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Autore: Artemis Black    10/09/2012    1 recensioni
Cosa si fà quando si perde tutto, ma veramente tutto? Bisogna ricominciare ma è difficile quando si hanno super-poteri.
"Fu un'attimo. Una luce accecante e un suono sordo, fu l'ultima cosa che ricordai.
Erano passati 5 anni da quella tragedia ed io non ero più Sarah McGregor.
Sarah McGregor era morta in quell'incendio, nessuno trovò il corpo ma tutti credettero che fosse colpa del fuoco e che quindi della vecchia me rimaneva solo polvere.
Sono Alice Cooper, barista single che vive in un minuscolo appartamento in una cittadina vicino Denver.
E di me non è cambiato solo il nome e cognome, ma anche il mio corpo perchè da quel giorno ho dei superpoteri."
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Furia Rossa'
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CHAPTER 15
 
“Signore, abbiamo trovato altri due satelliti a cui possiamo collegarci wireless per le ricerche.” Annunciò un agente a Fury.
“Bene, facciamoli lavorare allora! Voglio un aggiornamento ogni quarto d’ora!” Annuii Nick.
“Fury, non ci sono tracce gamma e nessun tipo di radiazione nociva nell’area circoscritta.” Disse Banner appoggiando un fascicolo sulla scrivania dietro il posto di comando di Fury.
“Ok, allora voglio degli uomini pronti a scendere a terra e continuare le ricerche.” Disse all’agente Romanoff e Burton. 
“Signore, c’è il governo che vuole parlargli.” Gli annunciò un altro agente.
Fury annuì e lo seguii fuori dalla sala comandi.
Nel frattempo Tony era entrato e si era seduto sulla scrivania. Aprì il fascicolo di Banner e lo lesse.
“Sono già passate due settimane …” disse Stark.
“Potrebbero trovarla.” Gli disse Banner.
“Morta, certo.” Disse Tony in modo acido.
“Tony… Per favore.” Alzò gli occhi al cielo il professor.
“Cosa Bruce? Sono passate due fottutissime settimane e nessuno dei satelliti ha rilevato fonti di calore o un’immagine di Alice!” batté il fascicolo sul tavolo.
“Potrebbe essere ancora in una di quelle aree ancora non perlustrate. Los Angeles è grande e poi c’è ancora tutto il perimetro che si estende oltre la città da controllare.” Disse Banner incrociando le braccia.
“E’ polvere. Non la troveremo mai.” Ammise Stark.
“No!” urlò Bruce.
Si guardarono per un attimo poi Stark se ne andò e disse che si sarebbe unito alla squadra di ricerca a terra.
“Professor Banner? Può venire a controllare una cosa?” le chiese un’agente.
Nel frattempo nella palestra c’era Steve che menava un sacco da boxe, non contento di averne distrutti soltanto 5.
“Ehi miss tutina azzurra, vieni a cercare Alice?” chiese Tony.
Steve si girò verso il miliardario con una luce di speranza negli occhi.
“La zona non è contaminata?” chiese togliendosi velocemente le bende dalle mani.
“No, tutto lindo e pinto.” Annunciò Stark.
“Ma per sicurezza metti la tua calzamaglia e porta il tuo vassoio patriottico.” Disse Tony prima di sparire.
Steve si cambiò velocemente e raggiunse Stark.
 
