Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Fuuma    17/03/2007    11 recensioni
Zampettava tra la spazzatura e soffiava dispettosamente contro ogni cosa si muovesse, anche se era più grande di lui, e tutto lì intorno sembrava sovrastarlo.
Così l'aveva trovato.
{ RoyxEd }
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Rendez-vous felino

Autore: Toy

Serie: Full Metal Alchemist

Capitolo: 4 di ?

Rating: PG-13

Pairing: RoyxEd

Note: Oh ma guarda, c’è anche un capitolo 4 ò.o? Ma pensa te, i casi della vita XD! Well, effettivamente il mio sense of humour quest’oggi è un po’ scarso quindi il capitolo è possibile che risulti poco comico *_*””… a parte questo finalmente Mame-chan è vicino al recuro del suo benedetto corpo… siamo tutti felici vero X3? Bravi… ma non siatelo troppo perché la fic non finisce mica così XD! Ci vorrà ancora un pochetto perché sono in arrivo un paio di sorprese e nuove esilaranti(diciamo così và XD) scemenze *_*””…

 

Ad ogni passo il fiato si condensava in pesanti nuvolette biancastre.

Ansimava.

Il volto deformato dal sadico ghigno con cui aveva assistito all’ennesimo spettacolo di fuoco e fiamme, la prigione mortale in cui aveva rinchiuso una povera famiglia di disgraziati.

E come urlavano!

Come si contorcevano.

Come bruciavano. Oh Dio, come bruciavano!!!

- Ahahahah! Sono il re dell’inferno! Sono il re dell’inferno!!! – berciò folle, gettandosi in una risata grottesca.

Dietro di lui una scia bagnata segnava il percorso che aveva compiuto.

Acqua?

No, puzzava troppo ed in modo nauseante.

Benzina.

Era benzina.

Qualcuno lo seguiva a distanza, nascondendosi alla vista come meglio fosse stato concesso ad un essere ingombrante come lui.

Dannata armatura! A volte non capiva perché suo fratello non avesse trasmutato la sua anima in qualcosa di un po’ più piccolo!

Possibile che nella loro soffitta si dovesse trovare proprio un’armatura così brutta e retrò?

A quel punto si ritrovò a pensare come sarebbe stata la sua vita se -per fortuna o no- Edward avesse trasmutato la sua anima in una scopa… o in una di quelle matriosche con cui una volta avevano giocato ma che poi avevano gettato annoiati in soffitta.

A quel punto l’idea di essere un’armatura non era più così malvagia…

Un battito d’ali attirò la sua attenzione ed un piccolo usignolo si posò alla sua possente spalla di metallo, pungolandola con il becco.

- Argh! No, vai via, via! – esclamò tappandosi subito dopo la bocca.

Così si sarebbe fatto scoprire!

A qualche metro di distanza, più avanti, seguendo la scia di benzina e la roca risata di un pazzo che urlava la sua follia al vento, l’uomo non sembrava essersi accorto di niente.

Occhi bianchi, che occhi non erano, lo spiarono da lontano attendendo il momento buono per tornare a respirare… non che effettivamente un’armatura respirasse per davvero.

- Fiu… -
Tirò un sospiro di sollievo, rilassandosi.

L’usignolo sulla sua spalla mosse di scatto la testolina fissando i bianchi balugini nelle cavità dell’elmo.

Zampettò piano verso di lui.

Alphonse abbozzò un sorriso tirato e perplesso.

E…

- Ah! No, aspetta! Cosa… cosa stai facendo?!? -
E l’uccellino ebbe l’ardore di entrare nell’elmo attraverso quelle cavità, trovandosi prigioniero dell’armatura ed iniziando a sbatacchiare qua e là contro il metallo all’ossessiva ricerca di un’uscita.

Aveva paura.

Era in trappola.

Voleva uscire.

Continuava a sbattere il musetto.

Aveva sempre più paura.

E si sa cosa succede quando la paura ti assale…

È un naturale impulso animale.

