Era giunto il momento, per la ciurma di Cappello di Paglia, di entrare nella Rotta Maggiore.

Inutile dire che il Capitano non stava più nella pelle, era davvero il momento di mettersi in gioco.

Zoro aveva appena finito di rifornirsi delle due spade che aveva bisogno per combattere al meglio contro quei mostri che popolano il  mare più vasto del mondo, e, siccome non gli piaceva avere debiti con chicchessia, andò da Nami per restituirle il denaro.

“Ecco i tuoi centomila” le disse il ragazzo, porgendole in denaro intonso, in quanto gli avvenimenti della mattina gli avevano permesso di guadagnare due ottime spade gratis.

“Ma non sai che voglio anche gli interessi del triplo?” rispose Nami, come se fosse ovvio.

“Ma dai! Come osi, tra compagni? Accetta questi Berry, io non voglio certo debiti con nessuno!” minacciò lo spadaccino dai capelli verdi, con dei sani princìpi.

“Mi dispiace, ma le regole sono regole! Non ho mai fatto sconti a nessuno!”

La ragazza diceva questo con un luccichio agli occhi che non prometteva niente di buono.

“Porca miseria! Guarda un po’ questa ragazza! Mi fai imbestialire!”

“Prendere o lasciare” concluse Nami.

Zoro in ogni caso lasciò il sacchetto dei centomila sul banco e tornò in cabina a meditare.

“Che ragazza stupida… come posso fare per estinguere il debito senza scucire niente?”

All’inizio era questo il pensiero che lo arrovellava, ma poi si accorse che ce l’aveva con lei per un altro motivo.

Quel suo modo di ottenere tutto, la sua voglia matta di denaro e quella sensazione di essere preso in giro gli ricordavano un po’ quegli strani sentimenti che provava verso Kuina, la ragazza scomparsa parecchi anni prima.

“Uff… come mai? Come mai non riesco a smettere di pensarci? È solo uno stupido debito, eppure non riesco a distogliere il pensiero da lei!”

La sua cupidigia aveva conquistato anche il suo cuore.