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Autore: AxXx    09/09/2012    3 recensioni
Xemnas è morto e con lui l' organizzazione.
Ma qualcosa si è mosso nelle tenebre.
Il maestro Xehanort aveva due allievi segreti, a cui si è aggiunto un terzo. I loro compito è riportare in vita il loro maestro e porre fina alla guerra del Keyblade portando l' oscurità su tutti i mondi.
Sora e Riku, nominati maestri keyblade da Yen Sid, dovranno intraprendere un nuovo viaggio e con loro altri nuovi custodi per salvare i mondi dai loro avversari e dalla rediviva Organizzazione XIII.
Tra grandi battaglie e pericolosi viaggi il gruppo si dovrà confrontare con nuovi nemici, scoprendo che non tutto è come appare.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Riku, Sora
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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 Sora rimase ad osservare il vecchio pirata che rimaneva fermo al suo posto.
“MALEDETTO!!!” Urlò Barbossa dopo alcuni secondi estraendo la sciabola e vibrando un colpo contro il ragazzo.
Sora aspettò di sentire il dolore della lama che gli affondava nelle carni, ma non arrivò mai.
“Calma, Hector, non essere precipitoso.”
Il ragazzo osservò il nuovo arrivato.
Era un uomo alto magro con occhi neri penetranti ed i capelli rasta coperti da una bandana da pirata rossa sbiadita sulla quale troneggiavano decine di treccine fatte con varie corde colorate e monili di ogni genere.
“Jack!” Disse.
Il pirata sorrise compiaciuto mentre aiutava lui e Kairi ad alzarsi.
“Felice di vederti, Zola.” Disse allargando le mani ed inclinando la schiena all’ indietro. “Vedo che hai cambiato look. Complimenti, quell’ occhio bendato ti fa sembrare un vero pirata.”
Poi si voltò verso Kairi e fece un sorrisetto compiaciuto. “E chi è l’ affascinante fanciulla che ti accompagna?” Chiese esibendosi in un cavalleresco baciamano.
Kairi arrossì a quel contatto e si accostò a Sora. Quell’ uomo la metteva un po’ a disagio.
“Lei e Kairi, un’ amica.” Rispose il ragazzo.
Intanto Barbossa si era allontanato sbuffando con odio seguito dagli altri pirati.
“Scusa Jack, ma dove siamo? E perché lui è vivo?” Chiese riferendosi al pirata che pochi secondi prima stava per trasformarlo in spiedino.
“Lui? Oh, lui! Si in effetti era morto, ma poi ci sono stati molti… come dire… problemi e siamo stati costretti a richiamarlo.” Disse come se cercasse di nascondere il disappunto.
In quel momento a loro si avvicinò una donna di colore dai profondi occhi scuri che si soffermò un attimo ad osservare i due giovani prima di rivolgersi a Jack. “Allora i signori dei pirati non sono ancora tutti radunati. Mancano Eduardo, Siri-Sembaji ed ovviamente Sao Feng.”
“Nessun problema, per domani saranno qui.” Disse il pirata con noncuranza. “Lascia che ti presenti un amico e la sua amica.”
La donna si voltò verso i due porgendo loro la mano “Tia Dalma.” Si presentò
“Sora.” Disse il ragazzo.
“Kairi.” Disse la compagna sostenendo lo sguardo della donna.
La donna si allontanò con passo sensuale.
“Chi era?” Chiese la rossa osservandola.
“Lei è quella che mi ha riportato in vita. In realtà è quella che quella che a richiamato il caro Barbossa. È un’ amica per ora.”
“Ma, che sta succedendo, ha parlato di signori dei pirati, che significa?” Sora era sempre più confuso.
Il pirata condusse i due ragazzi alla Perla Nera ormeggiata in città.
Gli edifici erano state costruite sull’ acqua usando come impalcature le navi affondate nei decenni.
Quelle che erano affondate dopo si erano adagiate sulle altre accumulandosi fino a creare dei veri  propri palazzi alti diversi piani.
Il più grande di tutti era però un immensa fortezza costruita al centro esatto della città.
In tutta la zona decine di pirati stavano preparando cannoni, fucili e sciabole, come se si stessero preparando per un assedio.
A quei preparativi si aggiungevano però anche gli schiamazzi dei pirati in festa.
In qualche modo, qualunque cosa stesse succedendo alcuni di loro sembravano comunque allegri.
“Jack. Dove sono William ed Elizabeth?” Chiese Sora all’ improvviso.
“Be’… diciamo che sono in missione per me.” Disse criptico il pirata.
Raggiunsero la perla dove Sora salutò i componenti della ciurma di Jack.
In primo luogo Gibbs, il nostromo che li aveva accompagnati un anno fa.
