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Autore: _LilianRiddle_    30/08/2012    2 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico, quindi siate clementi e recensite!
Tratto dal primo capitolo: "S’incamminò verso la porta che, piano piano, si aprì senza un cigolio. Una luce abbagliante invase la stazione, ed io sentii una forte scarica allo stomaco. Poi tutto si fece vuoto."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.
25 anni dopo…
 
Angolo dell’Autrice: questo capitolo è dedicato a PhoenixFelicis e a Fyre97 che mi hanno seguita fino alla fine :’)
 
- Sei sicura, Giulia? – le chiese Tony.
- Sicurissima, tesoro. Dobbiamo andare da lei. Le bambine staranno con la tata. – rispose correndo per la casa lei.
Si fermò un attimo, guardò il marito ed esclamò: - Tony, ancora così sei? Non crederai di venire vestito in quel modo! Vatti a cambiare, subito! –
- Agli ordini, capo… - rispose ridendo come un matto Tony.
 
- Roby muoviti, dobbiamo andare. Siamo in ritardo! – esclamò Simone dalla cucina.
- Non siamo in ritardo Simo, calmati. Dobbiamo portare Leo dalla Cri, prima di andare. – rispose tranquilla Roberta.
- Leonardo, vieni qui! Sei pronto? –
- Sì, papi. Prontissimo! –
- Bravo. Sali in macchina mentre io chiudo la casa. –
- Ma la mamma? È ancora in bagno! –
- La mamma adesso si arrangia, noi andiamo. –
- Ci sono, ci sono! Eccomi. Arriveremo in anticipo come sempre! –
- Sempre meglio che arrivare in ritardo, no? – rispose esasperato l’uomo chiudendo la porta.
 
- Sei pronto Luigi? –
- Sì, andiamo? –
- Certo, ma senza fretta. Lei non sarebbe mai arrivata in orario. –
I due anziani signori si sorrisero, un sorriso pieno d’amore, quell’amore che da anni infiammava i loro cuori. La donna prese a braccetto il marito e, insieme, si incamminarono verso il cimitero.
 
Stefano guardava fuori dalla sua utilitaria grigia. Era diventato uomo adesso, non era più il ragazzino di una volta. Ora era sposato e aveva una figlia che, guarda caso, si chiamava proprio Celeste. La sua piccola Cielo. Amava Gaia con tutto il suo cuore, ma non si era mai scordato di lei. I loro interminabili litigi, la sua testardaggine, la sua dolcezza, la sua fragilità. Il suo essere una contraddizione costante. Una volta, quando ancora non credeva che lei fosse morta, parlò con Gaia. Lei ascoltò in silenzio, tranquilla, e poi disse: - Sai, Stefano, voi due siete anime complementari. Così diversi da completarsi a vicenda. Io e te abbiamo tante cose in comune, ci piacciono le stesse cose, abbiamo gli stessi gusti, ma quello che eravate tu e lei va ben oltre a questo. So che non potrò mai sostituirla, ma farò del mio meglio per renderti felice. –Fu proprio quel giorno che capì che Gaia era la donna giusta per lui. Non la migliore forse, ma sicuramente quella giusta.
Lentamente si fermò davanti all’entrata grigia del cimitero. Spense la macchina e scese insieme a Gaia.
- Da questa parte – disse. Aprì il cancello e fece passare sua moglie. Si incamminarono per una stradina affiancata da tombe, grigie come nuvole cariche di pioggia.
Arrivato su una collinetta senza tombe, svoltarono verso una grande quercia solitaria. Sotto di essa due tombe gemelle si stagliavano contro il cielo azzurro. Sei persone le guardavano, tre coppie. Avevano degli eleganti bicchieri di cristallo in mano.
- Ciao. – disse avvicinandosi.
Tutti e sei si girarono, e Giulia, staccandosi dall’abbraccio di Tony, gli corse incontro.
- Stefano! Sei venuto, allora! – esclamò abbracciandolo.
- Come potevo mancare? – rispose lui baciandola sulle guance.
Lui e Gaia si unirono al gruppo e presero dei bicchieri. Il padre di Celeste e Greta gli versò una dose generosa di champagne, poi tornò di fianco a sua moglie che prese la parola.
- Siamo qui riuniti in questa bella giornata di ottobre per celebrare il compleanno di Celeste e Greta, morte per uno scherzo del destino. Auguri bambine mie. – disse alzando il calice in direzione delle due bare. Tutti la imitarono, e bevvero avidamente, come per scacciare il ricordo del tragico compleanno di venticinque anni fa.
Ed io, io ero lì, tranquilla e sorridente che li guardavo brindare alla memoria mia e di Greta, felice come non mai. Tutti erano sistemati: i miei genitori non avevano pienamente superato lo shock, ma adesso riuscivano a sorridere; il mio fratellino Simone era cresciuto e adesso aveva Roberta e Leonardo, e la sua attività di chef;  Giulia, Giulia aveva Tony, le sue due bellissime bambine, Charlotte e Jeane, e il suo lavoro di fotografa. E Stefano. Stefano aveva Gaia, la sua bella bionda, e la sua bimba dagli occhi color nebbia, che aveva chiamato come me: Celeste.
D’improvviso una folata di vento mi portò più vicina a loro. Non mi ero ancora abituata al fatto di essere inconsistente. Giulia si voltò e, vedendomi, mi sorrise. Sapeva che sarebbe stata l’ultima volta che mi avrebbe visto.
– Ti voglio bene – mi sillabò.
Le sorrisi, e nel farlo il mio sguardo cadde su Stefano. Era diventato proprio un bell’uomo. Sarei rimasta all’infinito ad osservarli, a imprimermi nella mente ogni più piccolo dettaglio di quelle persone fantastiche. Ma sapevo che dovevo andare. Il mio lavoro come Angelo Custode, infatti, era finito. Dopo tanti anni passati ad esaudire i desideri delle persone, le mie colpe erano state assolte, ed io sarei potuta entrare in Paradiso.
Mi voltai e mi incamminai verso l’arco di luce che vedevo in lontananza. Se lo avessi sorpassato, avrei rivisto mia sorella.
Non mi girai più verso di loro, e l’ultimo pezzo che mi era rimasto della mia vita terrena si dissolse, venendo sostituito da una pace e da una calma infinita, propria di chi aveva accettato il fatto di essersene andato.
La mia vita si era conclusa, ma il mio viaggio era appena cominciato.
Pochi passo, un battito di cuore e poi tutto divenne nulla.
 
Angolo dell’Autrice!
Eccomi qui, con l’epilogo di questa piccola storia. Ringrazio tutti quelli che hanno letto o recensito, ma un ringraziamento particolare va a PhoenixFelicis e a Fyre97, che hanno seguito la mia storia anche se le ha fatte piangere. Grazie di tutto!
PhoenixFelicis: tesoro è finita! Mi sembra incredibile, ma è finita. Grazie per avermi costretta a pubblicare la mia storia, adesso vedi di pubblicarne una anche te ;DD
Fyre97: ecco l’epilogo, veloce come il vento! Sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta, anche se ti ha fatto piangere, e non preoccuparti, tornerò presto per una nuova storia!
 
Lily
 
  
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