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Autore: AxXx    08/09/2012    3 recensioni
Xemnas è morto e con lui l' organizzazione.
Ma qualcosa si è mosso nelle tenebre.
Il maestro Xehanort aveva due allievi segreti, a cui si è aggiunto un terzo. I loro compito è riportare in vita il loro maestro e porre fina alla guerra del Keyblade portando l' oscurità su tutti i mondi.
Sora e Riku, nominati maestri keyblade da Yen Sid, dovranno intraprendere un nuovo viaggio e con loro altri nuovi custodi per salvare i mondi dai loro avversari e dalla rediviva Organizzazione XIII.
Tra grandi battaglie e pericolosi viaggi il gruppo si dovrà confrontare con nuovi nemici, scoprendo che non tutto è come appare.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Riku, Sora
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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 Xehanort osservò la città sotto il castello da una delle tante terrazze.
Osservava quella distesa infinita di edifici neri.
Un tempo anche quella città era un baluardo contro le forze delle tenebre.
Ora era la dimora delle creature più oscure e malvagie.
In quell’ istante si aprì un portale oscuro dal quale uscì una figura completamente coperta da una cappa nera.
“Gran Maestro Xehanort. Sono di ritorno dal castello Disney.”
Xehanort si voltò verso Macchia Nera osservando lui ed il suo accompagnatore incappucciato.
“Dalla vostra presenza devo presupporre che il castello sia stato conquistato.” Disse il gran maestro oscuro.
“Si mio signore. La maggior parte dei nostri nemici è caduta, ma un gruppo è riuscito a trovare rifugio a Rediant Garden.” Affermò l’ altro keyblader
“Non ha importanza. Presto o tardi la fortezza cadrà. Ora ho un altro compito per te.”
“La ascolto maestro.”
“Prendi i giovani keyblader oscuri che abbiamo già piegato e sguinzagliali nei vari mondi. Che portino scompiglio.” Disse con veemenza Xehanort.
“Sarà fatto.” Macchia nera si avviò lungo una delle scale che portavano al piano di sotto seguito dall’ incappucciato.
Se n’ era appena andato quando sulla terrazza sopraggiunse Malefica.
“Xehanort, sembri pensieroso. Qualcosa non va’?” Chiese la strega.
Quel contatto così fraterno infastidì il vecchio custode che lanciò sulla strega un incantesimo.
“Non chiamarmi in quel modo!” Disse mentre Malefica si contorceva davanti a lui in ginocchio. “Per te io sono il MAESTRO Xehanort!”
“D’ accordo!” Disse la strega. “D’ accordo. M-maestro. Solo che ho dei dubbi su ciò che ha deciso Macchia Nera.”
Xehanort si voltò di nuovo ad osservare la città. “Quella è stata una sua scelta, lascialo fare. Se è stato un errore ne pagherà le conseguenze.”
“Allora saprà anche della giovane custode fuggita dal castello insieme alla pietra della luce.”
Xehanort rimase infastidito da quella notizia ma meglio se non lo dava a vedere.
“Mi occuperò della situazione. Ora va’.”
La strega se ne andò lasciando il maestro oscuro da solo con i suoi pensieri.
Era inquieto, questo lo sapeva. Ma quello che non sapeva era che cosa lo inquietasse.