Poi Mart il nano il miglior pistolero migliore dei caraibi, con il solo problema che era più basso di Topolino.
In fine Cotton ed il suo pappagallo parlante.
Tutti erano molto felici di rivedere il ragazzo, e dopo un po’ di imbarazzo da parte della ragazza anche Kairi cominciò a sentirsi a suo agio.
Jack raccontò loro di quello che era successo dopo la sua partenza.
Di come Jack era morto combattendo il Kraken opponendosi a Devy Jones.
Di come Will, Elizabeth e Barbossa, con l’ aiuto di un pirata orientale di nome Sao Fang, avevano intrapreso un viaggio nell’ oltretomba per riportare in vita il capitano.
Di come avessero deciso di chiamare a raccolta i signori dei pirati per contrastare Lord Cuttler Backet, intenzionato a conquistare tutti i mari.
Ed in fine raccontarono il loro arrivo alla città del naufragio.
“Ne avete passate tante da quando ci siamo lasciati!” Esclamò Sora.
“Certo!” Esclamò il pirata. “Ora tocca e te raccontarci un po’ di avventure! E soprattutto come hai fatto a perdere un occhio.”
Sora arricciò il naso contrariato all’ ennesima battuta. Tutti la sopra avevano notato fin da subito l’ occhio bendato, dicendo che somigliava ad un pirata.
Kairi stranamente era d’accordo con loro, e ad ogni battuta sull’ argomento rideva a crepapelle.
Sora si mise a raccontare di Xemnas e di come era riuscito a sgominare l’ organizzazione XIII.
Sapeva che di regola non avrebbe dovuto dire niente, ma da quando tre anni prima la guerra era iniziata abbattendo le barriere tra i mondi, la conoscenza si stava propagando a macchia d’ olio.
Quando raccontò del ritorno dell’ organizzazione e dell’ arrivo di quegli strani individui incappucciati Jack si motrò interessato.
“Aspetta un secondo!” Urlò alzandosi. “Io ne ho incontrato uno!” Disse.
“COSA!? DOVE!?” Chiesero in coro i due ragazzi.
“Sulla nave di Backet. L’ ho notato, perché era un vecchio con la barbetta e che mi faceva venire la pelle d’ oca.” Disse il pirata. “Comunque, si sta facendo tardi.” Aggiunse alla fine. “Tutti in branda! Domani sarà una giornata faticosa.”
Poi, mentre i pirati si disperdevano facendo battute e ridendo si avvicinò ai due ragazzi.
“Voi due sarete miei ospiti.” Così dicendo li condusse verso il castello di poppa.
Una volta entrati il pirata li condusse ad una cabina accanto a quella del capitano.
“Questa sarebbe la stanza di Will ed Elizabeth, ma data la loro assenza sono sicuro che sarebbero felici di cedervela.” Disse jack ammiccante
A Sora mancò un battito quando si rese conto che l’ unico posto dove dormire era una specie di letto ad una piazza e mezzo che però era stato rifatto per ospitare due persone.
“Jack, aspetta…” Tentò di protestare, ma l’ astuto capitano si era già allontanato.
‘Dannazione!’ Pensò Sora. ‘Quel pervertito l’ ha fatto a posta! Ci scommetto che quando saremo a letto ci verrà a spiare!’
Il pensiero lo fece arrossire, ed anche Kairi era diventata rossa.
“Non preoccuparti.” Disse il ragazzo per tranquillizzarla. “Io dormo volentieri sul pavimento.”
La ragazza, però, lo afferrò da dietro. “Non preoccuparti, non è un problema.”
Sora sfece il letto per poi girarsi coprendosi gli occhi per dare la possibilità alla ragazza di spogliarsi.
Mentre era girato sentì le vesti dell’ amica posarsi delicatamente a terra con un fruscio.
Sentì una strana sensazione che gli fece involontariamente le mani, ma non si girò.
Solo quando sentì le coperte muoversi osò guardare Kairi che si era portata le coperte fino al collo.
Era imbarazzata, ma tentò di non darlo a vedere rigirandosi nel letto.
Sora si tolse il Gilet e la maglia per poi lasciar cadere anche la sua canottiera rimanendo a torso nudo.
Dopo essersi liberato anche delle scarpe e dei calzini si avvicinò al letto e con delicatezza si mise sdraiato accanto alla rossa.
Il disagio si attenuò molto, ma non del tutto.
Sora sentiva il calore del corpo della ragazza a pochi centimetri da lui ed alcune volte si toccavano a causa del poco spazio.
Alla fine Sora emise un sospiro di sollievo quando sentì il respiro di Kairi farsi più regolare e calmo, segno che si era addormentata.
Tentò di rimanere sveglio per assaporare il calore del corpo della ragazza vicino a lui, ma a poco a poco cadde anche lui tra le braccia di Morfeo.
 