Thor bussò alla porta dell’alloggio di Loki.
Nessuno rispose.
“Fratello?” chiese e poi aprì la porta.
Lo trovò seduto sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto, le mani congiunte ed i gomiti appoggiati sulle ginocchia.
Aveva delle occhiaie spaventose che gli circondavano gli occhi ormai privi d’emozione, quasi vitrei. Si sedette affianco a lui in silenzio e fissò il pavimento, alla ricerca di parole confortanti. Ma il dolore del fratello non poteva essere rimosso e forse neanche alleviato, e questo spezzava il cuore di Thor. Gli diede una pacca confortante su una spalla, ma Loki parve non accorgersene.
“Thor, Loki? Mi ricevete?” era Natasha che parlava nelle loro orecchie attraverso quell’aggeggio strano.
“Si, cosa c’è?” chiese Thor.
Loki rimase impassibile.
“Ci hanno dato il via libera per scendere a terra.” Disse la spia russa.
Loki si alzò in piedi in modo meccanico e uscì fuori dalla stanza. Thor lo seguì a ruota e sfrecciarono a passo svelto tra i corridoi, mentre i loro mantelli svolazzanti colpivano alcuni agenti.
Stavano aspettando un jet per scendere a terra, quando Thor prese sotto braccio il fratello, stanco di aspettare e fece roteare Mjolnir per poi lanciarsi nel cielo.
Atterrarono non poco lontano dalla squadra di Natasha e Clint.
Appena Thor lasciò andare il fratello, Loki si mise a cercare ovunque senza tralasciare niente. Rovistava ovunque, spostava macerie e sperava di ritrovare Alice.
La ricerca continuò per tutta la mattinata, gli agenti si davano il cambio per pattugliare tutto il perimetro centimetro per centimetro. Era quasi sera, il tramonto fece diventare il cielo rosso.
Gli ultimi raggi accarezzavano le fronti imperlate di sudore delle persone al lavoro per trovare la Furia Rossa, forse ancora in vita.
Quando Fury comunicò agli agenti di rientrare alla base, Loki si oppose e continuò a cercare disperato.
A terra erano ormai rimasti soltanto i vendicatori.
Loki si era infilato in mezzo a delle macerie e Thor lo seguiva preoccupato per il suo stato mentale.
“Loki!” lo chiamò Thor.
Il fratello lo ignorò, qualcosa aveva catturato la sua la sua attenzione. Aveva visto qualcosa di bianco candido tra le macerie per la strada.
Si avvicinò a passo svelto e spostò una lamiere di ferro da sopra quel batuffolo bianco.
Quando si trovò davanti ad una ragazza magra con una chioma di capelli bianchi, faticò a riconoscerla come Alice.
La girò con delicatezza sulla schiena e si inginocchiò affianco a lei.
La sua mano tremava e delle piccole gocce avevano cominciato a rigargli il volto. Posò la sua mano sulla guancia della ragazza e bagnò il suo viso con le sue lacrime amare. Poggiò la sua fronte a quella di Alice e una smorfia di sofferenza si fece largo sulle sue labbra.
Quando Thor lo vide a poca distanza da lui, inginocchiato vicino ad un corpo, un sentimento di tristezza si insinuò nel suo cuore. Rimase allibito quando suo fratello si staccò il mantello verde smeraldo dall’armatura per avvolgere il corpo della fanciulla.
Il mantello era simbolo di nobiltà e fierezza per un Asgardiano e Loki se lo ero appena tolto per avvolgerlo intorno alla sua amata. Agli occhi di un Asgardiano quello era un gesto di fedele e profondo amore. Loki prese in braccio Alice con dolore e fatica. Fece alcuni passi, ma la disperazione di averla persa era troppa e cadde in ginocchio e pianse aggrappandosi al petto della ragazza.
Steve, Tony, Bruce, Natasha, Clint e Thor gli poggiarono una mano sulla schiena per dargli coraggio.
Loki commosso per quel gesto, si fece forza e si rialzò in piedi. Raggiunsero il jet e tornarono all’elivelivolo.
 
“Le sue condizioni sono gravi e non sappiamo se si risveglierà, insomma è viva ma è entrata in uno stato comatoso…” annunciò Banner agli altri che erano di fronte al vetro della sala medica.
“Assurdo… è riuscita a sopravvivere per una settimana sotto quella lamiera.” Disse Clint.
“Se vi servono macchinari o altri medici specializzati, chiedete pure.” Disse Stark ai dottori che avevano visitato Alice.
“Sembra padre quando cade nel sonno di Odino.” Disse Thor senza che gli altri capissero cosa intendeva.
Loki invece era affianco al letto e le stringeva forte la mano.
Passò un’altra settimana ma Alice ancora non si era svegliata. Era rimasta nell’infermeria dell’elivelivolo, mentre Stark era dovuto partire per qualche giorno per lavoro. Gli amici di Thor erano tornati su Asgard, mentre Natasha e Clint erano occupati con altre missioni dello S.H.I.E.L.D.
Banner faceva la spola tra la stanza di Alice e il suo laboratorio, mentre Steve era tornato al suo appartamento a New York. Loki invece era rimasto sempre vicino a lei, non la lasciava un attimo.
“Parlaci, potrebbe sentirti.” Gli confidò una volta Bruce.
Così una mattina si fece spazio nel suo letto e si distese affianco a lei. Cominciò a raccontargli di quando era piccolo, quando giocava con le spade di legno con Thor perché la madre non voleva che usassero armi vere. Gli raccontava come Thor avesse paura dei temporali e ogni volta si rifugiava sotto le lenzuola del suo letto. Gli raccontò di quando giocarono a nascondino con la madre e loro si nascosero sotto il letto di padre e madre e nessuno li trovò.
“Ci eravamo addormentati lì sotto il letto di padre e madre, eravamo stanchi dopo un combattimento di spade di legno!” disse Loki quasi sorridendo al pensiero.
“Lo vedi che lo consideri tuo padre.” Disse Alice.
Loki sgranò gli occhi e si alzò per vedere Alice in volto: era sorridente seppur molto stanca. La sua pelle era pallida e affaticata, parlava con voce sommessa e con fatica. Ma la cosa che più lo colpì furono i suoi occhi: erano di un azzurro ghiaccio. Erano ipnotizzanti e profondi, unici e bellissimi.
 