Cosa poteva rendere nervoso un uomo che aveva il potere su tutto e tutti.
Non gli mancavano nemmeno gli affetti. I suoi allievi gli volevano bene, ne era certo, o non avrebbero mai rischiato tanto per salvarlo.
Cosa sarebbe potuto andare storto? Nulla!
No…
Non c’ era niente che potesse fermarlo.
Eppure…
Nel suo cuore nero albergava forse ancora una piccola luce?
No! Lui era il più potente degli esseri oscuri ed avrebbe conquistato tutto dominando insieme ai suoi allievi.
Doveva solo aspettare che la luce e l’ oscurità si scontrassero con forza sufficiente.
Decise di ignorare i suoi timori e concentrarsi sul presente.
“Neos!” Chiamò con voce autoritaria.
Il giovane albino si materializzò a poca distanza da lui, ma al suo fianco per l’ incredibile sorpresa del maestro c’ era un giovane che probabilmente aveva quindici o sedici anni.
Era biondo con i capelli sparati verso l’ alto ed in tenuta mimetica.
“Chi è costui, Neos?” Chiese il Xehanort con voce eloquente.
“Maestro. Questo giovane di nome Heyner si è distinto per abilità nell’ uso del keyblade. Con il vostro permesso vorrei addestrarlo personalmente.” Disse l’ albino inchinandosi.
Il maestro osservò attentamente il biondo da capo a piedi con sguardo indagatore.
Indubbiamente era un giovane ben allenato e quando gli fu chiesto di evocare il keyblade non ci fu indugio ed una chiave dorata simile al portafortuna apparve nella sua mano.
Eppure anche questo ragazzo inquietava Xehanort.
Gli occhi azzurri del ragazzo avevano mantenuto il loro colore originale segno che non era ancora stato totalmente piegato.
Inoltre si leggeva ancora una certa forza in lui, come la forza di una canna che piegata dal vento si china, ma non si spezza mai.
‘Sto cominciando ad essere paranoico.’ Si disse Xehanort scuotendo la testa.
D’ altro canto Neos non l’ avrebbe mai ingannato.
“D’ accordo. In effetti ti avrei fatto accompagnare da uno dei Neo-custodi, ma forse lui è un buon candidato.”
Il giovane albino si chinò ringraziando con deferenza il suo maestro.
“Ascolta. Una custode è fuggita dal castello Disney portando con se la pietra della luce. Voglio che tu la insegua e la uccida.” Ordinò il maestro oscuro.
Neos sussultò. ‘No, dannazione, proprio a me doveva dare un compito simile?’ Si chiese mentre si inchinava sapendo che il suo maestro si sarebbe insospettito se avesse rifiutato o espresso qualche dubbio.
“Sarà fatto.” Disse L’ albino mentre con Heyner varcava un portale oscuro alla ricerca della giovane.
Xehanort soddisfatto tornò ad osservare il mondo oscuro.
Era una strana sensazione avere tutto quel potere in mano così pensò di allenarsi un po’.
Giusto per tenersi in allenamento.
Dovette solo pensarci un attimo per ritrovarsi teletrasportato davanti al grattacelo della memoria.
‘Bel posticino…’ Pensò sarcastico l’ antico maestro mentre evocava qualche centinaio di hertless.
Appena fu certo di averne evocati abbastanza ordinò alle creature oscure di attaccarlo.
‘Scarichiamo un po’ la tensione!’ Pensò mentre con un sorriso sadico evocava il suo keyblade oscuro.
 
