Anime & Manga > Ranma
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Autore: Mary vs Kiara    06/06/2004    1 recensioni
Shampoo fa un patto con un'orrenda creatura per far sparire Akane. La ragazza viene trasportata in una strana dimensione, abitata da leggendarie figure, e dimora di orribili segreti.. Sulla terra, intanto, Ranma cerca disperatamente un modo per salvare la sua fidanzata, ma stavolta sarà davvero in grado di riuscirci?
Una storia di sentimenti e avventura, mito e magia, amore e vendetta.
WARNING: This ff belongs to Krista Perry and it's translated by Mary and Kiara with author's permission.
ATTENZIONE: Questa ff appartiene a Krista Perry ed è tradotta da Mary & Kiara con il permesso dell'autrice.
Aggiornamento del 24/12/10 - **Online l'undicesima parte**
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NoTa LeGaLe: Tutti i personaggi di Ranma ½ sono creazione ed appartengono esclusivamente alla brillante Rumiko Takahashi, e sono usati senza permesso.




CUORI DI GHIACCIO





Parte prima: L’Incantesimo di Sangue




Capitolo 3



Ranma stava di fronte al Nekohanten, decisamente frustrato. Il negozio di ramen era chiuso. Shampoo se n’era andata davvero, ed era partita senza dire una parola. Non c’era traccia neanche della vecchiaccia…

No, aspetta. Riusciva a vedere qualcosa muoversi nell’oscurità dietro la finestra. C’era qualcuno. Premette il viso contro il vetro e riparò gli occhi con le mani per evitare il bagliore del tramonto.

Era soltanto Mousse. Ranma vide l’alto ragazzo cinese miope attraversare le porte scorrevoli che conducevano in cucina, venirne fuori un momento dopo con scopa e paletta e cominciare a spazzare scrupolosamente il pavimento. Ranma strizzò gli occhi per vedere meglio. C’era qualcosa di strano in Mousse e nel modo in cui spazzava a terra. Poi notò di sfuggita il suo viso, e comprese all’istante cosa non andava.

Mousse era completamente, totalmente depresso. La sua postura e il suo atteggiamento urlavano avvilimento.

Shampoo se n’era andata, certo. Lei e la vecchiaccia erano partite per chissà dove e avevano dimenticato Mousse.

Ranma bussò alla finestra. « Ehi, Mousse! » Mousse alzò gli occhi, seccato per essere stato disturbato nel bel mezzo della sua tristezza. Ranma continuò a bussare. « Ehi, lasciami entrare, voglio chiederti una cosa ».

La noia di Mousse divenne rabbia. « Ranma? Sei tu? Come osi venire qui a cercare la mia adorata Shampoo?! » Si precipitò alla porta e, sebbene Ranma non potesse vederlo, sapeva che l’arsenale di lame, che Mousse portava nelle voluminose maniche del suo abito cinese, stava per esser preparato per il pranzo.

Si lamentò. « Guarda che non sto cercando Shampoo! Volevo solo chiederti dove… » Ranma incespicò, riconoscendo che era proprio ciò che voleva domandare a Mousse. Ma non per il motivo che questi supponeva. « O cavoli… » mormorò, mentre Mousse spalancava la porta e lo fissava attraverso le lenti che facevano vergognare i fondi di bottiglia.

« Saotome, preparati a morire! »

Ranma sospirò. "Perché è sempre tutto così complicato? Oh, beh. Devo ricordarmi di lasciarlo cosciente, o non potrà rispondere alle mie domande".

Lo scontro fu più lungo del solito, ma solo perché Ranma non si stava impegnando col cuore. Si limitava a schivare, facendo sì che Mousse si stancasse e si danneggiasse con i suoi stessi attacchi andati a vuoto, il che servì solo a farlo infuriare di più.

