Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: JustSem_    30/08/2012    0 recensioni
Erano mesi ormai che Kurt si era impedito di ricordare, per soffrire il meno possibile, ma quella notte era stato quasi inevitabile ripiombare nella tristezza. Quando siamo in condizioni estreme cerchiamo un nostro modo per andare avanti, per Kurt era questo, e la monotona routine dell’orfanotrofio.
Una storia che ricorda un po' i romanzi di Dickens e il grande musical Oliver!
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le parole di quel ragazzo, ma soprattutto l’intensità con cui le aveva dette nonostante le sue condizioni fecero a dir poco rabbrividire il dottore. Non era uno che si immischiava negli affari altrui: faceva il suo lavoro, bene poiché aveva scelto quel mestiere proprio per l’interesse che aveva nel salvare la vita alle persone, ma si limitava a quello.

Quella volta, quella situazione, gli occhi di quel ragazzo, che gli ricordavano tanto sua moglie e le sofferenze che anch’essa aveva vissuto, gli fecero capire che non si sarebbe dovuto limitare a curare, ma anche a salvare un innocente dai soprusi di una coppia interessata solo a se stessa.

Mentre gli puliva accuratamente le ferite, aspettava con ansia il ritorno dell’uomo per metterlo alle strette.

Kurt iniziò a rinvenire e il dottore si chinò vicino alla sua testa.

-         Sono svenuto?
-         Si, ma non ti preoccupare mi occuperò io di te. – quella frase significa davvero molto e sentì la forza di ciò che voleva fare pervaderlo.
-         Io… io… ho molto s-onno…

Il dottore non riuscì a trattenersi da fargli una carezza sulla fronte, come ad un bambino anche se quel ragazzo era decisamente quasi un uomo.

-         Dormi pure, il dolore ti ha affaticato, chiudi gli occhi, ci sono io qui.

Kurt non se lo fece ripetere due volte e si abbandonò al sonno tanto agoniato.

Appena si rialzò senti l’uomo rientrare in casa, uscì velocemente dal salottino in cui giaceva il ragazzo per affrontare il padrone di casa.

-         Lei. Io la credevo il padre preoccupato del ragazzo che giace sul suo divano e invece scopro che è stato proprio lei a ridurlo in quel modo.
-         Ma ecco vede… mia moglie… io…
-         Non cerchi di raccontarmi scuse campate in aria, io occupo una posizione sociale molto più alta della sua e questo significa che se la portassi in tribunale lei non avrebbe speranza. La informo, in caso non lo sapesse, ma so per certo che lo sa, che la violenza verso i propri dipendenti non è più ammessa nel regno. Cosa farà adesso? Trattare quel ragazzo come un figlio per gli anni che gli mancano a raggiungere  la maggiore età e andarsene da qui, perché, mi risulta che se l’ha preso in un orfanotrofio è suo dovere di farlo. Ora mi dia quello che ha comprato che cercherò di riparare al suo danno. E se lo sta chiedendo si, io verrò qui a controllare il ragazzo. Ogni giorno, finché non se ne sarà andato.

Il dottore raggiunse di nuovo il ragazzo e gli curò le ferite con l’unguento e poi dovette svegliarlo per avvolgergli la benda intorno al torace e lo rimise poi a dormire coprendolo con un panno. Ordinò al signor Malloway di riempire una caraffa d’acqua e assicurarsi che il ragazzo l’avesse sempre a disposizione e dicendogli che sarebbe ritornato l’indomani se ne andò.

Appena il dottore uscì il signor Malloway capì che la cosa gli era sfuggita di mano, come avrebbe fatto con sua moglie? Sarebbe stata capace di cacciarli fuori di casa entrambi, e poi come avrebbe fatto? Non sapeva fare nient’altro che il suo lavoro.