 
 
 
 
Necrosis si alzò lentamente dal suo letto mentre al suo fianco Phobia dormiva ancora beatamente reduce della loro piccola notte di furore.
Certo che era difficile definire notte e giorno in un mondo dove il cielo era perennemente scuro.
Il giovane si rivestì con la tunica nera lasciando la stanza. Era stata una giornata un po’ difficoltosa, ma tutto sommato positiva.
Si toccò il viso all’ altezza della guancia dove ancora albergava il livido violaceo che Vanitas gli aveva inferto proprio il giorno prima.
“Brucia di più la pelle o l’ orgoglio?” Chiese una voce sarcastica alla sua destra.
Necrosis si fermò di botto e girò la testa per ritrovarsi davanti all’ odiato sorriso di Vanitas.
“DANNATO!!!” Il bruno urlò mentre si scagliava contro la sua copia nera.
“Ehi, non vorrai far arrabbiare il nostro maestro?” Chiese sarcastico il moro.
Necrosis sputò a terra. “Non me ne frega niente! Un giorno avrai l’ onore di provarlo sulla tua pelle!” Disse il bruno con odio mentre osservava il compagno sorridere sadicamente.
“Fai attenzione Brunetto!” Gli gridò dietro Vanitas dopo che Necrosis l’ ebbe lasciato andare. “Potresti bruciarti…”
Necrosis dal canto suo tentò di evitare di pensarci, aveva altre cose per la testa.
Corse subito in infermeria dove Vexen aiutato da un gruppo di strani hertless verdi che liberavano una polverina verde curava l’ ennesimo ferito.
“Xigbar.” Salutò il bruno, mentre l’ orbo si alzava dal lettino.
“Così adesso anche tu vieni a umiliarmi.” Disse mentre si metteva la tunica coprendo le ferite ricevute alla schiena.
“Sicuramente stai meglio di lui…” Disse Necrosis indicando Marluxia che era ancora svenuto in coma su un altro lettino. “Lui non si è ancora ripreso dallo scontro con Yen Sid.”
“Ba’! Io sono solo stato colto di sorpresa! Quando quel dannato mantellato si ripresenterà utilizzerò i suoi denti per farci una collana!” Urlò stringendo i pugni in un gesto stizzito.
“Immagino…” Disse necrosis sfoderando un sorrisetto divertito per poi tornare serio. “Come è andata?”
Il numero due si mise le mani sul mento per ricordare. “Allora… Stavo per distruggere quella fastidiosa ragazzetta che sbava dietro a Sora, ma poi all’ improvviso è venuto fuori questo tizio mai visto in giro che inizia a spararmi come se avessi un bersaglio dipinto a dosso.”
“Puoi descrivermelo?”
“Si, credo di si. Un tizio alto con il capelli neri. Vestiva con degli abiti in pelle neri ed andava in giro con questo strano mantello rosso che gli copriva anche il mento e parte del viso.”
“E lo scontro?”
“Tsk! Te lo do io lo scontro! L’ avrei anche potuto battere, ma quello mi aveva colto di sorpresa e mi aveva anche ferito alla schiena! Comunque non c’ è molto da dire mentre lui svolazzava per aria ed io mi teletrasportava sempre più velocemente ci sparavamo nel tentativo di distruggerci a vicenda, poi è arrivata quella ragazzetta dai capelli a caschetto neri che mi a ferito a tradimento con un paio di stelle ninja ed io sono dovuto scappare.” Concluse con enfasi quasi volesse nascondere la vergogna per il suo fallimento.
“Grazie, volevo solo sapere…” Disse Necrosis allontanandosi.
Per un attimo osservò Marluxia ancora svenuto.
Aveva ricevuto ferite molto gravi nello scontro contro Yen Sid.
Necrosis aveva lanciato l’ attacco alla torre per rapire tutti i potenziali custodi necessari per il piano del suo maestro, ma aveva sperato che, con un elemento potente come Marluxia, avrebbero potuto trionfare anche sul vecchio stregone.
Invece i tre erano tornati a malapena in grado di reggersi sulle loro gambe.
Marluxia ormai nonostante tutta la sua potenza erano giorni che non si riprendeva ed era preoccupante.
Necrosis se ne andò diretto alle celle, ma a metà strada sentì un richiamo nella mente.
“Necrosis!”
Ed il giovane si teletrasportò nei pressi del grattacelo della memoria, da dove aveva sentito il richiamo.
Il suo maestro era in piedi al centro della piazza con il keyblade in mano circondato da uno strato di polvere nera che gli imbrattava anche parte della veste.
“Maestro…” il giovane si inchinò.
“Alzati!” Xehanort non aveva neanche il fiatone ed aveva abbattuto almeno cinquecento hertless in un minuto.
‘Posso fare di meglio.’ Pensò mentre si avvicinava all’ allievo.
“Ascolta, io ho fiducia in te… Ora devo andare a fare visita ad un ‘vecchio amico’. Tu rimano qua e tieni d’ occhio la situazione per me.” Ordinò il maestro sparendo in un portale oscuro.
Necrosis rimase fermo dov’ era riflettendo sulle parole del suo maestro.
Anche nella loro oscurità.
Anche nella loro natura di esseri oscuri più simili ad hertless che a persone.
C’ era ancora qualcosa di luminoso nel loro cuore che legava maestro ed allievi come un padre ai figli.
Necrosis non aveva mai conosciuto suo padre.
Non sapeva nemmeno se quello fosse il suo vero nome.
Ma una cosa era certa. Lui non avrebbe mai tradito il suo maestro.
Mai.
 