Dopo venti minuti di combattimento, o meglio di combattimento da parte di Mousse e di schivate da parte di Ranma, il ragazzo cinese aveva il fiato grosso. Guardò con occhio torvo Ranma che, notò con furia ed imbarazzo, era appena sfiatato. « Tu, vergognoso bastardo! Come osi sottovalutare così un combattimento? » E allargò le maniche.

« Andiamo, Mousse » fece Ranma, con un lamento esasperato, evitando una catena munita di lama, che gli volava verso la testa. « Voglio solo sapere dov’è andata Sha… la vecchiaccia ».

Ranma pensava di averla scampata piuttosto bene, ma Mousse era cieco, non sordo, e colse bene la svista verbale. « Arrghhhh! Non ti basta avere già tre fidanzate, devi venire a cercare anche il mio unico vero amore?! » sbraitò. « Pagherai per la tua insolenza, tu, nemico delle donne! » Una fila di catene, coltelli, fili, petardi, utensili da cucina e altri oggetti simili, volarono dai confini dimensionalmente ingannevoli delle maniche di Mousse.

Ranma li schivò con grande facilità. « Ehi, io non sono fidanzato con nessuna, papero! » negò, anche qui con abilità. « Nessuno di questi pasticci è stata una mia idea! » Si mosse a zig-zag in mezzo all’attacco e portò a segno un violento pugno sulla mascella, che spedì Mousse dritto sulla facciata del Nekohanten, frantumando l’intonaco e il cemento. Mousse cadde pesantemente a terra, stordito, con i suoi arnesi che traboccavano fiaccamente dalle maniche, e gli occhiali storti sul viso. Ranma rimase in posizione d’attacco, aspettando che il cinese si alzasse e riprendesse lo scontro.

Invece, con suo stupore, Mousse si aggiustò gli occhiali e gli rivolse uno sguardo penetrante. « Che significa che non sei fidanzato con… Vuoi dire che davvero non sei qui per Shampoo? »

Ranma barcollò come se fosse stato colpito, era così sbalordito. Nessuno dei suoi rivali aveva mai ascoltato le sue proteste d’innocenza prima d’ora. « Certo che no! » urlò, poi addolcì il tono, sperando di non provocare di nuovo la rabbia di Mousse. « È solo che è tutto il giorno che ho la strana sensazione che stia per succedere qualcosa di brutto, tutto qui, e penso che Shampoo abbia a che fare con tutto questo ».

Mousse si mise in piedi e si spolverò i vestiti. Il suo atteggiamento aggressivo era svanito, ma osservava ancora Ranma sospettosamente. « Cosa te lo fa pensare? »

Ranma alzò le spalle. « Non lo so, solo una sensazione ».

« Beh, è strano, perché anch’io ho la stessa identica sensazione ».

Ranma abbassò la mascella. « Davvero? » Registrata quella parte d’informazione, chiuse lentamente la bocca e sorrise. « Amico, non sai che sollievo! Ho pensato di stare diventando pazzo ».

Mousse aggrottò le sopracciglia. « Tu sei pazzo, Saotome » replicò. « Ma non importa. Ora so che l’unica ragione per cui sei ancora qui… » Ranma sorrise a viso aperto, ma Mousse lo ignorò, « …è perché penso che ci sia qualcosa che interessi entrambi. Quando Shampoo e Cologne sono partite, si sono assolutamente rifiutate di lasciarmi andare con loro ».

« Hmph. Questo non ti aveva mai trattenuto prima. Perché allora non le hai seguite? »

« Non è affar tuo » rispose Mousse mordace. Non aveva certo l’intenzione di raccontare a Ranma i dettagli di come aveva mangiato, estatico e ingenuo, i ramen drogati che Shampoo aveva preparato solo per lui. Era rimasto privo di sensi per un giorno intero. « Il punto è che non ho idea di dove siano andate, ma avevano qualcosa in mente ». Arrossì con un misto d’imbarazzo e rabbia. « In realtà, quando hai bussato alla finestra, ho pensato che Shampoo fosse finalmente riuscita ad usare qualche spezia della passione su di te ».

