Fanfic su artisti musicali > Nightwish
Segui la storia  |       
Autore: Giulz95    02/09/2012    1 recensioni
Un piccolo progetto: la storia è totalmente inventata, con qualche accenno ai testi dei Nightwish. I personaggi della storia sono inventati, anche se hanno le sembianze degli originali (per esempio Tuomas si chiamerà Tuomas, avrà il suo volto, ma non sarà il tastierista del gruppo)
La storia è ambientata nel medioevo, e non è ancora ben chiara...
Scopriamola insieme :)
Eva voleva scappare, voleva vedere il mondo. Voleva vivere. E lui l'avrebbe aiutata. Perché per quanto non volesse ammetterlo a se stesso, gli ricordava tremendamente la sua Tarja.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Dovresti dormire.- Eva si era sporta tra le sbarre del suo carro, osservando l'uomo seduto a pochi metri da lei, che fissava il terreno da quasi un'ora ormai. Quando sentì le parole sussurrate della ragazza, alzò lo sguardo grigio su di lei.
-Dovresti smetterla di recitare, Tarja.-
Lo sguardo della ragazza si fece ancora più cupo di quanto fosse già. Si avventò sulle sbarre stringendole tra le mani così forte da farsi male.
-Basta!- Disse tra i denti. -Senti, io non lo so cosa è successo al vostro amico, e a dire la verità mi dispiace molto che non sia più qui. Ma io non sono Tarja, Tuom. Tu mi devi credere!-
-Come faccio a crederti?- L'ira dell'uomo iniziava a trapelare dal suo tono, non più totalmente apatico. -Ti ho vista con i miei occhi nella radura. Hai ucciso Jukka. Ci hai quasi ammazzati prima sul ponte. Come faccio a crederti?!-
-Fidati di me!-
-No!- Si alzò in piedi avvicinandosi al carro. -No. E non sono nemmeno più sicuro di voler liberare quella strega che eri, perché sarebbe un errore a questo punto. Chi mi assicura che una volta tornata non tenterai di uccidermi?-
-Cosa? Liberare quale strega?-
Tuomas si accorse troppo tardi di aver parlato più del dovuto. Eva non sapeva. O fingeva di non sapere, probabilmente. La guardò per un po' in silenzio, prima di spostare lo sguardo su Anette per assicurarsi che dormisse.
-Stiamo andando da Empuu per liberare Tarja. O liberarti, non lo so.- Ammise, sospirando.
-Cosa? E che ne sarà di me?!-
Lo stregone la guardò per qualche secondo, prima di voltarsi di schiena e andare a sedersi nuovamente.
-Tuom! Cosa sarà di me e del bambino!- Eva era ormai in lacrime. -Mi avevi promesso che ci avresti protetti!-
Nessuna risposta.
-Mi... Mi hai mentito?-
-Te l'ho detto, smettila di fingere. Non ce n'è più bisogno.-
Eva sentì la rabbia crescere come un fiume di lava in discesa da un vulcano. Veloce, rovente, impetuoso. 
-Il solito, Tuomas.- La voce che sentì non risuonava come la sua. Il tono era alto, cristallino. Rabbioso. Lei non avrebbe mai parlato così, eppure le parole che uscivano lo stavano facendo dalle sue labbra. -Bugiardo e coniglio.-
Lo stregone alzò lo sguardo per rimanere pietrificato davanti agli occhi smeraldo di Tarja. Due secondi fa stava parlando con Eva, e ora di fronte a lui ecco la sua amata. Come poteva essere possibile?!
-Spiega.- Disse, cercando di mantenere la calma.
Tarja sorrise malignamente.
-Spiega cosa?-
-Ogni cosa.- Tuom strinse i pugni sulle ginocchia. -L'incendio, Jukka... Hai ucciso Jukka! Perché l'hai fatto?!-
-Ostacolava.-
-Hai ucciso uno dei tuoi fratelli. Ucciderai anche me, una volta libera?-
Gli occhi della donna si fecero improvvisamente dolci, e un sorriso malinconico velò il suo viso.