 
 
 
 
 
Phobia si alzò stiracchiandosi nel letto di Necrosis.
Ora si sentiva davvero bene.
Dopo che quel maledetto ragazzo bruno l’ aveva ferita a morte era tornata al castello sanguinante ed aveva dovuto sopportare la sensazione di impotenza dei feriti costretti a letto dalle cure mediche.
Certo, quando a ciò si erano unite le attenzioni di Necrosis le cose si erano fatte più sopportabili.
Si rivestì rapidamente ed uscì dalla stanza per trovsrsi davanti al volto di Vanitas che la osservava con un sorrisetto ambiguo.
La ragazza rimase un attimo stupita dal trovarsi davanti il sosia di Necrosis, ma decise di non darlo a vedere.
“Vanitas! Cosa vuoi?” Chiese con voce suadente mentre richiudeva la porta.
Il suo sorriso di lui si fece ancora più accentuato. “Volevo solo chiederti come hai passato la notte.”
“Non male. Grazie per l’ interessamento.” Sfoderando un sorrisetto provocatorio.
Vanitas non resistette e si avvicinò a lei posando una mano sulla porta come per intrappolare la ragazza.
“Sicura di non voler provare di meglio?” Chiese con un sorriso altrettanto provocatorio.
‘Ah no, Vanitas!’ Pensò lei osservandolo con attenzione. ‘Spiacente, ma sono impegnata. E poi non sei il mio tipo.’
“Non credo proprio.” Disse teletrasportandosi alle spalle dello spasimante.
“Eh no, mi hai provocato! Ora non puoi andartene così…” Soggiunse Vanitas voltandosi.
“E chi ha detto che devi rinunciare?” Chiese lei mentre un’ idea folle si faceva strada nella sua mente. “Che ne dici di una sfida, invece?”
A Vanitas le sfide piacevano e si fece improvvisamente attento. “Sfida… Di che genere?”
“Facciamo così: ti sfido a portare uno dei nostri avversari dalla nostra parte! Ho sentito che una delle principesse del cuore viaggia da sola. Potresti provare con lei…”
Vanitas Guardò Phobia sospettoso. “Ho la sensazione che tu ci tenga a farla soffrire…”
La rossa si irritò. “Certo! A causa di quella ragazzina e del suo amichetto sono tornata qui ferita e sanguinante! Voglio fargliela pagare!”
“Ed io cosa ci guadagnerei? Ammesso che accetti.”
“Potresti avere la ragazzina per te. Ho sentito che sei un tipo che apprezza le donne.” Disse Phobia allontana dosi.
‘Bene. Sorella. Bene.’ Pensò Vanitas nella sua mente malata. ‘Cosa hai in mente?’
Ma in realtà non era preoccupato.
La sua mente si era già proiettata su un piano per sottomettere Kairi.
 
 
 
 
 
 
Larxene si stava allenando con alcuni hertless. Era stata sconfitta DI NUOVO da una manica di ragazzini e la cosa la irritava.
‘Maledizione! Maledizione!! Maledizione!!!’ Pensava sempre più forte mentre disintegrava gli shadow con una raffica di pugnali volanti.
Le ferite gli dolevano un po’ ma qualcosa le dava fastidio.
Questo senso di irritazione così estraneo ai nessuno la infastidiva e turbava.
Era stranamente simile ad un sentimento, un sentimento che sarebbe dovuto essere precluso ai nessuno, e invece lei ce l’ aveva e la cosa la infastidiva.
Ed il peggio era che non sapeva perché la infastidiva tanto.
Avrebbe dovuto essere felice, dopotutto era quello che lei voleva: avere un cuore e dei sentimenti.
Ma non voleva QUEI sentimenti.
Improvvisamente una vampa di fuoco apparve accanto a lei che si scansò velocemente per evitare l’ attacco.
“Ti vedo nervosetta…” Cantilenò una voce familiare vicino alla porta della palestra.
Ecco un’ altra cosa inspiegabile: Axel.
Di solito lei era sempre molto violenta e scorbutica con tutti, ma con Axel questa sua indole si placava lasciando il posto alla gentilezza.
“Non sono affari tuoi.” Disse tentando di avere un tono almeno vagamente minaccioso.
Si rese però conto che il tono che aveva usato era mesto e non minaccioso come voleva essere.
“Tu non me la racconti giusta.” Disse il rosso con uno strano sorrisetto stampato in faccia.
Larxene si voltò dall’ altra parte evitando lo sguardo indagatore del compagno. “Sono solo nervosa… per la sconfitta.”
Di nuovo quella strana ondata di sentimenti. Questa volta era piacevole.
‘Diavolo!’ Pensò lei mentre il rosso si avvicinava. ‘Perché sento tutto questo? Devo mandarlo via!’
Si rese conto però che la presenza di lui era molto piacevole e che non aveva alcuna voglia di mandarlo via.
“Non ti preoccupare.” Disse il ragazzo mettendole una mano su una spalla. “Ti rifarai molto presto, ne sono certo. Basta che tu non muoia.” E detto questo se ne andò.
Larxene ebbe una starna sensazione quando lui si era staccato da lei.
Per qualche ragione lui riusciva a renderla docile come un agnellino e questo gli dava molto fastidio.
‘Maledizione!’ Pensò mentre tirava un pugno al muro.
 