Stavolta toccò a Ranma accigliarsi. « Assolutamente no, amico. Dopo tutto quel pasticcio dei funghi ipnotici, preferirei piuttosto mangiare la cucina di Akane… ah, beh… ehm, forse no, ma preferirei mangiare qualsiasi altra cosa che fidarmi di ciò che Shampoo prepara per me ». Diede una pacca sulla spalla di Mousse. « Credimi, Mousse, se dipendesse da me, Shampoo sarebbe tutta tua ».

Mousse scacciò la mano di Ranma dalla sua spalla, e si voltò dall’altra parte per impedire al rivale di vedere l’espressione del suo viso. Represse con tutte le forze il bisogno di attaccarlo, sapendo che Ranma si sarebbe limitato a schivare e che probabilmente lo avrebbe di nuovo sbattuto contro il muro. In fondo, sapeva che Ranma non si stava comportando crudelmente. Come poteva immaginare Ranma quanto facesse male essere respinto dalla donna amata, mentre quella correva dietro ad un altro uomo, uno che non avrebbe mai e poi mai avuto dei ripensamenti su di lei? Ranma nemmeno conosceva il significato della parola amore. Era così irritante il modo in cui le ragazze si accalcavano attorno a lui, che non aveva fatto nulla per meritarsi un simile trattamento. Semplicemente lui esisteva. Persino Akane, che negava violentemente di provare qualcosa per il suo fidanzato, era chiaramente innamorata di lui.

Lui invece amava Shampoo con tutto se stesso. E ciononostante lei continuava a respingerlo, precipitandosi tra le braccia di un riluttante Ranma, con ogni mezzo che aveva, a causa di una stupida legge amazzone. Per giunta, ora c’era l’insolita sensazione che condivideva con Ranma, e il timore che Shampoo fosse in qualche modo coinvolta.

« Dunque, che cosa facciamo? » chiese Ranma, rompendo quel silenzio poco confortevole. Era più preoccupato di quanto gli piacesse ammettere, sapendo che Shampoo e Cologne erano sparite senza lasciar detto a nessuno dove andavano.

Quasi per coincidenza, arrivò il postino. « Ciao, Mousse » disse, porgendo al ragazzo un mucchietto di lettere. « Come va il lavoro? »

« Oh, beh, al momento siamo chiusi. Shampoo e Cologne sono… fuori città, e non posso gestire il locale da solo ».

« Ah ». Il postino sorrise, mentre si voltava per andarsene. « Questo spiega la cartolina allora. A presto ».

« Cartolina? » esclamò Mousse mentre il postino andava via. Guardarono le lettere. Mousse cominciò a sfogliarle, ignorando le bollette e i cataloghi con cibi e offerte per il ristorante. « Aha! » Tirò fuori una cartolina con l’immagine di un paesaggio montano cinese.

Ranma si piegò sopra la sua spalla, e corrugò la fronte quando vide che era scritta in cinese. « Cosa dice? »

« È indirizzata a me! » Mousse era così eccitato, per poco non si mise a saltellare su e giù. « Ed è della mia dolce Shampoo! Sono in Cina! »

« Cina? Cosa stanno facendo lì? Cosa dice? »

« Caro Mousse » tradusse, « mi dispiace per il sonnifero che ho messo nel ramen… »

« Sonnifero, eh? » lo interruppe Ranma, sghignazzando.

« Fa’ silenzio, Saotome » borbottò Mousse, prima di continuare.

« La bisnonna ed io siamo in viaggio d’addestramento in Cina, dove lei mi sta insegnando alcune tecniche speciali delle Amazzoni come parte del mio allenamento per diventare una matriarca della tribù. Queste tecniche sono solo per donne, per questo ti abbiamo impedito di seguirci. Saremo di ritorno martedì, quindi fai in modo che il ristorante sia pronto ad essere aperto quel giorno ». Mousse s’interruppe.

« Cosa c’è? » chiese Ranma.

