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Autore: LoVeMJ    27/08/2012    6 recensioni
Cosa sarebbe successo, se i Maya avessero avuto ragione? Sin dall'inizio, i governi di tutto il mondo avevano saputo quello che stava per accadere: l'apocalisse. Avevano costruito delle navi possenti chiamate 'Arche', destinate solo ai più potenti, gli unici che sapevano tutto da almeno un mese. C'erano i benestanti, i ricchi, quelli che avevano visto le Arche ed erano riusciti a pagare il dovuto necessario per entrarci. La popolazione media non sapeva niente, e non poteva salvarsi.
Ma io non mi sarei arresa, avrei lottato.
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DAL CAPITOLO 1.
Mi stiracchiai, e mi guardai intorno.
Un bambino passava in bici, seguito dalla sua comitiva. Una signora anziana stava curando il suo giardino. Il cane dei vicini stava abbaiando a Billy, un povero postino che passava di lì. Il signor Pillow, che abitava la villa di fronte alla mia, mi salutò con la mano, ed io ricambiai. Era un vecchietto con la mania per la musica classica, che sorrideva e canticchiava senza mai smetterla; era vedovo, e aveva due figli maschi già sposati e dei nipoti. Non sapeva che non li avrebbe mai più rivisti.
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Cosa succederebbe, se il mondo finisse? Non potevo immaginare di incontrare lui.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2012 - Apocalypse.


Capitolo 3
Twins.


 

P.O.V. JANE

Entrai nella cabina di Zayn –per controllare mia sorella- esausta: non volevo pensare, parlare, né tantomeno ricapitolare quello che era successo.  Sapevo che non sarei riuscita a scappare dai miei stessi pensieri, prima o poi avrei dovuto affrontarli.
Mi sedetti dall’altra parte del letto, proprio accanto a mia sorella che ancora dormiva.
Chiusi gli occhi, pronta ad abbandonarmi al vortice di ricordi che mi avrebbe assalita da un momento all’altro. Emisi un sospiro sconcertato, nel notare che nulla, se non la morte di mia madre e quegli ultimi attimi della sua vita, riaffioravano nella mia mente. Restai in quella posizione per qualche minuto.
Un momento…perché non ricordavo nulla, se non alcuni sprazzi di vita?
Mi misi a sedere,  puntellandomi sui gomiti e aggrottando le sopracciglia; ricordavo quando Kim era nata, i sorrisi di mia madre e i volti dei miei amici. Ma le informazioni più specifiche, quelle erano del tutto andate.
Quand’era il mio compleanno? Il mio colore preferito? L’odore di casa mia? Qual’era la via dove abitavo? Gli occhi del mio migliore amico? La mia canzone preferita?
Perché non ricordavo nulla?
Mi sentivo disorientata, e mi si formò un groppo in gola.
D’accordo Jane, stai calma.
Calmai il respiro, che nel frattempo si era fatto veloce e pesante.
Non può essere un’amnesia. Insomma.. come mai non me ne sono accorta prima?
Deglutii, girandomi di fianco; qualcosa mi di duro e squadrato mi premeva sulla coscia sinistra. Allungai una mano nella tasca dei pantaloni della tuta che ancora indossavo, trovando un oggetto squadrato al suo interno. Lo tirai fuori, osservandolo: tenevo un Ipod rosa, piccolo e quadrato, tra le mani. Ricordavo perfettamente quando lo avevo infilato lì dentro, solo qualche secondo prima dell’inizio della fine.
Lo accesi, infilandomi entrambe le cuffiette e premendo sul tasto play; subito partì la canzone che era stata interrotta l’ultima volta che l’avevo usato. Sullo schermo appariva scritto il nome Tell me a lie, dei One Direction. Lo osservai, sentendo che quel nome non mi era nuovo. Come era possibile che non mi ricordassi neanche delle canzoni che ascoltavo abitualmente? Chiusi gli occhi e mi ristesi sul letto, mentre le prime parole della canzone venivano cantate da una voce dolce e intonata.

