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Autore: katyjolinar    08/09/2012    1 recensioni
Crossover Doctor Who-Fringe.
Il Dottore, inseguendo ricordi di secoli prima, si ritrova nel 2036.
60 anni prima di quella data, quando era 800 anni più giovane, si era temporaneamente stabilito sulla Terra, in incognito, facendosi passare per uno scienziato militare della base di Jacksonville. Le persone con cui aveva vissuto in quel periodo avevano lasciato un segno indelebile nei suoi cuori: Marilyn, Olivia e Rachel. riuscirà a ritrovarle a 60 anni di distanza?
spoiler per chi non ha visto la 4x19 di Fringe
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Arrivati al TARDIS, il Dottore fece entrare tutti quanti e chiuse la porta.

“Sarà una lunga notte.” disse “Conviene mangiare qualcosa e riposare un po’.”

“Ma… quanto è grande questo posto?” chiese Astrid, sorpresa; lei non aveva ancora visto l’interno della cabina del Dottore.

“Abbastanza. Se volete, la cucina è da quella parte, accanto al guardaroba.” indicò “E ci sono alcune camere da letto dopo la piscina, sulla sinistra.”

Gli altri lo fissarono sconcertati per qualche secondo, ma alla fine si dispersero nei vari ambienti.

Era notte fonda. Peter non riusciva a chiudere occhio, troppi pensieri affollavano la sua mente. Decise di alzarsi dal letto e di andare nella cucina di quello strano posto a prendere da mangiare.

Entrò nella cucina, ma si bloccò sulla porta: il Capitano Harkness stava mettendo il bollitore del tè sul fuoco. Nulla di strano, se non fosse che Jack indossava soltanto un paio di boxer con dei disegni di orsetti sorridenti.

Peter si passò una mano sul viso, sospirando.

“E io che pensavo di aver visto tutto con Walter…” sussurrò.

Jack alzò gli occhi e gli sorrise, amichevole.

“Ehilà! Come mai qui? Non riesci a dormire, dolcezza?”

Peter sospirò di nuovo. Quel tizio era anche peggio di suo padre.

“Dovresti coprirti.” disse, aprendo la dispensa per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. “Ci sono delle donne in questa cabina.”

“Oh, beh…” commentò Jack “la vostra amica, Astrid, è passata poco fa, e mi è sembrato che avesse gradito il panorama, dall’espressione che ha fatto. Quanto a Henrietta… beh, lei l’ho cresciuta io, ci è abituata. Ti va una tazza di tè? L’ho appena fatto.”

Lo sguardo di Peter si rabbuiò, ricordandosi improvvisamente che sua figlia aveva passato gli ultimi venti anni lontana dalla sua famiglia, cresciuta da quell’uomo. Nonostante fosse grato a quello sconosciuto per averla protetta, non poteva non pensare che non aveva potuto assistere alle tappe più importanti della crescita della sua bambina. Jack notò quello sguardo e gli mise davanti una tazza di tè fumante.

“Le mancavate molto, tu e sua madre.” disse.

“E’ stata una decisione sofferta… ci siamo separati a New York. Etta e Olivia sono dovute scappare, mentre noi attivavamo il Protocollo Ambra su noi stessi.” spiegò Peter, tenendo gli occhi fissi sulla tazza.

“Tu e Olivia l’avete protetta.” lo rassicurò il Capitano “L’hanno fatto anche Rose, John e i tuoi amici Lincoln e la Rossa. Io ho solo continuato l’opera. Siete delle persone speciali, oltre che i suoi genitori, e lei lo sa bene.”

“Non c’è nulla di speciale in me.” obiettò Bishop.

Cosa c’è di male nell’esserlo? Voi siete una leggenda nella Resistenza Nativa, e anche se non lo ammetteranno mai, gli Osservatori vi temono. Questo vi rende speciali.” disse Jack.

“Io non ho nulla di speciale.” ripetè l’altro.

Il Capitano rise e sorseggiò la sua tazza di tè.