 
 
 
 
Axel percorse il corridoio pensieroso. Larxene e Roxas gli avevano sempre fatto uno strano effetto.
Roxas era il suo migliore amico ed era certo che ovunque fosse sentisse la sua mancanza. D’ altro canto anche lui sentiva la mancanza del ragazzo biondo.
Non sapeva perché ma quando era con l’ amico sentiva come di avere un cuore.
‘Che cosa stupida! Noi non abbiamo un cuore.’ Pensò sorridendo.
Ma allora cosa l’ aveva spinto a tradire di nuovo l’ organizzazione?
Sentiva che avrebbe deluso il suo amico se avesse accettato di rimanere nell’ oscurità. Certo era per quello che voleva sabotare l’ organizzazione!
E ne era convinto.
Per questo aveva cercato tutti i membri più disponibili dell’ organizzazione.
La prima era stata Xion. Memori della loro amicizia, senza alcuna logica razionale che avrebbe dovuto avere un nessuno, le aveva spiegato il suo piano ed insieme a lei aveva deciso di tradire l’ organizzazione appena avrebbero avuto qualcosa con cui agire.
Poi a loro si erano uniti Demyx, che voleva cercare un altro metodo per riavere indietro il suo cuore.
E Zexion, che semplicemente non voleva morire come era successo in passato.
Loro quattro si erano decisi ed avevano osservato il ritorno di Xehanort operato da quei tre individui.
Aveva scoperto solo in un secondo momento che quei ragazzini avevano più di vent’ anni e che erano rimasti sopiti per lungo tempo in una specie di sonno magico.
Avevano scoperto del piano per creare un nuovo ordine di keyblader oscuri, ma gli sfuggiva ancora qualche cosa nei piani del maestro.
Era così pensieroso che non si accorse di essere andato a sbattere contro uno dei membri di dell’ organizzazione.
“SAIX!” Fece stupito.
“Axel… ti stavo cercando…” Fece l’ uomo con la cicatrice.
‘Dannazione!’ Pensò Axel. Se il numero XI lo stava cercando non era una bella cosa.
Saix era il braccio destro di Xemnas ed era anche quello che faceva la maggior parte dei controlli. Non era strano trovare l’ uomo dai capelli blu bazzicare vicino alle stanze dei membri dell’ organizzazione, il problema era che non era mai stato preso all’ interno delle stanze.
“Sicuro di stare bene?” Chiese Saix strappando Axel dai suoi pensieri.
“Certo, hai qualche missione per me per caso?” Chiese cercando di non sembrare troppo ansioso.
“No, niente, solo che ti comporti in modo strano. Sei sparito per quasi tutto il giorno e sei tornato poco dopo Xigbar. Bella coincidenza.”
In effetti era stato a Rediant Garden assistendo all’ assedio delle forze oscure e ai duelli che c’ erano stati, ma non si era mai esposto in prima persona.
“E allora?” Chiese il rosso.
“No, niente, volevo solo avvertirti che, avendoci già tradito una volta, noi non ci fidiamo. Quindi se dovessi avere qualche idea strana ti do un consiglio: lasciala perdere.” Detto questo Saix si allontanò lungo il corridoio senza dare ad Axel il tempo di ribattere.
 
