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Autore: Reb and Jude    10/09/2012    2 recensioni
Siccome siamo rimaste molto deluse dalla serie delle "Yes! Pretty Cure 5 GoGo" riguardo al rapporto tra Nattsu e Komachi, iniziato a sbocciare nella serie precedente, abbiamo deciso di pubblicare questa storia, raccontando un episodio dei tanti che sarebbe potuto accadere molto probabilmente (secondo noi) tra quei due. Vi avvertiamo che sarà un po' OOC, perchè descriveremo un Nattsu molto geloso, aggettivo che nell'anime non si abbina molto al nome del personaggio, ma che (sempre secondo noi) sarebbe perfetto perchè in quella certa situazione, conoscendolo, avrebbe reagito sicuramente così. E ora vi lasciamo alla vostra lettura (se mai aveste intenzione di leggerla) e preavvisiamo che i capitoli saranno abbastanza corti. Un GRAZIE anticipato!
Reb&Jude
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Magica Gelosia

6° capitolo
Prova di coraggio
 

 

-Disturbo?-

Komachi, al sentire la voce del ragazzo, sobbalzò, improvvisamente distolta dai suoi pensieri.

-N-no, affatto. Vieni, siediti. Stavo solo riflettendo tra me e me…-

Nattsu prese posto accanto a lei sull’erba, incrociando le gambe. Komachi, da parte sua, sentiva l’imbarazzo annebbiarle la mente, rendendola incapace di iniziare un discorso di senso compiuto, mentre uno strano calore le saliva fino ad infiammarle le guance. Per fortuna fu lui a parlare per primo.

-Tutto bene, Komachi?-

Fu presa alla sprovvista e non riuscì a non balbettare, mentre rispondeva. Nattsu le faceva questo strano effetto…

-S-sì… p-perché me lo c-chiedi?-

-Ti ho vista oggi al negozio. Quando te ne sei andata, piangevi.-

Non sapeva cosa rispondere: pensava che non l’avesse notato, o almeno sperava. Che cosa voleva da lei? Perché le faceva quelle domande? Come se già non si sentisse abbastanza debole e inutile
Non faceva altro che rinfacciarglielo. Possibile che non capisse? Che veramente non riuscisse a comprendere quanto la facesse soffrire, con tutte le sue premure? Col tirarla su di morale ogni volta che si sentiva triste, col costante incoraggiamento che le dava per continuare a scrivere…
Era solo lei quella a provare una così forte emozione solo guardandolo leggere, sorridere alle clienti, preoccuparsi dei Pinky con quell’aria così serena… solo lei sentiva crescere questo sentimento nei suoi confronti?

A quanto pare sì.

-Non era niente…- disse, cercando di assumere un tono il più naturale possibile.

Non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia per quanto si sentiva imbarazzata.

-Ne sei sicura? Guarda che a me puoi dirlo…-

Dirgli che era pazzamente innamorata di lui, forse?! Come avrebbe potuto trovare il coraggio di dichiararsi? Come se già non bastassero il suo comportamento impacciato e le infinite figuracce che faceva ogni volta che si trovava in sua presenza…

-Potrai anche fare finta che vada tutto bene con gli altri, ma a me non la dai a bere. Cerchi sempre di apparire forte agli occhi delle persone che ti circondano, con me, però, non ce n’è bisogno. Anch’io mi comporto così avvolte, perché temo di poter sembrare debole, nel mostrarmi… umano. Qualche volta fa bene sfogarsi con qualcun altro, sai? Non ti voglio forzare a farlo, ma sappi che se vuoi, io ci sono e ci sarò sempre per te…-

-Per favore, smettila…-

Nattsu non si aspettava una simile reazione. Volse il suo sguardo verso di lei, senza però proferire parola. Voleva che lei si sfogasse con lui, che gli parlasse, che gli dicesse cosa c’era che non andava, perché non riusciva più a vederla soffrire a quel modo.

-Smettila, Nattsu. Non ce la faccio più a sentirti darmi consigli, consolarmi… mi fai solo stare peggio…-

Era stato lui a costringerla a mostrarsi, a fargli vedere cosa nascondeva dentro di sé. Non riusciva più a sopportarlo, aveva raggiunto il limite…

-… perché io so di non meritarmeli quei consigli, perché sono io il problema… lo so. Ma tu non fai altro che darmi false speranze con il tuo atteggiamento gentile nei miei confronti, mi illudi che io possa avere qualche chance con te… che io possa valere qualcosa per te…-

Lo stava guardando dritto negli occhi mentre lasciava che quel fiume di parole continuasse a scorrere dalla sua bocca: ormai era troppo tardi per fermarsi.
Aveva preso finalmente coraggio per confessare ciò che provava.