 
Sora si svegliò, o forse non era sveglio.
Si trovava nell’ origine del cuore, ed era sicuro che fosse il suo.
Si guardò intorno e scorse Roxas che stava seduto a gambe incrociate nel centro esatto della piattaforma che raffigurava Sora e su uno sfondo di cristallo simile ai vetri di una vetrata da cattedrale.
“Roxas!” Disse il ragazzo attirando l’ attenzione del suo nessuno.
“Sora!” Rispose il biondo alzandosi. “Vedo che ti stai divertendo…”
Sora non rispose sapendo a cosa alludesse. “Mi hai chiamato tu qui?” Chiese.
Roxas lo guardò perplesso “No. Io stavo qui a scrutare l’ oscurità, ma non ho visto niente.” Disse sospettoso.
In quel momento sul limitare della piattaforma apparve una figura ammantata.
Non era un membro dell’ organizzazione ne erano certi, ma non l’ avevano mai visto.
L’ uomo aveva un lungo mantello di stoffa che gli copriva il volto con un cappuccio che però faceva intravedere una corta barba bianca.
Il corpo era ammantato da un mantello simile a quello di Yen Sid ed era bianco pure quello.
I due ragazzi osservarono diffidenti il nuovo arrivato e d evocarono la catena regolare per Sora ed il lontano ricordo per Roxas.
“Calmatevi giovani custodi. Non sono qui per combattere.” Disse il vecchio.
“Allora cosa vuoi?” Chiese Sora. “Perché sei qui?”
‘Stai attento non, mi fido.’ Gli comunicò mentalmente Roxas.
“Sono qui per aiutarti a sconfiggere i tuoi nemici.” Disse l’ incappucciato
 
