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Autore: masterteo89    05/09/2012    2 recensioni
La storia della vita di un giovane umano proveniente dal futuro e catapultato nel passato...proprio tra le grinfie degli yoro del sud. Una storia di schiavitù , amicizia, crudeltà , gioia ... poichè anche nell'oscurità la speranza non muore mai. Ma sarà solo l'inizio, poichè chi di crudeltà ferisce di crudeltà perisce...
Citazione:
"i progenitori della tribù scavarono dove non dovevano scavare. In queste caverne le ombre sono vive, caute e silenziose. Si muovono nell'oscurità seguendo il richiamo della luce, si avvicinano di soppiatto e si nutrono delle tue più intime paure. Fredde e spietate, le ombre sono più taglienti della lama di una spada."
Una vicenda parallela alle avventure del mezzodemone amato, iniziata con un ritmo calmo e rilassato ma tuttavia destinata a mutare in una perigliosa avventura : il risveglio di un'antico male più pericoloso di Naraku infatti condurrà un manipolo di sventurati verso il più pericoloso viaggio della loro vita. A volte morire non basta per espiare i propri peccati...
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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taka Eccomi quà! Vi son mancato vero? Mmm... presumo di no.
Gli esami son ricominciati, ergo ci vuole il suo tempo per portare avanti questa storia...non aspettatevi più aggiornamenti giornalieri!

Spero che il capitolo vi piaccia e....recensite, mi raccomando!

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Quella notte, nel villaggio Yoro...


La prima cosa che riscosse David dal suo profondo torpore fu un pungente odore metallico, misto all'acre odore del fumo e al crepitare delle fiamme.

Sangue, molto sangue era stato versato di recente : l'aria stessa era pregna di quello sciagurato odore, latore di stragi.

Ancora intorpidito dal sonno, il giovane da sotto le pesanti coltri di pelo si stropicciò più volte gli occhi, ignaro di cosa stesse mai accadendo. Ma il brusco risveglio giunse nella forma di una delicata mano artigliata che, dopo averlo afferrato saldamente per il colletto della sua misera veste, lo sollevò bruscamente in piedi.

Una seconda mano iniziò a sferrargli alcuni schiaffi decisi al volto, mentre una voce concitata giunse alle sue orecchie. -- Svegliati immediatamente David! --

Il giovane, ripresosi dal brutale risveglio, mise a fuoco la figura dinanzi a sè : agitata e tesa come la corda di un violino, lo sguardo che guizzava fulmineo e attento intorno a sè, Takara pareva pronta alla pugna.

E qualsiasi cosa fosse accaduta, doveva aver preso di sprovvista pure lei : la nivea coda candida e impeccabile della donna infatti non era celata con cura tra le sue vesti, com'era solita fare; anzi, libera dai suoi confini sferzava l'aria a ritmi regolari come se la ragazza non avesse neppure avuto il tempo di curare il proprio aspetto.

Stava leggermente acquattata, con le zanne lievemente snudate ed i capelli corvini arruffati che le ricadevano in maniera disordinata sul volto : normalmente David si sarebbe fermato ad ammirare discretamente quella bellezza selvaggia, ma evidentemente ora non era affatto il momento giusto per lasciarsi andare ad inutili sogni o emozioni.

-- Cosa stà succedendo, lady Takara?-- Domandò il giovane allarmato , spaziando l'intera caverna con lo sguardo. All'interno gli schiavi poco alla volta si stavano destando; anche loro erano confusi ed allarmati, ma soprattutto terrorizzati.

Dall'ingresso della caverna penetrava il fulgido bagliore delle fiamme violente, insieme a grida di dolore e ringhi bestiali che poco avevano di umano o youkai : parevano i mille lamenti delle creature dell'inferno.

-- Non c'è tempo da perdere, dobbiamo fuggire da qui, subito. -- Sibilò gelida Takara, prendendo il giovane per mano e conducendolo verso l'esterno. Fredda e di poche parole, David oramai aveva imparato un poco a comprenderne il carattere : era evidentemente preoccupata ed in tali frangenti la lupa non aveva tempo per essere carina con il suo prossimo. Ma in fondo, quando mai quella donna era stata gentile con qualcuno?

