provare a chiamare casa, se avesse
trovato un telefono pubblico… Ma in un posto desolato come quello, come avrebbe
mai potuto sperare di trovare una cabina telefonica??
-Ma questo rumore, cos’è?- improvvisamente, l’uomo fu
attratto da un rumore insolito.
Una specie di vortice, un
risucchio, proveniva da lontano…
..::*::*::*::..
-Trallalero, trallallà…- frattanto Goku, una volta imparato ad
utilizzare correttamente l’aspirapolvere, si affaccendava a sbrigare, con
calma, le pulizie domestiche assegnategli da Re Kaioh…
tanto non avrebbe avuto niente da fare per i prossimi sei anni!! Cosa c’era di meglio se non spolverare 100 km di Serpentone?
-Chi Chi sarebbe orgogliosa
di me se mi vedesse ora!! Eheh…-
commentava sarcastico tra sé e sé…
-Ah… Chissà cosa staranno
facendo adesso lei e Gohan…- cominciò a meditare il sayan, appoggiandosi al grosso manico dell’aspirapolvere e
cadendo in soprappensiero.
-Di sicuro lei lo starà
facendo studiare come un matto e lui starà obbedendo da bravo bambino… Eheh!! Il mio Gohan…
E, detto
ciò, riprese a fischiettare, continuando le pulizie e promettendosi di fare uno
spuntino una volta arrivato alla metà del percorso.
Ma lui non diede il giusto peso alle parole dette da
lui stesso poc’anzi…
Non riusciva proprio a
comprendere il dolore lancinante che la sua improvvisa scomparsa aveva
provocato nei cuori dei suoi amici e dei suoi familiari… Ma soprattutto nel
cuore della sua Chi Chi…
No, non riusciva proprio a
farsene una ragione…
Pensava proprio che lei fosse una donna forte e che ce l’avrebbe fatta sicuramente
senza di lui al suo fianco…
Non sapeva che quella
povera donna in realtà passava insonne le notti, a piangere per suo marito, per
quello che non c’era più e che mai più sarebbe ritornato…
Piangeva perché non avrebbe
più rivisto il suo Goku fare capolino dall’esterno
della porta della camera da letto.
Non sapeva che quegli occhi
neri ora bagnavano, inondavano quei cuscini…
Non sapeva che quelle
piccole mani di donna ora stringevano quelle lenzuola, cercando un appiglio, un
qualcosa che potesse, in un qualche modo, rievocare Goku,
compensarne l’assenza…
Ma Goku
non ne era al corrente…
Questo lui non lo sapeva…
..::*::*::*::..
Frattanto il rumore si
faceva sempre più vicino e insistente…
Haro si sforzò ancora di più di carpirne la natura, ma
non vi riusciva…
Ma non fu questo il principale dei suoi pensieri…
Immerso in una gigantesca centrifuga mentale, l’uomo cominciò a sentire la mancanza di
qualcosa…
-Lily… dove sei?
Quello era il nome di sua
moglie.
Quello era il modo con cui
lui la chiamava ogni mattina, svegliandosi…
Quello era il modo in cui
la salutava, ogniqualvolta lei, appena sveglio, gli faceva avere il caffè…
E lui stava male…
E lei come stava??
Lo pensava?
Lo cercava?
O semplicemente si era dimenticato di lui?
E se fosse stata proprio lei ad abbandonarlo lì, in
quel postaccio, tutto solo e abbandonato…
Ma in realtà Haro non sapeva
che in quel momento Lily era in casa, attorniata dai suoi figli, dalle sorelle
e dai nipoti, tutti pronti a darle conforto, a trasmetterle quel calore che Haro, l’amore della sua vita, aveva portato via con sé…
Ma Haro
non ne era al corrente…
Questo lui non lo sapeva…
..::*::*::*::..
Intento a continuare il suo
lavoro, Goku perseverava nell’aspirare e nel tirare
polvere qua e là, finché qualcosa non lo destò dal suo spensierato fischiettìo…
-Ehi… chi va là?- gridò d’improvviso il sayan,
scorgendo la sagoma di un uomo basso e corpulento.
-Chi è?-
rispose l’altro, da lontano.
Goku si avvicinò, scese sul Serpentone e, con passi
tranquilli e sicuri, raggiunse quell’individuo, che
non gli trasmetteva per niente timore.
-Io sono Goku, e tu?
