Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: martyvax    07/09/2012    4 recensioni
Se Sesshomaru avesse provato dei sentimenti per una demone straniera e per troppo orgoglio l'avesse ferita e allontanata il giorno in cui è nato Inuyasha?
Lei si batterà per proteggere il piccolo ancora in fasce fino a creare con lui un forte legame, crescendolo.
Richiamata dal suo clan sarà costretta a lasciarlo da solo, ormai adulto.
Nel momento del ritorno in Giappone riuscirà Sesshomaru a riconquistare la sua fiducia e farla innamorare di sé?
Cap 3:
«Tutto ciò che vuoi, ma non morire!» Si guardava freneticamente attorno, con le lacrime che le rigavano ampiamente il viso. Aveva perso l'uomo più vicino a un padre che avesse mai avuto e ora anche lei, Izayoi, la sua unica amica.[...]
«Proteggi il mio bambino, sì forte. Dovete... vivere!»
Cap. 32:
«Mi pare evidente. Quei due testoni sono fatti per stare insieme, hanno già praticamente una figlia insieme. Per non parlare del fatto che nessuno desidera una Principessa dell’Ovest diversa da Kuria. Con il pessimo gusto che ha chissà che scelte potrebbe fare quella lastra di ghiaccio.»
Eventi dalla 4° stagione in poi, buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Signora Madre | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Come ti è saltata in mente una cosa simile?

Quando Kuria si fu svegliata, sentì un gran mal di testa e gli uccellini che cantavano sereni.

“che diamine?” si chiese portandosi una mano alla fronte. Dove si trovava? E chi l’aveva portata lì? Quella domanda la porto a chiedersi: che cavolo era successo?

« ben svegliata signorina Kuria » il visetto dolce e allegro di Rin spuntò improvvisamente davanti alla demone confusa.

« eh? » fu la grande risposta insensata

« state ancora molto male? Quel veleno era cosi forte? » domandò Rin presa quasi dal panico

« veleno? – Kuria si ritrovò a fare quattro veloci conti e ricordò tutto – oh kami sama! Rin sto bene. Dimmi dov’è Sesshomaru? »

“gli stacco la testa a quel salame deficiente! Portarmi via proprio quando Inuyasha e gli altri avrebbero avuto bisogno di me! Quel farabutto, quel, quel… quell’infingardo.” dentro la sua testa stava dando a Sesshomaru un miliardo di epiteti poco carini.

« il signor Sesshomaru è andato via. Siamo qui con Jaken! » esclamò la bambina sorridendo

« la cosa ti emoziona cosi tanto? » chiese perplessa Kuria

« ehm no in realtà mi manca il signor Sesshomaru, anche a voi manca? » chiese Rin sedendosi di fianco alla donna

« ehm – stava per rispondere: assolutamente NO – ogni tanto dipende dai momenti. Io sono molto più grande di te e a volte avere Sesshomaru vicino mi infastidisce »

« perché? » chiese Rin spalancando gli occhi

« perché non riesce mai a farsi gli affari suoi, perché pretende di sapere sempre tutto lui, perché lui è sopra di tutti, perché è egocentrico, perché è un maschilista della peggior specie, perché… »

« che persona priva di tatto! » esclamò sarcastica una voce. Proprio quella contro cui Kuria stava lanciando accuse di tutti i tipi. Kuria per poco non era saltata in aria dallo spavento. Si era contenuta e aveva voltato leggermente il capo.

« Sesshomaru! Sì, certo, tu non sei un demone molto gentile lo ammetterai. » replicò la donna incrociando le braccia sul seno.

« Che cosa dite signorina Kuria, il signor Sesshomaru è un demone molto gentile! » per poco Kuria non aveva gli occhi a palla. Certo c’era da ricordarsi che Rin era stata salvata in più di un occasione dal suddetto demone, che ora, per la precisione, faceva un piccolissimo ghigno di vittoria nei confronti della sua promessa.

Era come avere l’ultima parola in quell’assurdo discorso. Lui non era cattivo, eliminava solo chi gli dava delle noie. Lo avvertiva anche prima! Certo odiava a morte Inuyasha e un giorno lo avrebbe ucciso, tessaiga o no.