“Alice…” disse con un filo di voce Loki.
Sorrisi e gli posai una mano sulla guancia, lui la prese e me la baciò emozionato.
“Sei viva!” disse abbracciadomi.
“Non ti liberi facilmente di me!” scherzai.
“Non farlo mai più. E’ un ordine.” Disse lui seriamente preoccupato.
“Va bene.” Risposi.
Poggiammo le nostre fronti l’una sull’altra e ci guardammo sorridenti. Loki scostò i capelli dal mio viso e mi baciò. Dio come mi erano mancate le sue labbra!
Finalmente potevo assaporarle di nuovo, tutte per me.
La notizia che mi ero risvegliata si diffuse molto velocemente e dopo alcune ore tutti gli Avengers erano riuniti nella sala riunioni ad aspettarmi.
Non volevo che mi vedessero ancora dentro quella sala “ospedaliera”, volevo mi vedessero come la nuova Alice… sorridente e piena d’energia. Così Loki mi aiutò a vestirmi: pantaloni neri aderenti, corpetto verde scuro e i miei adorati anfibi.
Mi accompagnò fino a davanti la porta, poi scostai con gentilezza il suo braccio a cui mi sorreggevo e aprii le porte da sola.
Stavo per fare un passo, ma incerta accettai di nuovo l’appoggio di Loki.
Tutti mi abbracciarono e mi fecero gli auguri di pronta guarigione.
“Ehi bambola, bella la nuova acconciatura!” disse Stark abbracciandomi.
Quando mi ero vista allo specchio, ero rimasta sconcertata ma poi alla fine mi sono resa conto che non era poi tanto male la mia nuova chioma.
“Il tuo dna è stato modificato, forse questo è un nuovo stadio della trasformazione. Un po’ come le stelle, da stella rossa a nana bianca!” Ipotizzò Banner mentre mi porgeva un mazzo di fiori da parte di tutti gli agenti dello S.H.I.E.L.D.
Thor fu quello che mi accolse in modo molto… caloroso. In pratica per abbracciarmi mi sollevò da terra facendomi roteare in una stretta alquanto affettiva.
Invece da Natasha non mi sarei mai aspettata un abbraccio così dolce, tantomeno da Occhio di Falco. Steve invece, come galantuomo di vecchi tempi mi ha regalato un palloncino con scritto “Get well soon” e un pacchetto di cioccolatini, beccandosi qualche occhiata gelosa da parte di Loki.
Invece Fury non si era scomposto, una stretta di mano e poi mi aveva dato un fascicolo che avrei dovuto leggere una volta che fossi rimasta da sola.
La settimana successiva passò molto velocemente: tra varie visite mediche, alcune ricerche sul mio dna con Banner e le bellissime notti passate con Loki.
Una sera presi il fascicolo che mi aveva dato Fury e lo andai a leggere nella sala delle armature. C’era soltanto la mia e tutte le altre celle erano vuote.
“Mi sono permesso di ridisegnare la tua tutina, principessa.” Gli aveva accennato Stark.
Aveva utilizzato alcuni tessuti più resistenti a quelli di prima e molto più aderenti: consisteva in una tuta nera con alcune cuciture bianche in evidenza, in più l’elmo non c’era più e al suo posto c’era un mantello bianco lungo. Era più pratica rispetto a quella prima e molto più leggera e flessibile.
La ammirai da dietro il vetro, poi mi decisi ad aprire il fascicolo che avevo tra le mani.
Parlava di una scuola speciale, in cui c’erano ragazzi con poteri. Alcuni erano nati così, altri avevamo subito un’alterazione del dna proprio come era successo a me. Un certo dottor Charles Xavier e un certo Logan, dirigevano la struttura e volevano incontrarmi per parlarmi.
“Non ci posso credere… “ dissi.
Fury mi stava cercando lavoro?
Quella stessa sera passai nella sala comandi dove trovai Nick seduto alla scrivania. Gli lasciai il fascicolo e gli dissi che non ero pronta per fare l’insegnante.
“Ci ripenserai tanto…” mi disse, poco prima che me ne andassi.
Forse aveva ragione, ma non ero pronta comunque. Adesso avevo bisogno di ristabilire la mia vita e di riposarmi.
 
