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Autore: TheFinalWar    04/09/2012    3 recensioni
-“Aiuto! Vi prego…qualcuno!”-
Continuò, issandosi con forza sulle gambe, sperando che qualche anima di buona volontà l’aiutasse.
Sentì un ruggito e vide il proprio fiato condensarsi in piccole nuvolette bianche: la temperatura stava calando drasticamente.
Si abbracciò il corpo in modo disperato, alternando grandi respiri a singhiozzi che le dilaniavano il petto.
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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L’assassino della Notte.
 

Il sentiero non le permetteva di tenere l’andatura spedita che desiderava.
 
Lei sapeva che se non l’avesse mantenuta sarebbe morta sul serio e nessuno l’avrebbe aiutata, nemmeno Nick.
 
-“Aiuto!”- chiese, rivolta davanti a sé.
 
Cadde al suolo e seppe di dover ricominciare la corsa, altrimenti quella… cosa, l’avrebbe raggiunta.
Appena il ricordo della fine ignobile di Nick le attraversò la mente, calde lacrime di terrore le affiorarono dagli occhi.
 
-“Aiuto! Vi prego…qualcuno!”-
 
Continuò, issandosi con forza sulle gambe, sperando che qualche anima di buona volontà l’aiutasse.
Sentì un ruggito e vide il proprio fiato condensarsi in piccole nuvolette bianche: la temperatura stava calando drasticamente.
Si abbracciò il corpo in modo disperato, alternando grandi respiri a singhiozzi che le dilaniavano il petto.
 
-“Vi… prego.”-
 
Gemette sfinita, bussando ripetutamente contro una porta.
Nessuno le aprì e ricominciò a correre, lasciando da parte il dolore straziante al petto e alle gambe.
Maledì interiormente il paese campagnolo e non s’accorse di una pietra fuori asse rispetto alle altre. Cadde sbattendo violentemente la fronte.
Si rese conto di sanguinare dall’ennesima ferita e provò ad alzarsi, ma nulla.
Era troppo devastata e ferita anche per correre o emettere un solo suono dalle labbra.
 
-“Nick…”- mormorò, toccandosi la fronte per evitare di vomitare, per ritrovarsi con le mani imbrattate del proprio sangue.
 
Urlò impaurita rivivendo a causa della crisi parossistica in corso, i muri imbrattati del sangue ancora fuoriuscente dal corpo del ragazzo, mentre altri zampillii le macchiavano i vestiti e andavano via via a formare una pozza cremisi sotto i loro piedi.
 
Con una forza fisica e psichica non indifferente, si rimise a correre, cercando disperatamente di diradare quella foschia mentale che non la lasciava andare, per ritrovarsi nel Corso principale del paese: era deserto.
Non era possibile, si disse, perché fino a pochi minuti fa, era brulicante di persone.
Si accasciò al muro, tracciando una linea di sangue ogni qual volta la spalla strozzava o s’accostava alla parete ruvida.
 
Maledì ancora quel paese e quel vecchio castello posto in cima, dove volevano fare un’escursione, rimettendosi lentamente a correre.
Fu questa la sua rovina: quella cosa la raggiunse, tenendo ben in vista la testa mozzata del ragazzo con ancora gli occhi spalancati.
Vedeva distintamente la carne brutalmente lacerata, il sangue, ancora fresco, gocciolare copiosamente da un brandello di carne penzolante e l’osso del collo, maciullato interamente; oramai non aveva nemmeno compattezza d’osso.
 
-“S-sta… l-lontano!”-
 
Gli occhi della creatura, rossi come l’inferno, guizzarono sopra di lei con fare affamato, facendole perdere quel già precario equilibrio nelle gambe per la paura.
 
No, quella non era paura… era puro e sano terrore.
 
-“Altrimenti?”- rimbeccò la creatura, alzando gli artigli con cui teneva il capo mozzato, fino a portarlo vicino al suo.
 
Stefania, seppe che fosse in trappola.
 
Seppe di essere il topo innanzi ad un mostruoso e disgustoso gatto.
 
Senza più forza per parlare osservò meglio la cosa: due occhi cremisi, una bocca grande, su cui sporgevano dei denti aguzzi e seghettati e da dove una lingue biforcuta compariva ogni tanto; il viso contornato da ciocche di capelli corvini e un viso perfetto e liscio come la seta, deformato in un mix di cattiveria e follia; il corpo possente e massiccio, arcuato come quello di un lupo, ma eretto su due piedi privi di scarpe, dove vi spuntavano affilatissimi artigli; stessa cose delle mani, solo che in questo caso, le dita rimanevano cinque e della forma originale.
 
Soffermò poco lo sguardo sul tronco della cosa per evitare di vedere la testa del proprio amato, mortalmente statica in quella posizione di atroce dolore.
 
-“A-a-altrimenti… io, scap-però!”- prese a dire poi.
 
Non l’avesse mai fatto.
In meno di cinque secondi si ritrovò vicinissima la testa di Nick e quella della cosa, stufa di aspettare.
 
-“Sai cosa sono, io?”- parlò la creatura, alitandogli l’odore di carne cruda e sangue, vicino al naso.
 
La ragazza spalancò gli occhi neri sconvolta da quella vicinanza.
La cosa prese a ridere gutturalmente.
 
-“Non siete andati a caccia di vampiri, tu e questa testolina?”-
 
Cominciò a scuotere il capo, spargendo del sangue sul viso della ragazza.
Stefania trattenne un coniato di vomito.
 
-“Sei un… sei un…”-
 
Le si gelò il sangue nelle vene e tentò di allontanarsi, invano.
Il vampiro con un gesto secco, le ruppe una gamba all’altezza del bacino.
Urlò di dolore e cominciò a respirare convulsamente.
Seppe di essere finita.
Con gli occhi spalancati a causa del terrore, vide come la creatura lanciasse lontano il capo di Nick e si avventasse su di lei.
 
Urlò con tutta se stessa, quando gli artigli le aprirono la cassa toracica cominciando a sventrarla.
Vide le proprie viscere, essere divorate convulsamente da quell’abominio e pregò di morire in fretta, mentre gli artigli le tagliavano la gola come fosse burro.
 
La creatura continuò a ridere, cibandosi dell’intero corpo della ragazza schizzandosi interamente di sangue, sotto il cielo illuminato solo dalla luce della luna.




 
  
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