-Io… io mi chiamo Haro…- rispose l’altro, un po’ sconvolto
ma contento in cuor suo per aver trovato qualcuno con cui scambiare
qualche parola.
-Sai cosa ci faccio qui?- domandò poi l’uomo al sayan,
comunicando il suo totale disagio e disorientamento.
Goku allibì a tale affermazione ma
poi ci ghignò sopra.
-Eheh… amico, non dirmi davvero che non sai che posto è questo!!- esclamò Goku,
con espressione bonaria…
-No, non lo so.- rispose Haro, sottolineando il suo disagio
con il gesto d’apertura delle braccia.
-Amico, questo è l’aldilà.- lo informò Goku, con
tono più dolce e mite possibile.
-Co-cosa??- l’uomo rabbrividì. Quello strano individuo dagli strani capelli lo stava prendendo in giro? Come poteva
essere morto? Non ricordava assolutamente nulla di ciò che altrimenti sarebbe
stata la sua morte.
-Come l’aldilà?- continuò
poi Haro, completamente sconvolto da quella
rivelazione –Io… io non ricordo di essere morto… e poi devo andare a lavorare!! Sono di turno, oggi.
-Eheh… mio caro…- Goku gli si
avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla –Come hai detto
che ti chiami?
-Haro…
-Caro Haro…
È normale che tu non ricordi nulla della tua morte, è sempre così
quando si finisce nell’aldilà… Poi però, a poco a poco, si ricorda
tutto…
-Cosa?? Senti… Goku… ti chiami così vero?- il sayan
annuì –Ma quand’è che ricorderò la mia morte?- domandò
l’uomo, evidentemente impaziente di ricordare quanto accaduto.
-Allora…- rispose Goku –Un modo ci sarebbe… Vieni!!
E il sayan spiccò il volo…
-Ehi aspetta!!- lo richiamò la voce di Haro.
-Che c’è?- Goku si voltò, rendendosi poi conto –Ah, non sai volare!! Beh, salta pure su!!
E, fatto aggrappare quell’uomo
robusto quale era Haro sulle sue spalle, Goku lo condusse da Re Kaioh,
dove, con uno speciale specchio magico, si potevano ricordare gli avvenimenti
passati, accaduti in vita.
-No, no!!
Haro non poteva ancora crederci…
Quel tizio, Goku, aveva ragione…
Lui era morto!
Ma ciò che lo sconvolse non
fu l’essere morto in sé ma il come egli fosse morto…
-Mi sono impiccato… ma
perché?
Ancora Haro,
non ricordava…
Ma sotto gli occhi rattristati e muti di Re Kaioh e del sayan, l’uomo
cominciò a ricordare…
-Il lavoro… Il
licenziamento… Il matrimonio di Tagara… La
liquidazione che non arrivava…
L’uomo corpulento,
cominciava pian piano a riprendere coscienza su ciò che era stato…
Non l’aveva fatto per
egoismo…
Non l’aveva fatto per il
semplice voler farla finita con la vita…
Non l’aveva fatto con
l’intento di separarsi da una brutta famiglia…
No, niente di tutto questo…
Era stata la malattia a ucciderlo…
Sì, era stata la più brutta
delle malattie a trascinarlo, lì, in quel posto…
La depressione…
Ma, pur essendo stato
trascinato dalla malattia, il suo gesto fu accompagnato da un’immensa carica di amore per la sua famiglia: facendo così, lui infatti
avrebbe salvato la sua famiglia dalla fame.
I suoi familiari avrebbero ricevuto la pensione sulla morte del capofamiglia e con
la liquidazione si sarebbe potuto pagare l’occorrente per il matrimonio
di Tagara, la sua primogenita…
Sì, avrebbero vissuto
certamente meglio…
Ma un sussulto egli percepì in cuor suo…
-No… Io ho
sbagliato…- riconobbe Haro, portandosi una
mano al petto…
Con quelle parole lui
riconobbe il suo errore…
Aveva sì, garantito
sostegno economico alla sua famiglia… ma chi avrebbe
preso le redini al suo posto?
Il figlio maggiore? Poteva
darsi, ma non era di certo una figura stabile e poi era sempre di umore irascibile…
La madre? Era succube del figlio maggiore, di certo poteva comandare
sugli altri quattro figli ma non sul maggiore…
-Io devo parlare con loro…