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Autore: Blue_Bones    30/08/2012    4 recensioni
[Dopo l'ultima puntata della seconda stagione] Stiles si sentiva inutile, sapeva di dover dimenticare la cotta per Lydia. Rifletteva sul fatto che era l'unico a non avere nulla di speciale e si sentiva immensamente solo. [Sterek]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '« If you say one word...'
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Hurricane




The Day After Tomorrow

L'alba lo colse sveglio. Non aveva dormito, quella notte. Sentiva il pericolo, lo fiutava, imminente e imprevedibile. Anche Scott aveva abbandonato la resistenza, una volta saputo dell'arrivo degli alpha. Si sarebbero allenati quel pomeriggio e avrebbe dovuto insegnare al branco a controllare la bestia. Per quel motivo era già in piedi, pensieroso. Doveva proteggere il branco e Stiles, principalmente. Doveva anche tentare di cacciare gli Alpha nel caso questi avessero voluto banchettare con gli abitanti di Beacon Hills e Derek sapeva che non sarebbe stato facile. Se erano lì per una lotta di potere era già morto e non lo sapeva. Il branco, se così si potteva chiamare dopo la partenza di Boyd e Erica, era debole, lui era debole e lo sapeva. Paradossalmente Stiles non era nemmeno il più debole. Se si fosse combattuto uno scontro corpo a corpo sarebbe stato spacciato, ma era più furbo e intelligente di Scott e Isaac messi assieme. Non era un lupo, quindi, se avesse giocato bene le sue carte, cosa che, di solito, era in grado di fare egregiamente, sarebbe riuscito a sfuggire all'interesse degli Alpha almeno fino alla luna piena e non era cosa da poco. Avrebbe potuto elaborare un piano, d'attacco o di fuga che fosse, e loro lo avrebbero attuato, ma dovevano prendere tempo. Gli Alpha non avevano ancora accennato a farsi vedere, ma Derek li fiutava, sentiva la loro voglia di lotta, la loro febbrile ricerca di potere e questo lo spaventava. Non lo avrebbe mai detto a nessuno, questo era scontato. Non poteva, non doveva mostrarsi debole a nessuno e per nessuno. Non doveva importargli di nulla. Distante dalla vita normale e dalla sua stessa umanità. C'era stato un tempo in cui tutto quello gli riusciva naturale, ma da quando era diventato un Alpha le cose erano cambiate, si erano evolute e lui era mutato, si era fatto sfuggire le cose di mano. La rabbia si era affievolita, non di molto, ma quel tanto che bastava a placare la sua furia vendicativa. In fondo, Kate era morta e anche se Peter era risorto dall'oltretomba lo zio gli serviva, almeno in quel momento. Durante la faccenda del Kanima non si era dimostrato particolarmente brillante e si era lasciato trasportare dalla voglia di mettere fine a quella storia. L'aria del mattino era limpida e fredda, riusciva a schiarirgli le idee come poche altre cose. La pioggia di quella notte aveva disfatto le nuvole e inumidito il terreno. L'odore di erba bagnata gli entrava nelle narici facendolo sentire in pace, anche quello gli accadeva raramente. Di sicuro, da quando la sua famiglia era morta, i momenti di tranquillità riusciva a contarli sulle dita di una mano. Sospirò, le foglie secche schioccavano sotto le suole delle scarpe nere. Era sicuro che qualcosa gli stesse sfuggendo, ma non riusciva a riordinare i pezzi del puzzle quel tanto che bastava a scoprire quello mancante. Intravide un fisico asciutto, poco lontano e l'odore che gli arrivò alle narici, mischiato a quello lasciato dalla pioggia, lo preoccupò non poco. Cosa ci faceva Stiles sveglio a quell'ora? Perché girava per la riserva? Derek si stava preparando all'ennesima ramanzina senza rendersene conto. Quel ragazzo lo avrebbe fatto ammattire. Mentre avanzava Stiles si voltò dalla sua pare e con un sorriso spaventato lo salutò. Un passo in avanti da parte di entrambi e si ritrovarono a testa in giù con dei cavi a tenerli bloccati. Quelli non erano gli Argent. Derek si domandava come avesse fatto a non accorgersi della presenza di quelle trappole, ma dovette ammettere a