« Rin – la richiamò Sesshomaru con quella sua voce gelida e indifferente – tieni porta questa a Jaken. È l’erba medicinale. »

“Fermi tutti! Sesshomaru è andato a cercare erbe per disintossicarmi? Non è possibile!”

« Jaken è avvelenato? » chiese perplessa. Rin si mise a ridere socchiudendo gli occhi.

« signorina Kuria siete voi a essere intossicata da qualche veleno, il signor Sesshomaru è andato a cercarvi la medicina. » detto ciò Rin sparì correndo via

« che cosa? – rimase qualche secondo in piena catalessi – Sesshomaru! – aveva urlato, cosa che non piaceva al demone – tu avresti preso delle erbe mediche per curare me? » era assolutamente incredula

« me l’ha chiesto Rin. Mi ha pregato di aiutarti » rispose con indifferenza il demone, che si era seduto di fianco a lei

« ah vedi che c’era il trucco. Mi sembrava troppo strano che tu tenessi alla mia vita » disse sarcastica

« oh ma io non ti lascerei mai morire in quel modo » rispose il demone con tono un po’ freddo e ironico

« eh certo dimenticavo: prima devo portarti un minimo di rispetto, poi quando mi avrai domata, potrò anche morire sotto i tuoi occhi. – ringhiò quasi furiosa – tanto a te non importa niente di nessuno! » si stava alterando e anche molto. Quelle parole dentro Sesshomaru provocarono qualcosa. Era la solita stretta allo stomaco, la stessa che avvertiva quando lo appellava con epiteti volgari.

Le si avventò contro ringhiando ferocemente. Le strisce ai lati della faccia arrossate e gli occhi pure, anche i canini sembravano più affilati.

« non sfidare la mia pazienza donna » ringhiò cupo

« che c’è pensi di farmi paura? Te lo scordi! Non sono di certo un’ipocrita. Ho tutta l’intenzione di dirti come penso che stiano le cose! » strillò di risposta Kuria, mentre si divincolava furiosamente.

Le prese i polsi e li bloccò sopra la testa di Kuria. Odiava quel modo di fare cosi irritante, ma seducente, della sua promessa. Non poterla avere in nessun modo lo mandava in bestia. Inoltre le sue parole lo colpivano sempre, che fossero volontarie o no, in un punto della sua anima sensibile. Sapeva che non si trattava dell’orgoglio, ma di altro.

« mi stai sfidando? – la voce era cavernosa e letale – vuoi che ti ricordi di cosa sono capace? » eppure Kuria sembrava non avesse la minima paura. Neanche un brivido gelido le era passato per il corpo. I suoi occhi color acqua lo fissavano con indignazione e furore.

« mi chiedo come faccia Rin a dire che sei una persona buona. – assottigliò gli occhi – ho paura che tu la stia usando per qualche tuo remoto scopo »

Quell’accusa improvvisa nella quale Kuria non stava pensando a se stessa, neanche mentre il corpo di Sesshomaru la sovrastava in tutti i sensi, fece perdere l’ultimo briciolo di lucidità al demone.

Con un ringhio furioso si avventò sulle labbra rosse e morbide della yasha. La costrinse a un bacio forzato, privo di passione e amore. Un bacio più che possessivo, quasi animalesco. Con uno smacco si staccò da quella labbra scendendo sul collo, mordendolo e leccandolo. Più che passione nel possederla, sembrava che entrambi stessero ingaggiando una lotta all’ultimo sangue.

Infatti anche la yuki di Kuria era aumentata e appena Sesshomaru si fu staccato dal suo collo quest’ultima con uno scatto veloce, nonché totalmente imprevisto dal demone bianco, riuscì a mordergli una spalla. Facendogli pure uscire un po’ di sangue.

Improvvisamente Sesshomaru si sollevò dal corpo di Kuria, di certo non per quella piccola ferita, e lei fece lo stesso, anche se con un po’ di difficoltà dovute al veleno. Provavano entrambi una sorta di imbarazzo per ciò che era successo, per la perdita più totale di controllo.