L’unica soluzione sarebbe stata mandare via il ragazzo e dire a sua moglie che era riuscito a scappare, non l’avrebbe passata liscia comunque ma almeno se la sarebbe cavata con qualche giorno a pane ed acqua piuttosto che tutta la vita in cella o sotto un ponte. Il dottore non avrebbe potuto più fare niente per accusarlo senza il ragazzo. Il problema era che in quelle condizioni non sarebbe riuscito a fare neanche un metro, beh poco male, sua moglie sarebbe stata via qualche giorno, magari si sarebbe ripreso in tempo.
 
 

***

 
 
Kurt dormì tutto il giorno e tutta la notte, fu svegliato il mattino seguente da una mano gentile posata sulla sua fronte. Aprì gli occhi e trovò a pochi centimetri da lui il dottor Shuester.

-         La temperatura si è decisamente abbassata direi. Ora ti medicherò le ferite, ti senti più riposato?
-         Si… ho dormito molto… credo – rispose Kurt ancora un po’ intontito dal sonno.
-         Il signor Malloway ti ha trattato bene? A me puoi dirlo, sono dalla tua parte.
-         Si, beh a dir la verità non si è mai visto, ma quando mi svegliavo per bere l’acqua c’era.
-         Ottimo, forza ora ti toglierò le bende, pulirò di nuovo le ferite e rifarò la medicazione.

Tolte le bende il dottore notò subito che le ferite erano decisamente migliorate. Di certo di lì alla guarigione ancora di tempo ne doveva passare e il ragazzo avrebbe portato sempre su di se le cicatrici, ma portare le ferite ad un livello tale da permettergli di muoversi liberamente e di stare quindi fisicamente meglio era importante. Si rese conto in quel momento che non conosceva il nome del ragazzo che stava aiutando.

-         Come ti chiami?
-         Kurt. Kurt Hummel.

Capì subito che con un nome del genere doveva venire sicuramente da una famiglia ricca o quantomeno benestante, avrebbe voluto sapere tutto di lui, ma sembrava invadente chiedere e quindi decise che il suo lavoro sarebbe rimasto nelle retrovie.

Lo medicò accuratamente e gli chiese se voleva provare ad alzarsi, magari per andare in bagno. Kurt lentamente riuscì a sedersi, ma non se la sentiva proprio di andare fino al bagno con le sue gambe anche se ne aveva davvero bisogno. Il dottore si passò un suo braccio intorno al collo e lentamente ci arrivarono, poi lo riaccompagnò al divano.

Kurt si distese di nuovo.

-         Dirò al signor Malloway di prepararti qualcosa di sostanzioso da mangiare, ne hai davvero bisogno, noi ci vediamo domani Kurt. Sii forte. – gli disse poggiandogli una mano sulla spalla e guardandolo negli occhi. Poi si voltò e uscì di casa.

Kurt non sapeva perché quell’uomo lo avesse così a cuore, ma capì che non stava ricevendo un normale trattamento, quel dottore aveva delle cure speciali per lui.
 
 

***

 
 
Uscito di casa il dottore andò immediatamente al capanno dove il signor Malloway lavorava per affrontarlo ancora una volta.

-         Kurt si sta riprendendo, è un ragazzo forte, ma ha bisogno di mangiare qualcosa che gli permetta di stare di nuovo in piedi quindi gli prepari da mangiare più volte durante la giornata e che non sia una zuppa ma qualcosa che lo riempia di più.

Senza aspettare una risposta salì sul suo calessino e si recò a completare le visite di quella giornata con un pensiero forte che gli martellava nella testa. Avrebbe dovuto trovare il coraggio di parlarne con sua moglie il prima possibile.
 
 

***

 
 
La giornata di Kurt passò facilmente, più volte il signor Malloway gli portò piatti colmi di cose da mangiare che lui divorò e iniziò a riuscire a sedersi con più facilità. Il resto del tempo dormì, recuperando più energie possibili.

