Se non c'è speranza, nè luce e tanto meno vie d'uscita, io me le faccio, le vie d'uscita. Le scavo con i denti e con le unghie, con un ringhio a deformarmi i tratti e una forza sconosciuta nelle vene.
Così passo la giornata: a liberarmi dal demone che s'è impossesato della mia anima, a liberarmi di me stessa, perchè è l'unico modo di tornare quella di prima.
Eppure il sasso è stato lanciato nel lago.
L'acqua si increspa lievemente, e poi più nulla; ma ormai il sasso è sul fondo e il fondo del lago non sarà mai più lo stesso. E solo il lago lo sa.
E il lago piange per questo, perchè questo non sarebbe dovuto accadere. E solo il lago e la notte lo sanno.
E il lago urla per questo, perchè questo gli fa male, e solo il lago, la notte e forse qualche lontano spirito antico e ignoto che lo osserva, lo sanno.
E il lago, quand'è giorno, sta in silenzio, fa finta che nulla sia successo; eppure tutti sanno che sta male, ma non gli importa, perchè questo è successo al lago e non a loro.
E il lago, nonostante ogni singolo evento, se dovesse tornare indietro nel tempo non farebbe nulla che non è stato fatto, nè impedirebbe a ciò che lo ha fatto soffrire di avverarsi.
Perchè il sasso non prosciuga il lago, ma aumenta il suo volume.
E il lago sorride per questo: le bollicine del sasso affondato gli fanno il solletico.