« Sì, certo » fece Mousse, guardando in fondo alla cartolina, dove Shampoo aveva scritto ‘Saluta Ranma da parte mia’. Sperò che il rumore del proprio cuore che andava in frantumi non fosse forte abbastanza da permettere a Saotome di sentirlo.

Ranma sembrava disorientato. « Be', se sono solo in un viaggio d’addestramento, immagino che ci stiamo preoccupando per niente, giusto? Insomma, quanti guai potranno causarci in Cina? »

Mousse sospirò. « Non molti. È per ciò che porteranno dalla Cina che dobbiamo preoccuparci ».

« Oh » fece Ranma con una smorfia. Molti degli strani ingredienti che Cologne usava nelle sue mistiche pozioni venivano dalla Cina. « Be', non torneranno che fra quattro giorni, quindi immagino che non dovremo preoccuparci fino ad allora ».

Mousse annuì come intontito. « Credo anch’io. Ascolta, Ranma, devo tornare al lavoro. Devo tener pronto il ristorante per l’apertura di martedì prossimo ». Detto ciò, rientrò nel Nekohanten e chiuse la porta dietro di lui, lasciando Ranma all’esterno a fissare l’entrata.

Facendo spallucce, Ranma si voltò e si diresse a casa, cercando di ignorare quel nodo di inquietudine che cresceva sempre più nel suo petto.

---------------

Shampoo stava al centro della capanna, con la pergamena in una mano e l’ampolla col sangue di dragone nell’altra.

Cologne osservava in silenzio da un angolo buio, mentre Shampoo apriva la boccetta e cominciava a versare il fluido nero sul pavimento, disegnando un cerchio perfetto attorno a lei. Perché l’incantesimo funzionasse, doveva essere eseguito alla perfezione. Shampoo aveva pagato il prezzo col sangue. Lei era l’unica che potesse usare il dono dell’Antico. Se così non fosse stato, Cologne avrebbe tentato di tenere una parte del sangue del dragone per sé, a causa dell’incredibile forza magica che possedeva, capace di garantire il successo di qualsiasi incantesimo.

Il sangue di dragone colò in un flusso uniforme dall’ampolla al terreno, posandosi lievemente sulla superficie, brillando sinistramente alla luce delle candele e formando un cerchio preciso intorno a Shampoo. Quando anche le ultime gocce stillarono dal collo dell’ampolla, completando il cerchio, il sangue bruciò di fiamma viva, avvolgendo la ragazza in un cono rosso scuro di aura magica.

Shampoo trasalì di paura, ed esitò. "No!" pensò Cologne, non osando parlare ad alta voce. "Concentrati, ragazza! Leggi la pergamena!"

Shampoo si mantenne salda e guardò la pergamena. Con voce forte, prese a salmodiare in antico dialetto cinese.

Cologne emise un sospiro di sollievo.

Mentre pronunciava le parole una dopo l’altra, Shampoo fissò fermamente nella mente i suoi desideri per l’incantesimo. Il momento si avvicinava velocemente, l’aura si rafforzava, danzando attorno a lei con furia crescente. Il rumore era assordante. Attraverso la rabbiosa aura oscura, riusciva a vedere la bisnonna che la guardava con occhi spalancati.

Ora! Shampoo piegò la testa all’indietro e proclamò il suo desiderio, il rumore fragoroso della feroce magia che la circondava soffocava il suono della sua voce.

La colonna d’energia rossa si accese di una luce accecante, sfrecciò attraverso il tetto della piccola capanna lasciando un netto buco di fuoco, e sparì nel cielo notturno.

Shampoo sbatté gli occhi nell’improvvisa oscurità. Si rese conto di tremare. « Ce… ce l’ho fatta? » chiese.

Cologne la osservava meravigliata. Annuì.

Shampoo sorrise. « Lanma… » sussurrò. E si accasciò sul pavimento priva di sensi.


FINE PARTE PRIMA
   
 
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