 
 
 
 
 
Un altro urlo squarciò l’ ala delle prigioni.
Ansem il saggio era allo stremo e l’ hertless che aveva davanti sembrava non essersi ancora stufato di torturarlo. Aveva perso qualche ora a torturare anche Gambadilegno, ma anche lui si era rivelato più resistente del previsto nonostante la sua natura codarda.
Alla fine Ansem l’ oscuro si era di nuovo concentrato sul suo ex-maestro.
“Farai bene ad essere collaborativo vecchio!” Urlò l’ hertless mentre scaricava sul corpo martoriato dell’ uomo un'altra raffica di fiamme nere.
Lui era un essere oscuro fino nei più profondi recessi della sua anima e in lui albergavano solo ira, rabbia, odio.
Sentimenti, da un certo punto di vista, ma erano sentimenti negativi e contorti dall’ oscurità che erano accentuati dal fatto di essere stato sconfitto e cacciato nell’ oscurità più profonda.
Ora il suo desiderio di vendetta lo stava ora scaricando sul uomo che era stato il suo maestro.
Eppure non riusciva a capire perché quello ridesse. Ogni volta che ne aveva la forza quell’ uomo rideva o diceva frasi senza senso.
L’ unico sciocco qui era quel dannato vecchio che non capiva che le sue sofferenze sarebbero cessate se solo si fosse deciso a parlare.
Lui era deciso a fargli aprire quella boccaccia e fargli sputare qualunque cosa sapesse.  
“È inutile che insisti, Xehanort, non dirò nulla, tanto vale che tu mi uccida subito!” Affermò con coraggio l’ uomo.
A quelle parole l’ hertless uscì dalla cella sbattendo la porta.
‘Dannazione!’ Pensò mentre si appoggiava al muro. Era stanco di stare ad ascoltare quel vecchio.
‘Forse è ora che mi sgranchisca un po’’ Si disse mentre apriva un portale oscuro.
Sapeva che stava disubbidendo agli ordini, ma doveva andare a trovare una persona.
 
 
 
 
 
Xehanort camminò piano lungo il viale costeggiato da cespugli.
‘Che posto insulso!’ pensò mentre osservava quel pezzo di terra che fluttuava sopra Crepuscopoli.
Il vecchi maestro osservò attentamente la zona notando i resti di una battaglia avvenuta qualche tempo fa.
Erano stati sciocchi ad attaccare, ma poco male, avevano imparato la lezione.
Osservò la torre a tre piani di Yen Sid.
Sapeva che in realtà la dentro c’ era un intero castello con decine di stanze, scale e corridoi.
Forse era più grande del Castello Che Non Esiste.
Ma a lui non importava, era lì per un motivo e non se ne sarebbe andato.
Fortunatamente non dovette attendere troppo.
Con un rombo simile ad un tuono ed una luce abbagliante Yen Sid fece la sua comparsa davanti a lui.
‘Quanto rumore per nulla.’ Pensò sarcastico il maestro oscuro all’ entrata teatrale del suo amico.
Quello però non sembrava molto felice di rivederlo.
“Vattene, Xehanort. Non sei il benvenuto qui!” Ordinò Yen Sid con voce tonante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti. Questo capitolo è incentrato sui cattivi con il solo spezzone finale in cui si introduce ad un incontro di Yen Sid e Xehanort.
Lo so, i due non si sono mai visti molto, ma ho pensato che sarebbe stato divertente farli incontrare.
Ho anche aggiunto in po’ di ‘Gossip’ oscuro ed ho tentato di far sentire le reazioni dei vari nessuno all’ interno del castello.
Ho anche anticipato qualcosa dei piani dei cattivissimi.
Spero che sia di vostro gusto!
RECENSITE!!!     
 
   

  
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