se stesso di essere stato distratto e poco prudente. Non era da lui, decisamente. Si voltò verso Stiles e, scandendo lentamente le parole, disse  «Sappi solo che questa è tutta colpa tua». Il ragazzo non capiva, ma lasciò correre, troppo preoccupato dalla sua situazione per pensare agli streni percorsi mentali del lupo «Ho visto una trappola dei cacciatori ed era più leggera, Scott è riuscito a liberarsi da solo, questo sembra acciaio e stringe parecchio. Mi uscirà un livido». Derek sbuffò, si stava davvero preoccupando per un eventuale livido? Decisamente sì. Dagli alberi emersero delle figure slanciate, il loro sorriso era compiaciuto e, prima che Derek se ne rendesse conto, tutto divenne buio.
Quando riaprì gli occhi poté constatare che i suoi sensi da lupo servivano poco. L'ambiente era privo di qualsiasi segno caratteristico. Niente mobili, solo le sedie in cui erano stati legati, schiena contro schiena, come nei peggiori film del genere. Le sue mani erano legate e tenute a debita distanza dalle corde rinforzate. L'odore nell'aria era chiaro come un insgna a neon. Lupi. Questo voleva dire che gli Alpha erano molto più furbi di quanto pensasse, meno bestiali, ma anche meno amichevoli. Ringhiò, frustrato, mentre Stiles emanava l'ennesimo sbuffo sconsolato. Non sbraitava, non parlava, sospirava. Che la cattura da parte di Gerard gli avesse fatto bene? Ne dubitava, ma sperava con tutte le sue forze che non aprisse bocca. Meno sapevano su di lui, più possibilità c'erano che la passasse liscia. Sapeva che Stiles era diventato un ottimo bugiardo, nel corso di quei mesi in cui aveva dovuto nascondere tantissime cose al padre. Decisamente migliorato da quando tentava, invano, di far credere al padre che Scott non fosse con lui a cercare un cadavere mozzato, nella riserva, nel bel mezzo della notte. Eppure sapeva altrettanto bene che i lupi avevano ben altri mezzi per scoprire una menzogna. Sperava solo che interrogassero lui che puzzava di lupo a miglia di distanza. Stiles non voleva nemmeno pensare ad un'eventualità simile, se li avessero interrogati li avrebbero uccisi. Lui le sapeva certe cose. Non puoi lasciare in vita una persona dopo avergli posto certe domande perché se l'individuo in questione è abbastanza sveglio prima o poi arriverà a scoprire cosa cerchi, cosa vuoi, cosa brami così profondamente da renderti irrazionale al punto da rapire due persone, in un bosco, all'alba. Stiles sapeva con certezza assoluta che sono le cose che più agognamo a renderci spavaldi e vigorosi come guerrieri, ma allo stesso tempo instabili e deboli. Per questo le persone lottavano meglio per le battaglie d'altri. Più lucidità, migliori risultati. Derek stava respirando pesantemente, tenando di non trasformarsi, vista l'inutilità della cosa. Ferirsi con quella lega metallica che gli bloccava i polsi e le caviglie, non era poi così saggio. Dalla sua gola sgorgavano ringhi inquietanti. Si aggrappava disperatamente a quella rabbia che lo aveva tenuto a galla per tutti quegli anni. Annaspava, ma non mollava. La trasformazione era dolorosa, soprattutto quando funzionava come una lampadina che sa per fulminarsi. Quell'andirivieni gli bruciava la pelle, gli strappava i muscogli, gli tendeva ogni legamento, i denti dolevano, allungandosi e ritraendosi. Emergendo dall'ombra, un ragazzone biondo e decisamente ben piazzato sfoggiò un sorriso sadico «Da chi cominciamo?»

* * *

Parti plurigemellari, mi chiedo perché continuo a provarci anche se è evidente che non ci riesco. In ogni caso, questo capitolo è una schifezza, non me ne vogliate. Il numero preciso di capitoli sara quattro più epilogo e so già che me ne pentirò perché vi deluderò. Spero che questo capitolo vi piaccia e mi scuso per eventuali errori. A tutti voi gli amanti dello Sterek suggerisco la mia pagina d'autrice « Tyger! Tyger! Burning Bright e una pagina proprio su Stiles/Derek « If you say one word. Spero di vedervi/sentirvi lì, nel frattempo R&R! A presto!
   
 
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