Passato,
presente e futuro
Erano
passate dieci ore, quarantatre minuti ed un numero imprecisato di secondi, ed a
proposito di come si era comportato la sera prima Shen pensava solo una cosa:
CRETINO!
No,
cioè, prestarsi a quella stupida cosa dei fuochi d’artificio?
E
poi, soprattutto, ringraziare il panda e tutta la combriccola?
Gli
sembrava semplicemente umiliante e non riusciva proprio a capire perché gli
fosse nato il bisogno di farlo la sera prima.
Quel
grazie lo aveva fatto sentire in pace con se stesso, e dover ammettere questo
lo rendeva particolarmente furioso.
Si
sentiva strappato in due: da un lato invidiava quei guerrieri kung fu ed il loro essere un gruppo, ma appena lo
invitavano a farne parte lui si tirava indietro.
Era
un po’ come essere abbagliato da una luce troppo forte: magari poteva essere
bella, sì, ma era talmente intensa da risultare fastidiosa perché non ci era
abituato.
Il
risultato fu che Shen ricadde in un periodo di mutismo e scontrosità proprio
quando il ghiaccio intorno a lui sembrava essersi incrinato.
L’unico
che sembrava capire e rispettare il suo bisogno di solitudine era Master Shifu e Shen aveva il sospetto che
fosse stato lui a dire agli altri di lasciarlo un po’ un pace perché dopo pochi
giorni era tornato alla stessa situazione di quando era appena arrivato.
Non
chiedeva e non dava nulla perché ancora non aveva capito cosa voleva e cosa era
disposto a dare lui stesso, e nell’attesa che gli si schiarissero le idee
accettava come unica compagnia quella dell’albero di pesco.
Bè,
almeno fino a quando uno dei suoi allenamenti con Master Shifu non venne
interrotto dall’oca Cheng che cercava proprio lui per
“una visita importante”
Shifu
lo lasciò andare e Shen seguì il messaggero dentro il palazzo, dove però
sembrava non esserci nessuno.
“Ma
chi può cercarmi?”
Dietro
di se sentì un fruscio vagamente familiare.
:-Accidenti
a te, quando la pianterai di mangiarmi i vestiti!-:
:-E
tu quando tornerai ad indossare la seta? Questa stoffa non mi piace-:
La
Divinatrice e Shen si squadrarono un momento, solo che mentre alla fine lo
sguardo della Divinatrice si risolse in un sorriso bonario quello di Shen
divenne una smorfia infastidita.
:-Perché
sei venuta a cercarmi? Spero non solo per farmi notare quanto sia caduto in
basso il mio abbigliamento-:
Lei
non smise di sorridere.
:-Credimi,
Shen, sei migliore adesso. Comunque sono qui per vedere come stai, e poi perché
è da tanto che non ti predico il futuro. Non vuoi più sapere quale gloria ti
attende?-:
Gli
chiese rigirandosi tra le zampe il pezzo di stoffa strappata.
Shen
la fulminò con lo sguardo.
:-Non
prenderti gioco di me, chiaro? Mai!-:
:-Scusa,
non volevo turbarti. Ma fidati se ti dico che è in arrivo qualcosa e che forse
ti converrebbe sapere prima cos’è-:
“Forse
mi conviene davvero, tanto che mi costa? Il lavoro lo fa lei!”
:-Stai
cercando di mettermi in guardia? E va bene, allora credo che ti servirà anche una
di queste-:
Le
porse l’ala per lasciarle strappare una piuma e la capra sembrò sorpresa dal
suo gesto.
Strappò
la piuma e Shen seppe dominarsi invece di strillare come al solito.
:-Ah,
Shen! Non hai idea di quanto significhi questo!-:
Prese
una ciotola dal fagotto che aveva in spalla e si inginocchiò per terra.
Il
brandello di stoffa e la piuma si sovrapposero un attimo prima che una manciata
di polvere sprigionasse una nuvola di fumo.
A
sua volta il fumo si contrasse e divenne prima un cuore pulsante e poi una
copia esatta del suo guan dao.
:-Una
ferita deve ancora guarire ed un debito deve ancora essere pagato. Presto ti
sarà offerta la possibilità di pagare il tuo debito e solo quando lo avrai
pagato potrai guarire-:
Il
fumo si dissolse e Shen rimase a fissare la Divinatrice con un sopracciglio
inarcato.
:-Non
ho capito niente. Ti spiace spiegarti meglio?-:
La
capra scosse la testa.
:-Mi
dispiace ma non riesco a vedere più chiaramente di così. A proposito, cos’è che
ho detto esattamente?-:
“Ma
dai… ed io pure che mi faccio consigliare da una
capra che perde colpi!”
:-Hai
detto che una ferita deve ancora guarire e che un debito deve ancora essere
pagato, e che solo quando avrò pagato il mio debito potrò guarire. Ma che vuol
dire?-:
:-Hum… allora, la ferita che ancora deve guarire è qualcosa
che ti fa soffrire. Cos’è, Shen? Il tormento di non esserti sentito amato? La
delusione per essere stato sconfitto? L’umiliazione di essere costretto a
dipendere dai tuoi nemici?-:
Shen
si sentì montare dentro una rabbia furiosa.
:-BASTA!-:
Esplose,
e la sua voce rimbombò tra le pareti.
La
capra non sembrò spaventata dal suo sfogo.
:-Visto?
Sono ferite che bruciano ancora. Mi dispiace-:
Shen
si sentì esattamente come quando gli aveva detto che i suoi genitori lo avevano
amato.
Male.
:-Non.
Osare.-:
La
ammonì.
:-Shen…-:
:-No!