Can't ever get it right 
No matter how hard I try 
And I've tried 
Well, I put up a good fight 
But your words cut like knives 
And I'm tired 
As you break my heart again this time
 

Alzai il volume, al suono di quella voce così calda e diversa. Subito riaffiorarono i ricordi.

Tell me I'm a screwed up mess 
That I never listen listen 
Tell me you don't want my kiss 
That you're needing distance distance 

Tell me everything but don't you say he's what you're missing baby 
If he's the reason that you're leaving me tonight 
Spare me what you think 
Tell me a lie. 

-Coraggio, Kim! Non dirmi che non sono bravi, perché tanto lo so che ti piacciono.- Le dissi, convinta.
Mia sorella continuò a giocare con le bambole, imperterrita. –Sono belli almeno?-
Le sorrisi, accarezzandole i capelli e alzando a tutto volume lo stereo. –Sono bellissimi.-

Continuai a tenere gli occhi chiusi, corrugando le sopracciglia. Amavo davvero così tanto quel gruppo musicale? Chi erano i One Direction, e perché sentire le loro voci, in quel momento, mi stava riscaldando il cuore?
Well, you're the charming type 
That little twinkle in your eye 
Gets me every time 
And well there must have been a time 
I was a reason for that smile 
So keep in mind 

As you take whats left of you and I 
Tell me I'm a screwed up mess 
That I never listen listen 
Tell me you don't want my kiss 
That you're needing distance distance 

-Sul serio ti piacciono questi cosi? – Disse la bionda, osservandomi per poi scoppiare a ridere insieme alle alter quattro puttanelle di turno.
Feci un sorriso fintissimo, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. –Problemi a riguardo, Claire?-

Tell me everything but don't you say he's what you're missing baby 
If he's the reason that you're leaving me tonight 
Spare me what you think 
Tell me a lie. 

Tell me a lie…

Sospirai di piacere: quella voce mi faceva impazzire. Perché il fiato mi mancava?
Strizzai le palpebre e schiusi le labbra, beandomi di quella sensazione di puro benessere, che solo quella voce era riuscita a farmi provare.

Tell me a lie… Tell me a lie…Tell me a lie.

Cercai di mettere a fuoco I ricordi, di mettere insieme I pezzi del puzzle per individuare il volto di quell ragazzo dalla voce magnifica.

Tell me I'm a screwed up mess 
That I never listen listen 
Tell me you don't want my kiss 
That you're needing distance distance 

Tell me everything but don't you say he's what you're missing baby 
If he's the reason that you're leaving me tonight 
Spare me what you think and
Tell me a lie.

Tell me a lie.
Tell me a lie.
Tell me a lie.

Quella voce, quella meravigliosa voce era di Zayn.

Tell me a lie.

