Ottenuto il silenzio, il Dottore si
concentrò nella mente di
Jack.
Cercò nel mare di ricordi
quello giusto, aiutato dal
Capitano, che portava in superficie quelli risalenti al 2015.
Finalmente trovò
il filone giusto e cominciò a raccontare quel che vedeva.
Cardiff, un
tranquillo
pomeriggio di settembre. Jack era di buonumore: quel giorno non doveva
lavorare, e aveva organizzato di passare la giornata con Ianto. Era
riuscito a
venire in possesso di due ottimi biglietti per la partita di calcio di
quel
pomeriggio.
Erano appena
entrati
nello stadio quando ci fu una breve ma intensa scossa di terremoto. Lo
stadio
venne evacuato, ma quasi subito scattò il cessato allarme e
poterono rientrare.
Jack si guardò intorno; aveva l’impressione che le
persone, prima dell’evacuazione,
fossero molte meno.
La partita
cominciò
regolarmente, ma un boato la interruppe dopo venti minuti. Tutto lo
stadio si
alzò in piedi; cosa stava succedendo?
Degli uomini
erano
comparsi come dal nulla; vestivano in grigio ed erano completamente
pelati.
Tra la folla
si
scatenò il panico; tutti corsero verso le uscite, ma erano
bloccate.
Gli uomini
calvi si
avvicinarono alla gente, presero alcune persone e poi…
Fu un
massacro. Le persone
vennero prese a gruppi, e gli altri erano costretti ad assistere.
Venne il
turno di
Ianto e Jack. Cercarono di opporre resistenza, ma senza successo;
vennero
abbandonati nel prato, al centro dello stadio.
Jack si
svegliò nello
stadio deserto. Gli uomini calvi erano scomparsi, lasciando nello
stadio solo
cadaveri.
Riuscì
ad uscire e
tornò alla base di Torchwood, ma anche lì erano
passati gli uomini in grigio.
Scappò
via, scoprendo
che c’erano altri sopravvissuti. Venne organizzata una
resistenza, ma tutte le
rivolte vennero soppresse col sangue.
Molto
duramente riuscì
a raggiungere gli Stati Uniti.
Scoprì
che gli uomini
calvi avevano preso il potere anche oltre oceano. Venivano dal futuro,
erano
chiamati Osservatori.
Scoprì
anche che un’agenzia
federale, la Divisione Fringe, cercava di combatterli. Li
cercò; voleva unirsi
alla lotta contro coloro che avevano ucciso le persone che considerava
la sua
famiglia.
Il tempo
passò. Jack
continuava a cercare questo gruppo federale; arrivò a
Boston, nella ormai
deserta Università di Harvard. Lì
trovò un gruppo di ribelli.
Erano
quattro adulti e
una bambina di circa cinque anni, due uomini e due donne, di cui una
incinta… e
uno somigliava incredibilmente al Dottore. Jack conosceva anche la
donna
incinta: era Rose, compagna del Dottore per un certo tempo, prima di
rimanere
imprigionata in un universo alternativo assieme al clone umano del
Dottore
stesso.
Gli altri
due non li
aveva mai visti prima: lei aveva i capelli rossi e somigliava
incredibilmente
alla bambina, mentre l’altro uomo era bruno e indossava un
paio di occhiali.
Gli dissero
di
chiamarsi Olivia Dunham e Lincoln Lee, di provenire da un universo
alternativo
e di aver fatto parte, assieme a Rose e al “Dottore
Umano”, che aveva assunto
il nome di John Smith, della Divisione Fringe del loro universo, e di
essersi
uniti alle loro controparti alternative nella lotta contro gli
Osservatori,
dopo la fusione dei due universi, che aveva dato vita a un terzo.
Si
unì a loro; scoprì
che la bambina era la figlia della controparte di Olivia, affidata loro
prima
di decidere di ibernarsi in una sostanza color ambra,
all’interno del locale
dove loro stessi si nascondevano.
In poco
tempo
conquistò la loro fiducia e l’affetto della
piccola Henrietta, ma la lotta
contro gli Osservatori era infruttuosa, e presero anche loro la
decisione di
ibernarsi. Fu una decisione sofferta soprattutto per Rose e John:
avrebbero
ibernato anche il nascituro, prima della sua nascita, ma non
c’era altra
soluzione.
Jack si
prese carico
della piccola Henrietta. Acquistarono delle false identità e
la crebbe come una
figlia, vedendola diventare agente della nuova Divisione Fringe e,
contemporaneamente, membro attivo della resistenza, soprattutto grazie
all’appoggio
del suo superiore all’interno della Divisione, Simon Foster.
Il Dottore allontanò le
mani. Entrambi stavano piangendo: il
transfert emotivo era un effetto collaterale della sua
capacità telepatica
tattile.