Anche se Alphonse lo trovò assolutamente disgustoso.

- Noooo, che schifo, non farla nella mia armatura!!! Ma perché a meee?!? -

C’era da chiedersi chi avrebbe pulito quelle chiazze bianche, gentile ricordino dell’usignolo.

 

- Roy-chan! -

L’infrangersi di un piatto a pochissima distanza dal volto di Maes Hughes fu la risposta.

Il tenente-colonnello sbiancò di colpo sorridendo a stento al superiore che aveva cercato di colpirlo.

- Ehm… dicevo… - ricominciò l’amico prendendo coraggio – Ma dove lo hai trovato quel piatto che mi hai lanciato? -

Domanda idiota, ma non del tutto fuoriluogo, a cui Roy Mustang decise che poteva rispondere, anche per il bene dei lettori che ebbero gli stessi dubbi.

- Non lo so. È la prima cosa che mi è capitata tra le mani e, visto che Riza mi ha vietato categoricamente di usare l’alchimia, pena la castrazione… - e a questo punto il Colonnello pensò bene di toccarsi le parti basse in una sorta di rito scaramantico - …sono obbligato a cercare un rimpiazzo. -

Insomma…

Non aveva spiegato proprio nulla!

Hughes annuì mostrandosi comprensivo, alzò la braccia avanzando verso di lui con quello sguardo da tipico padre di famiglia e lo abbracciò calorosamente.

- Che. Cosa. Stai. Facendo. – sibilò Roy.

- Ti do un po’ di conforto! –

- Se non ti togli subito il conforto lo dovranno dare alla tua famiglia perché ti avrò ucciso!!! – (1)

- Non essere così astioso Roy-chan, impara a goderti la vita come me! –

- Hughes, dico davvero, mollami! –

- Ok, ma prima… -

No.

Tutto ma non quello.

No.

Hughes aveva lasciato libero l’amico ma prima di staccare del tutto le braccia dal suo collo lui… lui… aveva… aveva…

- HUGHES CHE CAZZO TI E’ SALTATO IN MENTE?!? – gracchiò Roy pulendosi più volte e con forza la guancia su cui il tenente-colonnello aveva osato lasciare l’impronta di un bacio.

- Su Roy-chan, non fare tutte queste scene, la mia Elisya quando è triste si risolleva sempre di morale dopo che il suo paparino l’ha riempita di bacini, dovresti essermi grato! –

- Ma io non sono tuo figlio, razza di cretino!!! -

- Questo lo so anche io. Considerando  la bellezza innata di mia moglie e di mia figlia non potevi esserlo di certo. –

Roy lo fissò iroso, pronto a fare una strage.

- Oseresti dire che sono brutto? –

- Colonnello Mustang forse non dovrebbe perdere tempo con disquisizioni sul suo aspetto fisico. – lo interruppe il maggiore Luis Armstrong concedendo ad entrambi il lusso di ammirare i muscoli del torace che ballavano ad ogni parola da lui pronunciata.

Uno spettacolo che sotto certi versi risulto raccapricciante.

Eppure gli occhi di Hughes e Mustang non riuscirono a distogliersi da quei pettorali che si muovevano su e giù al ritmo della voce dell’uomo.

- Abbiamo problemi ben più gravi. –

Erano come ipnotizzati da essi.

- Il piccolo Alphonse Elric è scappato. –

Finalmente Roy riuscì a rinsavire e alzare lo sguardo al volto del maggiore.

- Il *piccolo* Alphonse Elric? – domandò perplesso.

- Sì signore. –

Non era proprio la definizione adatta a quell’enormità di armatura ma soprassedette.

- E tu come hai fatto a lasciartelo scappare? –

- Ecco, mi stava raccontando nuovamente di come lui ed Edward Elric erano riusciti magistralmente a salvare il treno diretto a Central City e mi sono commosso. Ho cercato di fermare le lacrime, di non lasciarmi trascinare dalle mie emozioni ma… ma… - la voce era spezzata e sinceramente commossa e lacrime d’argento fecero capolino dagli occhi azzurri di Armstrong rigando le gote rosate - …E’ stato più forte di me!!! –

E scoppiò in un pianto liberatorio coprendosi il viso con entrambe le mani.