Mi tolsi entrambe le cuffiette, mentre I ricordi prendevano possesso di me in maniera incondizionata.
All’improvviso ricordai di tutte le litigate che avevo fatto con le persone che li criticavano, di tutti i poster che avevo comprato, di tutte le volte che avevo provato a farmi rispondere su Twitter. Di tutto quello che significavano per me quei cinque ragazzi.
E adesso li avevo conosciuti, senza neanche rendermene conto. Avevo conosciuto i miei idoli, cinque ragazzi che, proprio come avevo sempre sperato e saputo, erano meravigliosi.
Ma perché me lo ricordavo solo ora? Perché la mia memoria era andata perduta?
La porta della camera si aprì lentamente, doveva essere per forza Zayn, visto che era camera sua e solo lui aveva le chiavi.
Come pensavo, il ragazzo sbucò dal breve corridoietto che portava alla stanza col letto matrimoniale, posò il suo cappellino sportivo su una sedia e solo allora spostò il suo sguardo su di me.
Mi sorrise, camminando in modo da non svegliare mia sorella, ma poi il suo guardo si fece confuso nel vedere la mia espressione scioccata.
Adesso, guardarlo, era diverso. No, non lo vedevo in maniera diversa, semplicemente sapere di aver passato due anni della tua vita a sostenerlo per poi conoscerlo senza accorgersene, era qualcosa di assurdo.
Mi alzai, prendendolo per un polso e trascinandolo fuori dalla stanza: volevo parlargli come volevo, senza stare a pensare di dover abbassare la voce per non svegliare mia sorella.
Lui mi guardò interrogativo: nei suoi occhi da cerbiatto vidi un lampo di confusione e curiosità.
Mi avvicinai a lui e restai un momento in silenzio.
Poi alzai lo sguardo decisa, incontrando quegli occhi tanto scuri quanto belli, contornati da delle ciglia lunghissime.
-Credo di aver avuto un amnesia- Parlai come un robot, con lo sguardo perso altrove, ad esaminare i suoi occhi che, lentamente, mi stavano ipnotizzando.
Lui annuì lentamente, -…E?- Mi incitò a parlare, mordendosi l’interno guancia.
Osservai ogni minimo gesto che compieva, dal modo in cui sbatteva le palpebre, a come spostava il peso da una gamba all’altra.
-Mi sono resa conto di conoscerti- Dissi meccanicamente.  Poi scossi la testa con veemenza. –Voglio dire… so che hai un sacco di tatuaggi, so che fai parte dei One Direction, stavi con Perrie, ti sei tolto da twitter per gli stupidi insulti che ricevevi. Io vi seguivo, Zayn. Io ero una vostra fan.-
Era allibito, glie lo si poteva leggere negli occhi. Un sorriso incerto di dipinse sul suo volto. –Oh, ehm..grazie..?-
Lo guardai, incredula. Gli tirai una sberla sulla spalla. –Non capisci costa sto dicendo?-
Scosse la testa, intimidito dal mio atteggiamento brusco. –Zayn, io ho perso la memoria, e solo ascoltando una canzone ho capito dell’effetto che mi fai. Io…-
Zayn si inumidì il labbro inferiore, per poi avvicinarsi  a me. –Come hai fatto a perdere la memoria? – chiese, d’un tratto serio.
Scossi la testa, abbassando lo sguardo. –Io non…non lo so- ammisi, sentendo quel groppo in gola farsi sempre più pesante.
Annuì, avvicinandosi sempre di più. Era incredibile come fossi timida un tempo, e come invece ero sincera con lui. Ci eravamo conosciuti da appena sei giorni e già gli avevo detto come mi faceva sentire. Non solo ora, sin dal primo giorno, entrambi, ci eravamo detti di sentire qualcosa, l’uno per l’altra. Qualcosa che ci attraeva inspiegabilmente, e che quasi mi costringeva ad eliminare le distanze.
Feci un passo indietro, appoggiandomi con la schiena al muro, col suo corpo davanti al mio. –Non so perché tu mi faccia quest’effetto. Non lo dico per--
-Shh-
Mi interruppe, passando una mano sul mio viso. Chiuse gli occhi, appoggiando le fronte alla mia.
Inspirai il suo odore, chiudendo gli occhi e inebriandomi di quella sensazione.
Sentivo il suo corpo a pochissimi millimetri dal mio, il calore che emanava e il senso di protezione che riusciva a darmi.
-Io non so come tu faccia,- Cominciò a parlare, riaprendo gli occhi. Quello scontro di guardi mi fece mancare l’aria. –ma mi sento diverso con te, Jane.-
Inspirò, serrando la mascella e allontanandosi da me, con evidente sforzo.
Voltandosi, se ne andò.