 
 
 
 
Neos osservò Heyner a terra.
“FORZA! Mettici più impegno!” Disse l’ albino “Ancora una volta.
Il biondo evocò di nuovo il keyblade e si lanciò con un urlo contro il suo nuovo maestro.
Aveva lottato con le mazze struggle per un sacco di tempo, ma quelle spade erano molto diverse da colpire con dei bastoni imbottiti.
I due si scambiarono alcuni colpi, ma Neos aveva la meglio qualunque cosa facesse il biondo.
“DANNAZIONE!!!” Disse dopo essere finito di nuovo con il didietro a terra.
“E inutile che urli.” Disse Neos con fare autoritario. “Non sventolare l’ arma al vento come se fosse un bastone, lasci la guardia scoperta per troppo tempo.”
Aiutò l’ amico ad alzarsi. “E non fare movimenti troppo ampli o ti lascerai colpire con troppa facilità.”
Si stavano allenando da alcune ore.
Dopo aver trovato la ragazza si erano allontanati molto per accamparsi a loro volta.
Heyner si era chiesto perché si stessero allontanando, ma non aveva espresso i suoi dubbi.
Il vecchio che aveva impartito quell’ ordine non gli piaceva, però se voleva uscire da quella storia, doveva stare al gioco.
I due si erano accampati su un altura poco distante e lì Neos aveva iniziato ad allenare Heyner.
Il biondo si era illuso di poter approfittare della sua esperienza nello Struggle, ma quello si era proprio rivelato inutile per non dire dannoso.
Come aveva più volte fatto notare l’ albino il suo modo di combattere era rozzo ed impreciso.
All’ inizio aveva evocato alcuni hertless per farli combattere, ma quando si accorse che Heyner non era ancora in grado di tenere testa alle creature aveva cominciato dalle basi.
Il biondo aveva talento, ma i suoi movimenti erano ancora troppo lenti e goffi.
Alla fine i due si misero seduti.
Heyner era sudato e con il fiatone, mentre Neos respirava normalmente.
In lontananza i due osservavano l’ antica torre in rovina dove loro sapevano esserci l’ accampamento delle persone che avevano soccorso Maya.
“Maestro. Voi non volete uccidere la ragazza, vero!?” Chiese Heyner.
“Non è importante come mi chiami usa pure il mio nome. Comunque no, non è mia intenzione, ma ti prego di non dirlo quando saremo di nuovo al Castello.” Disse Neos pensieroso.
“Nessun problema. A proposito grazie per avermi tirato fuori da lì.”Disse il biondo.
In quel momento uno stridio li fece voltare.
I due osservarono una grossa creatura alata senza zampe che si muoveva verso di loro. Solo quando la creatura fu vicina si resero conto che aveva due bocce una delle quali sul dorso.
Il mostro li attaccò ed i due custodi si scansarono appena in tempo per evitare il muso della creatura.
Neos lanciò una raffica di sfere di oscurità che andò ad impattare sul ventre del mostro facendogli uscire sangue.
L’ anfisbena si sollevò in cielo sputando acido dalla bocca contro di loro, che però si ripararono dietro ad una barriera che l’ albino aveva prontamente innalzato.
“STAI PRONTO!” Urlò Neos mentre la creatura si librava nell’ aria. “Appena torna giù salta e colpiscila suo muso quando dico ‘Ora’! Capito?”
Heyner fece un cenno d’ assenso.
L’ anfisbena si precipitò su di loro ad una velocità folle, come se volesse schiantarsi mentre dalla ferita fuoriusciva una scia di sangue viscoso.
“ORA!” Urlò l’ albino quando il mostro fu a pochi metri lanciando un incantesimo di fuoco suo muso che corrose le solide squame.
Heyner saltò ed intuendo ciò che voleva l’ amico colpì proprio nel punto che le fiamme avevano colpito.
La creatura si fermò impennandosi a mezz’ aria mentre il biondo saltava giù con agilità.
Dopo un lungo e stridente lamento l’ Anfisbena cadde morta al suolo.
“Ottimo lavoro…” disse Neos porgendo la mano ad Heyner aiutandolo ad alzarsi.
“Mi hai insegnato bene.” Si schermì il biondo sorridendo.
 
 
 
 
 