Ecco come aveva fatto Al a scappare.

Aveva approfittato di quell’attimo di distrazione…

- Bohoooo!!! Che giovani coraggiosi!!! Bohoooo!!! –

Che poi era risultato essere ben più di un attimo…

- Va bene, va bene, ma ora sarà meglio mandare qualcuno a cercarlo, probabilmente sarà andato da solo a cercare il FullMetal. –

- Vai tu. –

Roy rimase a bocca aperta per l’uscita del tenente-colonnello.

Per una volta aveva detto una cosa intelligente e su cui erano entrambi d’accordo.

- Hai ragione, andrò io. –

Hughes sorrise poggiandogli una mano sulla spalla e portandosi più vicino a lui per potergli sussurrare all’orecchio: - E quando trovi Ed non maltrattarlo troppo. –

Roy evitò di rispondere ma corse via lasciando ai due il compito di avvertire il tenente Hawkeye e di tenersi pronti per ogni eventualità.

 

Non ne poteva più.

Davvero.

Era una cosa inconcepibile, assurda, impossibile.

Basta!

Si fece forza puntellandosi sulle zampette anteriori e trattenendo lacrime di disperazione cercando di strisciare via, il più lontano possibile.

Tutto inutile.

“Noooo… voglio tornare umano! Voglio tornare umaaaanoooo!!!”

Un gatto, evidentemente più grosso di lui, dal manto nero era comodamente spaparanzato sopra di lui e, dopo averlo coccolato, leccato, essersi strusciato su di lui senza ritegno e aver provato più volte ad andare contro la naturale legge divina cercando di procreare con un gatto del suo stesso sesso, si era addormentato.

“Questo dannato gatto obeso mi sta usando come un materasso!!!”

Edward Elric imprecò mentalmente più e più volte, urlando interiormente la propria frustrazione.

Riusciva a malapena a respirare sotto tutta quel pelo, era sicuro che, da un momento all’altro, i suoi piccoli e fragili polmoni sarebbero collassati lasciando la sua carcassa in balia di un gatto maniaco.

“Maledetto Colonnello è sempre colpa tua! Persino la tua controparte felina doveva essere un maniaco e cercare di mettermi i bastoni tra le ruote!!!”

Nonostante tutto suonava dolce il modo in cui riusciva sempre ad inserire Roy Mustang nei suoi discorsi.

“Se mai dovessi rivederti ancora trasformato da gatto giuro che ti strappo la lingua con gli artigli!”

Bè… forse dolce non era proprio la parola adatta.

Eppure chissà perché non faceva altro che pensare al colonnello, dargli la colpa di tutto, imprecare contro di lui, maledirlo, berciare insulti…

C’era sempre Roy Mustang su quella bocca.

“Stupido… stupido colonnello…” si acchetò allungando un’ultima volta le zampette nel vano tentativo di scappare da sotto il peso del gatto “…almeno vieni ad aiutarmi…”

In quell’istante soltanto ringraziò di essere un gatto e di non possedere la facoltà di parlare. Nessuno avrebbe potuto sentirlo e assistere a quell’unico momento di debolezza. Perché Edward Elric non chiedeva aiuto. Mai! Assolutamente! Edward Elric non aveva bisogno di aiuto!

Era troppo orgoglioso!

Orgoglioso o stupido?

- Miao… - bofonchiò tristemente alzando il musetto verso il cielo che iniziava ad scurirsi.

Una scia di fumo nero si innalzava sinuosa come un serpente verso il cielo, due isolati più avanti.

Storse il nasino infastidito da un forte puzzo di…

“Benzina!”

Oh no...

E ricominciò a dimenarsi per liberarsi dal peso di un gatto troppo cresciuto finché quello, finalmente, si decise a spostarsi sul fianco rotolando via.