« Resta sdraiata. Non ho voglia di raccoglierti di nuovo se svieni. Sta qua e aspetta Rin. » Così Sesshomaru le voltò le spalle andandosene.

« Cosa? Come ti permetti? Prima… ah ora non sono più buona neanche per un combattimento! » infondo era sempre una testa calda, sventolava un braccio per aria con modi indignati.

« Se proprio ci tieni a venire sconfitta e a far vedere a Rin il nostro odio. » disse Sesshomaru freddo

« Rin? » si voltò appena in tempo per scorgere la figura della bambina tutta sorridente che correva nella loro direzione.

Quando fu giunta a destinazione smise di sorridere e guardò i due demoni perplessa: « qualcosa non va? »

“perspicace la bambina” pensò Kuria

« no stai tranquilla io e Sesshomaru abbiamo avuto un piccolo disguido. Ora però è tutto a posto… abbiamo stabilito una tregua » di certo non poteva dirle che avevano fatto pace.

Se solo Sesshomaru avesse provato un briciolo d’amore nei suoi confronti, allora sarebbe stato tutto diverso. Piano, piano lei avrebbe ceduto. Eppure non si poteva chiedere al Sole di non sorgere a est ogni mattina e tramontare a ovest. Cosi non si poteva chiedere a Sesshomaru di non di essere quel demone freddo e calcolatore che faceva innamorare tutte a palazzo.

Sesshomaru se ne andò senza dire nulla a nessuno. Lasciando da sole le due ragazze. Due femmine che non voleva ammettere essere fondamentali nella sua vita.

Rin bambina umana. Con l’innocenza che potrebbe avere solo un fiore, non portava nessun rancore ed era sempre pronta ad aiutare il prossimo senza riserve. Era colei che gli regalava sempre un sorriso puro o qualche cosa raccolto da terra. Era colei che aveva riempito il silenzio dei suoi viaggi. Rin si fidava totalmente e assolutamente di Sesshomaru.

Kuria invece era un argomento più ispido e irto. Era cosi difficile comprendere cosa si aggirava nella testa di quella donna demone. Sesshomaru non riusciva a capire perché tanto attaccamento verso Inuyasha e neanche perché continuasse ad andare contro il matrimonio che Inu no Taisho aveva istituito anni a dietro. Sapeva solo che vederla a volte gli costava una stretta allo stomaco, spesso attribuita alla rabbia. Vederla viva dopo un combattimento era sempre stato rassicurante, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Poi in parte gli piaceva quel modo di fare poco civettuolo, quel mettersi sempre in gioco senza riserve. Sapeva che Kuria sarebbe sempre stata sincera con lui, non si comportava come un’ipocrita e non puntava a sposarlo solo per essere regina. C’era anche stato un tempo che erano andati persino d’accordo.

Kuria era rimasta sola con la piccola Rin che subito si era messa a raccogliere fiori.

« signorina Kuria è vero che un giorno lei sposerà il signor Sesshomaru? »

« eh come cosa? Chi ti ha detto una roba simile? » chiese Kuria allarmata

« ah me l’ha detto Jaken – rispose sorridendo contenta la piccola Rin – ma non mi avete ancora risposto » piagnucolò un po’

« Rin la situazione è più difficile e complicata di quanto tu possa pensare »

« oh lei dice? »

Una terza voce le interruppe di colpo.

« ah, ah, ah sfortunatamente la mia sorellina ha ragione! Ehi ci rincontriamo eh! » da sopra un albero era spuntata proprio Hikari. I suoi lunghi capelli quasi banchi risplendevano con gli ultimi riflessi del sole calante, la sua voce era uno scampanellio piuttosto irritante.

« Hikari pensavo fossi tornata a casa! » rispose Kuria fissandola male

« Oh perché mai dovrei. Proprio quando mi si presenta l’occasione di essere libera non me la faccio scappare. Lo sai io non faccio lo stesso errore due volte. » La giovane saltò giù dall’albero.

« Buonasera anche a te piccola erede » disse Hikari verso Rin e, parandosi il viso con il tessen, ridacchiò un po’.

« buonasera » rispose stranita la bambina.

