Insonnia, brutta bestia.

Dopo una più o meno lunga giornata decidi di coricarti e ti rendi conto che sei più sveglio che mai.

Uno scrosciare impaziente di ricordi e fantasie si riversa negli occhi e ti perdi nei suoi cunicoli sfocati. Ti giri e ti rigiri, sapendo già in partenza che a ogni movimento il letto diventa più scomodo e le coperte più insidiose.

Due ore dopo, incredibilmente irritato, scatti a sedere e accendi la lampada. Speri quasi che quell'insulso movimento abbia scaricato le tue energie fin quasi a sfinirti, ma ovviamente non è così.

Sei solo un'illuso, che ora si è pure accecato.

E dubiti dell'esistenza di una vera ragione per cui sei lì.

Non hai dormito affatto, non hai un pensiero per la testa, soprattutto ora che hai dato fondo a tutta la galleria d'immagini di cui la tua sciocca testa disponeva; eppure non dormi.

Il sonnifero ti aiuterebbe quella notte, ma quella successiva?

La cosa più irritante è sapere che domani ti sveglierai (se sarai così fortunato da cadere nel sonno nel frattempo) e avrai davanti una lunga, faticosa e, succede sempre, sfortunata giornata. Sonno e sfortuna vanno di pari passo.

Il buon giorno si vede dal mattino, dicono... In tutta onestà, credo che già sei ore prima del mattino si possa intravedere una fetta dell'indomani.

E il frigo vuoto non ti consola affatto.

E neanche tuo fratello che russa prima ancora di poggiare la testa sul cuscino...

E neanche l'incontinenza...

Insomma, l'insonnia è una maledizione. La maledizione del pensatore. Chi non pensa troppo ha una grande fortuna. I pensatori pensano anche nel sonno ed è mio parere che l'insonnia altro non sia che l'esasperazione del pensiero notturno. Non dico con questo che chi si addormenta presto sia uno sciocco che non ha che nuvole per la testa...

Anzi, io che penso troppo, spesso mi rendo conto della mia palese stupidità.

In effetti, ora che ci penso... dopo tutti questi vaneggiamenti, finalmente, alle quattro del mattino, mi è venuto sonno.

Buonanotte.