Era ben nota per la sua profonda lealtà e nobiltà d'animo, mista tuttavia ad un carattere gelido e riservato. Non c'era da stupirsi se, nonostante la sua bellezza, non aveva mai trovato un compagno : gli altri lupi erano intimoriti dall'algida lupa dal niveo manto.

E mentre i due stavano per imboccare l'ingresso della grotta, Takara diede un colpetto al giovane all'altezza dello sterno, scoccandogli uno sguardo allarmato. -- Stai indietro-- Mormorò prima di digrignare i denti verso l'esterno, appoggiando una mano sulla katana cinta al suo fianco.

I sensi della lupa non l'avevano ingannata, perchè una manciata di secondi dopo una figura emerse dalle fiamme, una sagoma che il giovane umano non si sarebbe più scordato in vita sua.

Il volto sporco e annerito, dinanzi ai due si stagliava a capo chino un Anziano yoro, il suo lignaggio facilmente denotabile dalla squisita fattura della katana decorata che teneva stretta in mano.

Ma quella figura era solo una pallida imitazione del nobile guerriero che indubbiamente aveva difeso fedelmente il villaggio per innumerevoli anni: infatti il colorito della sua pelle aveva assunto una tonalità malsana, nerastra quasi come la pece e ricoperta a tratti da dure scaglie non dissimili a quelle proprie dei grandi rettili.   

Da un profondo taglio al fianco sgorgavano rivoli di sangue che non accennavano a fermarsi, tuttavia la creatura pareva incurante della ferita. Pareva fosse incapace di provare dolore o emozione alcuna.

Semplicemente, come una bambola avanzava a capo chino verso Takara, il passo rapido e deciso mentre la punta della katana strisciava sul terreno grattando avida la roccia.

Giunto a pochi metri dalla donna, la figura si arrestò e alzò lentamente il capo, facendo arretrare David dall'orrore.

La prima cosa che il giovane vide fu uno sguardo folle, impietoso, crudele : occhi grigi come la bruma del mattino, privi di pupilla alcuna ma che tuttavia possedevano un'intensità tale da parer capaci di mettere a nudo il tuo stesso animo. Occhi in grado di comprendere la tua paura, occhi in grado di suscitare il panico, occhi che avidamente bevevano il tuo intimo terrore. 

La bocca era distorta in un ghigno demente, mettendo in mostra una chiostra di zanne acuminate e sporche di sangue.

Senza tergiversare oltre, la cosa emise un verso inarticolato e si gettò sulla donna, suo malgrado verso morte certa.

Takara infatti non si fece prendere di sprovvista ed evitò con grazia il primo fendente della creatura, poi intercettò il secondo attacco afferrando il polso dell'avversario.

Fu un attimo : con l'altra mano afferrò il nemico per il collo, lo avvicinò a sè e infine lo lanciò di lato, mandandolo a rotolare rovinosamente lungo il pavimento della grotta.

Estratta la katana scattò fulminea verso l'avversario e, mentre questi si rialzava, eseguendo una piroetta decapitò la creatura con un colpo netto della sua lama.

Prendendo nota dello sguardo ammirato del giovane umano, Takara si concesse un piccolo sorriso, poi però dovette convenire che non era il momento di lasciarsi andare a frivolezze.

Usciti dalla grotta, uno scenario apocalittico si mostrò agli occhi attoniti del ragazzo : fuoco e fiamme, cadaveri dei caduti ammonticchiati nelle posizioni più disparate, urla e struggenti richiami.

Tutto il villaggio era diventato un immenso campo di battaglia ed il sangue scorreva a fiumi. Gruppi di yoro difendevano strenuamente le loro case ed i loro cari, mentre fiumi di esseri indicibili si riversavano fuori dal profondo delle grotte... e il giovane non potè fare a meno di rammentare ciò che era accaduto pochi giorni prima.

