Hermione, all’inizio del suo sesto anno, conosceva a memoria tutti voluminosi volumi conservati nell’immensa biblioteca di Hogwarts. Forse il troppo studio, forse l’astinenza forzata, forse un colpo di calore mal curato l’avevano fatta divenire un po’… come dire? Folle. Hermione, alla fine del suo sesto anno, si era scoperta totalmente ossessionata dalla mania dell’onniscenza.
Aveva iniziato a guardare con malcelato disprezzo quelli che, un tempo, erano stati i suoi migliori amici e a reputarli alla stregua di lumache prive di proprio intelletto. Proprio non ce la faceva più a sopportarli. Il problema era che ora stava accadendo lo stesso con i Professori, non sapevano le cose accuratamente quanto lei, men che meno approfonditamente. Raffazzonavano nozioncine senza capo né coda da far imparare agli alunni facendo perdere del tutto il vero e più profondo senso della conoscenza. Tutto questo la mandava su tutte le furie.
 
Allo stesso tempo il nostro beneamato antieroe Voldemort, resuscitato e nel pieno delle sue nuove oscurissime forze nonché sempre più ossessionato da Harry Potter, notava le doti della ragazza. Durante la notte la faceva seguire e spiare in biblioteca dai suoi adepti, indagava i suoi studi occulti e nasava il suo potenziale neanche troppo nascosto. Intuì immediatamente la tendenza al masochismo di Hermione da come portava curva tutti quei libri dalle migliaia di pagine e da come si privava di qualunque gioia della vita. Bellezza inclusa.
Voldemort ne era rimasto letteralmente affascinato. Quel misero spicchio di anima di cui ancora non era riuscito a liberarsi vibrò d’eccitazione quando le si palesò di fronte con un’offerta irrinunciabile.
 
Quando Voldemort le si era palesato di fronte, in un’oscura notte senza luna né speranza, giacché aveva terminato di studiare anche l’ultimo manuale di magia occulta acquistato all’asta su e-Bay, non ne era stata sorpresa. Immaginava che volesse anch’egli chiedergli consiglio su qualche innovativa Maledizione o ricetta per Veleni, secondo il rinomato forum “Se sei infelice, e tu lo sei, batti le mani, se sei un Signore Oscuro, e tu lo sei, batti le mani” lei era la persona vivente con più conoscenze specifiche a riguardo di entrambi.
Invece la posta in gioco era ancora più allettante del previsto: se avesse accettato di diventare un genio del male in suo totale potere, avrebbe ricevuto in cambio la Conoscenza Suprema.
In fondo, si disse entusiasta, cosa poteva mai essere la schiavitù dell’anima per l’eternità in confronto alla conoscenza sconfinata?!
Ammaliata da quegli occhi rossi come i laser che i monelli puntano sugli inguini di sconosciuti in lontananza, sedotta da quella ssssssibilante, ssssserpeggiante “sssssss” fràresa che conferiva ad ogni parola un suono criptico e ne metteva in dubbio il significato (in sostanza non capiva una mazza di quello che le diceva), non poteva far altro che pendere dalle sue inesistenti labbra.
Probabilmente i molteplici Imperius che le aveva lanciato stavano facendo il loro dovere, perché si sentiva irresistibilmente attratta da lui e non potè far altro che cadergli tra le braccia.
 
Conquistare la giovane So-tutto-io-pur-essendo-Mezzosangue era stato fin troppo facile. Ma che meravigliosa goduria gli aveva provocato vederla cedere sotto la pressione del suo sguardo magnetico e delle sue Maledizioni senza Perdono! Certo mantenere gli accordi si era rivelato non esattamente facile, gli aveva dato parecchio filo da torcere quella spocchiosa racchia dai capelli crespi. Ma anch’esso doveva ammettere a quel malefico spicchio di anima che ancora non riusciva a debellare – neanche fosse il verme solitario! che un po’ era rimasto stregato da lei.
Poi si sa, da cosa nasce cosa, e a lui le conquiste facili non erano mai piaciute come a lei i rossi di capelli.
Poi chi altro avrebbe potuto eccitarsi con la frase: “Pooootteeeer…sssssssssssssssss…muoriiiiii!”??

- The end -