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Autore: Anguisa    05/09/2012    4 recensioni
-Tu perché cerchi quel rospo?.- domandò lui sorprendendola a sua volta.
-Perché l’ho promesso ad un amico.
-Ah…
Ci fu un lungo momento di pausa in cui Hermione rimase indecisa sul da farsi. Poi, con passo sicuro, si sedette davanti al biondino.
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-Perché indossi la divisa Serpeverde?
-E tu perché fai così tante domande?- domandò Draco a sua volta, attento a non dare alcuna particolare inflessione alla sua voce: aveva visto il trionfo della riccia quando chiese sorpreso delucidazioni sul soprannome.
-Perché sono curiosa.
-Sono sicuro di finire a Serpeverde. La mia famiglia è generazioni e generazioni che appartiene a quella Casata, e io so di non fare eccezione. Tu, invece, sono sicuro che finirai a Grifondoro.
-Perché a Grifondoro?
-Perché quella è la Casa dei nobili di cuore, leali- disse in tono derisorio –e tu vai di scompartimento in scompartimento alla ricerca del rospo del tuo amico perché gliel’hai promesso. Io, fossi stato al tuo posto, mi sarei limitato a dargli qualche consiglio sul come trovarlo.-
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-Io non ho mai fatto una promessa.-
-Davvero?
-Davvero.
-Allora fammi una promessa e vediamo se riesci a mantenerla.
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-Come osi parlare con me, piccola sudicia Mezzosangue?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Neville Paciock | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Una bambina di 11 anni si avviava nervosa per i corridoi dell’Hogwarts Express, seguita da una bambino paffutello con lo sguardo perso nel vuoto.
-Forza Neville… Vedrai che troveremo il tuo rospo.- disse lei cercando di utilizzare un tono di voce comprensivo, in modo da non mostrare la sua irritazione al giovane dietro di lei: quando si era offerta di aiutarlo, non immaginava che le ricerche potessero durare per più di due ore.
Insomma, pensò lei, dovevo proprio finire nello scompartimento con uno che non sa su quale pianeta vive, accompagnato dal suo rospo privo di senso dell’orientamento.
-No Hermione. Sono ormai due ore che facciamo avanti ed indietro per i corridoi del treno, e di Oscar non c’è traccia: secondo me dovremo tornare indietro e lasciar perdere.- aggiunse l’altro sconfitto.
La riccia lo guardò furiosa e, cercando di mantenere un timbro di voce basso, gli sibilò: -Non ho passato due ore alla ricerca del tuo Oscar per poi tornarmene nel scompartimento a mani vuote! Adesso tu vai da Seamus a chiedergli se ha trovato qualcosa, poi entrate in tutti gli scompartimenti del treno e chiedete se hanno visto un rospo... Io mi occupo di questa parte dell’Express-
-V.. Va bene. Ehm, allora a dopo.- la salutò lui timoroso, per poi girarsi e inciampare nei propri piedi. Cercando di fare il più velocemente possibile, Neville si alzò e si precipitò ad andare da Seamus, evitando di guardare verso Hermione.
La ragazza, esasperata, sospirò pesantemente per poi accingersi a compiere il suo dovere: quel Oscar le doveva due ore ed innumerevoli favori.