Era il grande giorno.
Ero nel mio alloggio a sistemare la valigia pronta per partire. Qualcuno bussò alla porta: era Tony.
“Ciao, scusa il casino.” Dissi.
“Tranquilla, non se ti ricordi il mio laboratorio… era messo peggio di così!” disse lui.
“Allora, in partenza eh?” chiese.
“Già…” risposi e chiusi finalmente la valigia, sedendomici sopra.
“Ne è passato di tempo da quando eri rinchiusa in casa mia.” Disse
“Oh Tony, non fare il sentimentale!” scherzai.
“Nah, non lo sto facendo!” si difese.
“Non sto andando via per sempre…” aggiunsi.
“A quanto pare, di sicuro non potrai prendere un aereo per venirmi a trovare!” disse.
“Purtroppo, mi spiace zietto.” Dissi amaramente.
“Ehi! Non sono poi così vecchio!” ribattè.
Risi sotto i baffi.
“E con gli Avengers?” chiese curioso.
“Fury sa come contattarmi.” Dissi sorridendo.
“Quindi non è un addio?” chiese lui.
“No, è un arrivederci.” Conclusi.
Ci alzammo e ci avviammo verso la pista, dove un jet ci stava aspettando. Lì c’erano anche Steve, Bruce, Clint e Natasha. Li salutai tutti e poi mi rivolsi a Stark.
“A proposito! Tratta bene la tua nuova assistente, Pepper!” dissi prima di salire sul jet.
“Sta tranquilla, gli farò vedere il meglio di me!” disse lui beffardo.
Lo abbracciai stringendolo forte.
“Grazie per avermi salvato quella volta.” Dissi. Solo adesso mi ero resa conto di non averlo ringraziato ancora.
“Chi è sentimentale adesso?” disse lui sarcastico.
“Stammi bene, mia piccola Iron Woman.” Disse.
Lo salutai un’ultima volta e poi salii sul jet. Guardai l’elivelivolo fino a che diventò un piccolo e minuscolo aereo, per poi scomparire dalla mia vista.
Il jet ci impiegò nemmeno un’ora per arrivare a destinazione.
Scesi e raggiunsi Thor e Loki che mi stavano aspettando nel bel mezzo del deserto del New Mexico. Con Thor c’era una ragazza con i capelli mori, doveva essere Jane.
“Ciao, sono Alice!” dissi stringendole la mano.
“Jane!” rispose sorridendomi.
“Anche tu vieni?” chiesi.
“No… non ancora. Sono nel bel mezzo di uno studio importante e non posso proprio andarmene adesso.” Disse lei.
Thor la salutò baciandola appassionatamente, mentre io e Loki ci girammo per dargli un po’ di privacy.
“Pronti?” chiese Thor.
“Si.” Disse Loki.
Lo guardai e intrecciai la mia mano alla sua.
“Heimdall! Riportaci su Asgard!” urlò Thor.
Pochi secondi dopo un leggero formicolio attraverso il mio corpo, che si dissolse insieme a quello di Thor e Loki. Durò un’istante, un battito di ciglia e mi ritrovai su Asgard.
Era qualcosa di magnifico, sembrava tutto un sogno. Palazzi alti e totalmente diversi da quelli americani. Erano di un color oro brillante, quasi accecante. Tutto era illuminato dai raggi di sole che creavano un’atmosfera surreale, degna degli dei che ci vivevano.
“Benvenuta su Asgard!” mi disse Loki.
“E adesso?” chiesi.
“Adesso vivrai nel palazzo di Asgard.” Disse lui.
Alcune guardie ci portarono dei cavalli e siccome io non sapevo montare, mi dovetti arrangiare e andai insieme a Loki. Ero seduta davanti a lui e ammiravo quella città senza tempo che stava per diventare la mia casa.
Appena arrivati a palazzo, una schiera di persone ci accolsero festose. Gli abiti che indossavano non si potevano paragonare minimamente a quelli degli umani, poiché sembravano essere usciti da un racconto ottocentesco o giù di lì.
“Già piaci al popolo!” disse Thor ridendo.
Le usanze, i modi di vestire, la vita, tutto era diverso e più complesso rispetto alla mentalità delle persone della Terra.
Era una vera a propria rinascita per me, l’inizio di una nuova vita.
Attraversammo lunghi corridoi con altissimi pilastri, salimmo una scalinata enorme per poi ritrovarci nella sala del trono.
“Padre! Madre! Siamo tornati!” annunciò Thor festoso entrando nella sala.
Odino e Frigga si alzarono gioiosi e corsero ad abbracciare i propri figli, soprattutto Loki, il figlio risorto dalle tenebre.
Rimasi in disparte, a guardare quella bellissima scena di famiglia. Irrimediabilmente pensai a mia madre e mio padre: ovunque fossero, ero sicura che mi stessero guardando e stessero vegliando su di me. Mi mancavano così tanto.
Guardai Loki, che seppur tentava di tenere un comportamento distaccato e serio, un sorriso ogni tanto spuntava sulle sue labbra.
Inevitabilmente mi venne in mente la scena di qualche giorno prima, quando Loki mi disse di raggiungerlo sulla piattaforma dell’elivelivolo.
“Ehi, tutto ok?” chiesi a Loki che era girato di spalle.
“Non so come si faccia da queste parti, ma Steve mi ha dato qualche consiglio.” Disse lui.
“Hai chiesto dei consigli?” chiesi io stupefatta. Loki non chiedeva mai niente a nessuno!
Lui si girò facendo una faccia sbuffata.
“Su cosa? E poi perché indossi i vestiti Asgardiani se poco fa ti ho visto con maglietta e jeans?” gli chiesi curiosa.
Lo vidi prendere qualcosa da una tasca e avvicinarsi a me.
Era terribilmente nervoso anche se non lo dava a vedere, ma riuscivo a capirlo da come si rigirava quella scatoletta tra le mani.
“Loki?” cercai di attirare la sua attenzione.
Si avvicinò fino a starmi ad un palmo di distanza. Si inginocchiò e rimasi esterrefatta da tutti i suoi gesti che ne seguirono. Aprì la scatoletta, si schiarì la voce e disse:” Alice Cooper, vuoi sposarmi?”
 
