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Autore: Haruakira    05/09/2012    4 recensioni
Estratto: "Quando vide una testa bionda soffocò un urlo tra i denti facendo girare la padrona del locale verso di sè. Il primo istinto fu quello di nascondersi dietro il bancone e strisciare fino alla porta di servizio per scappare a gambe levate, le pizzicavano un poco gli occhi. Quando il ragazzo si girò e potè vedere il suo viso tirò un sospiro di sollievo, si toccò il cuore che pareva scoppiarle nel petto e si andò a nascondere in un angolino a ridere e a piangere insieme"
(N.B. Accenni shonen-ai Milo/Camus.)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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running away
 NOTA: Ho cambiato il nome della coinquilina di Eiri da Kenneth a Sam.



-Sam è estremamente espansiva. E allegra. Piace a tutti e poi è anche molto disinvolta, i ragazzi le vanno dietro sia perchè è molto carina che simpatica. E poi indossa dei vestiti molto belli, non so proprio come faccia, in pieno inverno poi mi domando com' è che non senta freddo con una gonna corta. Io muoio di freddo anche se ho il maglione pesante e il giubbotto.. e poi non so portare i tacchi. Mi fanno troppo male i piedi. Però anche se siamo diverse vado davvero d' accordo con Sam, credo che a questo punto non sbaglierei a definirla la mia migliore amica.
-Perchè mi parli di lei?- la interruppe Irene.
-Come perchè?- Eiri la guardò stupita- perchè... perchè è la mia più cara amica, perchè è la mia coinquilina.
Irene sorrise, in quel modo buono che era tutto suo:- Ti senti obbligata a parlarmene perchè è tua amica? Cosa ti ha spinta oggi a parlare di lei, di Sam?
Eiri rifletteva e mentre lo faceva cambiò posizione portando le gambe, prima distese, contro il petto, i piedi che poggiavano sul divano morbido. Era nello studio della sua psicologa, Irene.
Irene era una donna calma e pacata, aveva una voce bassa e serena che trasmetteva tranquillità, non metteva in agitazione nessuno. Amava tutto ciò che era legato all' oriente e il suo studio rispecchiava perfettamente questa sua passione. C' erano tende arancioni in tessuto leggero, candele e odore di incenso, divani bassi e dagli enormi cuscini. A Eiri piaceva quel posto e le piaceva Irene con le sue zeppe vertiginose e colorate, unico tocco decisamente moderno e alla moda sull' abbigliamento fatto di tuniche o ampi pantaloni e fasce legate intorno ai riccioli castani che sembravano turbanti.
Irene le piaceva perchè l' aveva messa a suo agio. Il primo giorno le aveva detto "Mettiti comoda, siediti dove vuoi e come vuoi. Puoi anche sederti sulla scrivania se vuoi", aveva riso e poi aggiunto "puoi anche toglierti le scarpe, non mi offendo"
Ed Eiri lo aveva fatto, si era tolta le scarpe e aveva incrociato le gambe sul divano. Le piaceva stare scalza, le dava un piacevole senso si libertà.
Irene all' inizio si era seduta sulla poltrona, poi un giorno le aveva chiesto se le dava fastidio se si sedeva sul divano accanto a lei. Eiri aveva risposto di no e la psicologa si era tolta le scarpe, proprio come lei e aveva tirato fuori una barretta di cioccolato.
-Ti va una chiacchierata?- aveva domandato.
Avevano rotto il ghiaccio e a volte Eiri la sentiva come un' amica, ma non era sicura che dovesse essere così.
Eiri aveva parlato di Sam quel giorno perchè ogni tanto si trovava a pensare che la invidiava, un pochino, e che le sarebbe piaciuto essere diversa, lo aveva detto a Irene e lei aveva chiesto:
-E perchè vorresti essere diversa? Perchè vorresti cambiare? Non ti piaci, Eiri?
-A volte no. Credo di essere troppo chiusa, di vedere il mondo che vive la sua vita e basta.
-E c' è bisogno di cambiare il proprio essere per essere partecipi della propria vita?
-E' che credo che con questo carattere che ho, così timido e un po' pessimista anche... credo che non riuscirei a entrare dentro il mondo. Mi sento come tagliata fuori. Ho come l' impressione che la gente mi ignori, che non voglia essere mia amica. Mi sento trasparente.
