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Autore: DadaOttantotto    11/09/2012    3 recensioni
[Extra/Prequel di 'PWP - Personal Wrong Prince']
Jay e Ronnie sono amici, hermanos.
Ma come si sono conosciuti? Come è nato il loro forte legame?
[Happy Birthday, EffieSamadhi!]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Jay, Joelle e tutto il mondo intorno.'
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L'idiota e quello strano




A lei, la mia socia.

Per la sua pazienza, la sua simpatia e per tutto ciò che è.
Con tanti auguri di Buon Compleanno.


I suoi compagni si erano divisi in due squadre e avevano iniziato a giocare a calcio sul piccolo campo in cemento. Dalla panchina su cui era seduto riusciva a vederli benissimo, nonostante la griglia di metallo che lo separava da loro.
Non volevano mai che giocasse. Lo prendevano in giro per ogni cosa che faceva, soprattutto per il suo modo di parlare. Mica era colpa sua se era nato in Portorico! E poi lui l'inglese lo sapeva, e lo sapeva bene. Solo che quando si innervosiva iniziava a parlare nella sua lingua madre... e loro rincominciavano a ridere.
"Perché stai qui da solo?"
Sollevò lo sguardo dalle sue scarpe, posandolo su un bambino con i capelli ricci. Non lo aveva mai visto prima, ma un po' gli ispirava fiducia. Almeno non lo aveva subito deriso.
"Non mi lasciano giocare" rispose, indicando gli altri ragazzini.
"E perché?"
"Perché dicono che sono strano."
"Perché sei strano?"
"Perché a volte parlo strano."
"A me sembra che parli benissimo."
"Se mi arrabbio, parlo in un'altra lingua."
L'altro si buttò sulla panchina come una furia, fissandolo con gli occhi spalancati.
"Parli il marziano?" gli chiese meravigliato.
Il marziano? Che lingua era? La lingua degli alieni?
"No" ribattè. "Il marziano non lo so. Parlo lo spagnolo."
Il piccolo sbuffò, visibilmente deluso. Per un momento aveva davvero creduto che quel ragazzino conoscesse il marziano e, di conseguenza, potesse insegnarglielo. Avrebbe dimostrato che non si sbagliava.
Sollevò le gambe e si portò le ginocchia al petto, circondandole poi con le braccia.
"Neanche io posso giocare con loro" commentò
"Cosa hai fatto?"
"Mi chiamano 'idiota'."
Perplesso, il portoricano lo guardò storto.
Ora, sua madre gli aveva insegnato che quella parola, come tante altre, era brutta e, quindi, severamente vietata in casa Diaz. Nemmeno sua sorella, di tre anni più grande di lui, poteva dirla. Per questo era rimasto sorpreso quando quel preciso termine era uscito dalla bocca di un bambino di sei anni. E poco importava che l'avesse sentita dai compagni: la parola con la 'i' non andava pronunciata.
"Perché ti chiamano... così?"
"Dico solo cose stupide."
Altra parola vietata.
"A me non sembra."
"Il marziano non è una cosa stupida?"
Beh, lui non ne aveva mai sentito parlare. Ma questo non faceva del marziano una cosa s... senza senso.
"Il mio papà dice sempre..."
"Com'è avere un papà?" domandò interrompendolo il riccioluto.
"Cosa vuol dire 'com'è'?"
"Com'è avere un papà."
Stette un po' a rifletterci su, sollevando la testa e fissando il cielo.
Come fosse avere un padre non se l'era proprio mai chiesto. E non pensava neanche fosse una domanda che si ponessero in tanti. Non era facile trovare una risposta così, all'istante.
"E'... normale. Credo." azzardò.
L'altro bambino si strinse nelle spalle.
"Allora io non sono normale, perché un papà non ce l'ho."
Un momento, non era questo che intendeva. Era normale avere un papà... no, nemmeno quello. Sapeva cos'erano 'i figli di divorziati' - sua sorella Daniela glielo aveva spiegato -, ma non sapeva come comportarsi davanti a uno di essi. Lui era abituato a una mamma che sta in casa e prepara da mangiare, a un papà che torna stanco da lavoro la sera, lo fa sedere sulle sue ginocchia e gli chiede come è andata la giornata.
"Non tutti hanno un papà."
"E tu che ne sai?"
"Io ce l'ho e tu no. Tanti altri bambini non ce l'hanno. E sono normali."
"Parli come un adulto" lo canzonò il piccolo.
"Mamma dice che sono molto intelligente. Ma non dirlo a mia sorella, altrimenti si arrabbia."
"E' carina, tua sorella?"