-Ma è colpa mia… è mia la colpa di voler leggere in ogni tuo gesto qualcos’altro, qualcosa che non esiste e che mai ci sarà. Sono una povera stupida, ma non posso fare a meno di sentire quello che sento… non posso smettere di soffrire ogni volta che mi guardi, che mi sfiori, che mi chiedi se sto bene…-

Aveva anche iniziato a piangere, ma era troppo presa da ciò che stava dicendo per accorgersene.

-… beh, sappi che non sto affatto bene! Mi sento come lacerare dall’interno, mi accorgo che il mio cuore lentamente si sta corrodendo, mentre cerco di dimenticarti, ma inutilmente. Mi dispiace, ma mi sono… mi sono innamorata di te Nattsu e tu nemmeno te ne rendi conto!-

Il ragazzo era rimasto in silenzio per tutto il tempo, lasciando che Komachi potesse finalmente liberarsi del peso che l’affliggeva in un modo tanto crudele. Eppure ora che lo aveva fatto, continuava a vedere il suo volto rigato dalle lacrime perché la causa del suo tormento era… LUI.
Non si era mai accorto di niente, anche se a quanto pare la cosa era palese. Non riusciva a crederci. Quindi, anche lo sguardo triste di quella mattina era rivolto a lui: lo stava supplicando e lui non l’aveva capito.

-Ecco, io… Komachi, io…-

Per la prima volta in vita sua, Nattsu era senza parole.

Komachi parve intuirlo e decise di troncare la conversazione lì: si era già umiliata abbastanza.

-Comunque, dimentica tutto ciò che ti ho detto, Nattsu. È tutto passato. So già che non ricambi i miei sentimenti e ti evito di doverti prendere responsabilità che non sono tue. D’ora in poi comportati come se nulla di questo fosse avvenuto, le cose tra di noi non devono cambiare. Inoltre…-

Lui continuava a guardarla, senza dire niente. C’era un’altra Komachi davanti a lui, ora: una ragazza impassibile che aveva deciso di calpestare la propria dignità e i propri sentimenti, in modo che egli non avesse il dovere di prendere decisioni a riguardo o anche solo di pensarci.
Si sentiva in colpa, come per la distruzione del Regno di Palmier. Era sempre colpa sua. Il suo essere cinico e impenetrabile, l’aveva portato a perdere prima il suo popolo ed ora la sua più cara amica.

Komachi era riuscita in poco tempo a diventare una persona indispensabile alla quale rivolgersi e rivelare inevitabilmente le proprie debolezze. Si era fatta strada lentamente, strato dopo strato, nel suo cuore, facendo sì che questo l’assorbisse rendendola parte di sé. Era diventata l’oggetto delle sue preoccupazioni, dei suoi pensieri e dei suoi… sentimenti.
Nattsu non riusciva a spiegarsi come ci fosse riuscita, ma sapeva che lo aveva fatto. Gli costava ammetterlo, ma forse c’era qualcosa di più che lo legava a lei, qualcosa che  lo spingeva a premurarsi di chiedere sempre sue notizie quando era assente, di leggere le sue storie e dirle che andavano bene, di lasciare che il velo di ghiaccio che lo proteggeva piano piano scivolasse e si sciogliesse in sua presenza, qualcosa che lo aveva costretto ad essere lì in quel momento, quando in realtà non avrebbe dovuto.
Se lui non fosse venuto a trovarla, adesso Komachi non starebbe piangendo davanti ai suoi occhi, rompendo quel rapporto così speciale che li teneva vincolati l’uno all’altro, indissolubilmente.

-…inoltre, ho deciso di accettare l’invito di Yusuke per domani. Si è dimostrato molto gentile nei miei confronti e mi ha aiutato molto al negozio in questi giorni. Glielo dovevo. Domani, quindi, non potrò venire alla Natts House per il motivo che ti ho detto. Se le ragazze chiedono di me, dì loro di non preoccuparsi e che sono con Yusuke.-

Si alzò, passò le mani sulle pieghe della gonna e iniziò ad incamminarsi verso il negozio. Fatto qualche passo, si fermò e si rivolse a Nattsu che era ancora seduto per terra.

-Comunque… grazie della visita.-

Il ragazzo continuò a fissarla, finché la sagoma di Komachi non sparì nel retrobottega del negozio di dolci. Dopo qualche minuto, ripresosi in parte dalla lunga conversazione, decise di alzarsi anche  lui e di incamminarsi verso la Natts House.

  
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