ʢ

 
Dopo un quarto d’ora di ricerche, durante il quale aveva avuto la sfortuna d’imbattersi per lo più in studenti più grandi di lei, Hermione maledì per l’ennesima volta il momento in cui si era offerta di aiutare Neville e, con poco garbo, aprì la porta del prossimo scompartimento ripetendo, quasi fosse una formula magica, la solita domanda: -Qualcuno di voi ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso.-.
Si compiacque dell’ultima frase, gioendo per quella piccola rivincita che si prendeva nei confronti di Oscar e del suo proprietario, chiarendo immediatamente che non era lei la causa del disturbo.
Ma, appena pronunciate quelle parole, la riccia non poté evitare di arrossire: nello scompartimento vi era un bambino, molto probabilmente della sua età, ed era solo, mentre lei aveva pronunciato la frase al plurale.
Quello, come risvegliatosi da un sogno, rivolse lo sguardo sulla nuova arrivata, squadrandola da capo a piedi. Sotto quell’attento esame, Hermione si sentì autorizzata ad esaminare a sua volta lo sconosciuto: aveva la pelle diafana, quasi pallida, ed i capelli erano di un biondo chiaro, tendente al bianco. Nonostante ciò, quel bambino aveva un nonsoché di tenero, forse dovuto al colorito roseo delle sue guance che risaltavano sul viso cereo. L’unico particolare che la bambina disdiceva, non ritenendolo adatto, era il gel che teneva i capelli in ordine: la riccia era sicura che con i capelli liberi, privi di costrizioni, quel bambino sarebbe risultato ancora più grazioso.
-No.- lo sentì dire con un tono di voce privo di qualsiasi inflessione.
-No?- ripetè lei stralunata.
-No, non ho visto nessun rospo.-
-Ah.. ehm.. bè, grazie.- balbettò sconcentrata: per un attimo si era dimenticata perché era lì, in quel scompartimento.
Prima di andarsene, una domanda le balenò in mente e, decisa a soddisfare la sua curiosità, la pose al biondino: -Perché sei solo?-
L’espressione del bambino, fino ad allora neutra, priva di vitalità, assunse una sfumatura di stupore.
-In che senso?
-Perché non c’è nessun altro in questo scompartimento?
-I miei amici sono andati a prendere qualcosa dal carrello dei dolci.- rispose in tono neutro, indicando i due posti vuoti davanti a lui.
-Ah, beh grazie ancora. Eh.. allora, ciao.
-Tu perché cerchi quel rospo?.- domandò lui sorprendendola a sua volta.
-Perché l’ho promesso ad un amico.
-Ah…
Ci fu un lungo momento di pausa in cui Hermione rimase indecisa sul da farsi. Poi, con passo sicuro, si sedette davanti al biondino.
-Posso rimanere ad aspettare i tuoi amici? Forse loro hanno visto il rospo.
-Sì.- rispose lui.
-A proposito, mi chiamo Draco, Draco Malfoy.- Aggiunse il biondo in tono orgoglioso.
-Io Hermione Granger. Piacere.- disse poi porgendogli la mano.
-Piacere.- ribatté Draco stringendole la mano.
-Hai uno strano nome, Draco.
-Nemmeno il tuo è un nome comune. Il mio deriva dalla costellazione del Dragone: nella mia famiglia c’è la tradizione di dare i nomi di costellazioni ai discendenti.- aggiunse lui utilizzando nuovamente un tono di voce pieno d’orgoglio.
-Davvero? E’ una bella tradizione. Tua madre come si chiama?- chiese la bambina, felice che il suo interlocutore abbia condiviso con lei l’origine del nome, e poco le importava se l’unico motivo che l’aveva spinto a farlo era la vanità.
-Narcissa… Sai, la scelta è tra le costellazioni ed i fiori, quindi.. lei ha il nome di un fiore.- rispose lui in evidente imbarazzo mentre le guance assumevano un colore rossiccio, rendendolo, agli occhi di Hermione, più grazioso.
-E il tuo nome? Da cosa deriva?
-Ad essere sincera non lo so… Potrebbe derivare dalla mitologia o da un satellite: non l’ho mai chiesto ai miei.
-Secondo me deriva dalla mitologia… Avrebbe molto più senso: è un’usanza comune nelle famiglie Purosangue.
Hermione stava per chiedergli che cosa intendesse per “Purosangue”, quando la divisa di Draco attirò la sua attenzione: il bambino indossava una cravatta verde-argento, e lo stemma Serpeverde faceva bella mostra di sé sulla tasca sinistra della tunica. Tutto ciò indicava che il biondo fosse più grande, ma alla riccia non sembrava ci fosse differenza d’età anzi, era sicura fosse più piccolo.
-Sei del primo anno?- chiese allora.
Draco, che aveva notato lo sguardo curioso della ragazza alla vista della sua divisa, ghignò divertito e si accinse a rispondere.
-No, sono del terzo anno.
-Del terzo anno? Davvero? Pensavo che, al massimo, tu sia del secondo.
-Invece hai sbagliato, piccola.- ghignò lui serafico: quella situazione lo divertiva molto. Era estremamente soddisfacente vedere quella bambina, che aveva avuto il coraggio di porgli tutte quelle domande, imbarazzarsi di fronte a lui.
Hermione, sentendo il soprannome datole dal biondo, arrossì vistosamente ma, con un filo di voce, riuscì a replicare: -C-Come mi hai chiamata?.-
-Piccola.. Dalla tua divisa posso dedurre che tu sia del primo anno, perciò sei più piccola di me.- rispose lui calmo, sempre più soddisfatto della reazione della riccia.
Quest’ultima, intanto, stava riflettendo. E’ impossibile che sia del terzo anno… Insomma, ammetto che è abbastanza alto, eppure i tratti del suo viso non somigliano a quelli di un’adolescente.
-Com’è Hogwarts?- chiese infine.
-Prego?
-Com’è Hogwarts? E’ davvero così come viene descritta nei libri? La Sala Grande ha davvero il soffitto simile ad un cielo stellato?
Malfoy si morse la lingua: l’unica cosa che sapeva della Scuola di Stregoneria, raccontatagli dettagliatamente dal padre, era la descrizione della Sala Comune di Serpeverde. Colto con le mani nel sacco e deciso ad arrendersi, Tanto, non so niente di questa bambina… Se lei mi rinfaccerà l’averla mentita, io potrò sempre far finta di non averla mai vista, disse: -E va bene, mi hai beccato. Sono del primo anno.-
-Lo sapevo.- disse lei trionfante.
-Ma non capisco cosa cambi.- aggiunse Draco, utilizzando un tono di voce neutro. Fine del divertimento, pensò.
La bambina, scocciata dall’indifferenza del biondino, decise di ricambiarlo con la sua stessa moneta: -Niente, piccolo.-
-Come mi hai chiamato?- chiese sbalordito.
Hermione gioì per quella piccola vittoria e, sicura di sé, aggiunse: -Piccolo… Scommetto che sei nato dopo di me.-
-Perché ne sei così sicura?
-Dimmi quando sei nato.- si limitò a rispondere.
-Il 5 Giugno.
-1980?
-Ma che domande.. certo che nel 1980.
-Io sono nata nel 1979.
-Cosa?
-Proprio così! Sono nata il 19 Settembre 1979.
-Ah…
-Perché indossi la divisa Serpeverde?
-E tu perché fai così tante domande?- domandò Draco a sua volta, attento a non dare alcuna particolare inflessione alla sua voce: aveva visto il trionfo della riccia quando chiese sorpreso delucidazioni sul soprannome.
-Perché sono curiosa.
-Sono sicuro di finire a Serpeverde. La mia famiglia è generazioni e generazioni che appartiene a quella Casata, e io so di non fare eccezione. Tu, invece, sono sicuro che finirai a Grifondoro.
-Perché a Grifondoro?
-Perché quella è la Casa dei nobili di cuore, leali- disse in tono derisorio –e tu vai di scompartimento in scompartimento alla ricerca del rospo del tuo amico perché gliel’hai promesso. Io, fossi stato al tuo posto, mi sarei limitato a dargli qualche consiglio sul come trovarlo.-
-L’avrei fatto anch’io, visto che sono più di due ore che cerco quel maledetto anfibio, ma una promessa è una promessa e va mantenuta. Tu le infrangi?- chiese.
Malfoy la guardò, indeciso sulla risposta da darle, per poi dire: -Io non ho mai fatto una promessa.-
-Davvero?
-Davvero.
-Allora fammi una promessa e vediamo se riesci a mantenerla.
-Una promessa?- chiese inarcando un sopracciglio –Che promessa dovrei farti?-
-Non so, scegli tu. Essendo la prima volta, voglio facilitarti il compito.
-E va bene.- ghignò –Prometto che d’ora in avanti ti chiamerò sempre piccola.-
Hermione arrossì, per poi chiedergli piccata: -Che genere di promessa è questa?-
-Sei stata tu a dirmi di scegliere cosa prometterti per rendermi il compito facile… chiamarti piccola sarà una promessa che manterrò di sicuro.
La bambina lo guardò indecisa, per poi annuire: -Va bene, d’ora in avanti mi chiamerai piccola ma..-
Il fischio del treno interruppe la frase della riccia che, come scottata, si alzò dal sedile: -Adesso devo andare.- e scappò alla ricerca di Oliver, lasciando Draco ammirare il paesaggio dal finestrino.