-Eiri, ma tu, con tutta onestà, hai mai fatto qualcosa per entrare dentro il mondo, come dici tu?
-...
Dall' altro lato silenzio, Eiri sospirò e arricciò le labbra contemplando le dita lunghe dei propri piedi.
-Dici che vuoi cambiare ma prima di tutto vorrei chiederti se desideri farlo davvero, dal profondo. Non devi pensare che tu non vada bene o che la gente più timida non abbia delle amicizie, probabilmente farà più fatica ma ciò non toglie che rinunci a partecipare alla vita. Forse il primo passo sarebbe proprio quello di aprirsi di più al mondo, seriamente intendo, invece di evitarlo come hai fatto fino ad ora. La scorsa settimana mi hai detto che le uniche volte che esci sono per andare al lavoro e fare la spesa.
Eiri si grattò la testa e abbozzò un sorriso stanco, forse si era autocommiserata un po' troppo nascondendosi dietro un problema che in realtà non lo era.
-E' che ho paura- disse a un certo punto- sono sempre stata abbastanza diffidente ma dopo... dopo...
Irene fece un cenno affermativo con il capo, Eiri si riferiva evidentemente a Dimitri:- Continua, ti ho capita tesoro.
-... sono diventata ancora più sospettosa- Eiri abbassò gli occhi sulle proprie mani senza in realtà guardarle- credo che anche i santi siano bugiardi.- disse dopo un poco. Stava pensando a Kanon.
Irene sul momento non capì l' affermazione della ragazza, poi chiese ridendo:- Hai avuto l' onore di conoscere qualche santo in questi giorni?
-Oh sì! Un santo decisamente terreno e senza aureola pensa un po'!
Eiri ripensò a Kanon e a quanto secondo lei fosse perfetto. Troppo, troppo perfetto. Le ricordava Dimitri con quella sua spiccata abilità all' inganno che glielo aveva fatto passare per un principe azzurro, l' uomo dei sogni.
-Degli incubi...- borbottò Eiri. Un brivido la fece tremare visibilmente, Irene aveva notato la pelle d' oca sulle braccia della ragazza.
-Cosa pensi, tesoro?
Eiri affondò la testa nel maglione sforzandosi di non piangere, Irene allora le tese un fazzoletto:-Piangi, non ti trattenere. Qui nessuno ci giudica.-
Eiri afferrò il fazzoletto e scoppiò in un pianto disperato, incapce di articolare alcun suono se non quello dei propri singhiozzi, dopo qualche minuto finalmente le sue lacrime diventarono più silenziose, iniziò a respirare profondamente e a parlare ancora con la voce rotta:- Mi fa paura il fatto che possa esistere un altro uomo come Dimitri. E che io lo abbia conosciuto. E' una persecuzione!- gridò- non ce la faccio più, non ce la faccio più- Eiri si toccò i capelli, con lo sguardo ora vuoto- ha persino i suoi stessi capelli... così biondi e lunghi. Quale uomo porta i capelli a quel modo?- rise in maniera quasi isterica- pensa un po'? Mi ha chiesto di uscire. A me!
-Eiri, calmati- Irene la guardava con aria seria, il tono di voce fermo e deciso- lo stai pensando tu che questo ragazzo sia come Dimitri, devi sforzarti di vedere le cose in maniera più distaccata. Ora è stato questo...come si chiama?
-Kanon
-... Kanon ad avvicinarti ma è certo che se fosse stato Tizio o Caio tu qui dentro mi avresti fatto lo stesso discorso. Esiste gente positiva, Eiri, gente con tutta una serie di difetti che non possiamo vedere da una conoscenza superficiale. Magari Kanon russa o è permaloso, per fare un esempio. Ma se russa o è permaloso o qualsiasi altro difetto lo vedrai solo con una conoscenza più approfondita. Il tuo giudizio è per forza di cose distorto dalla pessima esperienza con Dimitri... che poi Kanon abbia i capelli biondi e li porti lunghi è una spiacevole coincidenza che ti ha allarmata non poco.- Irene le sorrise- capisci cosa intendo dire?