“Adesso capisco da chi ha preso la sua cocciutaggine, la piccoletta. Amico, se c’è qualcuno che sa riconoscere persone speciali, quando le vede, quello sono io.” Peter lo guardò interrogativo, così Jack si affrettò a spiegarsi “Peter, il Dottore, anni fa, mi ha soprannominato ‘l’uomo impossibile’. E c’è un motivo se l’ha fatto: io sono gay, sono un soldato, sono nato nel futuro e non posso morire. Io questo lo chiamo essere speciali, e l’ho insegnato a tua figlia.”

L’uomo lo fissò per qualche secondo, prima di parlare di nuovo.

“Sei nato nel futuro?” domandò. Jack annuì.

“51° secolo.” spiegò “Sono nato in uno dei tanti pianeti che un giorno verranno colonizzati dagli umani. Ma ora vivo qui, la Terra è la mia casa. Anche se dopo la morte dei miei amici non avevo più uno scopo per vivere, sono andato avanti. Quando Henrietta è entrata nella mia vita ho ripreso a vivere davvero, avevo trovato di nuovo un motivo per continuare, senza contare che alcuni suoi atteggiamenti mi ricordavano il Dottore, e questo per me è stato un ulteriore incoraggiamento. Mi ha mantenuto viva un po’ di speranza, dentro di me.” restò per qualche minuto in silenzio, raccolto nei suoi pensieri, poi tornò a parlare “Conosco il Dottore da decenni, ma non mi aveva mai detto che aveva una famiglia, qui sulla Terra.”

“Non era un’informazione che fosse necessario farti sapere, Capitano.” disse il Dottore, alle loro spalle, prendendo dal frigo un pasticcino alla banana.

“Ma c’è qualcuno che dorme ancora, qui dentro?” chiese Peter, fissando l’alieno.

“Oh, sì.” Confermò il Dottore, sorridendo “Tuo padre ronfa come una motosega da almeno due ore, mentre Etta dorme come un angelo. Mi ricorda sua madre quando era bambina.”

“Sua madre?” chiese Jack “Conoscevi Olivia da bambina?”

“Certo, Jack. Ero presente quando è stata concepita.” rispose l’altro, mangiando il suo dolce.

“Concepita? Dottore, avrei potuto dire tutto di te, ma non che fossi un guardone!” esclamò Harkness.

“Non è un guardone, Jack.” lo zittì Peter “E’ mio suocero.”

“Che… che cosa?” balbettò Jack.

Il Dottore si avvicinò, fermandosi di fronte a Peter e guardandolo negli occhi, e alla fine sorrise orgoglioso.

“Quando lo hai capito, ragazzo?” domandò.

“Avevo qualche sospetto già quando sei arrivato al nascondiglio nella metropolitana. La conferma l’ho avuta quando hai aggredito Walter, dopo che hai saputo degli esperimenti col Cortexiphan.” spiegò Bishop.

Il Dottore sorrise di nuovo e gli diede una pacca sulla spalla.

“Sei davvero intelligente, Peter. Sono contento che Olivia si sia legata a te.” si complimentò, poi guardò Jack “Jack, tu sei quello che, al momento, conosce meglio i posti dove si sono fatti ambrare Olivia e gli altri. Per poterli liberare dobbiamo cominciare da quello meno sorvegliato.”

“Mh…” ci pensò su il Capitano “Harvard è la più sorvegliata. Escluderei anche New York, si aspettano che qualcuno vada a liberare Simon. Direi che la villa al Lago Reiden, dove ci sono Rose e gli altri, sia la meno pericolosa.”

“Bene. Allora appena siamo tutti svegli andiamo al Lago Reiden. Ce l’hai ancora il dispositivo di teletrasporto miniaturizzato? Perché con il TARDIS momentaneamente fuori uso dovremo usare mezzi alternativi.” ordinò il Signore del Tempo.

Jack annuì, sorridendo orgoglioso.

   
 
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