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P.O.V. NIALL

-Sul serio, amico. Non so più cosa pensare.- Disse Liam, osservando da lontano la sua ragazza parlare con Eleanor animatamente.
-Sei cotto, Payne- Risi di gusto, passandomi una mano tra i capelli biondi e alzandomi dal divanetto in pelle nera della hall.
Lui si fece pensieroso, annuendo. –Si, questo già lo sapevamo ma…insomma, non lo so, Danielle è pazzesca.
Sghignazzai, sentendo un lieve brontolio allo stomaco.
Mi voltai a guardarla, mentre si avvicinava a noi sorridente: o meglio, si avvicinava a Liam, sorridente.
-Bene, vi lascio soli. – Risi, dandogli le spalle e dirigendomi a passo spedito verso uno dei distributori automatici. Avevo bisogno di mangiare qualcosa, e ne avrei approfittato.
Arrivai davanti alla macchinetta automatica e con evidente stizza notai che era finito praticamente tutto, così optai per qualcosa da bere: il thè alla pesca.
Di certo non era come la mia amata birra, ma avrei dovuto accontentarmi.
Una volta preso, lo aprii subito, e senza neanche guardare se ci fosse qualcuno mi voltai di scatto, tenendolo in mano: mossa sbagliata, perché colpii in pieno qualcuno e vi rovesciai almeno metà di quella microscopica lattina.
-Merda, io…mi dispiace, mi scusi.
Abbassai lo sguardo sulla ragazza bionda e minuta che mi si presentava davanti, con sguardo allibito.
-No, la mia gonna. Cavolo, e adesso cosa mi metto sotto questa camicia?- Sbottò, senza neanche rivolgermi uno sguardo. Ebbi il tempo di osservarla per bene: occhi chiari –da quanto scorgevo da sotto i capelli biondi- capelli non troppo lunghi, fisico minuto e abiti e movenze tipicamente femminili. Indossava una gonna bianca e una canotta dello stesso colore, e delle scarpe a zeppa che l’alzavano di pochi centimetri.
Ridacchiai. L’immagine di quella ragazza così carina ma infuriata era…buffa.
Lei mi fulminò con i suoi occhi celesti. –Scusa, perché ridi?
Alzai le mani in segno innocente. –Ho detto che non l’ho fatto apposta!
Lei sembrò pensarci su, con evidente irritazione. Ma subito sul suo volto dai lineamenti delicati si fece spazio un dolcissimo e bellissimo sorriso, intimidito. –Hai ragione, scusami, ho esagerato.
Mi porse la mano delicata, con le unghie colorate da uno smalto rosa chiaro, e glie la strinsi, quasi incantato dal suo viso. –Sono Jennifer Cole.
Le sorrisi dolce, già sapendo di aver fatto un’incantevole conoscenza. –Niall Horan.