Non una parola di più sulle ferite! Piuttosto dimmi qualcosa sul mio presunto
debito. Sempre se è qualcosa di sensato, se no taci-:
Lei
sospirò e scosse la testa rassegnata.
:-Neanche
questo ti piacerà. Tu ne hai parecchi di debiti: che mi dici di Po che hai
privato della sua famiglia? E di Master Rhino? Se i
suoi allievi ce l’avessero con te non avrebbero ragione? Ed il lupo, il tuo
fedele luogotenente, non avrebbe ragione di odiarti?-:
L’allusione al capo lupo gli provocò una fitta
di disagio.
:-Non
ho modo di sapere cosa pensano i morti-:
Replicò
secco.
:-Oh,
no, in questo sei stato fortunato. Vedi, il lupo è vivo, solo con una cicatrice
in più, e come è ovvio non vuole avere più niente a che fare con te-:
:-Ah-:
Non
si sentì di aggiungere altro e tenne per se la punta di sollievo che provava.
:-Lo
so che ti senti meglio ora, perché vuoi nasconderlo?-:
:-Mai
una volta che tu ti faccia i dannati affari tuoi, giusto?-:
Replicò
Shen stizzito.
:-Shen, per favore, perché sei così ostinato? Non vuoi
provare ad essere qualcosa di diverso da un megalomane con zero empatia? Non
devi vergognarti a mostrare qualche sentimento positivo ogni tanto, sai?-:
:-Perché
tutti vi siete convinti che io voglia cambiare il mio modo di fare? Non è così,
dannazione, io sono e resterò sempre un cinico bastardo individualista e non me
ne vergogno minimamente!-:
Il
suo intento era spaventarla o almeno fare sì che lo disprezzasse e lo lasciasse
perdere, ma non aveva fatto i conti con la tenacia della capra.
:-Lo
so che non te ne vergogni, ma a volte la solitudine ti pesa e prima o poi anche
tu ti stancherai di regnare su un deserto di cenere. Spero solo che quando
accadrà non sia troppo tardi-:
La
divinatrice raccolse il fagotto ed uscì dalla stanza lasciandolo solo e
arrabbiato con il mondo intero.
“All’inferno
lei e tutti i suoi giochi di prestigio con il fumo! Io non ho nessun debito da
pagare e nemmeno ferite da guarire! Saranno loro che le avranno se non mi
lasceranno in pace!”
Uscì
anche lui all’aria aperta e subito se ne pentì perché vide di nuovo la capra
che parlava con maestro Shifu.
:-Allora,
Divinatrice Yang, già ripartite?-:
:-Sì,
Maestro, il mio compito qui è finito e…-:
La
frase rimase in sospeso perché la Divinatrice si era bloccata ad ascoltare
qualcosa che sentiva solo lei.
:-No!
Maestro, devo restare qui ancora un po’, forse qualche giorno, potete
ospitarmi?-:
Master
Shifu sembrò sorpreso dall’improvviso cambio di progetto ma rispose ugualmente con
cortesia.
:-Certo
che potete restare, prego, da questa parte-:
Il
panda rosso si diresse verso gli alloggi per mostrarle il suo, invece la
Divinatrice si girò a guardare Shen ancora fermo sulla soglia.
Shen
fu sorpreso di notare che nel suo sguardo c’era un’ombra di preoccupazione.
*
Non
gli piaceva.
Passasse
il panda, passassero i suoi amici chiassosi, passasse il Maestro ratto ma la
Divinatrice proprio no!
In
realtà la capra non gli aveva quasi più rivolto la parola, ma bastava la sua
presenza per mettere Shen profondamente a disagio.
Durante
la cena si sedette più lontano possibile da lei, cosa che però non lo mise al
sicuro dall’essere oggetto ad un certo punto, di uno sguardo penetrante.
:-Sta
arrivando-:
Disse
la Divinatrice, e poco dopo dei passi affrettati nel corridoio segnalarono
l’arrivo di un messaggero trafelato.
Era
un colombo ed ebbe appena il tempo di lasciare cadere un rotolo di carta con un
messaggio prima di accasciarsi sulla panca.
:-Master
Shifu, vi porto un messaggio dagli abitanti di Quian Li… loro…-:
Shifu
lo fermò con un gesto.
:-Ci
racconterai tutto più tardi, adesso hai bisogno di mangiare qualcosa e riposare.
E poi posso sempre leggere questo-:
Disse
indicando la carta arrotolata.
Il
colombo annuì visibilmente sollevato e si dedicò alla ciotola di spaghetti che
il panda gli aveva messo davanti, gli altri intanto avevano smesso di mangiare
ed aspettavano che il maestro dicesse loro di che si trattava.
:-È
una richiesta di aiuto. Gli abitanti di Quian Li sono
spesso attaccati dai banditi delle montagne e non possono difendersi perché… perché i
banditi hanno delle armi da fuoco-:
A
quelle parole Shen si alzò con uno scatto ed uscì perché non voleva sentire
altro.
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell’autore
Scusate
per il ritardo mostruoso, ma sapete com’è, prima la partenza per le vacanze,
poi il caldo, poi il mare, poi la pigrizia, insomma, non riuscivo a produrre
qualcosa di sensato, poi all’improvviso l’ispirazione ha bussato di nuovo alla
mia scatola cranica ed io non ho dovuto fare altro che farla accomodare.
Poi
faccio i soliti ringraziamenti a chi ha inserito la storia nelle
preferite/seguite/ricordate… Ragazzi, ora che siete
tanti ho quasi perso il conto!
Mando
un grande abbraccio a tutti voi e ancora una volta chiedo perdono per quanto vi
faccio aspettare ^^
Makoto