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«È tutto sotto controllo colonnello, non si preoccupi, sono pronto al mio primo giorno da missionario.» Con la scusa di non poter ritardare proprio il primo giorno alla scuola Jindai, chiuse quasi subito la conversazione con il comandante Teletha Testarossa lasciandola parlare da sola. Monito di fogli e di tutto l'occorrente, controllò di avere con sé la pistola e qualche bomba a mano, dopodiché uscì con sguardo attento dall'appartamento vicino a quello della giovane ragazza Kaname, che gli era stato assegnato momentaneamente per poterla tenere sotto controllo da il più vicino possibile. Raggiunse a passo svelto il grande cancello blu metallizzato della scuola dove, da lontano, intravise Chidori in compagnia di un'amica dai capelli chiari raccolti in due trecce che camminava verso di lui. “Si sta avvicinando, e adesso cosa faccio?” Si guardò intorno in cerca di una soluzione sensata fin quando non realizzò che il posto in cui si trovava si trattava dell'entrata della scuola ed era inevitabile incontrarla da quelle parti. Si voltò di spalle per passare inosservato e varcò la soglia in cerca dell'ufficio del preside, era stato accordato un incontro per ricontrollare i fogli di iscrizione e far sì che tutto procedesse per il meglio. Finito il colloquio, uscì dalla stanza e fece un lungo sospiro di sollievo. Grazie a Melissa, un’ufficiale di mandato della Mithril e capo del team SRT composto da lei, Sagara e Weber, i certificati non presentavano alcun tipo di problema. Dopo il consenso del colonnello, si era occupata personalmente di preparare i documenti del sergente Sousuke per permettergli qualsiasi tipo di conferenza o congresso e, come sempre, non aveva fatto alcun tipo di errore. Una volta adocchiate le due ragazze che al suono della campanella si erano avviate verso la loro classe, le seguì a passo svelto da lontano, facendo attenzione ad ogni singolo movimento, parola o sguardo di Chidori. 

«Attento a dove metti i piedi!» Nell'arco di 5 secondi si era formata inspiegabilmente una sparatoria nel corridoio della scuola e tutto questo solo perché, a quelle parole, Sousuke si era spaventato pensando di essersi trovato coinvolto in una battaglia improvvisa. «Ehi tu! Sei per caso impazzito?» Continuò la ragazza dai capelli color prugna che poco prima aveva difeso il proprio quaderno caduto a terra e pestato involontariamente dal ragazzo. 

«Negativo. Non sta avvenendo nessuna battaglia.» Anche se incredibile da credere, quello era il suo modo di scusarsi. Non aveva intenzione di dar vita a una sparatoria senza che ce ne fosse il bisogno. 

«Battaglia?» Urlò incredula la giovane con la mandibola ormai alle ginocchia, che fu altamente ignorata da Sagara che si trovava già all'interno della sua classe di appartenenza, in cerca di un banco più vicino a quello di Kaname.

«Ora fate tutti silenzio, voglio presentarvi un vostro nuovo compagno di classe. Coraggio, vieni.» Sorrise la professoressa, facendo cenno a Sousuke che si incamminò verso la cattedra per presentarsi a voce alta.

«Sergente Sousuke Sagara, al vostro servizio.» 

«Sergente ha detto?»

«Ma l'avete sentito?»

«Secondo voi sa di essere a Tokyo?»

Le varie critiche dei compagni gli impedirono di continuare con la presentazione, così l'insegnante preferì richiamare il silenzio.

«Sono Sousuke Sagara, vi prego di dimenticare la storia del sergente.»

Dal fondo della classe si sentì parlare qualcuno, e Sagara non si sbagliò. Questa volta, era proprio Chidori a commentare.