Il portoricano sentì uno strano calore invadergli le guance. Carina? Daniela? Quella strega con le trecce? No, assolutamente. Però... a lui cosa importava? Era un po' troppo piccolo per interessarsi alle ragazze. Soprattutto a quelle più grandi. Soprattutto a sua sorella.
"E' bruttissima."
"Non ti credo."
"E' la verità! Ed è anche antipatica."
"Tu sei simpatico."
"Grazie."
"Perché non diventiamo amici?"
Amici.
Lui non aveva mai avuto amici. C'erano quei ragazzini sudamericani del suo quartiere; a volte giocavano insieme, ma niente di più. Erano ben lontani dall'essere chiamati amici.
Si ritrovò ad annuire senza quasi accorgersene.
L'altro si alzò dalla panchina e gli tese la mano mentre un enorme sorriso si apriva sul visetto tondo.
"Sono Jay, l'idiota."
"E io sono Reginaldo, quello strano."
Il bambino si bloccò, la mano ancora stretta in quella del nuovo amico.
"Come ti chiami?"
"Reginaldo" ripetè. "Sei sordo?"
"Il tuo nome non mi piace."
E invece a lui piaceva, eccome. Era il nome di suo padre, tale Reginaldo Diaz Sr.; lui ne andava davvero fiero e non voleva che nessuno, nemmeno quello era appena diventato il suo primo amico, lo prendesse in giro.
Ritirò la mano di scatto, stringendosi nelle spalle e tornando a guardarsi le scarpe.
"Beh, ho solo quello, di nome" ribattè, brusco. "Se non ti piace sono affari tuoi. Puoi anche andartene."
"Non me ne vado. Ma non ti chiamerò Reginaldo."
"Allora come mi chiamerai?"
Jay si portò una mano al mento, pensieroso. Per qualche istante scandagliò la propria mente alla ricerca di un soprannome per il portoricano. Perché 'Reginaldo' proprio non gli piaceva.
"Che ne dici di Reggie?" provò. Ma capì di aver sbagliato non appena vide la faccia del bambino.
Si concentrò ulteriolmente, scrutando Reginaldo con attenzione. Non c'era niente di strano in lui, niente che potesse suggerirgli un nomignolo adatto. Aveva i capelli ricci come i suoi, ma più scuri; gli occhi erano grandi e castani. Tutto normale, insomma. Aveva le orecchie un po' a sventola, quello sì, ma non se la sentiva di chiamarlo 'Dumbo' per questo.
"Ci sono!" esclamò a un tratto, battendo la mano sinistra chiusa a pugno sul palmo della destra. "D'ora in poi tu sarai Ronnie!"
Non gli dispiaceva, Ronnie. Non era offensivo, non era nemmeno stupido. Ok, non gli andava del tutto a genio che il suo nome venisse storpiato; ma, a pensarci bene, un soprannome non era mica la fine del mondo.
"Ronnie" ripeté, quindi.
"Pensaci: Jay e Ronnie, l'idiota e quello strano. Migliori amici per sempre. Perché è così che saremo, vero?"
"Per sempre è un periodo molto lungo."
"Lo so" replicò Jay. "Ovviamente litigheremo, magari ci tireremo qualche pugno. Poi, però, faremo pace, perché tu mi vuoi bene e io ne voglio a te. E poi..."
"Ehi, aspetta un attimo. Chi ti ha detto che ti voglio bene?"
"Siamo migliori amici. Un migliore amico deve per forza voler bene all'altro migliore amico, altrimenti non sono migliori amici."
Ok, quello correva un po' troppo. Avevano appena fatto amicizia e già si considerava quasi un hermano. E il bello era che, senza sapere perché, a lui stava bene.
Il suo discorso, poi, non faceva una piega.
"Va bene, sarai il mio migliore amico."
E probabilmente anche l'unico, avrebbe voluto aggiungere.
Si alzò dalla panchina, stendendo gli arti per sciogliere i muscoli; poi si avvicinò a Jay e gli sorrise.
"Allora, cosa fanno i migliori amici?" gli chiese.
"Parlano, scherzano, giocano insieme, si danno una mano... e tante altre cose" rispose l'altro. "Chissà, magari un giorno mi aiuterai a conquistare la ragazza dei miei sogni."

Una piccola schifezzuola per augurare buon compleanno alla mia meravigliosa socia, EffieSamadhi. Una persona stupenda che ho avuto l'onore di incontrare, e che, da quel giorno, mi sopporta con pazienza e tanto coraggio.
Tutto questo per dirle che l'adoro <3
Oh, i personaggi sono Jay Miller e Reginaldo 'Ronnie' Diaz, provenienti dalla mia storia 'PWP - Personal Wrong Prince '
Il banner è di Banner Lights, che ringrazio profondamente.
Un grazie a chiunque recensirà o inserirà in una delle tre liste!!
Alla prossima! :)
Baci8
   
 
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