Reprimendo un brivido di terrore, David notò in lontananza una figura dai capelli rossi come il fuoco che si teneva in disparte dal conflitto : appoggiata tranquillamente contro una parete rocciosa, a braccia incrociate, la femmina osservava la battaglia con un sorriso beffardo, apparentemente a proprio agio.

"Ayame?" Pensò tra sè e sè il giovane, prima di scrollare il capo. "Impossibile".

-- La situazione è precipitata più in fretta di quanto non pensassi.-- Affermò Takara, mentre con lo sguardo pareva cercare qualcosa. E non appena un grosso lupo le si avvicinò, Takara esalò un lungo respiro di sollievo.

-- Cold Rain...sei ancora vivo per fortuna...sia lode alla Luna.-- Ma non vi era tempo da perdere, perchè David notò con orrore che i cadaveri degli yoro stavano iniziando a rialzarsi uno ad uno.

-- Ma cosa diavolo succede Takara?-- Domandò intimorito il giovane, avvicinandosi inconsciamente alla donna.

-- Non c'è tempo  da perdere! Stringi le gambe intorno a me e preparati a volare!-- Esclamo la lupa voltandosi verso il ragazzo.

-- Ma cosa st..-- Non fece in tempo a finire la frase che Takara fulminea lo strinse a sè, tenendolo saldamente tra le sue braccia.

Poi...David sentì la terra allontanarsi vertiginosamente da sotto ai suoi piedi. Con un gridolino, David fece come Takara gli aveva detto, stringendosi a lei con entrambe le braccia e legambe e posando il capo sulla spalla della lupa.

Chiuse gli occhi, in parte lasciandosi cullare dal movimento ritmico della lupa che letteralmente balzava come uno stambecco da roccia a roccia, in parte perchè...

-- Hai paura?-- Domandò Takara in maniera meno fredda del solito, con una punta di preoccupazione nel tono. ( No, probabilmente se lo era immaginato)

-- Soffro di vertigini...-- Mormorò in risposta il giovane, serrando con maggior vigore le palpebre quasi a voler negare la realtà rifugiandosi nell'ombra dei suoi pensieri.

-- Capisco. Un giorno forse ti aiuterò a superare la tua paura, ma per il momento per favore fidati di me, David.--

--Lady Takara.-- Mormorò David dopo un pò, esitante.

--Dimmi pure, David.--

--Perchè mi ha salvato? Sono solo uno schiavo, poteva salvare un altro demone al posto mio.-- Intanto, Cold Rain osservava i due con un'espressione curiosa, quasi tentasse di capire cosa mai passasse per la testa di quelle strane creature bipedi.

Passarono alcuni minuti di profondo silenzio in cui l'unico suono che rompeva regolarmente la quiete notturna della valle era il cupo richiamo dei gufi nascosti tra gli alberi. Si erano allontanati parecchio dal villaggio yoro, oramai perduto.

Infine, la lupa ammise -- Non lo so. Forse...-- Ma quanda stava per aprirgli il cuore improvvisamente ebbe un repentino cambio di umore.

Fredda, in un tono di voce che non ammetteva obiezioni, tagliò corto -- Non sono affari tuoi.--

-- Capisco. Perdonate la mia curiosità inopportuna, lady Takara---

Trascorse diverso tempo prima che Takara si decise a parlare ancora, intenzionata a scusarsi; tuttavia quando non ottenne risposta alcuna si accorse che il respiro del giovane si era fatto profondo e regolare : il capo adagiato sulla spalla della lupa, David si era profondamente addormentato.

Rinsaldando la presa sul ragazzo, Takara increspò le labbra in un delicato sorriso e sussurrò -- Sogni d'oro, David. Non permetterò mai che ti accada nulla di male, te lo prometto.--

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La mattina seguente David si risvegliò in un boschetto, disteso sopra un letto d'erba ed al riparo degli alberi. Gli uccelli cinguettavano felici ed un ruscello gorgogliava a poca distanza dalla sua posizione : la morte e la distruzione del giorno precedente parevano quasi lontani ricordi.