Non si incontrava tutti i giorni una donna demone schietta e strana come Hikari, la sua visione lasciava sempre la gente un po’ tramortita.

« Allora sorellona sei in una marea di guai vero? – chiese amicando la sorella minore – devi aver preso qualcosa di davvero destabilizzante se sei ancora qui. » la fissò da vicino

« A te che importa Hikari? Si può sapere che vuoi? »

« Oh siamo permalose eh? Be prima erano informazioni da parte di papà ora sono da parte di mamma, contenta? » aveva anche la gran faccia tosta di irritarla, povera Kuria.

« Sentimi bene, Hikari, prima che mi scoppi una vena sulla fronte, vedi di dirmi ciò che mi devi dire e poi non rompere più. »

Il caratteraccio Inuyasha doveva averlo ereditato proprio da Kuria.

« Eh già tra moglie e marito non mettere dito, è proprio vero accidenti! Tieni è una lettera. »

Cara figliola

Vorrei che tu aiutassi tua sorella a ribellarsi dal giogo di vostro padre! Come bene sai non ho potuto molto per lei, questo mi fa sentire in colpa. Con le tue sorelle maggiori e te sono stata penso una brava madre, almeno ci ho provato. Lei però è caduta nelle grinfie di quel demone e come bene tu sai neanche qui sarebbe al sicuro.

Ti prego fa qualcosa!

Tua madre.

« riguarda più te che me disgraziata! » disse Kuria dando la lettera a sua sorella che subito la lesse avidamente.

« ringrazio per il gentile pensiero, ma non ti scervellare cara sorellina! Nostro padre non ha molti piani per me. Io non ho intenzione di dargli la possibilità di rovinarmi la vita, comunque. » concluse la giovane dai capelli chiari

« scusate se mi intrometto signorine – si fece avanti Rin – ma non capisco davvero una cosa su di voi – le due la guardarono come a incitarla a continuare – come fate a conoscervi cosi bene se avete vissuto sempre separate? » la sua voce era talmente pura e innocente che fece sorridere le due sorelle.

« vedi Rin – iniziò Kuria portando gli occhi al cielo ormai scuro – ci siamo conosciute tanto tempo fa, opterei per circa un secolo addietro. Io avevo lasciato qui da solo Inuyasha ed ero ripartita per la mia terra d’origine in Europa. Stava per avvenire una grande guerra ed ero indispensabile. Hikari fu mandata ad aiutarci. Nel momento in cui i miei piedi toccarono il suolo della terra delle aquile lei era già lì. »

« all’inizio fu davvero difficile andare d’accordo, sai? – continuò sorridendo Hikari e inclinando un po’ la testa – avevamo due mentalità diverse, inoltre io la conoscevo già di nome la mia fantomatica sorella maggiore. Sentivo il peso e l’importanza che portava intorno a se. A casa mia il solo nominarla faceva scaturire molto vociferare. Eppure nella terra di mia madre veniva rispettata in tutto e per tutto non solo come futura possibile regina, ma come un’amica e una protettrice. Da me era quasi come un fantasma inconsistente, Kuria era un fantasma creato sul chiacchiericcio e le voci di salotto. Per quello ero tanto agitata. »

« ero tutto, ma allo stesso tempo non ero nessuno. Promessa sposa del principe e straniera venuta da chissà dove. »

« oh ma il signor Sesshomaru vi avrà sicuramente aiutato! » replicò la bambina con convinzione crescente nella voce. Sesshomaru per lei era buono. Inoltre nessuno lì voleva rovinarle quel bel sogno, rovinando così anche l’incantesimo che stava facendo sul demone.

« Ora dormi Rin. » Kuria non rispose a quell’affermazione, la sorella Hikari dopo poco se ne andò salutando amichevolmente.

La giovane rimasta sola con il kappa e Rin tentò da prima di non addormentarsi, ma era davvero troppo stanca. Il giorno prima erano successe tante di quelle cose e anche quella giornata non era da meno.

Prima di addormentarsi però, tra la veglia e il sonno, non poté fare a meno di chiedersi cosa fosse quell’odore di bruciato che già da qualche minuto permeava l’aria.


  
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