Edward si alzò su tutte e quattro le zampette e corse veloce verso la scia di fumo nero con un pessimo presentimento.

 

- Credevi di farmela eh? Ma io sono più furbo! Io sono più intelligente! Io sono IL RE! –

Se avesse potuto, Al avrebbe spalancato gli occhi.

- Allora è vero che Elvis Preslie non è morto! – (2)

- … -

Ci fu una pausa di imbarazzato silenzio alla sciocchezza che il minore dei fratelli Elric era riuscito a dire e l’uomo riprese con un colpo di tosse.

- Io sono il Re dell’Inferno! – spiegò con una punta di irritazione e stizza nella voce.

- Ahaaaa. Mi scusi tanto. – fece educato l’altro, prodigandosi perfino in un piccolo inchino.

L’uomo mosse un gesto della mano per cancellare le sue scuse.

Poca roba di poco interesse.

Sorrise invece. Inquietante e crudele osservando divertito l’armatura che, sapeva, lo stava pedinando da una buona oretta.

Stupido.

Come se non se ne fosse accorto.

Stupido.

Perché credeva avesse lasciato colare la sua preziosa benzina sull’asfalto?

Stupido.

Poggiò in terra la tanica e indietreggiò di qualche passo.

Alphonse lo guardò perplesso.

Stupido.

Ancora non capiva?

Stupido, stupido, era proprio un essere stupido!

Ci fu una fiammella che tremava dalle mani dell’uomo: un fiammifero appena acceso.

L’odore dello zolfo si sparse nell’aria, venne trascinato via dal vento e poi la mano dell’uomo lo tirò in terra.

In un liquido che non era acqua.

In un liquido che emanava un lezzo fastidioso.

Nella benzina che prese fuoco all’istante e lingue rosse e gialle divorarono la scia bagnata.

- Ahahahah!!! Brucia! Brucia tutto! È il Re dell’Inferno che te lo ordina!!! –

Un muro di fiamme si levò alto.

Rosso, giallo e nero.

Bruciava davvero come l’inferno e presto il fuoco andò a formare un cerchio, un pentacolo, segni arcani familiari ad un alchimista.

- Ma quello… è un cerchio di trasmutazione. –

- Che intuito! Che acume! Che grande osservatore! – lo schernì l’uomo, autonominatosi Re dell’Inferno.

- Anche lei è un alchimista… – bisbigliò l’armatura, stupito nell’apprenderlo.

L’uomo fece spallucce e sputò a terra.

- E con questo? – domandò disgustato da quell’ennesimo futile commento.

- Perché? –

Occhi bianchi e tremanti si puntarono sull’uomo.

- Perché? – ripetè la sua voce di bambino.

- Perché?!? –

Non riusciva a dire molto alto.

Soltanto: Perché.

Perché faceva una cosa del genere? Perché bruciava abitazioni e persone? Perché gioiva del potere distruttivo del fuoco? Perché… gli esseri umani sanno essere così crudeli?

- Perché sì! -

- Lei è un mostro! -

Rise l’uomo, infilando una mano nella tasca di un lungo giubbotto lercio e strappato estraendo una bottiglietta metallica.

Liquore.

Ne svitò il tappo abbeverandosi di qualche goccia di quell’intruglio velenoso.

Spostò lo sguardo su Alphonse.

Occhi piccoli e sadici. Occhi che brillavano di una luce sinistra e perversa.

Gli occhi di un pazzo.

- Siamo tutti mostri. -

E gettò il resto del contenuto della bottiglietta in faccia all’armatura accendendo al volo l’ennesimo fiammifero, tirandogli anche quello e godendo del fuoco che si impossessava dell’elmo, divorandone il metallo argentato.

- Ahahah! Brucia! Brucia anche tu bastardo! –

Rise talmente forte che la sua voce si sarebbe sentita realmente fino all’inferno dove, sicuramente, un posto in prima fila lo attendeva.