-Amore mio, se avessi voluto ucciderti, tu a quest'ora saresti morto.- Sporse una mano tra le sbarre. -Vieni.- 
Tuom la guardava da lontano, senza muovere un muscolo.
-No?- Il fantasma ritrasse la mano, e il suo sguardo mutò nuovamente. -Io non voglio riparlare di come tu mi abbia tradita, Tuomas. E nonostante ciò, io ti ho salvato la vita,non facendo il tuo nome al patibolo. Io ti amo, Tuom. E sto facendo tutto questo per tornare da te, e tu lo sai. Lo sai perché mi ami, e ti fidi di me.-
-Mi fidavo di te.- Gli occhi di Tarja diventarono penetrabili come due pareti di nulla, sotto quelli severi dell'uomo. -Mi fidavo di te fino a quando non ho visto il cadavere di Julius. E si fidava anche lui.-
-Te l'ho detto, era un ostacolo per il piano...-
-No! Se ti fosse importato solo di me non lo avresti ucciso per tornare indietro! La Tarja che conoscevo io non avrebbe mai ucciso! Nessuno! E tu lo hai fatto. Hai tradito la fiducia di tutti noi.- Tuomas era di nuovo in piedi, lo sguardo di fuoco in quello della donna, che non rispose subito. Lo guardò apatica, prima di sorridere. Tuom la vide alzarsi in piedi nel carro e attraversare le sbarre come fosse un fantasma, per poi fermarsi davanti a lui, bella come una dea. Alzò la mano, posandogliela sulla guancia.
-Sono così fedeli, i tuoi amici, eh Tuom? Pensa a Marko: lui ha appena perso il migliore tra i suoi amici, è stato costretto a bruciare il suo corpo, eppure rimane al tuo fianco. Tu sai cosa vuol dire vedere un corpo bruciare, vero?- L'uomo si irrigidì a quelle parole, e per un secondo pensò che Tarja lo avrebbe ucciso. Ma ciò non accadde. -L'uomo muore dopo che il sesto strato di pelle si ustioni, ma noi demoni... Noi demoni possiamo sopportare anche quello. Sai quando sono morta io, Tuom? Io sono morta quando già non sentivo più nulla a coprirmi le ossa.-
-Basta!- Tuomas tentò di allontanarsi, ma la presa della donna sulla sua guancia, seppur leggera, lo teneva incollato a lei. 
-Sai, mi sono sempre chiesta come tuo fratello sia morto.- Tuom chiuse gli occhi a quelle parole. L'immagine di quel pomeriggio ancora vivida nei ricordi. -In un pozzo. Da solo.-
-No...-
-Annegamento? Fame? O asfissia? Scommetto che ti ha maledetto per averlo lasciato laggiù, senza chiamare nessuno per aiutarlo, vero?-
Una lacrima scese sulla guancia dello stregone quando egli riaprì gli occhi. Tarja la raccolse sfiorando l'altra guancia dell'uomo, avvicinandosi a lui prima di sussurrargli a fior di labbra.
-Aiutami, Tuom.-
-No.-
Tarja si allontanò qualche centimetro dal viso dell'uomo, ferita e adirata. 
-No? Torna indietro. Fallo, e ucciderò Marko prima che arriviate al fiume. E lì ucciderò Anette. E una volta che lo avrete passato ucciderò te e questa stupida ragazzina in cui sono intrappolata. Fallo Tuom, avanti. Dimostra a me e a te stesso che hai il fegato per prendere una decisione da te.-
L'uomo non parlò, si limitò a guardare con odio gli occhi della strega, diventati neri come la pece.
-Tu non sei Tarja.-
-No. Lei è morta bruciata quel giorno. Ti manda questo dalla tomba.-
Un dolore accecante al viso fece urlare lo stregone, che si allontanò dalla donna cadendo in ginocchio e premendosi le mani sul viso.
-Lo senti, Tuom? Senti come fa male?- Tarja osservò il corpo circondato dalle fiamme davanti a sè, inebriandosi delle sue urla. Quanto tempo aveva aspettato per questo momento. 