L’indomani arrivò di nuovo il dottore, sempre gentile con lui e incoraggiato dalla sua presenza Kurt provò ad alzarsi e camminare con le sue forze e ci riuscì. Certo la testa sembrava un tamburo da tanto pulsava, ma almeno riusciva a camminare e con un altro giorno di pasti abbondanti confidava di riuscire completamente a rimettersi in forze.

La giornata passò più o meno come quella precedente, eccetto per qualche passeggiatina azzardata del ragazzo nel salotto per abituare la sua testa.
 
 

***

 
 
Quando il dottore arrivò la mattina seguente trovò Kurt ad aspettarlo seduto con un colorito decisamente migliore e le ferite abbastanza rimarginate. Era sollevato, anzi, di più: contento di vederlo in quelle condizioni.

Quando lo salutò capì che non poteva aspettare oltre per parlare con sua moglie e finita la giornata di lavoro si recò velocemente a casa, quasi smanioso di quel momento.

Sua moglie, una donna minuta e graziosa, con una chioma rossa e gli occhi azzurro ghiaccio, lo aspettava davanti al loro caminetto in salotto, pronta ad abbracciarlo con amore al suo rientro come faceva tutte le sere da quando si erano sposati.

Quella sera appena sciolto l’abbraccio Will la guardò negli occhi e disse:

-         Emma ti devo parlare.

Le prese la mano e si sedettero a tavola, dove la cameriera aveva già servito la cena.

-         Sembra importante dal tono con cui l’hai detto…
-         Infatti lo è.
-         Ti ascolto.

E lui iniziò a raccontargli di Kurt, descrisse le sue impressioni quando arrivò a casa del ragazzo la prima volta e di come poco dopo capì che erano sbagliate, di come aveva a preso a cuore la sua causa e di come ogni giorno fosse tornato lì per assicurarsi che stesse meglio e che fosse trattato bene, ma soprattutto gli descrisse come nei suoi occhi avesse visto una determinazione e una voglia di vivere, nonostante tutto quello che gli era probabilmente capitato, impareggiabili.

-         Sono d’accordo con le scelte che hai fatto, probabilmente al tuo posto l’avrei fatto anch’io.
-         In realtà non te ne sto parlando solo perché sono contento di ciò che ho fatto, te ne sto parlando perché ho pensato di portarlo da noi. Pensaci, ormai sono tanti anni che proviamo ad avere un bambino e non ci riusciamo e lui credo ci darebbe un sacco di soddisfazioni. Non credo che ci chiamerà mai mamma o papà, ma sarà comunque come un figlio: io sento già di volergli bene e anche tu gliene vorrai, è così educato, gentile. E poi sento che si fida di me e tradirei la sua fiducia lasciandolo in quella casa, lo sento…
-         Si. – disse Emma con decisione.
-         Cosa?
-         Si. Sono d’accordo con te. Se questo ragazzo è davvero come me lo hai descritto può solo che giovare, insomma avrei qualcuno che mi fa compagnia il giorno e potrebbe andare all’università e costruirsi una sua vita grazie a noi, in quella casa che speranze avrebbe? E se ho la possibilità di salvare qualcuno lo farò ben volentieri, con lui è possibile perché quella non è la sua famiglia, può andarsene, io non potevo, solo tu mi hai salvata. – allungò una mano sul tavolo a prendere quella di suo marito che la guardava sorridendo e con gli occhi lucidi, l’amava così tanto!
-         Oh Emma! – si alzò, corse dall’altra parte del tavolo per prenderla tra le braccia e darle un bacio – ti amo, e non mi stancherò mai di dirtelo.

Il resto della serata la passarono seduti davanti al caminetto progettando la loro nuova vita in tre. Se possibile già l’indomani avrebbe portato Kurt nella sua nuova casa.
 
 

***

 
 
Mentre il dottor Shuester festeggiava la gioia di avere Emma come moglie, il signor Malloway stava per mettere in atto ciò che aveva congetturato tutto il giorno.