Olette si guardò attorno.
La città dove Yen Sid li aveva teletrasportati era in rovina.
Decine di case erano in cenere, mentre gli abitanti erano impegnati a domare incendi minori.
I due ragazzi si misero a cercare qualcuno che li potesse aiutare.
Lo stregone gli aveva detto di cercare un certo Leon, ma non avevano idea di dove cercarlo.
Si mossero tra la folla in tumulto non senza qualche difficoltà.
Ad ogni passo venivano sbattuti e spinti dalla gente che si accalcava, mentre soldati armati urlavano ordini.
I due si fecero strada fino alle mura, dove chiesero ad alcuni passanti se sapevano dove fosse Leon.
Era evidentemente conosciuto, ma nessuno seppe indicare loro dove andare.
Stavano per arrendersi quando un urlo si levò dalla folla.
Pence ed Olette seguirono le grida e si ritrovarono in una piazzola.
La gente fuggiva in tutte le direzioni mentre alcuni neoshadow attaccavano gli abitanti.
Al centro esatto della piazzola c’ era un ragazzo incappucciato con un soprabito nero simile a quello dell’ organizzazione XIII con in mano un keyblade simile al Pandemonio, a parte che quello era grigio e non rosso sgargiante.
Olette si avvicinò allo sconosciuto evocando il suo keyblade.
L’ altro si girò improvvisamente verso di lei puntandole contro l’ arma. “Hertless! Attaccate!” Urlò mentre si dava alla fuga.
La ragazza rimase un attimo interdetta mentre il suo amico lanciò prontamente un incantesimo per difenderla travolgendo due hertless soldato con una sfera di fuoco.
“COSA STAI ASPETTANDO!? INSEGUILO!!!” Urlò Pence.
La ragazza si riscosse e cominciò l’ inseguimento.
L’ incappucciato si muoveva rapido tre i vicoli della città mentre la gente era in preda al panico.
Svoltarono a destra…
A sinistra…
Ancora a sinistra…
Improvvisamente Olette fu sicura di averlo perso, ma si accorse quasi subito che il ragazzo si era arrampicato su un impalcatura per raggiungere i tetti.
Lei prese un respiro profondo e lo seguì.
Iniziò uno spettacolare inseguimento mentre il ragazzo cercava di seminarla saltando da un tetto ad un altro per raggiungere le mura.
Olette, dal canto suo, non se la cavava male, anzi, pur non essendo una ragazza sportiva riusciva a stare dietro al ragazzo.
Alla fine lui arrivò alle mura aggrappandosi con una mano aiutandosi con i piedi ad issarsi.
Quando due guardie lo videro tentarono di fermarlo, ma lui fece roteare la lama e le uccise recidendo loro la gola.
Olette imitò il ragazzo e si fermò a controllare se una delle due guardie era ancora viva, ma quando si rese conto che entrambe erano morte si rimise a correre.
Aveva fatto pochi passi che vide il ragazzo che inseguiva tornare indietro per poi fermarsi di nuovo vedendo la ragazza e guardarsi freneticamente attorno.
Olette evocò il keyblade ed avanzò lentamente, mentre sopraggiungevano due uomini ed una donna.
La donna aveva corti capelli biondi che gli coprivano un occhio ed occhi marroni.
Uno dei due uomini aveva i capelli rossi raccolti in una coda di cavallo dietro la schiena ed aveva in mano una specie di bastone che sprizzava scintille.
L’ altro era di colore e pelato e portava un paio di occhiali da sole sul viso.
Tutti e tre indossavano una strana uniforme: giacca, pantaloni e cravatta neri con una camicia bianca che si intravedeva sotto.
I tre bloccarono il keyblader oscuro sulle mura costringendolo con le spalle al muro.
“Arrenditi, non hai scampo!” Disse il rosso.
L’ incappucciato lo osservò un attimo prima di lanciarsi su di lui con l’ arma pronta.
Il rosso si scansò rapido per non rimanere ferito lasciando all’ incappucciato la possibilità di fuggire.
Olette però era pronta e fermò il ragazzo con il suo keyblade.
L’ incappucciato tentò un affondo ma  la ragazza parò l’ attacco con abilità mentre l’ avversario evocava alcuni neoshadow per fermare gli uomini che lo stavano per attaccare alle spalle.
Olette parò altri tre colpi di fila prima di passare al contrattacco.
L’ avversario però era furbo e saltò all’ indietro per lanciare alcune sfere di energia oscura contro di lei che, spiazzata dalla prontezza dell’ avversario fu sbalzata all’ indietro.
Mentre cercava di rialzarsi un hertless la bloccò a terra mentre l’ incappucciato fuggiva.
Olette era pronta a sentire gli artigli del mostro affondare nella sua carne quando il pelato colpì il mostro con un pugno tanto forte da disintegrare l’ hertless prima che quello toccasse terra.
“Ci è sfuggito!” Disse il rosso stizzito.
“Tseng non sarà contento.” Aggiunse la ragazza bionda.
In quel momento arrivò Pence che disse: “Ehi! Olette! L’ hai preso!?”
“No…” Lei era delusa.
Si voltò verso gli uomini.
“Grazie per l’ aiuto. Mi dispiace non essere riuscita a fermarlo. Comunque io sono Olette.” Disse. “E questo e un mio amico: Pance. Stiamo cercando un certo Leon.”
Il rosso si fece avanti con fare esuberante esibendosi in una specie di inchino.
“Nessun problema, io sono Reno, quello è il mio amico Rude e la ragazza è Elena. Per quel che riguarda Leon basterà seguirci, d’ altro canto noi lavoriamo per lui.” Disse il rosso.
“Grazie!” Disse Olette seguendo i tre verso il castello.
 