Non appena si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi per disperdere quel torpore che ancora pervadeva le sue membra, notò che nei pressi del suo giaciglio un fuoco scoppiettava allegramente e due grossi pesci erano stati infilati in due spiedi (o rami, qualdir si voglia) : dorati al punto giusto, parevano quasi pronti e spandevano nell'ambiente un profumino delizioso.

Un rumore lo fece voltare : in disparte, ritta contro il tronco di una grossa quercia, Takara era adagiata a braccia incrociate, intenta a fissare il giovane con un'espressione indecifrabile sul volto. (in realtà all'inizio gli parve di scorgere un sorriso, ma sparì troppo in fretta...probabilmente se lo era immaginato).

-- Buongiorno-- Affermò pacata, scostandosi dall'albero e andando a sedersi a poca distanza dal ragazzo. Preso uno spiedo, lo offrì al ragazzo prima di avventarsi sul suo.

-- Buongiorno lady Takara e...grazie per la colazione-- Commentò grato David, esibendo un sorriso onesto.

Takara scrollò le spalle. -- Trovo diletto nella pesca, mi aiuta a non dimenticare le mie radici.--

David avrebbe voluto indagare oltre sull'argomento, ma Takara non dava facilmente informazioni sulla sua vita privata.

Inoltre pareva di buon umore, meglio non guastarglielo con domande inopportune.

-- Questo pesce è ottimo-- Commentò David, assaporandone ogni boccone -- Molto meglio di quello che si compra nei supermarket--

-- Super...market?-- Osservò curiosa Takara, piegando confusa il capo come un cucciolo. Nello stesso istante Cold Rain era tornato dalla sua battuta di caccia e, sazio e pigro, si era accoccolato con il muso in grembo alla sua padrona ed ora era intento ad osservare David.

Si, il ragazzo si era fatto un audience.

--Oh...il supermarket è un grosso edificio del futuro in cui gli umani vanno a comprare ogni genere di cosa.--

-- Vendono pure gli animali gli umani?-- Domandò Takara, indicando Cold Rain, poi alcuni uccelli ed infine uno scoiattolo che, ghianda tra le zampine, li stava scrutando con sospetto.

-- Purtroppo si-- Ammise David, con riluttanza.

Takara scrollò il capo, incredula. Prese un grosso morso del suo pesce, lo inghiottì, ed infine sentenziò -- Gli umani sono stupidi se credono di poter dare un prezzo ad una creatura vivente.--

-- Concordo, lady Takara. L'uomo ha sempre tratto diletto dai suoi deliri di onnipotenza. L'umanità crede di possedere il diritto di giudicare il valore della vita altrui.--

Accarezzando distrattamente il capo del lupo, Takara disse -- Tu però mi sembri diverso, David. Mi piace il modo in cui ragioni. Rifletti quasi come noi lupi--

-- Lady Takara, io semplicemente riconosco i difetti miei e della mia gente. --

Takara si limitò a sorridere, lasciando cadere l'argomento.

-- David, so che hai molte domande riguardanti gli eventi di ieri sera. Tuttavia dobbiamo aspettare gli altri compagni. Avevamo fissato questo boschetto come punto di ritrovo, poichè dovevamo mettere al riparo vecchi e bambini. Le grotte non erano un luogo sicuro per nascondere i membri indifesi della tribù. Comprendi?--

-- Si, ma trovo alquanto strano che non ci sia nessuno. Ho un pessimo presentimento.--

--Se devo essere sincera-- Mormorò mesta -- Pure io David. Speriamo in bene. Non possiamo fare altro che attendere ora.--

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Per farmi perdonare dell'attesa il capitolo è stato un pò più coccoloso del solito...e i riflettori sono stati puntati solamente sul nostro eroino e la lupacchiotta dal cuore di ghiaccio.

Takara -- Lupacchiotta a chi?--

E Autore-san si ritrovò suo malgrado a dover scappare a gambe levate da una lupa alquanto piccata.
 
  
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