Sua moglie sarebbe molto probabilmente tornata l’indomani e la ripresa del ragazzo cascava decisamente a fagiolo, era arrivato il momento di mandarlo via di lì. Certo i sensi di colpa continuavano a travolgerlo ogni volta che lo guardava, ma non vedeva altre possibilità, non c’erano altre possibilità.

Decise che doveva dargli qualcosa almeno da portarsi dietro quindi prese una sacca nella quale mise un panno e qualche vestito pesante suo di gioventù, tenuti in caso fosse mai arrivato un figlio nella loro famiglia. Aggiunse anche qualche pagnotta che aveva conservato appositamente e una bisaccia d’acqua.

Mentre preparava tutto ciò Kurt era disteso e rilassato nella stanza accanto, che pensava che forse avrebbe potuto chiedere a quel dottore tanto gentile se c’era una possibilità per lui di andare via di lì e trovare un posto migliore.

Il signor Malloway si fece forza e andò nell’altra stanza con in mano la sacca.

-         Tieni ragazzo. – disse allungandogli la sacca e la bisaccia.

Kurt lo guardò con sguardo interrogativo, non capiva.

-         Devo tornare nel capanno? – chiese preoccupato, il calduccio del camino era decisamente meglio.
-         No devi andartene, io non posso più tenerti qui.
-         E dove dovrei andare?
-         Non sono più affari miei, fuori da casa mia e cerca di non farti vedere nei dintorni o saranno guai.
-         Ma non posso almeno aspettare il mattino? Il dottore?
-         NO. – solo a sentire la parola dottore fu percorso dai brividi. – fuori di qui. Ora.

Kurt, decisamente disperato, non aveva scelta, si alzò e fu quasi spinto fuori dal signor Malloway che sbatté la porta dietro di lui. Fu tentato di aspettare lì il dottore, o nel capanno, lui l’avrebbe sicuramente aiutato poi si ricordò che se si fosse fatto vedere nei dintorni sarebbero stati guai. Si era appena ripreso e le ferite non si erano ancora rimarginate, non voleva essere picchiato di nuovo e senza nemmeno pensarci un secondo iniziò a correre.

Corse e corse, poi capì che il suo corpo era senza forze e doveva fermarsi, si appoggio ad un muro, all’inizio di un vicolo e sentì freddo. Guardò cosa contenesse la sua sacca e trovo panni pesanti e sul fondo un panno. S’infilo un maglione e si coprì col panno.

Quella notte sarebbe rimasto lì, il mattino seguente avrebbe trovato un modo per rintracciare il dottore e gli avrebbe chiesto aiuto.

I brividi di freddo che avevano iniziato a percorrerlo pian piano si placarono e lentamente, per colpa del suo corpo affaticato iniziò a scivolare nell’oblio del sonno. Sognò il dottore, vivere a casa sua, studiare e scovare quel traditore di Marc e farsi ridare la casa e ogni singolo centesimo.

Stava sognando in realtà solo da poco tempo quando sentì una mano strattonarlo.

-         Tu vieni con me.

Kurt ancora intontito fu sollevato da braccia forti e caricato su una spalla come a suo tempo aveva fatto il signor Malloway. Era completamente terrorizzato, per di più tutto era buio, non vedeva chi l’aveva sollevato e dove lo stava portando, sperò solo che finisse presto.










Spazio dell'autrice

Fresca di vacanze eccomi di nuovo qui, con il terzo capitolo!
Bella suspance finale, ma promesso ora i miei aggiornamenti saranno più sistematici! Le cose non dette che si stanno accumulando in questi capitoli invece che rivelarsi aumenteranno di portata e dal prossimo capitolo ci sarà l'introduzione di tanti 'nuovi' personaggi e ci sarà un punto di svolta per Kurt. Cosa succederà? Lo vedrete presto, un bacione la vostra JustSem_

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: JustSem_