 

ʢ

La cerimonia di smistamento era appena finita e Draco sedeva orgoglioso tra i Serpeverde. Una volta iniziato il banchetto, il giovane Malfoy si alzò e si diresse, cercando di non farsi notare, al tavolo dei Grifondoro, pronto a rivolgere uno sguardo trionfante a quella bambina chiacchierona… si chiamava Hermione?
-Io sono metà e metà. Mamma è una strega e papà è una babbano: è stato un colpo per lui quando l’ha scoperto.-
Tsk… E se ne vanta anche. Grifondoro esibizionista, pensò il biondino.
-Io invece ho entrambi i genitori babbani. Non immaginate la loro faccia quando ho ricevuto la lettera.- aggiunse una voce famigliare: Draco guardò attentamente Hermione, e capì che era stata proprio lei a pronunciare quella frase.
Silenziosamente, tornò al suo tavolo: ora sarebbe stato molto difficile mantenere la promessa fatta. Ed è pure la mia prima promessa, pensò sconsolato il giovane Serpeverde.

 
ʢ

 

-Nessuno dei Grifondoro si è comprato l’ammissione. Sono stati scelti per il loro talento.
-Nessuno ha chiesto il tuo parere, piccola lurida Mezzosangue^.
***
-Ragazzi, è il momento di insegnare a Weasleyuccio a rispettare i superiori.
-Haha! Non vorrai riferirti a te.
-Come osi parlare con me, piccola sudicia Mezzosangue?
***

Hermione guardò Malfoy salutare il figlio prima che questo salisse sull'Hogwarts Express e sorrise: alla fine aveva mantenuto la promessa.

 
 
 
Microangoletto autrice
^So che nel film de la camera dei segreti in italiano Malfoy non dice piccola, ma nella versione originale lo fa, perciò mi sono presa questa piccola libertà.
Spero che questa storia vi sia piaciuta: mi è venuta in mente mentre mi stavo interrogando sul perché Malfoy mettesse sempre l’aggettivo “piccola” davanti agli insulti per Hermione.
Baci
Anguisa (emiguggy)
 
 

 
 
 
 
 
  
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