 
 
 
 
 
 
Aqua lanciò un altro urlo, poi il dolore cessò.
Faceva male.
Diavolo se faceva male.
Ma lei non avrebbe ceduto davanti a niente.
Il ragazzo ci era andato più leggero del suo precedente torturatore, ma le aveva inferto molte ferite ed il dolore la rendeva esausta.
Il ragazzo dai capelli grigi si avvicinò a lei, ma non le lanciò nessuna magia per torturarla.
“Scusa, era necessario.” Disse.
“Be’ se non altro sai fingere…” Disse lei sarcastica.
“Ascolta, ti dirò qualcosa ora che il maestro Xehanort è lontano dal castello.” Disse rapido.
“Aspetta!” Esclamò la ragazza. “Vuoi dire che Xehanort è vivo!?”
“Oh si, ed è lui che ha ordinato la tua cattura e il tuo… interrogatorio.” Rispose il ragazzo.
Aqua si mise a riflettere su quelle parole.
Xehanort era vivo, ora ne era sicura, ma non sapeva cosa volesse fare.
“Ora sappi che il castello Disney è caduto e con esso il loro Re.” Continuò il ragazzo.
“NO!” Questa notizia gli fece male più di tutte le torture messe insieme.
Re Topolino non poteva essere morto, era il più forte di loro tre messi assieme.
Se veramente era caduto il suo avversario era davvero molto forte.
“Sappi però che ci sono alcuni custodi che si oppongono alle tenebre e che in questo momento si sono radunati a Rediant Garden.”
Buona notizia.
Almeno poteva contare su qualche aiuto esterno.
“Non puoi dirmi altro?” Chiese speranzosa.
“No. Non ancora.” Disse il ragazzo uscendo dalla sua cella lasciandola sola. Di nuovo.
 
 
 
 
 
Necrosis era in piedi sulla terrazza del Castello Che Non Esiste.
Si stava concentrando per richiamare il suo potere principale.
Era così concentrato che non si accorse che il suo maestro gli si era accostato.
“Maestro…” Disse il giovane con un inchino.
“A che punto sei?” Chiese il vecchio custode.
“Ci sono quasi maestro, datemi ancora qualche minuto.” Disse con sicurezza.
Necrosis si portò le mani alla testa e si concentrò al massimo.
Dopo alcuni minuti sentì di avercela fatta.
Dal terreno davanti a lui uscirono alcuni scheletri animati.
Ma non erano scheletri ‘normali’ infatti erano neri come gli hertless ed avevano sulla fronte un emblema a forma di due falci incrociate.
“Ottimo lavoro mio apprendista.” Disse Xehanort a quella vista.
Necrosis osservò le sue creazioni.
Anche per i custodi sarebbe stato difficile affrontare quelle creature.
“Benvenuti al mondo, Necron, mie creature.” Disse il giovane mentre quelli si inchinavano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco a voi il ventesimo capitolo. È Stata dura, ma ce l’ ho fatta. Ho voluto introdurre nuove creature e ce l’ ho fatta. I necron, servi di Necrosis.
Per il resto lascio a voi pensare cosa accadrà.
Una cosa però. Non dimenticate il tizio incappucciato di Bianco nel cuore di Sora, potrebbe rivelarsi ricco di sorprese ;)
Recensite, mi raccomando! 

  
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