La testa di Alphonse intanto andava a fuoco.

Non sentiva dolore, non percepiva nemmeno il calore in modo fisico, ma vedeva le fiamme cibarsi del suo elmo.

- Ahahahah!!! E ora? Che cosa farai bastardo? Crepa! Vattene all’inferno e dì che ti ci ha spedito il Re dei Demoni! Ahahah!!! –

Era rivoltante il modo in cui si rallegrava della sorte degli altri.

Alphonse lo fissò con rabbia e disgusto prima di togliersi l’elmo e farlo cadere sull’asfalto a rotolare per qualche metro.

L’uomo smise di ridere all’istante.

Gli occhi concentrati all’armatura, là dove prima si trovava un elmo e dove adesso si sarebbe dovuto trovare una testa.

Una testa che non trovò.

L’armatura era cava.

L’armatura era Viva!

Lanciò un urlo strozzato.

- Io non so perché lei ha fatto tutto questo ma la fermerò ad ogni costo! – esclamò quell’ammasso di latte che camminava e parlava da solo.

- Un… un… un mostro!!! –

- No, il vero mostro è lei! –

Avanzò in tutta la sua possanza.

L’uomo indietreggiò intimorito.

Ma aveva ancora un asso nella manica.

Si piegò in avanti.

Uno scatto e via.

Corse incontro all’armatura “posseduta” saltandogli addosso e disegnando con un pezzo di cenere, che usava per i suoi cerchi di trasmutazione, un nuovo cerchio alchemico.

Un ghigno orribile gli piegò il viso quando fece per accendere un fiammifero, ma qualcosa gli afferrò il polso penetrando fin nella carne.

Si ritrovò a cadere, spinto anche dalle forti braccia di Alphonse che riconobbero un piccolo gattino dal manto rosso che mordeva a sangue il braccio del piromane.

- Ahaaaa!!! Bestiaccia maledetta! Lascia il mio braccio! Lasciami! Lasciamiii!!! – gridò l’uomo sbattendo ripetutamente il gattino sull’asfalto.

Ma quello non mollava la presa.

Resisteva ai colpi e affondava maggiormente le piccole zanne perlacee nella carne, beandosi del sangue che versava.

Perché nessuno, nessuno poteva osare anche solo pensare di far del male al suo fratellino!!!

- Nii-san! –

 

>4° CAPITOLO FINE<

 

Dov’è finito l’usignolo imprigionato nell’armatura di Al XD? Perché Roy e Hughes non fanno altro che perdere tempo a punzecchiarsi invece di completare seriamente le indagini ed evitare di allungare inutilmente la fic rischiando di farla diventare ripetitiva>_>? Perché il povero Mame/Ed è circondato sempre da maniaci XD? Perché Roy non è ancora riuscito a dichiararsi a Fagiolino>_>? Perché il pazzo piromane non ha ancora un nome ò_o? Ma è davvero importante che lo abbia? E soprattutto perché utilizza dei cerchi di trasmutazione se tanto per dar fuoco accende la benzina come ogni comune mortale XD?

Perché l’autrice della fic sembra diventare più scema ogni capitolo che passa XD? Non preoccupatevi, è normale*__*!
Per il resto lo scoprirete… un giorno, forse, chi lo sa, ma non contateci troppo eh*__*””!

 

-Note *super-ultra-mega-extra-lungamente* inutili-

1. Ok… frase decisamente infelice visto che Hughes è morto davvero ç__ç, ma non si poteva evitare di fargliela dire a Pedo!Roy XD! Probabilmente se non lo avesse fatto Envy prima o poi ci avrebbe pensato Roy a mandare Hughes al creatore ò_o”””… Pover’uomo, è così adorabile con tutte le cavolate che riesce a sparare sempre e comunque XD!

2. Dite che me la potevi evitare sta battuta scema ò_o? Effettivamente XD! Mi sa pure che non c’era proprio traccia di Elvis nell’ambientazione temporale FMAniana.

   
 
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