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Autore: cheekbones    29/08/2012    3 recensioni
"Ciao" disse, ad alta voce. A nessuno in particolare. Era mezzogiorno e la strada era deserta. "Si, dico a te" osservò le finestre scure del Galileo. "Ti ricordi quando sono arrivata, al primo anno? Ero alta un metro e una banana, terrorizzata, spaventata. Avevo un orribile zaino rosso a pois, che mi costò le prese in giro di quelli dell'ultimo anno e un apparecchio per i denti su cui non è bene indagare. Accanto a me c'era Lara, l'amica di sempre. Stringevo tra le mani un cellulare da sfigata"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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per dirti ciao
... per dirti Ciao.




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Roberta si sedette sulla panchina e attese. Non sapeva bene cosa stava aspettando, ma sapeva di star aspettando qualcosa e quel qualcosa poteva trovarlo solo al Galileo. Per inciso, il liceo classico che per cinque anni l'aveva ospitata, l'aveva formata, l'aveva resa una donna. E da quindici giorni l'aveva sfrattata. Sì, Roberta aveva appena concluso il suo esame di maturità ed era pronta ad affrontare i test universitari.
O forse no.
"Ciao" disse, ad alta voce. A nessuno in particolare. Era mezzogiorno e la strada era deserta. "Si, dico a te" osservò le finestre scure del Galileo. "Ti ricordi quando sono arrivata, al primo anno? Ero alta un metro e una banana, terrorizzata, spaventata. Avevo un orribile zaino rosso a pois, che mi costò le prese in giro di quelli dell'ultimo anno e un apparecchio per i denti su cui non è bene indagare. Accanto a me c'era Lara, l'amica di sempre. Stringevo tra le mani un cellulare da sfigata" toccò con un dito l'Iphone che aveva in tasca. "... pronta a chiamare mia madre, nel caso mi fossi trovata una merda, come alle medie. Ero uno scricciolo" abbozzò un sorriso. "Sono diventata grande" aggiunse.
Roberta pensò subito che non era proprio grande. Aveva finito l'esame solo da quindici giorni, ma si sentiva invecchiata di almeno vent'anni.
"Per anni ho sperato che finisse il liceo, per buttarmi nel magico mondo degli Universitari. E adesso sono qui. Come un'adepta che non vuole lasciare la sua Chiesa di pazzi maniaci religiosi. E' buffo" provò ad ingoiare un boccone invisibile, ma non le riuscì. Aveva un groppo alla gola.
"Ho conosciuto persone splendide" continuò. "Persone che sono diventate migliore amiche, migliori amici" aggrottò le sopracciglia. "E' andata così bene che adesso... adesso non mi va di ricominciare di nuovo tutto"
"Ehi"
"Ehi"
Fabio si sedette accanto a lei e anche lui prese ad osservare il Galileo. Non le domandò perchè parlava da sola.
"Mi sono sempre chiesto perchè ad un liceo classico hanno dato il nome di uno scienziato"
"Bastardaggine, suppongo" sbuffò Roberta. Fabio annuì tra sè e sè, poi continuò come se non l'avesse sentita.
"Era una cosa che odiavo, il primo anno. Non riuscivo a spiegarmi perchè. Era stupido. Ah, sai cosa odiavo? Che il nostro banco fosse il primo. Insomma, io non volevo stare al primo banco, tantomeno con te. Eri un pulcino spaventato, sapevo che non mi avresti rivolto parola per giorni. Odiavo anche i bagni. Con quelle porte che cadevano a pezzi, sai, io volevo pisciare in pace"
Roberta annuì. "Anche i nostri. Mancavano i secchi per gli assorbenti"
"... e gli specchi"
"Già, gli specchi"
"Odiavo che i professori fossero così seri. Odiavo non avere i miei amici, come alle medie" Fabio incrociò le braccia e guardò il Galileo, commosso. "Mi mancherà. Perfino i bagni, perfino Antonietta, la bidella stronza. Mi mancherà essere convocato dai rappresentanti"
"Non farlo" Roberta si voltò verso di lui. "Non ti azzardare a commuoverti. Stai per fare i test di Medicina, ti aspetta un futuro brillante"
"E se non li supero?"
"E se li superi?" Si guardarono per un minuto. "Meglio te che una come me"
"Ancora non hai scelto la facoltà?"
Roberta guardò una finestra del suo vecchio liceo. Doveva essere la classe della sua prima cotta. "No. E so già che rimarrò bloccata qui a vita"
"Non farlo. Non ti azzardare a piagnucolare. Tra tutti, sei sempre stata quella che parlava e conosceva lingue di cui manco sapevo l'esistenza. Hai visto tanti posti, ti sei abituata a stare dappertutto e con chiunque. Sei tu la star, Robi. Lo sei sempre stata" le accarezzò la testa e sorrise.
"Una star esce con cento"
"Una star accetta il suo dignitoso ottanta e torna sulla panchina di fronte al suo liceo"
"Allora siamo due star. Figo"
"Molto, molto figo" si sorrisero e calò il silenzio.
"Ehi" Lara si sedette accanto a loro cinque minuti dopo. "Ero andata a comprare un nuovo paio di scarpe e... ho visto il murales che abbiamo fatto tre mesi fa. Ho pensato di venire a fargli un salutino" indicò vagamente il Galileo. "Voi che ci fate qui?"
"Stessa cosa" dissero in coro.
"Non me lo sarei mai sognato" disse Lara. "Invece di festeggiare, insomma... siamo qui"
"E' stato la nostra vita, per un po' " Roberta si asciugò le lacrime con due dita e si voltò verso gli altri due. "Non voglio... non voglio essere una di quelle liceali che se ne va in un'altra regione, promettendo di rivedere i suoi vecchi amici. Voglio farlo, voglio vedervi davvero. Promettetemi che non ci perderemo. Per favore, ne ho bisogno" singhiozzò. Lara sorrise tra le lacrime e Fabio le strinse entrambe a sè con le braccia.
"Che cavolo ci fate qui?" Rosa, Filippo, Lucia e Gianluca. Tutti e quattro, come le erano sempre stati in cinque anni di liceo.
"Nostalgia" Fabio alzò gli occhi al cielo e indicò le sue amiche. "E voi?"
Lucia alzò lo sguardo sul vecchio edificio. "Ciao Galileo. Eravamo venuti per dirti... Ciao!"


















Maia says:


One-shot per i maturandi di quest'anno.
E per chi, come me, sta per cominciare l'ultimo anno (che sarà inondato di lacrime, tra l'altro).
  
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