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P.O.V. HARRY

Una settimana. Una fottutissima settimana rinchiusi in questa specie di enorme nave da crociera per difenderci dalla tanto attesa onda anomala, che ancora non si era vista.
Perché non lasciavano entrare i civili? Cosa avevamo noi di speciale?
Mi passai una mano tra i capelli ricci, riaprendo gli occhi una volta finite le mie riflessioni.
Mi misi comodo sullo sgabello del bar, ordinando un banalissimo succo di pera da bere, e sospirai rumorosamente mentre spostavo lo sguardo per la stanza. Le persone se ne stavano lì, come se niente fosse. Come potevano non avere i sensi di colpa per quello che stavano facendo? Non avevano una famiglia?
Chiusi gli occhi verdi, impedendo alle lacrime di pizzicarmi gli occhi: mai e poi mai avrei pensato di trovarmi in una situazione del genere.
Ticchettai con le dita sul bancone, spostando lo sguardo sulla ‘A’ tatuata sul mio braccio. Avrei più rivisto mia madre? Sarei più riuscito a vivere serenamente, in caso fossi sopravvissuto?
Proprio mentre il cameriere mi porse il bicchiere che subito portai alle labbra, lo sgabello alla mia sinistra si mosse e cigolò, segno che qualcuno ci si era appena seduto sopra.
Istintivamente mi voltai a guardare chi fosse, preso da un moto di curiosità, e accadde tutto in un attimo.
Nell’istante in cui incontrai i suoi occhi chiari e celesti, sentii come una scarica di adrenalina scorrermi nelle vene.
La ragazza che mi si era seduta accanto era bionda, i capelli di media lunghezza, gli occhi di un azzurro cielo, il fisico minuto ed esile e una pelle candida come la neve. Guardava dritto davanti a se e non accennava a scomporsi. Indossava un cappellino rosso, un giacchetto jeans, degli shorts strappati e una maglietta bianca semplice. Non sembrava una ragazza attenta alle unghie, al look, ma si vedeva dal suo sguardo che sapeva come comportarsi. Forse fu proprio la sua aria sbarazzina a colpirmi.
Mi sentii un verme. Come potevo pensare ad una ragazza, in quel momento?
Forse si sentiva osservata, perché ad un tratto spostò lo sguardo su di me, cogliendomi in flagrante mentre la fissavo.
Complimenti, Harry, fatti pure prendere per uno stalker, mi raccomando.
Lei continuava a scrutarmi, beffarda. –Oh ma guarda. Uno stalker di prima mattina.- Si prese gioco di me, alzando gli occhi al cielo e girandosi dall’altra parte.  Appunto.
Alzai entrambe le sopracciglia, incredulo. Ma tu guarda che faccia tosta!
-Mangiato pane e limone?- Le risposi a tono, finendo il mio amatissimo succo alla pera.
Lei si rivoltò verso di me, alzando lentamente un sopracciglio. Dio, se era sexy.
-Come prego?-
Feci un sorrisetto sornione senza la minima intenzione di risponderle –ormai era guerra aperta- prima di posare il bicchiere ormai vuoto sul bancone.
Contai qualche secondo, sicuro che avrebbe fatto qualche altra domanda. Ma non lo fece.
Quale razza di ragazza era, lei? Una bomba sexy che di sexy, in realtà, ha solo l’atteggiamento. Ahh Harry Styles sei fottuto.
La guardai per bene, cercando di non farmi notare. Le sue forme non erano accentuate, il suo fisico era fin troppo magro. Eppure c’era quel qualcosa in lei che mi attraeva, qualcosa che mi impediva di andarmene come avrei fatto con una qualsiasi ragazza dal carattere facile.
-Wow- Disse, facendomi riportare l’attenzione sul  suo viso. –Devo essere proprio una bomba, se mi guardi in questo modo.-
Qualsiasi ragazza, a questo punto, ne avrebbe approfittato per fare la gatta morta, ma lei no. Lei sembrava quasi…infastidita dalle attenzioni che le rivolgevo. Così infastidita da alzarsi senza neanche aspettare quello che aveva ordinato, voltandomi le spalle.
Mi sentii non solo colpito e confuso, ma anche in colpa. Io. In colpa per aver guardato una ragazza.
Che cosa mi importava se si era offesa? Insomma, neanche la conoscevo, pazienza.
E allora perché le ero corso dietro e le avevo afferrato delicatamente il polso per farla voltare?
-Senti, mi spiace. Non volevo darti fastidio, solo…
-No, ascolta. Non ti scusare, okay? Non me ne faccio niente delle tue scuse.
La guardai frustrato, non avevo fatto nulla di male in fondo!
Deglutii, serrando la mascella. Quella ragazza cominciava ad irritarmi. –Ne parli come se ti avessi stuprata- arricciai il naso.
Alzò il mento fulminandomi con lo sguardo. –Sei fin troppo spavaldo- Constatò dopo qualche secondo, con il tono di una che la sa lunga e il volto in un’espressione di pura stizza.
Le sorrisi. –Sei fin troppo acida.
E lei cosa fece, signori e signori? Mi tirò un pugno. Con tutta la forza che aveva.
Risi, avvicinandomi di più a lei che continuava a tirarmi schiaffi e pugni, pizzichi e quant’altro.
-Oh andiamo, è il massimo che sai fare?- La provocai, spingendola al muro del corridoio ormai deserto e bloccandole i polsi. Perché era così dannatamente eccitante?
Lei in tutta risposta provò a darmi un calcio sui testicoli, e per schivarlo dovetti praticamente appiccicarmi a lei, in modo che le nostre gambe si toccassero per non farla muovere.
-Mi spieghi tu da dove sei uscito e soprattutto perché mi tratti come se mi conoscessi da una vita?
-Uhm, come se ti dispiacesse.
-Io l’avevo detto che eri un maniaco.
-Blablabla, e allora perché stai ridendo e non te ne sei ancora andata?
Effettivamente, era da qualche minuto che non facevo peso sul suo corpicino minuto, quindi, se avesse voluto, si sarebbe potuta togliere da un momento all’altro.
E invece cosa fa la mia dolce miss sconosciuta?
Portò le sue mani sulle mie spalle, e facendo leva riuscì a tirarsi su, attorcigliandole sul mio bacino. Non ebbi neanche il tempo di connettere i pensieri che le sue labbra già si erano fiondate sulle mie, facendomi capire che in effetti non ero l’unico tra i due a sentire una certa attrazione.
Infilò le sue mani nei miei ricci, mentre spinsi la sua schiena sul muro; lei inarcò la schiena e spinse il bacino sul mio, strusciandosi su di me in maniera provocante e schietta. Voleva di più, e mi stava facendo impazzire.
I suoi gemiti crescevano mentre le mie mani si facevano largo sulle sue gambe, cercando il bottone degli shorts. Non appena aperti e abbassata la zip, subito arrivai con le mani alle sue mutandine.
-Come t—Cercò di parlare, ma un gemito le uscì involontariamente dalle labbra. –Come t-ti chia-a-mi?
La sua voce era rotta dai sospiri, e questo non fece altro che farmi impazzire.
La toccavo, senza essere rude, soffermandomi dove più le piaceva: lo capivo dai gemiti che non riusciva a soffocare.
-Harry- Le risposi solo sul suo collo, incapace di intendere e di volere.Annuì vivacemente, inarcando ancora di più la schiena. –Harry…- Ripetè frettolosamente, ed io non ci vidi più. Stava dicendo il mio nome, e questo bastava a farmi impazzire.
Aumentai il movimento delle dita, prendendo pienamente possesso della sua intimità, mentre lasciavo una calda scia di baci sul suo collo. –Oh, mio.. ah..
Stava godendo, le stava piacendo eccome, e questo non faceva altro che rendermi ancora più pazzo di lei.
Mi piaceva vedere il suo viso compiaciuto, le sue smorfie nel pieno attimo di piacere, e sapere che quella sua goduria fosse tutto merito mio.
-Harry, n-non qui. Ci ve-edono.
Aprii gli occhi, spingendo più affondo con le dita. –Uhmm. –Morsi il lobo dell’orecchio, fermando per un attimo il movimento. –Lo trovi più eccitante, non è così?
Lei non rispose e aprì gli occhi, come sconcertata dal fatto che avessi smesso così all’improvviso. Le sorrisi, avvicinando le mie labbra alle sue. –Ti piace, non vuoi smettere e la verità è che non ti importa di essere in un corridoio. – Constatai, parlando sulle sue labbra dischiuse ma senza mai baciarla.
Lei stessa stava per eliminare nuovamente le distanze, quando ripresi da dove avevo lasciato, più veloce e a fondo di prima, e un gemito la costrinse a restare con la bocca a pochi centimetri dalla mia.
-Dio, Harry..
-Shh.
-T-ti prego, n-non…
-Non mi fermo, tranquilla.
Fu un susseguirsi di gemiti e sussurri e, quando poco dopo venne, decidemmo di continuare nella mia stanza.