Loki si accorse che ero in piedi in disparte, così mi prese per mano e mi presentò davanti ai suoi genitori.
“Padre, Madre, questa è Alice: la mia futura sposa.” Disse lui raggiante, mentre io salutavo i suoi genitori, stringendo la mano di Loki per trovare sicurezza e forza nell’affrontare questa mia nuova vita.
 

THE END
 

Buongiorno!
Eccoci giunti all'ultimo capitolo :'(
Alice cambia di nuovo aspetto dopo aver dato il massimo, o quasi, rilasciando tutta quell'energia mista a fuoco; per questo, mi sono ispirata alle stelle: è come se l'avessi fatta passare da stella rossa a nana bianca (non so se l'avete studiato a scuola, ma a me ha appassionato tantissimo questo argomento) attraverso un'esplosione(notare il cambiamento del colore dei capelli u.u). Il personaggio di Loki credo di averlo fatto diventare un pò OOC D: ma era inevitabile!
Non so se ve l'avevo accennato, ma questa storia farà parte di una serie! Eggià, ho già in mente una nuova storia per Alice e qui c’è già il punto iniziale! (notato l'apparizione degli X-Men?!)
Perciò non disperate! Qui sotto vi lascio il link della nuova storia, sperando che vi appassioni come questa :3 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1258647&i=1
 
Ed eccoci giunti ai ringraziamenti!
Un grazia a chi l’ha messa tra le preferite:
Un grazie a chi l’ha messa tra le seguite:
Un grazie a chi l’ha messa nelle ricordate:
e un enorme bacio a chi l’ha sempre recensito,
ed infine a chi l’ha semplicemente letta :D
 
P.S: volevo lasciarvi un’ultima cosuccia! La colonna sonora di tutta la storia per è stato il brano dei Lacuna Coil, Fire. Vi lascio il link così se volete la potete ascoltare 
http://www.youtube.com/watch?v=SpKB8bMcHR0

ARTEMIS BLACK 

  
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