-Credo di sì. Mi sono fatta prendere dal panico. Però non lo so, ho ugualmente una strana impressione. Con Kanon viene sempre un altro ragazzo ma non mi fa sentire strana. Ecco, l' altro ragazzo, Milo, mi sembra più... genuino, più spontaneo. Magari è la differenza di età... Milo è più piccolino, ha solo vent' anni.
A quel punto Irene disse:-Eiri, posso farti una domanda?- senza attendere un cenno affermatico continuò- Ma Kanon ti piace?
Eiri arrossì, si vergognava come una ladra e si sentiva anche una specie di malata, contrasse le dita dei piedi per l' imbarazzo e si morse l' interno del labbro:- Mi piace è un parolone- deglutì prima di continuare- mi attira, quello sì. E' quel genere di attrazione che ti spinge verso un posto in cui c' è scritto a lettere cubitali "off limits". E' piuttosto affascinante, quello non lo si può negare.
-E in quel posto c' è anche scritto "pericolo"?
-Forse, non lo so. E' per questo che credo che dovrei stargli lontana. Non sono mai stata coraggiosa, anzi. Solo che a questo punto mi chiedo se sono normale, insomma, dopo Dimitri dovrei essere attratta da gente decisamente pacifica.
Irene rise:- Eiri, ti stai facendo troppi film mentali! Sei tu che stai creando un background immaginario per questo povero ragazzo!
Quando Eiri tornò a casa si sentiva decisamente stanca, le sedute con Irene spesso erano sfiancanti, la costringevano a guardarsi dentro in maniera profonda, come se in quei momenti si attivasse una scavatrice meccanica dentro di lei.
Passò davanti a "Le Chat Noir" e intravide la zazzerra bionda di Kanon. Non poteva essere Milo, i suoi capelli erano più scuri. Decise di non entrare e di tirare dritto. Si ricordò del giorno in cui lo aveva visto la prima volta, per poco non le veniva un infarto, era terrorizzata, aveva pensato che Dimitri l' avesse trovata.
Era dietro al bancone quel pomeriggio e stava pulendo tazze e bicchieri di una comitiva che era andata via da poco, quando vide una testa bionda soffocò un urlo tra i denti facendo girare la padrona del locale verso di sè. Il primo istinto fu quello di nascondersi dietro il bancone e strisciare fino alla porta di servizio per scappare a gambe levate. Le pizzicavano un poco gli occhi, quando il ragazzo si girò e potè vedere il suo viso tirò un sospiro di sollievo, si toccò il cuore che pareva scoppiarle nel petto e si andò a nascondere in un angolino a ridere e a piangere insieme.
Si era nascosta nello sgabuzzino, era scivolata a sedere per terra e poco importava se qualcuno entrando l' avesse scambiata per pazza, il terrore e il sollievo si erano alternati nel giro di pochissimi istanti, si era sentita di nuovo prigioniera in un inferno e poi immediatamente salva in paradiso.
Eiri sospirò passandosi le mani sul viso stanco, si fermò non appena sentì una voce chiamare il suo nome. Quando si girò Kanon era davanti a lei, il petto che si alzava e abbassava ritmicamente in un respiro appena più accellerato.
-Ti ho vista passare e non lo so... - si era giustificato. Eiri lo guardava in attesa di sapere cosa volesse da lei. Kanon parlò pochi secondi dopo senza alcuna traccia di stanchezza, la sua voce come sempre era sicura:- Non chiedo mai a una donna di uscire per due volte di seguito dopo un rifiuto- fece un sorriso irriverente infilando le mani nelle tasche- veramente non sono mai stato rifiutato, quindi... vorresti uscire con me?
Eiri aggrottò le sopracciglia:- Per caso sei uno di quegli uomini che sono abituati ad avere le donne ai loro piedi? Perchè se è così...
Kanon la interruppe agitando il dito indice davanti al suo naso:- Affatto. Ho vuto meno donne, come dici tu, di quanto si possa pensare.
-Però non sei abituato ad un rifiuto quindi immagino che per te questa sia una specie di sfida.
Kanon la guardò sorpreso:- Non dirmi che anche tu hai letto troppi romanzi rosa
-No- si affrettò a negare con veemenza la ragazza- ma poi scusa, che c' entrano... ah, ho capito.
-Non sono il bel tenebroso, Eiri. E no, non amo questo genere di sfide. E allora che fai? Usciamo?
   
 
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