Era passata un’ora buona da quando ci eravamo resi conto di quello che avevamo appena fatto. Avevamo dato sfogo a quel desiderio che ci aveva oppressi sin dall’inizio senza un motivo ben preciso. Avevo appena fatto il sesso migliore della mia vita, dovevo ammetterlo, ed ero convinto che lo fosse stato anche per lei.
Ero riuscita a farla lasciare andare, ed era stata la sensazione più bella dell’intero pianeta.
Non era il tipo di ragazza che frequentavo di solito: insomma, era un maschiaccio, ma aveva quel non so che di attraente, ed era riuscita ad attrarmi più lei di qualsiasi altra ragazza in tutti i miei diciotto anni di vita.
E la cosa più assurda, è che invece che richiedere le classiche coccole post-sesso che tutta la popolazione femminile richiedeva –e va bene, anche a noi ragazzi piacevano, ma sarebbe rimasto nascosto per l’eternità- si era alzata, mi aveva rivolto uno sguardo indecifrabile, ed era scappata via.
Il ‘vecchio me’ se ne sarebbe fregato, in questi casi, ma allora perché era da un’ora che la stavo cercando?
Era possibile di essermi innamo…infatuato di una ragazza appena conosciuta? Non sapevo nemmeno il suo nome…
Pensai di trovarla quando la vidi parlare con Niall.
Ma cosa ci faceva, lei, con uno dei miei migliori amici? E poi perché si era cambiata e si era vestita così? La ragazza che avevo, ehm…conosciuto io non era il tipo da completi abbinati e scarpe alte, piuttosto era il tipo da scarpe da ginnastica e pantaloncini elastici.
Poco importava.
-Ehi Niall. –Lo salutai, prima di concentrarmi su di lei che mi guardava con sguardo incuriosito.
C’era qualcosa di diverso, in quegli occhi.
-Senti, dobbiamo parlare. Voglio dire, dopo quello almeno un minimo noi…
-Ci conosciamo?

