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Autore: BigEyes    04/09/2012    1 recensioni
(SECONDO CAPITOLO DELLA SERIE: IN THE NAME OF JESUS)
La ragazza si voltò di scatto asciugandosi in fretta la lacrima col dorso della mano. Sentì rumore di passi.
- Lucia sei tu? – domandò, guardando l’interno del soggiorno al buio – Heliu non fare questi scherzi..- continuò, attraversata dall’adrenalina. Deglutì mentre si voltava verso il mare.
Ma di fronte si trovò un ragazzo, appoggiato al balcone con la schiena, con braccia e gambe incrociate
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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La risata maligna di Jezabel risuonò per tutta la stanza.
-          stupidi – ringhiò – ormai è legata a me! Liberatemi e sarà liberata! – esclamava con tutto il fiato in corpo.
Acab non le credeva. Il suo sguardo accigliato fissava ormai da tempo il viso di Jezabel.
Lei.
Era stata lei, insieme a Lilith, ad iniziarlo ai piaceri del sesso, alla droga e alla violenza.
Era un ragazzo come gli altri, prima che la sorella lo portasse a quella riunione.
Qual’ era il suo nome prima che l’angelo gli assegnasse la missione di perseguitare i cristiani?
Non lo ricordava.
Quella riunione.
Quanto sangue era stato versato. Troppo.
Tutto per i soldi.
 Solo per i soldi e piaceri materiali.
All’inizio era bello, ma quanto male aveva causato. Il suo cuore era diventato pian piano di ghiaccio, come i suoi occhi.
Uccideva. Non faceva distinzioni. Quelli erano gli ordini. O uccidi, o vieni ucciso.
Seduceva ragazze che poi servivano per i riti occulti nelle sere di luna piena, sempre allo stesso orario: le due.
Nessuna poteva resistergli.
Ma moriva. Erano passati sette anni da quando era entrato in quel mondo. E ogni giorno moriva.
 Il calore? Cos’era il calore di un abbraccio? Un abbraccio vero. O un bacio, un bacio che ti fa vibrare il cuore. Tutto era freddo.
Tranne Ariel.
Tranne il suo bacio.
Tranne il suo tocco.
 
Acab si girò verso padre Max, sapeva che la parola di Dio aveva sempre vinto.
-Padre – il ministerio si girò – dì solo una parola ed Ariel sarà libera.
Gli occhi del ragazzo divennero lucidi, deglutì e con voce tremante – per favore – supplicò, mettendosi la mano destra sul cuore. Il padre gli fece un largo sorriso e gli poggiò una mano sulla spalla: c’era ancora molto da fare per la sua anima, ma la fede del centurione era un ottimo punto di partenza per diventare un grande servo di Dio.
Rivolse uno sguardo di fuoco a Jezabel, lo stesso spirito che nell’antico testamento aveva portato alla rovina il popolo di Israele.
-          Jezabel! – esclamò, con tono autorevole, il padre –sta scritto: quello che legherete sulla terra sarà legato nel cielo e quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo (ndr (Mt. 18,15-35), dunque – girò il volto verso Ariel e ordinò – ti slego da ogni legame maligno, Ariel. – inspirò profondamente e portò la sua mano destra sulla fronte della ragazza, con occhi torvi -Nel nome di Gesù cristo! – concluse.
Jezabel urlò stridulamente, mentre si contorceva. – Ti mando negli abissi più profondi del mare – continuò Max, rivolgendosi al demone con tono perentorio.
Acab fece un’espressione di ribrezzo: ormai non faceva più parte di quel mondo, non gli importava delle sofferenze di colei che l’avrebbe potuto portare alla morte eterna. Come aveva fatto a provare qualcosa per una donna tanto spregevole, che l’aveva solo usato per puro piacere e per guadagnare il gradino più alto che poteva raggiungere un adepto: sedurre i popoli con false dottrine.
 
Le parole di padre Max furono come una spada di fuoco: spezzò il giogo di Ariel e mandò Jezabel dal suo padrone. Jezabel si era smaterializzata in una nube nera maleodorante, gridando – ci rivedremo!
Ariel credette alla Parola di Dio, il vuoto nel suo cuore fu riempito e, come sgravata da un peso, si lasciò cadere tra le braccia del padre, svenuta.
 