-Tuom! Tuomas!-

Lo stregone aprì gli occhi di scatto, tirandosi a sedere urlando davanti all'albero. Boccheggiava, alla ricerca di aria, e il sudore freddo sulla sua fronte colava lungo le tempie.
Davanti a lui Marko e Anette lo guardavano con aria preoccupata, mentre nel carro Eva lo osservava senza mostrare alcuna emozione, seduta al centro della sua prigione.
-Tuomas, maledizione, non puoi urlare così nel pieno della notte e cavartela senza un livido.- Grignò il vichingo biondo, per venire ripreso dalla donna, che ritrasse la mano dalla fronte del moro.
-Smettila.- Poi si voltò verso Tuomas, che non distolse lo sguardo dal carro. -Tuom, bruci dalla febbre.- Il respiro affannato non accennava a regolarizzarsi, e per un secondo gli sembrò che Eva sorridesse. Un brivido gli corse lungo la schiena. -Dobbiamo tornare indietro.-
-No!- Urlò l'uomo, girandosi di scatto verso la negromante. -No. Andiamo avanti.-
-Tuomas, non arriverai a domani sera se la febbre non scende, e noi non saremo a Ruumishuo prima di domani mattina. Non puoi farcela!-
-Dobbiamo andare avanti!- Lo stregone si tirò in piedi in qualche modo, sorretto dall'imponente braccio di Marko. -Ripartiamo ora.-
-Non se ne parla nemmeno! Non puoi controllare il carro in queste condizioni!- Lo scrollò il biondo.
-Posso eccome. Ora andiamo, dobbiamo arrivare a Ruumishuo entro domattina, e questo è un ordine.-
-Me ne infischio dei tuoi ordini! Non ti lascerò morire per quell'assassina!- Anette gli si piazzò davanti urlando, in lacrime. -Mi ha già portato via Jukka, non lascerò che faccia lo stesso con te! Non farò un altro passo per aiutare lei, o il mostro che porta in grembo, o tantomeno Tarja!-
Nemmeno Tuomas capì da dove veniva la voce che uscì dalla sua gola, come non capì come avesse potuto dire parole tanto crudeli alla donna. Strinse i pugni, strattonandosi da dosso Marko.
-Bene, allora sei perfettamente libera di girare i tacchi e tornare dal bordello da cui sei uscita, Anette! E' da quando Jukka ti ha raccattata in quel vicolo che pensi di essere parte di questa famiglia, ma non lo sei mai stata, e non lo sarai mai. Mai. Mi sono sempre chiesto cosa c'entrassi tu con noi. Sei un rimpiazzo, Anette. Lo sei da sempre, e non mi interessa quanto puoi volermi, perché tu non sarai mai come Tarja! Mai! Per quanto potrai sforzarti, Tarja sarà sempre meglio di te, anche da morta, ed io amerò solo e solamente lei, per sempre. Quindi ora vattene, e non tornare più!- Cadde il silenzio. Marko osservò la scena senza parlare, limitandosi a guardare gli occhi dell'amico, che avevano incredibilmente cambiato espressione durante il suo monologo. Spostò lentamente lo sguardo su quello di Anette, che contrariamente a quello che aveva pensato era rimasto freddo e distaccato, benché gli occhi azzurri fossero velati da uno strato lucido. Passò un'eternità, prima che Tuomas parlasse di nuovo. -Non mi hai sentito o non sono stato chiaro? Vattene, Anette. Devi andartene.-
La donna strinse i pugni lungo i fianchi e abbassò la testa. -Io spero solo che tu abbia ragione su Eva, Tuom. Buona fortuna.- 
Si girò, inoltrandosi nella vegetazione fino a che nessuno dei due uomini la vide più. Rimasero immobili, l'uno accanto all'altro.
-Puoi andare con lei, se vuoi.- Tuomas non lo guardò nemmeno, tenne lo sguardo fisso avanti.
-L'hai ferita.-
-Non se ne sarebbe andata, altrimenti.- Si voltò, avviandosi verso la parte anteriore del carro per poi salire a cavallo di una delle due creature di legno. -Spero solo che riesca a tornare a casa...-
-Se la caverà.- Marko raggiunse l'amico, montando sull'altro "cavallo", e con uno sforzo non indifferente dello stregone, ripresero il viaggio nelle prime luci dell'alba, senza aver notato il sorriso soddisfatto della loro prigioniera.



Tekijän toteaa: Vaikuta!

Non potete capire quanto sia soddisfatta di questo capitolo. So che suona poco modesto come commento, ma è vero xD
Dopodiché non so cosa dire, dato che l'ho scritto subito dopo aver postato il capitolo dodicesimo, ovvero il precedente :3

Quindi...

Jatkuu!

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nightwish / Vai alla pagina dell'autore: Giulz95