Come prego? Ma a che diavolo di gioco stava giocando?
La guardai, un misto tra lo sbigottito e l’irritato. –Stai scherzando, vero?
Ma lei scosse la testa, quasi spaventata.
-Che succede?- chiese un Niall sbigottito, che aveva assistito alla scena silenziosamente.
Lo ignorai, stizzito. –Piantala di prendermi per il culo.
-Oddio, stai lontano da me, che vuoi? Sei per caso un maniaco?
-Maniaco?! Sei tu che mi sei saltata addosso!
Lei spalancò gli occhi, ma poi un lampo di consapevolezza sembrò passargli nello sguardo, quando adocchiò qualcuno alle mie spalle. Con un sorrisetto malizioso –tutto il contrario della ragazza che conoscevo io- si rivolese a quel qualcuno dietro di me.
-Jessie? Ti stanno cercando.
Mi voltai, senza capirci poi molto.
Ed eccola, la ragazza con la quale avevo passato le ore più belle della mia vita che si affiancava a quella che doveva essere sua sorella gemella.
Tra me e Niall non si sapeva chi fosse quello più sconvolto.


Yho, man.(Le foto dei personaggi e spoilersss u.u)

Cominciamo con le foto :3

Le gemelle Jessie -sinistra- e Jennyfer Cole -destra-


Jane


...
SCUSATEEEEEEEEEMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
E va bene, lo so che sono in un ritardo madornale. E' che volevo che questo capitolo non venisse una cacata -scusate il termine- e ci ho messo un po' a scriverlo.
Bene, detto questo. GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI, PER CHI MI HA MESSA TRA LE SEGUITE, TRA LE PREFERITE E TRA LE RICORDATE. Davvero, un grazie enorme enorme **
Ed eccomi di nuovo tra voi, con un nuovo capitolo! Alors, che ne pensate?
Non sono un amore Zayn e Jane? Si lo so che state pensando: la scrittrice è lenta. Ehhh, ma tra loro non è mica così facile, yho(?) Zayn non capisce bene cosa sia ad attrarlo così tanto di Jane, e Jane ha appena scoperto di essere stata una sua grande fan. 

A questo proposito! Cosa ne pensate dell'amnesia di Jane? Andiaaamo, vediamo se vi ricordate quando può essere stato il momento in cui ha perso la memoria, è facile facile.
Bene, e finalmente Harry ha trovato qualcuno che lo distrae, hmm? Ma mai si sarebbe aspettato che quel qualcuno avesse una gemella.
Ebbene si, Jessie e Jennifer sono uguali di aspetto, ma completamente diverse di carattere, e questo lo vedrete anche più avanti.
E Niall ci è vicino, bellezze mie.
Ah, chiedo umilmente perdono per non aver messo una parte su Liam e Danielle nonostante ve lo avessi detto: in questo capitolo non c'entrava, sarebbe diventato troppo lungo.
E quindi è questo lo
spoiler: una grande parte del prossimo capitolo sarà proprio su loro due.
Spoiler 2: Niall e Jennifer? Anche loro avranno una particina nel capitolo **

E cosa succederà secondo voi? Jessie e Harry si metteranno insieme? Zayn e Jane troveranno pace e riusciranno finalmente a mettersi insieme?

Fatemi sapere cosa ne pensate e
recensite. Daii fatemi contenta **

Un bacio grande grande,

LoVeMJ
  
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