 
 
-Ehi…dormigliona. – sussurrò Lucia, seduta affianco ad Ariel, sul letto dell’infermeria della chiesa di Filadelfia. La giovane, coperta da un candido lenzuolo, stava svegliandosi aprendo lentamente gli occhi marroni.   
- Dormito bene? – le domandò, mentre cercava di alzarsi facendo leva sui gomiti – scommetto che hai sognato un bel fusto dagli occhi blu come la notte e il cuore puro come la luce. – Lucia faceva gli occhi languidi e congiungeva le mani, mentre la ragazza arrossiva come un pomodoro e abbassava lo sguardo per non far notare la curva del sorriso imbarazzato.
-Ma dove sono?
- Ariel – esclamò sorpresa – siamo a casa!- Lucia alzò le braccia, con un sorriso brillante e con occhi ridenti. La giovane fece un balzo e avvolse le braccia al collo dell’amica gridando dalla felicità, mentre Lucia barcollava a bordo letto.
- Così la farai cadere – disse una voce profonda.
Quella voce, Ariel la conosceva bene.
Era Joshua, che appoggiato con la spalla allo stipite della porta, con le braccia incrociate, si gustava la scena.
Ariel si staccò, con lacrime di gioia, dall’abbraccio, lo osservò per qualche secondo con un sorriso. Scese dal letto aiutata dall’amica, ma non appena toccò con in piedi nudi il pavimento, corse verso l’amico.
 
 La strinse a sé e, rialzandola dal suolo, incominciò a girare per la stanza, con lei tra le braccia, sotto gli occhi commossi di Lucia.
- ok mi sta girando la testa! – lo informò Ariel, mentre tra le risa lui si fermava.
- va bene. Ti faccio scendere subito – si sedette ai piedi del letto e sciolse le sue braccia dai fianchi della ragazza.
Lui la guardava dal basso, con un sorriso che faceva intravedere i canini, quando lei gli tirò uno schiaffo talmente forte che gli rimase il segno delle cinque dita nella guancia sinistra.
- Mi ricorda qualcosa – si massaggiò con il palmo della mano, con i denti serrati, il ragazzo – ma perché l’hai fatto?- Inarcò le sopracciglia dalla sorpresa e la guardò, mentre lei si metteva a braccia conserte.
- Non mi leggi più nella mente? – chiese lei, facendo un sorriso di sbieco, sarcastica.
- Ho bisogno che tu ti esprima cara – rispose lui, con un tono canzonatorio, e si spostò il ciuffo castano dagli occhi verdi.
- Questo è per quello che mi hai fatto passare in questi sette mesi, stupido! – Ariel era finalmente felice di rivederlo, solo le lacrime di gioia potevano esprimere quello che sentiva nel rivederlo libero dalle catene. Lucia rise in silenzio: l’amica si era vendicata.
 
-          Si può ? – chiese Heliu, allungando il collo dentro la stanza. Lucia voltò lo sguardo verso la porta.
Era la prima volta che Lucia lo rivedeva, dopo che Acab aveva trovato una via d’uscita, sgombra di demoni, e un tornado marino li aveva portati vorticosamente a riva. Non ricordava altro. La gioia di rivederlo era troppo grande. Il cuore iniziò a battergli ferocemente, gli occhi gli si sbarrarono e le labbra volevano sfiorare le sue. Saltò giù dal letto e corse ad abbracciarlo.
 
Per Heliu avvenne tutto in una frazione di secondo. Senza rendersi conto sentì il sapore di fragole sulle sue labbra e pensò di essere ancora nel mondo dei sogni. Gli occhi di Lucia erano chiusi, immersi nel dolce piacere del loro primo bacio, per lei.
Heliu  strinse i fianchi di lei ai suoi, mentre le dita della biondina gli sfioravano la mascella.
Chiuse gli occhi anche lui, mentre un pensiero gli stuzzicava la mente“ tu sei il mio sogno”.  
 
Gli occhi di Joshua e Ariel si sbarrarono dalla sorpresa: finalmente quei due avevano espresso il loro sentimento nascosto.
Ma  un pensiero balenò prepotentemente nella mente di Ariel.
Un nome. Acab. 
  
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